Psicologia

Solitudine

Una Condizione Tipica di Questi Tempi

In un mondo come quello in cui viviamo oggi la solitudine non dovrebbe essere un problema:  abitiamo in grandi città piene di gente, facciamo innumerevoli incontri sul lavoro, abbiamo l’opportunità di socializzare viaggiando e decretiamo il nostro successo sociale dal numero di persone che ci seguono sui social. Perché allora quella triste sensazione di sentirsi soli, è così diffusa?

Solitudine

Il fatto è che la vera solitudine non deriva dall’essere soli fisicamente ma dal presentimento che chi abbiamo intorno non può capirci. Madeleine Delbrêl  sintetizzava così il concetto: “In ognuno c’è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, quella che ci è connaturale.”

Possiamo essere sempre circondati da altre persone ma non c’è solitudine più profonda di quella che è data dall’impossibilità di comunicare a chi abbiamo vicino i pensieri che per noi sono importanti. Sentirsi soli è una condizione che può derivare anche dal dare grande valore a concetti che per gli altri non sono importanti. Oppure viceversa dal pensare cose alle quali nessun altro che ci è vicino dedica attenzione.

Ci sono molte persone che scelgono la di stare da soli perché sono consapevoli di essere su un piano diverso rispetto a chi li circonda. Non è certamente un caso che i più grandi pensatori della storia abbiano passato buona parte della loro vita soli con se stessi. Essi scelsero liberamente di alimentare la sensazione di sentirsi soli piuttosto che cercando di evitarla accontentandosi della compagnia di chi non poteva comprenderli.

Solitudine e Consapevolezza

Non so se ti è mai capitato di provare questo modo di sentirti solo ma quando c’è consapevolezza, l’essere soli può essere un buon modo per conoscere e migliorare se stessi. Perché se pensi che la solitudine sia nemica dell’amicizia e della capacità di stare con gli altri ti sbagli. Chi conosce la sensazione di sentirsi soli è molto percettivo ed attento ai sentimenti altrui. Conoscendo profondamente se stesso, non ha bisogno degli altri per trovare un’identificazione all’interno della società.

Coloro che conoscono e sanno gestire lo stare da soli non staranno mai in compagnia di qualcun altro perché hanno paura di sentirsi soli ma soltanto perché, sinceramente, gli fa piacere.

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84 Commenti

  1. La solitudine oggi c’è..nella case di riposo soprattutto..ed è un mondo parallelo al nostro, non sai quanto sia gratificante donare un sorriso a chi forse un motivo per sorridere lo ha perso. Un abbraccio e buon inizio di settimana Loto

    1. È vero, forse proprio perché con un sorriso si riesce a comunicare all’altro tante cose e, in particolar modo, la comprensione.
      Grazie, ricambio l’abbraccio e ti auguro una buona giornata.

  2. Buonasera Mr……

    La SOLITUDINE è anche una soggettività di pensieri piacevoli o spiacevoli, è una descrizione di uno stato temporaneo, o magari di una scelta di vita e di meditazione ininterrotta ove ”ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno” (J.M.) diventa paradossalmente non una prigione ma una immensa forma di liberazione.

    Lara

    1. Ciao Lara.
      Purtroppo raramente apprezziamo la solitudine: ci hanno abituati a pensarla come negatività, trascurandone i lati buoni. Il guaio, grosso, è che spesso tendiamo ad esagerare, perché non riusciamo a trovare un giusto equilibrio (giusto per noi, cioè a nostra misura) fra la solitudine ed il resto della vita: spesso dobbiamo subire quello che il mondo ci impone.
      Ciao.

    2. Sono d’accordo con te Lara; la solitudine ha mille sfaccettature e, di volta in volta, di persona in persona, può avere significati diversi.
      Ciao, a presto.

  3. Chi ama la solitudine non si considera solo. Esatto: bisogna amarla per poterla considerare una compagna. La solitudine la paragono un po’ come quando si chiudono gli occhi e si guarda il buio che le palpebre abbassate ci permette di vedere. Dovremmo essere grati alle nostre palpebre (diamo tutto così per scontato che non ci accorgiamo dei doni che ci ha fatto la Natura). Buio e solitudine sono ancora oggi i miei alleati. U

    1. A volte è davvero necessario trovare il coraggio di restare in solitudine per fare chiarezza dentro se stessi; purtroppo in questo mondo “social” ci sono molte persone confuse, che passano la loro vita senza ascoltare mai quello che provano davvero, senza fermarsi mai a cercare delle risposte…
      Grazie Nick, ti auguro una buona giornata.

    1. Ed è giusto così. Per questo è necessario riuscire a convivere anche con la solitudine; non si può scappare tutta la vita… e magari alla fine si rivela meno terribile di quel che pensavamo!
      Un caro saluto.

  4. Buongiorno mio caro Amico 😉 La solitudine si vede spesso nella vita degli anziani, sono un pò dimenticati nella società.. e poi secondo me anche un pò trascurato della famiglia stesso..

    io personalmente ho bisogno questa solitudine di staccarmi almeno durante il weekend da tutto questo stress.. non mi piace nemmeno se siamo via con il camper (posti liberi) e un’altro si mette accanto a noi.. lo dico subito con gentilezza che vorrei spazio non mi piace stare in compagnia.. e la nostra scelta e questa ci da nuova carica…

    in questi momenti della solitudine cercata rinasco e questo mi rende felice… un abbraccio Rebecca

    1. Ti capisco perché anche io a volte sento la necessità di ricaricarmi lontano da tutti… trovo che possa servire a ritrovare il piacere della compagnia e la lucidità di pensiero.
      Ti abbraccio anche io e ti mando un saluto.

  5. Buon giorno Mr Loto. Conosco persone che, pur essendo circondate da molti amici, parenti, si sentono sole. Ho notato che La solitudine è vissuta molto di piu nelle grandi metropoli rispetto i piccoli paesi. Grande argomento di dibattito, come sempre.
    Abbraccio Fatina

    1. Credo che effettivamente sia capitato a molte persone di sentirsi sole anche in mezzo agli amici; questo accade perché spesso la comunicazione è difficile, così come l’empatia.
      Probabilmente nelle grandi città si soffre paradossalmente di più la solitudine perché manca la fiducia nei confronti degli altri e, mancando il confronto sincero tra le persone, si creano tendenzialmente rapporti personali “vuoti”. Ho notato che molta gente trova sempre compagnia quando vuole divertirsi ma che poi, quando è triste o ha dei problemi, non sa con chi parlarne…
      Grazie, ricambio l’abbraccio con affetto.

  6. La solitudine ricercata può essere un dono per alcune persone, poiché aiuta a riflettere e a guardarsi dentro…
    La solitudine forzata è bel altro! E se non arriva il dono dell’accettazione, il disagio si ripercuote sia psicologicamente che nelle semplici azioni quotidiane.
    Spesso le persone con il loro comportamento isolano persone o famiglie con seri problemi, e non so sino a che punto ne siano consapevoli; d’altronde occorre avere una certa sensibilità per questo.
    Un caro saluto a te Mr. Loto e grazie per questa riflessione che mi tocca da vicino.

    1. Quanto sono vere le tue parole… purtroppo spesso la solitudine ti viene creata intorno dall’indifferenza altrui, dall’ignoranza e forse anche dall’insensibilità o dalla cattiveria.
      Sono tutte situazioni difficili da gestire per le quali serve davvero molta forza interiore.
      Non possiamo cambiare il comportamento degli altri ma possiamo cercare di gestire al meglio delle nostre possibilità quello che ci capita; è una sfida che porta comunque ad una crescita interiore che ci rende sicuramente persone più consapevoli.
      Grazie Betty, ti auguro una buona serata.

      1. Mi chiedo se il grande ricorso ai social-network cui assistiamo ai nostri tempi sia l’indice di una grande fuga dalla solitudine (interiore, soprattutto), o se sia invece un metodo per svuotare la mente, e non far sentire il vuoto che ci circonda. Un po’ lo stesso fenomeno dello “sballare” per non incontrarsi con la realtà.
        Non di solo pane vive l’uomo… ma anche di tanta tristezza!
        Ciao.

        1. Può anche essere così Loris, anzi… per la maggioranza lo sarà sicuramente ma non è il mio caso.
          Sono iscritta su FB, ma il mio account è praticamente inattivo… chiuso a chiunque.
          Purtroppo è obbligatorio avere un account personale per aprire una “pagina”, ed è ciò che ho dovuto fare io per avere una “vetrina” lì del mio sito-blog.
          Comunque non conosco la dinamica di altri social network, ma su FB vedo solo una marea di gente che vuole “apparire”, gareggiando a chi ha il numero di amici più elevato.
          Poi c’è gente che gioca dalla mattina alla sera, pubblicando i propri record ogni 5 minuti… e tutto questo mi mette solo una gran tristezza. Nella mia solitudine sono divenuta spettatrice di come si è “evoluto” il rapporto umano.
          Ma forse sono io la “strana”, ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto sia prezioso il tempo, e cerco di impegnarlo sempre in qualcosa di utile per me o per gli altri.
          Buona serata

          Scusa Mr. Loto, ma non ricevo le notifiche, come per esempio questa di Loris… capita solo a me?

          1. Ciao Betty.
            Dalla tua risposta mi sembra che ti senti come accusata, da me, di far parte del popolo dei social-networks. Scusami, ma non l’avevo neanche lontanamente pensato, credimi. Il mio è solo un ragionamento che mi è venuto dopo aver letto il tuo commento, e relativa risposta di Mr.Loto. Anche perché, da quanto tu dici, alla fine vediamo la cosa esattamente allo stesso modo.
            Aggiungo inoltre che so (credo) cos’è la solitudine, ed ho imparato che è come le medicine: vanno prese alle dosi dovute. Starsene in solitudine, di tanto in tanto e per scelta, serve a mettere ordine nei propri pensieri. Se invece la solitudine, come dici tu, ti viene imposta (da altri o dalle circostanze) diventa pesante e, a lungo andare, insostenibile. Ed è questo il punto (momento) che fa scattare il mio precedente ragionamento.
            Ciao.

          2. Come sei caro Loris, no, non devi preoccuparti, stai tranquillo… non mi sono affatto sentita accusata da te, ho capito perfettamente ciò che intendevi… forse sono io ad essermi espressa male, e magari ti ho dato quell’impressione…
            Un caro saluto e buona serata

  7. Ciao, fondamentalmente sono un amante delle tavolate numerose tra amici e parenti, ma confesso che quando devo mentalmente ricaricarmi, basta che penso a quando, purtroppo solo in vacanza, sono sul mio scoglio preferito a pescare, in perfetta solitudine, momento magico.
    La solitudine forzata, non cercata allora si che diventa una sorta di maledizione. L’isolamento, l’emarginazione è altra cosa.
    E’ capitato di imbattermi in persone che nella manciata di un incontro casuale, ti raccontano la loro vita, ecco ho avuto la percezione di una solitudine riempita da quel sfiorarsi, forse azzardo un riempire il vuoto attorno a loro alla prima occasione, l’afferrare la mano ad uno sconosciuto che probabilmente, ben disposto ad ascoltare il prossimo ha afferrato quella mano.

    1. La solitudine è necessaria per riflettere, riposarsi mentalmente ma anche ri-trovarsi. Certo è che, se è una condizione prolungata nel tempo, può avere dei risvolti più difficili da gestire ma che possono essere ugualmente interessanti. Purtroppo è vero che ci sono molte persone che quasi si “aggrappano” a chi è disposto a starle ad ascoltare perché, molto probabilmente, passano le giornate senza poter parlare mai con nessuno… e questo fa davvero riflettere sull’attuale condizione dei rapporti umani nella nostra società.
      Ciao, buona serata.

  8. “La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.” Giacomo Leopardi

  9. Il senso di solitudine deriva anche dalle aspettative sociali: dobbiamo essere insieme, divertirci insieme, far parte del gruppo cool, quello capace di seguire le mode e unire i personaggi migliori. La solitudine positiva è quella dell’eroe, quella dedicata all’essere unico, quella che viene scelta come stile di vita per distinguersi e per seguire il proprio stile (vedi spot degli ultimi anni…)
    https://books.google.it/books?id=COcGBAAAQBAJ&pg=PA152&dq=pubblicit%C3%A0+per+giovani+savini&hl=en&sa=X&ved=0CCgQ6AEwAGoVChMIpcavyvyIyQIVR-4OCh3axgBA#v=onepage&q=solitudine&f=false
    (è venuto un link lunghissimo!)

    Grazie del commento.

    1. Sinceramente credo che questo sia il momento storico giusto per iniziare a liberarsi da questi clichè ai quali la società ci ha abituato per molto tempo; ormai le persone stanno diventando sempre più consapevoli e nutro profonda fiducia nell’intelligenza del genere umano. Dovremmo semplicemente riflettere su chi siamo davvero per capire cosa ci fa stare bene sul serio e cosa, invece, facciamo per compiacere gli altri. Perché altrimenti continuiamo a vivere in un’enorme bugia che alimentiamo ogni giorno, scegliendo di farne parte!
      Abbiamo bisogno di tornare ad essere “semplici” per cominciare a costruire una vita autentica ed una società autentica…
      Grazie a te per l’interessante commento.
      Buona serata.

    2. Ciao Faebi.
      Francamente, se ho ben capito il tuo ragionamento… mi sembra un tantino esagerato pensare che le aspettative sociali forzino alla solitudine. Semmai, dobbiamo fare noi un esame di coscienza e guardare alle nostre aspirazioni, alle nostre reali capacità di realizzarle, e se sono alla nostra portata. Se la valutazione è onesta, corretta… capiremo da soli se è il caso di lasciar perdere, senza incorrere nel pericolo di sentirci isolati. Non credi?
      Ciao.

  10. Mr. Loto hai scritto un post meraviglioso dove sono in tanti a ritrovarsi.
    Quante volte sono sola in mezzo ad amici e parenti. Faccio fatica a comunicare, a trovare argomenti che possano interessare gli altri.. e poi non mi interessano le loro parole , i loro giudizi.
    Grazie e buona serata!!!!

    1. A volte non si può fare nulla perché si è davvero su livelli diversi ma spesso cercare di parlarne con chi ci è vicino può aiutare, colmando con l’affetto delle distanze che sembrano inarrivabili…
      Ciao, buona serata anche a te!

  11. Vediamo un po’ se riesco a scrivere in poche parole la mia esperienza.
    So stare bene da sola da sempre,una “cosa” innata in me.Sarà stato anche a causa di un gioco forza, in primis la timidezza, in seconda causa il fatto di essere figlia unica,sebbene essendo cresciuta in cortile avevo due amici maschietti con cui giocavo spesso.Ho sempre trovato un modo per riempire le mie giornate e di rendere creativa e utile il mio stare sola.
    Col tempo le cose sono cambiate,mi sono aperta molto di più alla gente.
    Ho incontrato tanta gente e la frase che più ho sentito ripetermi è sempre stata, e lo è ancora “le amicizie vere non esistono” oppure ” come mi piacerebbe avere amici” e potrei andare avanti con frasi simili.
    Guardandomi attorno però non mi è sfuggito che sono le persone stesse a crearsi il vuoto attorno o rimangono in superficie nei rapporti.
    Le persone diffidano,hanno timore di aprirsi ( e non sempre è necessario farlo totalmente),non hanno mai tempo,in compenso soffrono di solitudine.
    Il lato b della solitudine invece è quello di sentirsi soli appunto in mezzo alle persone e anche di questo ne so qualcosa…mi capita spesso non senza prima aver fatto il tentativo di porgere all’altro le premesse per costruire un rapporto se non necessariamente profondo,se non se la sente quanto meno di condivisione di momenti,attività,interessi.E comunque ho imparato nel tempo a comunicare con le persone non partendo da come sono io,ma da chi è l’altro.Al lavoro so che posso aprirmi e parlare di argomenti per lo più del quotidiano,dei problemi comuni a tutti, so bene di non poter parlare di altri miei interessi.Con altri parlo di cose più profonde o problemi del mondo e così via.

    Il lato c invece è che spesso siamo noi i troppo esigenti,altrettanto vale per gli altri. Desideriamo la totalità.Non sentici mai rimbeccati o criticati dall’altro,basta uno scontro d’idee che subito viene un stabilito un confine,non s’accetta che l’altro la pensi diversamente da noi e allora si fa tout court chiudendo il rapporto o limitandosi a un approccio formale.A volte non si perdonano nemmeno i piccoli errori o le piccole mancanze talmente si vive nel mito che un amico/a non sbagliano mai e mai devono sbagliare nei nostri confronti.

    In fine è vero nella mia testa ci sono due tipi amici in particolare che vorrei tanto poter avere e che mai ho incontrato…ma chissà forse arriveranno…ma nel frattempo non è che posso dirmi di essere veramente sola al mondo,pur amando i momenti di solitudine.

    Buona serata

    1. La tua ottima analisi mi ha fatto pensare che ogni persona è un mondo a se stante che, però, condivide la galassia con tantissimi altri pianeti. Ognuno ha le proprie idee, le proprie paure, le proprie esigenze… e questo ci porta anche a centinaia di tipi di solitudine diversi. Perché, oggi più che mai, ci manca un ingrediente basilare per colmare la sensazioni di sentirsi soli… ed è l’amore. Non voglio cadere in una banalità ma penso sinceramente che siamo tutti troppo concentrati su quello che ci aspettiamo dagli altri per valutare correttamente quello che gli altri hanno da offrirci, specialmente quando lo fanno con tutto quello che hanno, anche se per noi potrebbe non essere abbastanza appagante.
      Mi hai colpito quando hai scritto che inizi la comunicazione con gli altri partendo da quello che sono loro; è una “tecnica”, chiamiamola così, che utilizzo spesso anche io, specie quando mi trovo davanti a persone con le quali non riesco ad instaurare un rapporto… ma se ci pensi è triste perché è quasi una forzatura e mi è capitato di chiedermi se è la scelta giusta. Perché alla fine chi non comunica con te probabilmente non lo vuole e basta.
      E poi si, hai ragione, il cinismo e la paura nei confronti del prossimo sono a livelli altissimi… troppe delusioni, dovute però forse a troppe aspettative.
      Nei rapporti umani, così come in generale nella vita, abbiamo tanto bisogno di tornare alla semplicità, quella semplicità che ti fa parlare con le persone con la curiosità di conoscerle, quella semplicità che ti spinge a cercare un amico quando ti senti solo, quella semplicità che ti fa sembrare naturale dedicare del tempo a qualcuno perché sai che NE VALE LA PENA.
      Ma noi esseri umani siamo davvero così complicati o è la vita a renderci così?
      Buona serata anche a te.

      1. …e purtroppo, molto spesso, abbiamo paura di essere considerati degli impiccioni, e ci blocchiamo proprio mentre qualcuno potrebbe aver bisogno di noi. Restiamo da soli e lasciamo l’altro nella solitudine.
        Ciao.

  12. ciao mr Loto
    per mia fortuna o… forse disgrazia? la solitudine per me non esistese ossia non l’ha sento mai neanche quando realisticamente dovrei sentirla. Credo che chi sente la solitudine non sa stare con se stesso, o non sa trovare niente che lo faccia sentire parte integrante di un mondo pieno di opportunità che riempono qualsiasi vuoto. Sono convinta che neppure la compagnia di mille amici colma il senso della solitudine se prima non sei compagno di te stesso. Nel mondo social di oggi con infinite posibilità nessuno dovrebbe sentirsi solo, invece, purtroppo è il contrario, l senso di solitudine è aumentato e in tanti casi si conclude tragicamente.
    🙂
    Un carissimo saluto dif

    1. È davvero bello che tu non senta mai la solitudine, vuol dire che stai bene con te stessa e questo significa serenità interiore! 😉
      Hai detto una grande verità:”neppure la compagnia di mille amici colma il senso della solitudine se prima non sei compagno di te stesso”. Questo mondo però non ci educa allo stare con noi stessi! Se le persone non hanno la sensibilità necessaria per imparare a coltivare il rapporto con se stesse da sole, si ritrovano a non riuscire a sopportare la sensazione di sentirsi soli che, tra l’altro, nelle nostre città si ingigantisce.
      Fermarsi ogni tanto a riflettere, godendo della propria compagnia, sarebbe un buon esercizio per capire che la solitudine può essere un’occasione per crescere spiritualmente.
      Ciao, a presto!

  13. “In ognuno c’è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale.” Conosco Madeleine e ho letto alcuni suoi libri.
    “Che non sarà mai compreso da nessuno” soprattutto perchè, non la riconosco come parte di me del mio esistere. Ho imparato a conoscere la religiosità che è sempre dentro di me ma che ha dovuto manifestarsi e farsi riconoscere attraverso il dono della maternità.

    Mr. Loto però, quanti momenti mi sono venuti alla mente in cui la vera solitudine mi bloccava su di un divano fino all’ora di andare a dormire! Paolo viaggiava molto, anche appena sposati. Allora vivevano a Milano. E poi a Novara dove, oltre alla città, tutto mi era sconosciuto. I fratelli di Paolo, molto IN, erano, in quegli anni non disponibili verso una novella sposina…..Erano giovani…
    Allora ho riempito le giornate leggendo: ho letto molti libri e ho tanto lavorato a maglia…
    Poi…Vai vita!: ecco la cicogna con i suoi colorati fagottini ! Sono arrivati Ada, Valeria e Enrico. (Ti faccio notare la parola che si compone con le loro iniziali: (A.V.E.)

    La solitudine, quella di cui sopra, se n’è andata. Ritrovo ora, nelle parole di Madeleine quella solitudine che ci è connaturale! Certo so che ‘è nata con me, e che continua a convivere con me fino al termine del mio viaggio terreno.

    La solitudine più dolorosa è sempre quella che scopro in chi mi sta vicino. Nei miei figli e mio marito. Specialmente se non ne parlano per non ferirmi. E la scopro nei loro occhi. E posso solo abbracciarli così, all’improvviso, senza parlare. Il cuore sa. E ama di più.

    Ora tutti e due, Paolo ed io, sappiamo vivere sereni condividendo i malanni dell’età. Io ho imparato a raccontargli i miei pensieri i miei turbamenti e lui ascolta, come sempre, distrattamente….. Ma va bene così. Buon pomeriggio mr. Loto

  14. Sento di aver dimenticato di dire che amo la solitudine che è contemplazione. Silenzio: allora è la natura che parla.
    Il tramonto , in qualsiasi stagione, è un regalo che Dio mi dona per ringraziarLo e rallegrare il cuore. E mi perdo. E la notte diventa amica e se non riesco a dormire…scrivo poesie. Ancora grazie! Come leggi, a un Mandarino si racconta tutto……Abbraccio.

    1. Guarda Lucia, devo farti un ringraziamento particolare.
      Ogni volta che leggo quello che scrivi mi infondi fede, tranquillità e fiducia. I tuoi racconti di vita, a volte davvero dolorosi, i tuoi pensieri rivolti sempre alla volontà del Signore e non alla tua, l’estrema dolcezza con la quale trasmetti le tue emozioni… beh, sono straordinari.
      Una persona come te non sarà mai davvero sola.
      Ti abbraccio.

  15. M. Loto ciao, la solitudine grande paure…….Ero giovane e mi sentivo inadeguata perchè piena di paure da superare. Nella mia parte di vita estroversa ho imparato che se stò bene con me stessa, stò bene anche con chi decido di condividere parte o la mia vita. Le paure invecchiando aumentano e non lo voglio, voglio sempre superare la paura…….La solitudine è uno status di quest’epoca, dove tanti sbandierando 100 mila amici, mai conosciuti, e magari la persona che abita sullo stesso pianerottolo non si conosce nemmeno il nome. Piu’ povertà ci sarà piu’ solitudine e inasprimento delle anime ci sarà. La solitudine quella non voluta non creatasi per riflettere o rilassarsi ma quella che fà panico e paure varie, sinceramente non la conosco quel tipo di solitudine, sono sempre stata bene da sola ma per carattere. Sono estroversa e ho bisogno di parlare di esternare i miei pensieri, fortunatamente ho chi sà ascoltarmi e sono fortunata, conosco tantissime persone sole, ogni tanto vado a fare compagnia ma è sempre troppo poca, la solitudine ti porta all’esaurimento della mente perchè da sola o solo continui a confrontarti solo con te stesso e abbiamo bisogno degli altri in special modo quando si parla di solitudine. Sono d’accordo con te su tutto, la consapevolezza di se stessi, la conoscenza di se stessi questo è il fulcro………………Buona serata con affetto e stima……. 🙂

    1. Hai scritto “la solitudine ti porta all’esaurimento della mente perché da sola o solo continui a confrontarti solo con te stesso”… direi che hai ragione, a meno che non si possieda una mente davvero superiore! È vero, abbiamo sempre bisogno dello scambio con altre persone… forse anche per questo la solitudine rende tristi, perché non ci si può confrontare e, soprattutto, non si possono condividere determinate emozioni. A me per esempio è capitato di sentirmi davvero solo soltanto nei momenti in cui vedevo o vivevo qualcosa di davvero bello e non avevo accanto nessuno per parlarne, per spartire quell’emozione.
      Buona serata anche a te, con affetto e stima sempre! 😉

      1. M.Loto ciao, purtroppo anche per me sono mancati quei momenti di condivisione, del tipo vedere un tramonto accanto a chi amo o a chi tengo molto, o semplicemente qualcuno…….buon fine settimana a te……:)

    2. Ciao Lulu.
      Credo che la comunicazione sia uno “scambio di energia”: possiamo averne in eccesso, che quindi possiamo dare ad altri, come possiamo essere in carenza, ed averne bisogno. Lo star bene deriva dall’omogenea distribuzione dell’energia su tutto il globo (filosofia orientale). E la solitudine, in tutte le sue forme, impedisce che questo scambio avvenga.
      Ciao.

      1. Loris ciao, compermesso M.Loto……Loris si condivido in tutto il tuo pensiero, anch’io amo tanti aspetti della filosofia orientale in special modo il buddismo, ciao e grazie!!!

  16. ”La vera solitudine sta dentro di noi”

    —La vera solitudine non è quella che ci fa riflettere quando stiamo soli, non è quella che ci fa soffrire, perchè anche la sofferenza porta a qualcosa di buono prima o poi.

    Siamo soli quando non siamo capaci di comunicare con gli altri il nostro mondo interiore… ma per imparare a farlo, restare soli almeno per un periodo credo sia inevitabile.—

    E’ qualcosa che ho letto in rete, ma è come se lo avessi scritto io.

    Mr. lo sa che a volte quando leggo certi pensieri avverto una forma di telepatia verso qualcuno, e come se la sintonia dei sentimenti per ciò che scrive mi donasse il potere dell’immensità dell’anima e dell’amore più che della solitudine…….io non credo che siamo mai davvero soli….

    buonaserata.

    Lara

    1. È molto bello quello che hai scritto alla fine del commento; il fatto di sentire “l’immensità dell’anima” grazie ad una sintonia di pensieri con qualcuno è qualcosa di davvero molto elevato.
      Riuscire ad includere in quella immensità tutto ciò che ci circonda, sentendo chiaramente di far parte di un “tutto”, dona quella completezza interiore che non potrà mai farci sentire la solitudine.
      Buona serata anche a te.

    2. Ciao Lara.
      E’ vero che la sofferenza è quella che, prima o poi, ci fa crescere dentro, però… ringraziamola, se ne è il caso, ma non facciamone un dio. Sei d’accordo?
      Tornando però all’argomento solitudine, credo che lo stato di sofferenza che essa provoca dipenda da noi stessi, non dagli altri, anche se possono essere gli altri l’origine del problema. In altre parole, se siamo soli e sentiamo il bisogno di qualcuno, probabilmente ci mettiamo in stato di sofferenza; se invece non ci badiamo, vuoi perché stiamo attraversando un momento sereno, vuoi perché abbiamo qualcosa da fare che ci tiene la mente impegnata, la sofferenza non si fa sentire, e non ci sentiamo soli, se non addirittura ci godiamo quel momento “di pace”.
      Tra l’altro, quello che ho scritto in risposta a Carola (sentirsi impiccioni), è molto più frequente di quanto pensiamo. Non so se ti è mai successo di vedere una persona, sola, che si guarda in giro quasi alla ricerca di qualcuno per “attaccar bottone”: penso di si. Personalmente, in tale situazione, mi trovo in difficoltà a dire qualcosa, magari perché voglio starmene per i fatti miei, però cerco di “allungare” un abbozzo di sorriso (benevolo, non canzonatorio o denigratorio), o magari un fugace cenno di saluto. Forse non è molto, ma per la controparte… almeno si rende conto di esistere, di non essere diventato trasparente agli occhi del mondo, o, come dice chi ha più senso poetico di me… un lumicino in fondo ad un pozzo buio.
      Ma adesso, concedimi un rimprovero a voi donzelle, che avete molta più capacità percettiva di noi maschietti, e quindi siete avvantaggiate in campo relazioni “sociali”. Siete diffidenti a fare la prima mossa, credo per paura che qualcuno vi giudichi “troppo facili”, o troppo pettegole, con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Ed è un peccato per tutti.
      Non credi?
      Ciao.

      1. E’ vero che la sofferenza è quella che, prima o poi, ci fa crescere dentro, però… ringraziamola, se ne è il caso, ma non facciamone un dio. Sei d’accordo?

        No, non sono d’accordo, e la risposta si trova esattamente nelle tue stesse parole con un’ apparente insignificante ” dettaglio” :dio.Se invece riuscissimo a vedere quel dio in un Dio, rispettando il tutto che ci circonda, ambiente, animali e persone, potremmo evitare tranquillamente di parlare di solitudine o di sofferenza perché non si avrebbe avuto modo di sperimentarla, dandone oggi …qui una spiegazione…. su spiegazione.Ogni lettore compresa la sottoscritta, ha scritto qualcosa, mi verrebbe di porgere a tutti una domanda: perché stiamo spiegando cosa sia la SOLITUDINE?…Senza offesa, ma credo che tante persone qui rispondono per” conformismo tecnologico”, perché penso che a questo si stia riducendo l’umanità, entrano in contatto i fili e si muovono le ”marionette”.Mi dispiace se qualcuno si sente offeso, ma dovrebbe riflettere se si sentisse offeso…non di certo da me però ma dalla realtà della propria coscienza.

        Tornando però all’argomento solitudine, credo che lo stato di sofferenza che essa provoca dipenda da noi stessi, non dagli altri, anche se possono essere gli altri l’origine del problema. In altre parole, se siamo soli e sentiamo il bisogno di qualcuno, probabilmente ci mettiamo in stato di sofferenza; se invece non ci badiamo, vuoi perché stiamo attraversando un momento sereno, vuoi perché abbiamo qualcosa da fare che ci tiene la mente impegnata, la sofferenza non si fa sentire, e non ci sentiamo soli, se non addirittura ci godiamo quel momento “di pace”.

        Sintetizzando io deduco dal tuo discorso che la” solitudine può essere contagiosa ed è spesso preceduta o seguita da sofferenza”, non comprendo però se cerchi di spiegarlo a me in particolare o a te stesso, Loris .

        Tra l’altro, quello che ho scritto in risposta a Carola (sentirsi impiccioni), è molto più frequente di quanto pensiamo. Non so se ti è mai successo di vedere una persona, sola, che si guarda in giro quasi alla ricerca di qualcuno per “attaccar bottone”: penso di si.

        Io vedo Dio e quasi mai dio in tutte le persone della terra, ed anche in te e in quello che cerchi di dirmii/ti …..tu sei libero di vedere quel che senti, come me credo.

        Personalmente, in tale situazione, mi trovo in difficoltà a dire qualcosa, magari perché voglio starmene per i fatti miei, però cerco di “allungare” un abbozzo di sorriso (benevolo, non canzonatorio o denigratorio), o magari un fugace cenno di saluto. Forse non è molto, ma per la controparte… almeno si rende conto di esistere, di non essere diventato trasparente agli occhi del mondo, o, come dice chi ha più senso poetico di me… un lumicino in fondo ad un pozzo buio.

        Penso che sei influenzato dal pensiero comune anche se lasci intendere di non volerlo essere, qui entrerebbe anche un discorso di ”limitazione di libertà” nel voler fare o dire qualcosa, spero a fin di bene.

        Ma adesso, concedimi un rimprovero a voi donzelle, che avete molta più capacità percettiva di noi maschietti, e quindi siete avvantaggiate in campo relazioni “sociali”. Siete diffidenti a fare la prima mossa, credo per paura che qualcuno vi giudichi “troppo facili”, o troppo pettegole, con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Ed è un peccato per tutti.
        Non credi?

        Qui siamo al TOP LORIS….ti eri trattenuto e poi finalmente l’hai detta così come la pensi….Sai cosa credo, che tu faccia bene a farlo se sei autenticamente fatto così, non girarci troppo intorno.Se invece è una provocazione nel farmi dire qualcosa contro il genere maschile o ammettere qualcosa a sfavore del genere femminile……ogni bottone che si cercherà di attaccar con me si sfilerà da sè.

        Loris è un piacere averti ri-incrociato …ciao

        Decida lei Mr….se rendere pubblico o meno questo commento, mi scuso immensamente per la lunga spiegazione, mi dispiace….buonaserata.

        Lara

        1. Lara… un giorno, se Mr.Loto è d’accordo, noi due pubblicheremo un libro.
          Innanzitutto, credo tu sia d’accordo con me che il senso di solitudine è strettamente personale, perché altrimenti cadono tutti i discorsi: è lo status nel quale non riusciamo a comunicare con i nostri simili, pur avendone bisogno “non fisico”. E la mancata soddisfazione di questo bisogno ci mette in sofferenza. Non è contagiosa in quanto non la trasmetti, semmai ti impedisce di far qualcosa per far cessare la stessa condizione in un altro. Ragionamento un po’ contorto, forse, ma non riesco ad esprimerlo meglio.
          Io non vedo Dio in tutte le persone, sia chiaro, ma quando vedo una persona che ha i sintomi della solitudine la prima cosa che penso è che ne stia soffrendo, e che un sorriso, o un fugace cenno di saluto, come ho scritto prima, serva a distrarlo, anche solo momentaneamente, dal suo stato di isolamento. Piuttosto, scusami… ma non ho proprio capito cosa centri la libertà.
          Il rimprovero, peraltro bonario, che faccio a voi donzelle, e guai a te se provi a negarlo, è che in generale, quando volete, siete molto più facili ai contatti di noi maschietti, spesso più introversi, anche con persone che non conoscete. Ma la vostra grande magnanimità che spessissimo vedo nelle opere di carità e/o assistenza ai bisognosi (in strutture dedicate, come ospedali o centri per anziani) non l’ho mai vista attivarsi contro la solitudine “occasionale”, per le strade: l’ho visto fare, sia pur raramente, da maschietti. Vi ho visto molto più spesso di noi maschietti metter mano al portafoglio per fare l’elemosina, ma non ho mai visto spendere un attimo per dire una parola, in certe occasioni ben più preziosa. Di’ pure che sarà stata una coincidenza… Capisci adesso a cosa mi riferivo?
          Il mio, comunque, sia pur generalizzando di molto, non è un discorso maschilista, ne tantomeno discriminatorio. Per me uomo e donna sono diversi (e non parlo fisicamente), ed ognuno dei due ha delle caratteristiche che lo rendono più adatto dell’altro a diverse situazioni. Caratteristiche che, se utilizzate come si deve, dovrebbero integrarci, completarci, non renderci diversi, consentendo lo star bene comune dandoci reciprocamente una mano. Ad esempio, l’emotività che apparentemente vi rende più fragili, in realtà riuscite a dominarla, a superarla, mentre in noi maschietti questa stessa emotività, talvolta meno lampante, tende a bloccarci. E nel caso della solitudine “occasionale” che si può riscontrare negli altri, credo sia un fattore importante.
          Un saluto a te e, come sempre, a Mr. Loto.

          1. .. un giorno, se Mr.Loto è d’accordo, noi due pubblicheremo un libro.

            Davvero? Vedo che i post di Mr.Loto sono degli ottimi abbozzi… sempre in continuo aggiornamento sia per chi legge sia per chi scrive, a me sembra già di leggere ”un libro”, ci sono ruoli per tutti, ognuno si immedesima nella parte in cui più si riconosce, ma….ma quanta realtà c’è davvero in tutto questo?….le famose maschere ci assicurano gratuitamente la confusione….ma tu Loris ne sai qualcosa, per cui cedo a te la parola:

            ”Credo che la maschera Pirandelliana sia proprio lo strumento di copertura per presentarsi agli altri, indipendentemente da come conosciamo noi stessi. Anche perché spesso è inconscia. E a quanto sembra… tutti ne indossiamo una, magari a seconda delle occasioni. ”

            Possedere :L’arte di non essere nessuno, sarebbe una dote dal quale ripartire per vedere l’umanità sotto un’altra luce, tutti i riflettori si spegnerebbero sulle varie definizioni che l’uomo dà a se stesso, e vi chiedo quante persone sono disposte a rinunciare di essere qualcuno senza tenere conto del proprio ego, della materialità, della malattia di possessione?La vedo difficile….ecco perché siamo tutti qui sul post ”SOLITUDINE”…..soddisfiamo ripetutamente il nostro ego, borbottiamo sulla materialità mentre ne facciamo uso anche in questo squallido modo, siamo autoconsapevoli di avere la malattia della possessione….e nonostante tutto non smettiamo di parlare di ”solitudine”…c’è chi la vive, chi la vede, chi la percepisce, chi la tiene lontana, chi la soffre, chi la cerca, chi la odia e chi la ama, ed ognuno quindi in un modo o nell’altro la conosce…perlomeno possiamo dire che esiste.

            –Io non vedo Dio in tutte le persone, sia chiaro, ma quando vedo una persona che ha i sintomi della solitudine la prima cosa che penso è che ne stia soffrendo………….. ”

            Certo io rispetto quel che dici, ma se tu però non vedi Dio in tutte le persone, non puoi nemmeno impedire che altri lo vedano, io ad esempio l’ho visto nel seguito delle tue stesse parole.

            La mancata libertà è quella che ci impedisce di trovare una via di comunicazione naturale, ove nessuno percepisca la difficoltà dell’altro/a nel dire quel che sente o pensa di dire, trattenendosi .

            Loris sul resto del commento io ”non nego niente”. credo che tu parli per esperienza diretta se ne sei così convinto e credo che hai espresso dei concetti veri, ed anche molto profondi….scusami ma ho la sensazione di aver riconosciuto o riletto una parte del tuo discorso finale altrove.Appunto l’uomo e la donna dovrebbero sempre integrarsi, completarsi e mai prevaricare ….discorsi maschilisti e femministi io non voglio alimentarli in nessun modo, non appartengono alla concezione del mio pensiero sull’umanità.Ho cercato di portare questa mia veduta su diversi blog, ho trovato radici ben profonde e piante senza radici, le ultime sono quelle che mi fanno ben sperare, paradossalmente , in questo specifico caso.

            Grazie per l’attenzione Loris, un caro saluto a Mr.

            Se ti parlo di qualcosa che non conosci, e che quindi dovrebbe stimolare il tuo interesse, ma uso un linguaggio ostico (magari troppo scientifico, o troppo tecnico, come, per fare qualche esempio, certe schede tecniche, o il testo di qualche legge…) prima o poi vai in tilt, e la tua mente rifiuta di immagazzinare le informazioni. E quindi la comunicazione si interrompe.
            Ovvio che se per te l’informazione è di “vitale importanza” farai di tutto per riuscire a recepirla, con enorme sforzo.

  17. Sartre, credo, diceva che l’infelicità degli uomini sta nel non sapere stare da soli in una stanza senza far niente… MI riesce benissimo, anzi è spesso la condizione cui anelo, soprattutto se riesco a non far niente! 🙂

  18. Come potrei vivere sui miei monti se non sapessi condividere il mio passare del tempo con la solitudine?
    Una gran cosa sentirsi non soli ma nel pensiero di molti di quanti mi vogliono bene e che ricambio nei miei pensieri. Spesso mi trovo a camminare su selciati logori dell’andare di tanti prima di me, di osservare manufatti di previdenti mani, di rumori, canti che senza dubbio hanno allietato le orecchie di quanti prima di me ha praticato gli stessi luoghi.
    Buon fine settimana Mister.

    1. Eh si, Andreapac.
      Come tutte le medaglie… anche la solitudine ha un lato buono e uno cattivo. E tu stai evidenziando quello buono, che ti consente di gustare fino in fondo quelle cose che altrimenti si dissolverebbero nell’aria. Credo ti debba ritenere fortunato!
      Ed aggiungo che, per la modesta esperienza che ho di montagna, se in montagna soffri la solitudine… sei sul posto sbagliato: la montagna non fa per te. I paesaggi, i silenzi, il vuoto, il mettere alla prova le tue capacità che la montagna ti impone… non ti lasciano in mano alla solitudine. Semmai ti mettono in contatto con te stesso.
      Ciao.

    2. È splendido riuscire a colmare la solitudine facendo volare il pensiero alle persone che ci vogliono bene ed a quelle che ci hanno preceduto; mi pare un esercizio mentale molto efficace da usare quando ci si sente soli!
      Ciao, buon fine settimana anche a te, a presto.

  19. ti rispondo con un mio tesyo poetico, difficilmente lo faccio, ma questo esprime benissimo il mio pensiero, come sempre i tuoi post tendono a mettere a nudo l’animo, e non è una dote affatto comune questa! è sempre un piacere passare da te, mi spiace solo di non avere tutto il tempo che vorrei per farlo più spessoti ringrazio e ti sorrido
    Ha uno spazio la notte, solenne

    ed uno la solitudine, profondo

    quando si squarciano le porte dell’azzurro

    veli oscuri d’ombre scendono

    e fanno ressa folle di fantasmi.

    Sembra toccare, l’uomo nudo

    quel punto abissale

    del suo conscio sapere: nulla

    di niente

    ( non è forse la più grande solitudine la mancanza di conoscenza? )

    1. Ti ringrazio per l’apprezzamento e per i tuoi versi poetici sulla solitudine; hai descritto uno sfaccettatura di questa sensazione in modo molto profondo.
      Ti abbraccio.

  20. Rispondo a Lara 15/11/2015 18:24.
    – Tornando all’argomento maschere… indossiamo, magari anche inconsciamente, quella che ci fa più comodo.
    – Molto spesso si danno definizioni della solitudine, in quanto servono ad approfondirne la conoscenza. Ma che ti posso dire: se la solitudine ti piace… goditela. Se invece ti fa soffrire… come per l’AIDS: se lo conosci lo eviti! Se dipende da te… prendi provvedimenti! Sembrerà banale, ma è così!
    – Dio… non ho mai affermato che esiste, né che non esiste. Solo lo lascio fuori dal mio pensiero: tutto qua! Non accetto chi, quasi fanaticamente, lo nega, né chi, bigottamente, ci si barrica dietro. Lascio l’assoluta libertà a chiunque di fare come meglio crede… purché non metta di mezzo il sottoscritto.
    – la frase “non nego niente” non credo sia mia, o per lo meno non ricordo il contesto in cui posso averla usata.
    – Il concetto di integrazione uomo/donna sicuramente non è nuovo, non credo di averlo inventato io, ed è quindi molto probabile che tu l’abbia già letto/sentito. Certo è che io non l’ho copiato da nessuno: non è nel mio stile farlo, e di idee/opinioni ne ho più che a sufficienza di personali, senza impadronirmi di quelle altrui.
    – La parte finale del tuo post penso sia entrata per caso: non capisco cosa centri con i precedenti discorsi.
    Stavolta ho cercato di essere sintetico, anche per non mettere a dura prova la pazienza di Mr.Loto, che mi vedo inorridire al pensiero di farci da editore.
    Ciao.

  21. Ciao a te Loris,
    intanto ti riporto due frasi che dovrebbero chiarire l’equivoco della tua interpretazione

    Loris –”Il rimprovero, peraltro bonario, che faccio a voi donzelle, e guai a te se provi a negarlo……”

    Lara– ” sul resto del commento io ”non nego niente”.

    Infatti sul concetto integrazione uomo/ donna non ti ho accusato di niente mi sembra, nemmeno di averlo copiato o inventato, anzi credo di aver scritto tutt’altro e di aver confermato quel concetto stesso senza pregiudizi.

    La parte finale del mio commento come hai ben letto è scritta dallo stesso Loris credo, l’ho riportata qui perché mi piaceva concludere con le tue parole, che a quanto pare confermano un certo tipo di conoscenza sulla nostra ” mente ” e nella varietà di comunicazione.

    Credo che sulla solitudine io mi sia già espressa, quindi ognuno può tirare le conclusioni che ritiene opportune…. Loris.

    Mr….buon fine settimana

  22. Ho un rapporto di amore/odio con la solitudine. Ho imparato ad apprezzarla con l’età, anche perchè è sempre più difficile trovare compagnie soddisfacenti. E stare ‘insieme’ tanto per fare, non mi va più. Da ragazza lo facevo: stare con persone tanto per sentirmi accettata, partecipe. Ma in realtà mi sentivo sempre diversa, fuori posto. Ho un carattere tendente all’introspezione, alla malinconia. Ma puoi star certo che se scelgo di trascorrere del tempo con una persona, è tempo di qualità e speso bene. Grazie per i tuoi spunti.

    1. Credo che alla fine sia questo quello che conta: saper trarre il meglio da ogni situazione. La solitudine può essere vantaggiosa per chi sa sfruttarla al meglio e di certo la compagnia di qualcuno che ti dedica del tempo non per necessità ma per scelta è impagabile.
      Grazie a te, a presto!

  23. Un mio carissimo amico mi ha fatto conoscere questo pezzo tratto dal libro ” LE BRACI “.

    Spero maestro che possa concludere un post dei suoi tanti…. meritevoli di molta attenzione .

    Buonaserata maestro.

    “Può darsi che la solitudine distrugga l’uomo, ma questo fallimento, questa frattura, sono comunque più degni di un uomo di pensiero di quanto non lo sia la sua connivenza con un mondo che prima lo contagia con le sue seduzioni dolci e perverse e poi lo scaraventa nella fossa.
    Tu precipita più in basso, nella voragine della solitudine.
    Perirai ugualmente, ma con la tua caduta avrai sostenuto il destino che governa la tua anima e la tua opera.
    Rimani solo e ricorda. Rimani solo e osserva. Rimani solo e rispondi.
    Non illuderti: non esistono soluzioni diverse. Rimani solo, anche a costo della vita.”

    1. Sembra una composizione molto poetica.
      Senza dubbio è meglio star soli che lasciarsi corrompere l’anima ma personalmente credo che bisognerebbe cercare di essere abbastanza forti da non farsi “contagiare” pur restando NEL mondo. Prima di tutto perché spesso si impara anche da chi non avremmo mai pensato di imparare nulla ed in secondo luogo perché possiamo essere d’aiuto, da esempio o d’ispirazione per qualcuno.
      Isolarsi per proteggere se stessi mi sembra una scelta triste. Ma è solo la mia opinione.
      A presto.

      1. Isolarsi per proteggere se stessi è una scelta triste se si è eccessivamente individualisti…se appunto lo si fa solo per se stessi arrivando ad una esplicita forma di egoismo.
        Se invece lo si fa proteggendo se stessi e tenendo conto di proteggere contemporaneamente anche gli altri allora possiamo parlare di equilibrio ….forse quello di cui lei parla nell ‘ ultimo post.

        Arrivare alla saggezza di equilibrare l’ individualismo all’ altruismo…

        Si aspetta qualcosa da me maestro? Percepisco che stia cercando una “conferma” o magari una forma di ” stabilità” nei dubbi che nutre attraverso quel che scrivo.Perchè avverto questo?Perchè credo di trovarmi dinanzi ad una delle straordinarie forme di intelligenza ….che trasmettono a pelle, a distanza talmente ravvicinata un grande potere ,composto dal fascino dell’ ascolto e dal desiderio di appagamento verso la stessa ispirazione nell” aiutare gli altri che aiutano se stesso…

        AIUTO, ESEMPIO E ISPIRAZIONE….LE POSSIEDE TUTTE….. MA HA CEDUTO A QUELLA FORMA DI CONTAGIO PUR STANDO ” NEL” MONDO…
        UTILIZZANDO LA TECNOLOGIA REPRIME UNA PARTE DI NATURA CHE CANCELLA IL SUO VOLTO, NON FA UDIRE IL SUO RESPIRO, NON FA VEDERE LA PROFONDITÀ DEL SUO SGUARDO..
        DISTRIBUISCE ATTRAVERSO LA RETE PERÒ UN ENERGIA POSITIVA CHE BILANCIA ABBASTANZA QUELLO CHE SOTTRAE ANCHE A SE STESSO….

        Ps
        In parte ho risposto al suo post ultimo…anche quello davvero interessante..grazie per la lettura.

        1. Non sopravalutarmi Lara. Sono una persona come te, con dubbi, limiti, paure e difetti, ancora molto lontano da una qualsiasi forma di illuminazione.
          Si, mi aspetto qualcosa da te perché so che puoi ottenerla: mi aspetto che tu sia contenta, di te e del mondo, nonostante le cose che non vanno bene e per le quali tutti dobbiamo lavorare.

          E non ho scelto il termine “contenta” a caso.
          Tiziano Terzani, una persona che stimavo molto, diceva:

          “Trovo che vi sia una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi: uno che si accontenta è un uomo felice.”

          E per come la vedo io, solo una persona interiormente contenta può cambiare se stessa ed il mondo in meglio.
          Perché accontentarsi non è smettere di cercare, ma cercare con serenità, grati per quel che di buono c’è già.

          Ti auguro una buona serata.

          1. Sai cosa hai fatto? Hai rafforzato il mio pensiero su quanto le ho scritto.Io voglio le stesse cose che tu ti aspetti da me….conosco Terzani ho letto diverse cose su di lui e rispecchia sotto alcuni versi un pò anche il tuo modo di essere.Lei è interiormente contento?Pensavo che la rete fosse un muro impenetrabile solo lei è riuscito a smentirmi.Io non sopravvaluto e la sento più ” umano” se mi parla di paure, difetti che appartengono a me come a lei..

            Io vorrei solo capire se è sempre la stessa persona a tenermi per mano..la stessa presenza o se ho delirato facendo danni senza mai volerlo.No non sono molto contenta di me ..vorrei essere più forte nelle azioni e meno nelle parole.Grazie ..

            .

          2. Io mi sento interiormente contento. Cerco sempre di non suggerire agli altri qualcosa che non ho provato in prima persona.
            Si, sono sempre io a risponderti e no, non hai mai fatto danni, almeno per quel che mi riguarda.
            Si sente che non sei contenta di te ma puoi lavorarci.
            Sorridi di più e goditi la bellezza delle piccole gioie della vita. A volte la migliore ricerca interiore parte proprio in questo modo.
            Buon fine settimana.

  24. Ho una grande difficoltá a scriverti come se volessi dirti infinite cose che necessitano di uno spazio incontenibile per il peso dovuto all’ importanza ed al senso delle parole rivolte a te…

    Sintetizzo in due righe le cose fondamentali che Devo dire.
    Io non ho mai smesso di credere in te e nelle cose in cui credi tu…non ho mai smesso di volerti bene…
    Grazie per ciò che hai scritto, non è affatto facile riuscire in tutto ,ma cercherò di provare ad ” accontentarmi” anche di me stessa , se sono qui adesso in fondo è perchè sono contenta di come sono dentro , credendo al mio istinto e quelle percezioni che hanno avuto un riscontro grazie soprattutto a te.Io continuerò a volerti bene per ciò che sei….tutto ha un senso.
    Ciao…..

    1. Ciao Lara come stai?

      Ho letto quello che hai scritto sai , e lo dico a te perchè in fondo lo dico a me stessa, mi dispiace che tu, io, spesso quando regaliamo questo tipo di amore le persone scappano, si spaventano, non rispondono, infatti qui vedo tutta la sincerità che ti scoppia dentro e con grande difficoltà ma anche tatto riesci a scrivere delle righe, pensando di essere stata accompagnata da una persona , avendo avuto conferma dalle sue parole che pronunciano quel: si, sono sempre stato io a risponderti.

      .Vedi Lara è molto importante la fiducia in noi stessi, quelle tue percezioni erano vere, una persona ti teneva per mano realmente anche se in un mondo virtuale, non credo ti abbia mentito, quel che fa è esattamente ciò che ti disse qualche anno fa, il seguito, l ‘ incomprensione e la confusione era solo un frutto intriso di paura dall’ essere ingannati….ma se abbiamo una buona dose di testardaggine nell’ ascoltare quel silenzio interiore, capiremo che è la nostra guida migliore…

      Certo che dire ” ti voglio bene ” ad una persona se esce davvero dal cuore, da quell’ ascolto di se stessi, è una gran cosa, non un qualcosa da cui reprimere nel dirlo nè tantomeno da fuggire o esserne spaventati se ci viene detto..

      Tu non sei un robot Lara, no non lo sei, chi può capirti meglio di me!
      Hai solo accettato il mondo con un senso diverso, capendo che bisogna ESSERCI sempre e comunque per te stessa e per gli altri, poi magari potresti sempre incrociare qualcuno che un pò ti spaventa per quanto riesca a proiettare te stessa dall’ interno , tante somiglianze e scontri che hai con te stessa li hai con queste figure/a che un pò ti ostacola così come tu ostacoli te stessa, divenendo quasi un incomprensibile ma tangibile tutt’ uno….

      A volte mi son chiesta se questo voglia dire essere sulla soglia della pazzia, non spaventarti per queste parole , perchè ho incontrato diverse persone che hanno rafforzato questo mio dubbio in senso positivo, non è sbagliato sentirsi così , se ci si arriva ad essere “CONTENTI ” di quel che abbiamo , di come siamo, capiremo che in realtà non siamo mai stati fermi, ma sempre alla ricerca della parte più vera di noi stessi quella che spesso teniamo nascosta, un pò gelosi che qualcuno possa rubarcela davvero..

      TI VOGLIO BENE diciamolo più spesso e facciamole uscire dal cuore ogni tanto queste parole, non ingabbiamole nella mente, non sappiamo cosa avverrà tra un secondo, tra un giorno o chissà …non siamo fisicamente eterni….dobbiamo dire quel che sentiamo ….alle persone vicine, a quelle lontane, a chi conosciamo e a chi percepiamo di conoscere o aver conosciuto chissà magari in altre vite..

      Le persone come te o me, so quel che provano, più amore sprigionano più nemici affiorano, magari anche quelli che pensavi ti conoscessere molto bene si allontanano …ed è lì che ti autoconvinci che possiedi un arma per combattere l ‘ odio verso chi riesce a far del male.

      Un abbraccio a Mr Loto .

      1. Oddio quanti passi,quanto camminiamo!!!

        Non cercare di capire a tutti i costi io ho bisogno di andare avanti tornando spesso indietro….chissà forse mi perdo e ho bisogno di cercarmi!

        E’ questo un viaggio?

        Perché non ha mai risposto a questi ultimi commenti…perché?

        1. Non ho risposto perché il tuo commento dell’11 novembre non mi pareva necessitasse di una risposta, non avevo nulla da aggiungere, e l’altro non era indirizzato a me.
          Ciao, buona serata.

    1. … non potrebbe essere che sono gli altri a non sapersi relazionare con chi è solo? Di solito o ti adegui alla massa, anche fingendo miseramente, o vieni lentamente messo da parte.
      Meglio dunque essere soli che essere finti!
      Ciao, buona serata. ♥

  25. “tremenda condanna o meravigliosa conquista” … credo dipenda se “sia una scelta” (e quindi una conquista) oppure una “tremenda condanna”, se la scelta è stata fatta da altri, e la stiamo subendo. A quel punto, bisogna farsela andare bene, e darle valore così come se fosse una meravigliosa conquista 🙂

    1. A volte è la vita a scegliere per noi ed è proprio in questi frangenti che bisogna imparare a fare di necessità virtù. Nei momenti più difficili, che nessuno si va ovviamente a cercare, c’è sempre la possibilità di imparare qualcosa! 😉
      Ciao, a presto.

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