Riflessioni

Come Stai

Una Domanda di Routine

Quante volte, in una sola giornata, ci sentiamo chiedere come stai?

Quante volte siamo noi a chiederlo a chi incontriamo ogni giorno ed a chi, magari, non vediamo da un po’ di tempo. Perfino al telefono o via mail, senza essere faccia a faccia, è consueto chiedere e sentirsi chiedere “come stai?”.

Come stai

Quello che mi colpisce è che questa domanda, così frequente e comune, nella maggior parte dei casi non è una vera domanda alla quale ci si aspetta una risposta. Quando chiedi a qualcuno come stai ti aspetti che l’altro risponda in un modo o nell’altro per poi continuare la conversazione. E così quando chi abbiamo davanti ci risponde che non sta affatto bene, ci sentiamo quasi in difficoltà.

Spesso non abbiamo alcuna voglia di sapere i particolari anche se magari li chiediamo per educazione. Perché, in fin dei conti, chiediamo a tutti come stanno ma di come stanno veramente ci importa poco. Tutti abbiamo dei problemi e nessuno ha voglia di ascoltare quelli degli altri ma anche, al contrario, di raccontarli agli altri.

Ma se è così con le conoscenze che non sono nemmeno delle amicizie o con le parentele che non ci siamo scelti, mi chiedo se il nostro atteggiamento cambia nei confronti di coloro che pensiamo di amare.

Chiediamo come sta, ad esempio, a nostro figlio, al nostro partner o al nostro migliore amico? Ci interessa davvero che la loro risposta vado oltre i convenevoli e lo stato di salute generale?

Vediamo le persone alle quali vogliamo bene così spesso che pensiamo di sapere come stanno, semplicemente perché non sono malate e non si lamentano di nulla. Ma stare bene non è soltanto una questione fisica. Se ci guardiamo intorno è facile vedere quante persone, pur godendo di buona salute, alla domanda “come stai?” avrebbe una lunga lista di malesseri interiori da raccontarci.

Probabilmente non ci pensiamo ma chiedere a qualcuno come sta, con un sincero interesse alla sua risposta, permette all’altro di aprirsi e di raccontarci qualcosa di più profondo. Qualcosa che magari non si vede ma che fa male comunque… e forse più di una ferita o di un malanno. Perché chiedere sinceramente a qualcuno come sta può significare voler conoscere anche i suoi stati d’animo. Possiamo sapere se sia felice oppure no, ad esempio.

Quand’è stata l’ultima volta che qualcuno ti ha chiesto come ti senti sinceramente?

… e tu come stai? Voglio dire, come stai davvero?

Un libro per spiegare ai bambini il senso del dolore emotivo.

Ciao, come stai?

 

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38 Commenti

  1. Ciao, hai toccato una delle tante corde delle convenzioni civili. Come il buongiorno, che si da a tutti, proprio a tutti anche a chi vorresti vedere quel giorno, affondare sul Titanic. E’ capitato che dopo il “come stai” l’interlocutore non attendeva neppure una risposta, passando a ciò che aveva da dirmi. Terribile.
    Altra convenzione che riesce a rovinarmi il pranzo o la cena “buon appetito”. E’ anche vero che non si può demandare al prossimo quello che può fare, un buon psicoterapeuta. una volta si chiamavano luoghi comuni, oggi si arriva a scrivere libri.
    Ogni giorno devi fare una vera gincane, per eludere luoghi comuni, banalità e ovvietà. Riconosco che nonostante ciò che scriviamo, leggiamo, ascoltiamo tutta l’esistenza è correlata da una vita allineata, costellata da luoghi comuni e chi crede di viverne una migliore (tanti di noi) cadono nella strette maglie della “ragnatela”.

    1. Hai assolutamente ragione; certe convenzioni sociali sono difficili da aggirare, anche soltanto per una questione di quieto vivere… ma è davvero così difficile, nel momento in cui si sceglie di chiedere come stai, avere del sincero interesse per la risposta? Il buongiorno è un saluto dettato dall’educazione che, come giustamente hai scritto, spesso diamo anche a chi non ci piace per niente, ma chiedere come stai dovrebbe essere un gesto più amichevole, un’attenzione da riservare alle persone delle quali ci interessa davvero la risposta.
      Le abitudini e le convenzioni che esulano dalla buona educazione andrebbero abbandonate… pena una continua e crescente falsità nei rapporti e nella vita in generale.
      Oggi abbiamo davvero bisogno di più genuinità… e per averla l’unico modo è iniziare ad offrirla agli altri!
      Ciao, buon fine settimana.

  2. penso che la salute sia una cosa importantissima e preminente nella nostra vita come chiedere ma non si usa dire “ami?” Una vita senza salute e senza amore credo che sia un disastro.
    dimenticavo guai a rispondere bene ma un disastro nel cuore.

    1. È vero, la salute e l’amore sono probabilmente le cose più importanti della vita. Penso che nel chiedere come stai a qualcuno, specialmente se lo si fa in modo sincero, ci sia incluso anche il lato emotivo… spesso al giorno d’oggi si sta bene fisicamente ma si soffre tanto a livello interiore. Per questo a volte un semplice come stai può aprire una porta allo sfogo e magari al ritrovamento della serenità.
      Un saluto e l’augurio di un buon fine settimana.

  3. E siccome sono allergica alle convenzioni sociali, è una domanda che uso con parsimonia, quando ‘davvero’ mi interessa la risposta. Anzi, provo un senso di fastidio quando viene rivolta a me da chi so perfettamente non frega niente della risposta. Sempre gradite le tue visite.

    1. Fai bene. La sincerità è una qualità rara che può creare qualche antipatia iniziale ma che, alla fine, premia sempre! 😉
      Grazie Surfinia, ti auguro una buona domenica.

    2. Surfinia… io la penso come te.
      Ma questi sono i tempi in cui l’ipocrisia la fa da padrona, e pertanto anche le nostre “espressioni” si sono adattate. In realtà, anche quando non sappiamo cosa dire, ci sembra importante volerci relazionare, ad ogni costo, anche usando banalità, luoghi comuni, ecc.
      D’altra parte… comportarci diversamente ci contrassegnerebbe con un marchio di “ostili”, o “a-sociali”, e forse non sarebbe molto di guadagnato, se non l’essere soddisfatti per la nostra sincerità. Ma poi, con quali conseguenze?
      Ciao.

  4. E’ diventato purtroppo uno dei tanti “convenevoli” che sinceramente mi danno molto fastidio, infatti al 90% delle volte rispondo sempre bene, anche quando non è vero, perché so che in realtà non gliene frega niente!
    Personalmente uso questa domanda quando mi interessa davvero la risposta e sono pronta ad ascoltare, altrimenti ne faccio a meno.
    Buon pomeriggio Mr. Loto, bellissimo post, come sempre 🙂

  5. Buona sera Mr. Loto, un post che mi fa ricordare ad una storia di in circa 12 anni fa quando viveva ancora la mamma del mio marito Gianni. Lei era una di quelle che si lamentava sempre e stava sempre male 😉 .. E ogni volta quando qualcuno diceva a lei come stai.. raccontava tutta la sua patologia dalla A fino alla Z 😀 … poverina ovviamente aveva sicuramente avvolte anche veramente dolori e stava non tanto bene.. Ma io un giorno mi sono detto non lo chiedo più come stai. Quando siamo andati a trovarla e lo vedeva bene dicevo: Ciao Angelina, ma oggi ti vedo bene.. E lei: si si non mi posso lamentare.. passavano 10 minuti arrivava il fratello di Gianni e disse a lei come stai con l’occhio? E lei: malissimo e vedo niente, e mi fa male anche la testa ecc.. ecc.. .. .. 😀 Io chiedo più nessuno come stai, solo quando so che aveva un problema di salute o mi interessa la salute della persona..
    Credo la domanda come stai e una cosa tipo cortesia, credo che la gente non si renda nemmeno conto quando fanno la domanda.. se uno mi domando come stai, dico sempre, non mi posso lamentare 😉 infatti non mi posso lamentare .. ti abbraccio Rebecca <3

    1. Anche io conosco diverse persone che quando gli chiedi come stanno elencano una lunga lista di problemi… ed ho sempre pensato che è necessario spostare l’argomento su qualcos’altro perché a concentrarsi sulle brutte cose si finisce per renderle più gravi di quello che sono. C”è da dire, però, che questo sentire la necessità di dire agli altri quanto si sta male nasconde certamente un disagio… forse quelle persone hanno semplicemente bisogno di un po’ di attenzione in più.
      Ciao Rebecca, ti abbraccio.

  6. LARA 28 ottobre 2015 at 18:28
    …parla e scrive di ”anime”…ma non crede che un ”anima” in questo momento chiede a lei o forse meglio dire a te….semplicemente come stai?

    Che ne dice Mr…qui trova una prova di qualcuno che ha chiesto a lei: come stai?

    Generalizzando in base ai commenti del suo bel post, io dovrei rivedermi tra quelle stesse risposte!!

    Facciamo un analisi diretta sulla persona che ha fatto a lei direttamente quella stessa domanda, ossia la sottoscritta: cosa mi ha spinto a farle davvero quella domanda?

    Potrei stravolgere tutto il senso del post, potrei smentire ogni risposta data per scontata così come è stata data per scontata la spiegazione ad una apparente banale domanda…”.come stai”, potrei darvi il motivo che forse cercate tutti per tirare o tirarmi in causa dimostrandovi di sentirmi offesa o magari di volgere una disperata forma di attenzione verso la mia persona…….

    Carissime anime invisibili con grande sorpresa vi comunico che siete Voi ad aver attirato la mia attenzione, parlate di ”convenevoli, ipocrisia, luoghi comuni”……e poi miracolosamente di :”sincerità”, ed è quest’ultima parola il tasto dolente, non riusciamo più a lasciarci guidare dalle percezioni perché anche quelle sono inquinate dalla paura di sbagliarsi, considerando più alta l’ipotesi che invece possa esserci dell’ ipocrisia in quella domanda e non il suo opposto.Che dire siamo tutti ”illuminati” da un buio esistente nelle nostre anime ed è per questo che consideriamo improbabili le probabilità di un gesto sincero.

    Quand’è stata l’ultima volta che qualcuno ti ha chiesto come stai sinceramente?

    … e tu come stai? Voglio dire, come stai davvero?

    Loris,Silvia, Surfinia e tutto il resto del mondo singolarmente??

    Ciao Mr……..

    1. Questo post è soltanto un’occasione di riflessione, l’animo umano è talmente complesso che risulta impossibile indagare tutti i suoi moti in modo approfondito; per quanto mi riguarda, mi fanno piacere i tuoi commenti e non metto in dubbio la tua sincerità. È vero quello che scrivi quando dici che tra la gente c’è molta insicurezza e diffidenza verso il prossimo.
      Nel mio caso tu sei stata l’ultima persona a chiedermi “come stai”con reale interesse… e fortunatamente, anche oggi la risposta è sempre la stessa: bene! 🙂
      Buona settimana.

  7. Potrebbe sembrare strano quello che sto per scrivere…
    Incontro molto raramente persone, e quando succede per me è una gran festa!
    Così quando chiedo “Come stai?” lo faccio veramente con il cuore., perchè mi interessa veramente!
    Mi piace ascoltare ciò che le persone non dicono, ma quando qualcuno mi racconta i suoi malanni, o i suoi stati d’animo tormentati, penso sia sott’intesa una richiesta d’essere ascoltati, di far parte anche solo per un attimo del pensiero dell’altro ( e qui ci allacciamo alla solitudine dell’altro post)
    Non ricordo quando qualcuno che non sia mio marito mi abbia chiesto come sto… veramente… 🙂
    Un abbraccio e un sorriso Mr. Loto

    1. Si, quando si cerca di ricordare quando è stata l’ultima volta che qualcuno ci ha chiesto “come stai” con vero interesse, ci si accorge sempre con tristezza che è un bel po’ di tempo fa…
      È molto bello leggere che provi reale gioia quando incontri qualcuno; spesso chi è sempre circondato dalle persone perde interesse negli altri e tende a dare per scontata ogni cosa.
      Un abbraccio e l’augurio di una buona serata.

  8. Non è la domanda che rivolgo; preferisco chiedere, semmai, “Come ti va la vita?”
    I convenevoli sono spesso “menzogne sociali”.

  9. Ciao M.Loto, secondo me sono frasi di circostanza, di educazione. Chiedo “come stai” a chi tengo e a chi mi è amico, la signora che incontro nel fare la spesa sicuramente non a voglia di dirmi, sto’ male e spiegarmelo. Mi capita che persone sopratutto anziane si sfoghino sulla loro salute e io ascolto e poi do’ il mio parere. Per tutti gli altri ” come stai “, tutti rispondono, và e se non và la facciamo andare…….capito. Rispondere di cuore alla domanda ” come stai ” è difficile, perchè significa aprire delle porte che molte persone non vogliono aprire, preferiscono far finta di niente…….Come stai, diventata una frase di circostanza per tantissime persone, una frase scontata che di scontanto non c’è nulla e rispondono con risposte scontate……………..Buona serata con affetto e stima sempre…:)

    1. Hai toccato un punto importante.
      Hai scritto:
      Rispondere di cuore alla domanda ”come stai” è difficile, perché significa aprire delle porte che molte persone non vogliono aprire.
      Credo che nella maggior parte dei casi sia proprio questo il nocciolo della questione.
      Ci siamo talmente abituati a dei rapporti sociali finti che non siamo più in grado di riconoscere l’autenticità, nemmeno quando ci si presenta davanti… ecco, io tutto questo lo trovo un po’ triste!
      Mi piacerebbe davvero ritrovare più sincerità tra le persone ma, per far si che questo avvenga, è prima di tutto necessario che la gente si accorga che il nostro vivere quotidiano è diventato “vuoto”, che sempre più persone sentano la necessità di essere più genuine, vere.
      Un abbraccio, con stima e affetto.

  10. Benino ! Grazie ! Ma devo dire che ogni volta che leggo un tuo post dopo sto meglio! 🙂 Hai sempre un po di magia che coglie i miei pensieri ed il condividerli mi lascia senza fiato e con un piccolo sorriso sulla bocca.
    Grazie ! 🙂
    E buonanotte….Ma…te stai bene? 😉 Perchè spesso non viene chiesto nemmeno come stai ma viene data già la risposta con un ..”te stai bene?” per correre meno rischi.
    Allora cambio la domanda
    Mr. Loto ? Te come stai?
    Un abbraccio

  11. E’ così 🙂 Anche in inglese si usa la formula “How do you do?” e ci si aspetta di sentirsi rispondere “Fine, thank you” 🙂
    In effetti io sono una di quelle persone che tende a rispondere seriamente e dunque quasi mai “Bene, grazie, e tu?” 🙂 Anzi a volte faccio una pausa paurosa prima di rispondere proprio perché penso a cosa rispondere 😀 L’imbarazzo insomma non è solo di chi me l’ha chiesto ma mio per primo 😉
    Probabilmente a volte è esagerato, bisogna rendersi conto che questa è solo una formua di “saluto”… e che mi scoccia proprio mentire 😀
    E’ diverso il caso di quando si chiede “come stai” perché si sente che c’è motivo di chiedere, ovvero che l’interlocutore ha davvero qualcosa che non gira. Ma a mio avviso il tono della domanda è in questo caso diverso, si sente che è più “sentito”. Poi sta a ciascuno avere la voglia e il desiderio di rispondere sinceramente o meno. C’è chi preferisce “lavarsi i panni in casa propria”…

    1. Hai ragione; il tono è molto diverso nei due casi; trovo bello che tu ti prenda del tempo per rispondere a questa domanda, che molti ritengono di semplice cortesia, con onestà.
      Ciao, buona serata.

  12. Come stai mi viene da dirlo per telefono a mio figlio che non vedo spesso.

    Agli altri mi limito a chiedere come va, perchè mi pare di vederli in buona salute e quindi il mio invito è ascoltare i loro stati d’animo, se hanno voglia di rivelarli…

  13. Al telefono: “Sono inopportuna?” “Ti disturbo” “Puoi parlare?” Dopo di che arriva il “Come stai? Se sono persone con cui parlo spesso, figli e parenti, nonchè amici, normalmente riconosco dal tono di voce se c’è qualcosa che non va e ascolto. Io difficilmente racconto come sto o minimizzo, sono ironica o come in questi giorni, che la voce tradisce il raffreddamento, resto nel vago.
    Di persona, non accorre che mi suggeriscano molte cose….le capisco dagli occhi, dal tono della voce, ugualmente mi piace che, chi incontro mi parli del “come” e del “perchè”
    Non sono impicciona….ma vorrei consolare, rallegrare, ringraziare… vorrei che chi incontro restasse nel mio cuore!
    Mr. Loto……come stai? Ti è piaciuta la mia….ehm poesia? Non so nulla sulla “metrica” o giù di lì, io ascolto il pensiero che si forma…da solo e poi vado avanti, torno indietro, correggo e poi stop. Dimmi, sinceramente, cosa ne pensi? hai letto le altre? Sono una frana con arie da poeta? Sii sincero: il tuo giudizio è per me importante e magari ne riparliamo……così come si fa tra amici…Buona notte e grazie.

    1. Da quel poco che conosco di te, attraverso i tuoi commenti ed il tuo blog, si capisce che sei una persona attenta agli altri, che non ha bisogno di molte parole per comprendere. E di solito quelli come te sono anche quelli che parlano poco di loro stessi, quasi che parlare dei propri problemi caricassi ancor più gli altri di guai… ed è proprio delle persone come te che è necessario occuparsi, in senso affettuoso… perché voi non chiedete mai e, come tutti, avete bisogno del sostegno dell’amore! 🙂
      Le tue poesie sono davvero molto emozionanti; credo che tu sia davvero molto portata per le composizioni poetiche! Se è qualcosa che ti piace dovresti sperimentare anche la metrica… perché la tecnica si può apprendere e tu possiedi già la splendida dote di trasmettere emozioni (e quella non si impara!).
      Buona giornata Lucia, a presto.

      1. Ho sorriso felice alla tua risposta. L’aspettavo con ansia perchè il tuo giudizio mi è caro.
        Con te molte volte ho parlato della mia vita, ora ti racconto un fatto capitatomi poco tempo fa, che mi lusinga, perchè mai nessuno si era espresso così al riguardo della mia persona.
        Ero andata a trovare la mia mamma, nella cara di cura dove ora è la sua dimora. Ci sono tante altre persone, signore dai capelli soffici bianchi, uomini che restano sulla loro sedia a rotelle con la testa china, tristi, molto tristi. Premetto che la mia mamma non vuole che io parli con gli “!altri” ma un sorriso e un buongiorno, anche se lei non vuole, io lo faccio.
        Al tavolo della mamma ci sono due uomini e due donne. Il primo giorno, mi sono presentata e ho chiesto, a chi poteva rispondere, ” e lei come si chiama?
        Il signore interpellato, stazza robusta, occhiali da vista cerchiati, sorriso ampio e ben arredato, mi risponde in francese, un bel francese corretto e io, facendo ricorso a tutta la mia conoscenza, lontana, gli rispondevo lentamente in francese. Come ti ho detto al tavolo c’era e c’è un altra persona, che se ne stava lì, zitto, i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani, magre ma curate, abbracciavano la faccia. Poi, come facendosi coraggio, dice:
        “Scusi, signora, le debbo dire una cosa.” “Dica.” Lei, i movimenti che lei fa quando parla, sa, lei “colora le parole!”
        Un complimento così…….incantevole…….Siamo diventati amici. La mamma è furente! “Sei sempre lì a chiacchierare, piantala!” E allora mi dedico a lei scusandomi con lei e con gli altri! Ora il prof, ho sapito che insegnava filosofia, non si è mai sposato e vive solo solo, è influenzato e mi spiace tanto, ma proprio tanto. Domenica scorsa aveva gli occhi più tristi del mondo! Con un certo “vezzo” mi ha detto “oggi non CI sento bene !” (é sordo come una campana) – Confessioni di un’antica signora milanese.novarese” Buonaserata mr. Loto. Grazie sempre!

        1. Quanta dolcezza nel tuo racconto.
          Il Prof. è un acuto osservatore.
          Ma sai che colori le parole anche senza i gesti?
          “Signore dai capelli soffici bianchi”, “sorriso ampio e ben arredato”, “le mani abbracciavano la faccia”… hai un modo di esprimerti molto evocativo, dipingi sempre delle immagini invece di raccontare semplicemente un fatto.
          Buona giornata cara signora milanese/novarese!
          Ti abbraccio.

  14. Io sto con il mio equilibrio precario,come sempre.Fra i miei conflitti e le mie contraddizioni e questo periodo è pieno di introspezione per riuscire a trovare il bandolo della matassa :-)).
    È vero quanto scrivi, e con molta franchezza senza passare per la vittima che in fin dei conti non sono, generalmente a me come sto viene chiesto,a volte nemmeno mi viene chiesto,se non prima di avermi parlato dei “loro” problemi e di come potrei risolverglieli in alcuni casi ; non ho bisogno di chiedere come stai,partono a dirmelo da soli :-)),poi se fra un lamento e l’altro resta spazio magari alla fine mi si chiede -ohhh ma tu come stai?- già come sto|,ma so che è colpa mia.
    Comunque ci sono due persone,un amico e una amica blogger che al contrario me lo chiedo spesso e non nego che quando sento o leggo quel come stai lo sento un po’ come una carezza.
    …A proposito e tu come stai?,:-))).

    1. Ma sai che è proprio vero? Quando vedi l’interesse e l’affetto di chi ti circonda nei tuoi confronti è proprio come una carezza, una carezza emotiva che fa piacere davvero a tutti.
      Io mi ritrovo nella tua stessa situazione, con un equilibrio soltanto di poco più stabile! 😉
      L’introspezione e la ricerca del “bandolo della matassa” sono la mia condizione naturale, mi ci trovo perfettamente a mio agio… quindi sto bene!
      Ciao Carola, ti abbraccio.

  15. buon sabato sera Mr.Loto io ritengo che questo chiedere “come stai più che una domanda sia un vero e proprio saluto, che in queste parole sia già sottinteso ” spero che tu stia bene e così tutti coloro cui vuoi bene” e di rimando la risposta corretta oivrebbe essere ” molto bene grazie, e tu?” senza ricevere e fare un elenco dettagliato dei vari problemi che potrebbero infastidire la persona che abbiamo di fronte, mi sembra un modo educato e corretto di interpretare questa domanda, cio la forma sottintesa di un augurio e di una speranza.Ok , Ok, sono una inguaribile ottimista, lo so, ma cosa ci si rimette ad esserlo!?
    un caro saluto
    Annalisa

    1. Senza alcun dubbio ormai questa domanda ha assunto l’essenza del saluto ma, al di là di questo, sarebbe davvero bello se ci interessassimo sul serio agli altri e lo stesso facessero gli altri con noi. Tutto è diventato estremamente sbrigativo… e questo non lascia tempo alle persone di chiedere e , di contro, di aprirsi riguardo a quello che si prova e si vive.
      Mi piacciono molto gli “inguaribili ottimisti”! 😉
      Ciao Annalisa, ti auguro uno splendido fine settimana.

  16. “Come stai” può essere la domanda più disinteressata che esista e di routine o la più sincera al mondo. Due parole che ci sbloccano dentro qualcosa. Un piccolo gesto che ci apre al prossimo e ci mantiene in contatto con chi ci circonda. Un piccolo regalo che vorremmo nel momento del bisogno o di gioia. Forse, poi non è così tanto piccolo 🙂 restiamo in ascolto…

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