Dire Quello che si Pensa
Oggi non si è più abituati a dire quello che si pensa. Abbiamo costruito un mondo fatto di apparenza e di rapporti di circostanza, in cui esprimersi è considerato inopportuno. Soprattutto se la nostra opinione non coincide con quella di chi abbiamo di fronte.
Sono sempre stata una persona diretta e sincera, anche quando questo non era decisamente a mio favore. È così che, fin da adolescente, ho scoperto che esprimere liberamente il proprio pensiero non è sempre facile. Se fatto con rispetto e buone maniere però, è molto più utile.
Essere sinceri è più produttivo e stimolante che evitare di esprimersi o, peggio, mentire per scongiurare scocciature e discussioni. Perché se evitare di dire quello che si pensa ci evita discussioni e malumori, alla lunga, crea incomprensioni. E dalle incomprensioni sorgono malesseri che possono portare ad avere danni alla salute. Ansie, stress e perenne insoddisfazione emotiva ne sono una conseguenza.
Dire quello che si pensa ci permette di mostrarci agli altri per quello che siamo. Così ci si circonda di persone che ci comprendono e ci accettano fino in fondo. Allo stesso modo chi non la pensa come noi apprezzerà sicuramente la nostra onestà di pensiero.
Dire quello che si pensa aiuta ad avere un confronto diretto, a ragionare, ad imparare dalle differenze con gli altri. Essere sinceri è liberatorio ed alleggerisce lo spirito. Spesso esprimersi appiana situazioni che altrimenti, si trascinerebbero nel silenzio per anni.
Essere noi stessi ci dà modo di creare legami autentici e non rapporti di circostanza, convenienza o abitudine.
I Bambini e la Capacità di Dire Quello che si Pensa
A chi di noi piacerebbe sentirsi dire delle bugie, specialmente in famiglia o nelle amicizie, soltanto per evitare delle discussioni? Eppure sono davvero troppe le persone che lo fanno, un po’ per la paura di non essere accettate per quello che sono, un po’ per vero e proprio opportunismo. Basta pensare agli ambienti lavorativi in cui saper mentire o tacere sono doti richieste. Eppure dire quello che si pensa fa parte della natura umana!
Pensate ai bambini ed alla loro capacità di esprimersi con semplicità. Loro ancora non hanno quelle sovrastrutture mentali che rendono prigionieri gli adulti. A volte i bambini possono sembrare non politicamente corretti, addirittura cattivi, ma solo a chi non è abituato alla verità.
Per come la vedo io è bene non aver timore di dire quello che si pensa. Non c’è bella menzogna che sia preferibile alla seppur cruda verità. Perché soltanto conoscendo la verità si ha il modo di vivere la realtà consapevolmente.
Lettura consigliata: L’arte di comunicare di M.Tullio Cicerone
Con rammarico ho constatato che quando si è sinceri alla fine si rimane soli.
Alle persone non piace ascoltare la verità, ma solo i bei complimenti, anche se poi non sono veri, l’apparenza è sempre la preferita per molti, ma la vera essenza prima è poi esce fuori, non si può nascondere a lungo… e ognuno deve confrontarsi con la propria coscienza, a lei non è consentito mentire…
Buonanotte Mr. Loto, o buona giornata se leggerà domani 🙂
È vero, alla maggior parte delle persone non piace ascoltare la verità, anche se è difficile ammetterlo a se stessi. Non si tiene mai conto del fatto che tanto la verità, prima o poi, verrà a galla, con tutto il suo potere dirompente… e a volte, quando non ci si è preparati, può avere effetti devastanti.
Invece è sempre meglio conoscere la verità il prima possibile perché così si ha il modo di prepararsi ad affrontarla, di porre rimedio, di correggere la traiettoria.
Probabilmente hai ragione, pochi ti restano vicino se dici sempre quello che pensi, ma quelli che restano non andranno mai via.
Grazie Betty, buona giornata anche a te!
Ciao Betty.
Premetto che sono d’accordo con te.
Però ho scoperto che… a volte si può dire la verità in un modo che non urta la suscettibilità della gente. Non è facile, e ti dico subito che non è proprio il mio caso, ma è possibile. E’ una questione anche (e forse soprattutto) di allenamento. Qualcuno dice “indorare la pillola”.
Caio.
Condivido tutto ciò che hai scritto Loris, hai pienamente ragione.
Un caro saluto e buon fine settimana a te, a Mr. Loto e a chi legge 🙂
Buon fine settimana anche a te Betty!
Scusatemi, ma vedo che ancora una volta ho scritto caio anziché ciao. Forse dovrei stare più attento, o magari cambiare modo di salutare?
Ciao.
A proposito Loris, constato che cliccando sul tuo nome non si accede ad una tua pagina. Non hai blog?
No. Forse sono uno dei pochi a non averlo, ma… no, non ce l’ho.
Ciao.
Dire sì quello che si pensa, ma pensare molto, prima, a ciò che si andrà a dire; con qualche eccezione motivata da ira funesta!
Tenere a mente che la vita è come la trincea, appena alzi la testa fioccano le pallottole ed occorre essere consapevoli delle ferite – o peggio – che si potranno collezionare.
Mio nonno definiva “menzogne sociali” il nascondersi dietro la convenienza e … recitare.
Ciao da luigi (libro aperto!)
Sono d’accordo. Il modo in cui ci si esprime è davvero molto importante perché ogni persone che ci troviamo davanti ha una sensibilità diversa da tutelare. Dire quello che si pensa non significa offendere indiscriminatamente! È vero, la vita è come una trincea… ed anche noi con le parole possiamo ferire a morte qualcuno! Quindi bisogna sempre fare attenzione.
Ciao Luigi, buona giornata.
A me piaccionogli acquari
… lo capisco, i pesci sono notoriamente muti! Ma le persone hanno necessariamente bisogno di comunicare tra di loro attraverso il linguaggio. 😉
Saluti
Restando in argomento, curioso, per coincidenza proprio stasera danno in TV il film “Il pesce innamorato”. Chissà quando daranno “Mine vaganti”…
mi ha riportato indietro la parola da te menzionata ” diretta”. Anni fa sul letto di morte la mamma mi chiese:- quanto mi resta?…Non so chi mi illuminò ma fu la bugia più dura da dire nella mia vita…Risposi:- Chi sa quando il Padre avrà bisogno di te …allora ti chiamerà a Se. Come vedi quello che si pensa può essere drammaticamente doloroso e allora meglio in via eccezionale addolcire o rimandare le sentenze.
…in fondo non hai detto proprio una bugia. Il momento esatto della morte, per quanto possa essere imminente, ci è sconosciuto fino alla fine.
Un caro saluto.
Buon giorno caro Amico.. Mio padre mi diceva sempre, non devi avere timore a dire quello che pensi.. con le parole equilibrati poi anche parlare con un presidente e dire francamente il tuo punto di vista.. ma mi disse anche se uno inizia a offenderti, devi rimanere calmo.. solo cosi il tuo pensiero viene ascoltato..
Lui aveva ragione, grazie ai suoi insegnamenti oggi ancora dopo tutti questi anni lui mi giuda nella mia vita..
ti abbraccio Rebecca
Hai avuta una buona guida, ed è bello che tu tenga ancora presenti nella tua vita i suoi saggi insegnamenti.
Ricambio l’abbraccio con tanto affetto!
Se ognuno di noi fosse sincero nel dire sempre quello che pensa ,Pirandello avrebbe fallito nella sua teoria riguardante le maschere…
Le domande sono infinite:
perchè non diciamo quello che pensiamo?
Chi o Cosa ci impedisce di dire quel che pensiamo?
Diffidare delle cattive interpretazioni proteggendo snoi stessi , astenendoci di dire quel che si pensa , vuol dire davvero non essere sinceri, non dire la verità….?
È davvero colpa del conformismo , del sistema di vita, di quelle sovrastrutture mentali, se spesso non riusciamo a dire quel che pensiamo?
Comunichiamo mai con noi stessi?
Come comunichiamo con noi stessi?
Siamo certi di conoscerci davvero?…. o siamo più interessati ai pettegolezzi, alle notizie di cronaca, alla moda, alla guerra , pensando che puntare il dito fa di noi persone migliori senza esserne partecipi?
IO dico sempre quello che penso?
No…..io spesso mi astengo e mi ritiro nella parte più spirituale di me, sono in conflitto con il pensare…il sentire….ed il vedere.Sono tre percezioni in continua evoluzione e regressione….un passo avanti me ne porta a fare uno indietro…sono in una situazione di mobilità /immobilità ….è colpa di qualcosa o di qualcuno o di me stessa, sta situazione? No….la colpa non conta nulla in tutto questo…sono chiamata forse ad un ” cambiamento ” che non avviene in quanto è già avvenuto….questo cambiamento si è basato su un certo tipo di consapevolezza, dove il sentire, vedere e pensare hanno raggiunto l’ unanimità….ed è sbagliatissimo pensare che con questa consapevolezza io abbia chiuso un percorso, questo contrariamente me ne ha aperti altri nuovi su cui camminare..
MR. dire quello che si pensa è molto difficile….ma come vede non impossibile.
Nella vita si è sottoposti a continui cambiamenti e, se ci impegniamo, questi cambiamenti possono portare a delle evoluzioni, ad una crescita. Sono d’accordo, a volte dire quello che si pensa è difficile, scomodo, perfino controproducente… ma la comunicazione è l’unico modo che abbiamo per cercare di comprenderci a vicenda.
Un saluto.
Si sono pienamente d’accordo con lei, la comunicazione è l’unico modo per comprenderci a vicenda, ognuno comunica come meglio crede e può…e ben venga fuori la naturalezza dei nostri pensieri Ma credo anche che chi non comunica in modo verbale trovi comunque una strada alternativa di esprimersi, stranamente anche il silenzio credo che sia un ottimo metodo comunicativo, specie con la parte più interna a noi.
Ho fatto così tante domande nel precedente commento da evitar se non appesantire lei,nel dare una sola risposta, ma resta un fatto che nonostante la pesantezza di quanto da me scritto lei ha dedicato del tempo a me.Quest’ ultima parte è quella che desta molta attenzione nelle persone con cui ho intereagito soprattutto virtualmente, definendomi “persona con bisogno di attenzioni, che magari nella vita reale non ha”.
Perchè mi chiedo tendiamo ad analizzare SEMPRE la naturalezza dei pensieri di una persona?Attraverso quel fluire dei miei pensieri tradotti sotto forma di scrittura è facile che io riveli indirettamente o forse anche direttamente quello che penso davvero, ma se una persona in rete viene strumentalizzata a sua insaputa rendendola cavia umana , facendo analisi psicologiche per aggiornare le ricerche scientifiche, o psicologiche, o sociologiche o comportamentali, seduttive, e tante ancora, verrebbe naturale dire ancora quello che pensiamo?
Si..io l’ho appena fatto.Ma questo non è cambiamento , non è crescita o evoluzione , è solo consapevolezza nel dire che le manipolazioni esistono davvero soprattutto nelle comunicazioni, virtuali e reali, per me non è tanto differente…
E se ci neghiamo questo bisogno di condivisione leale e sincera come possiamo parlare di evoluzione?
Mr. Loto lei mi trasmette positività , e se ogni conflitto interiore doveva portarmi ad uno spiraglio legato alla consapevolezza , io l’ ho legato a questa certezza in cui è bello ritrovarsi.
In rete ho scelto queste parole:
OGNUNO VIVE NEL MONDO CREATO DALLA PROPRIA MENTE
TRA SOFFERENZE REALI E FELICITA’ ILLUSORIE
C’E’ UNA VIA, INSEGNATA DAL BUDDHA 2500 ANNI FA,
CHE CONDUCE ALLA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA
LEGATA ALLA CONDIZIONE UMANA
Abbandonando ogni attaccamento, ogni illusione,
ogni personale convinzione, ogni bramosia,
ogni tendenza ad usare la rabbia,
ci incamminiamo nel sentiero della pura consapevolezza
delle cose così come sono,
viviamo la vita senza giudicare ciò che accade,
senza porci domande, senza affanarci a cercare risposte,
osserviamo le cose nell’impermanenza di ogni istante,
amiamo e rispettiamo tutti gli esseri viventi,
viviamo in pace con l’intero universo,
realizziamo la retta comprensione,
agiamo con retta motivazione,
parliamo con rette parole,
compiamo rette azioni,
viviamo una vita retta,
produciamo retti sforzi per realizzare il nostro risveglio e quello degli altri,
realizziamo la retta consapevolezza,
coltiviamo la mente con retta concentrazione meditativa.
Grazie ed un forte abbraccio
La comunicazione è fatta di molte cose, anche di silenzi, ma non possiamo aspettarci che gli altri ci capiscano dai dettagli che non tutti sono in grado di cogliere. Io credo che se si vuole essere davvero compresi è necessario cercare in tutti i modi di farsi capire… ed il modo più semplice, alla portata di tutti, è la parola.
Mi fa molto piacere sapere che ti trasmetto positività… è davvero un bel complimento.
Ricambio l’abbraccio e ti auguro un lieto fine settimana.
…la parola
Lei scrive i post.
…. io metto in pratica la “teoria della parola”.
È una scelta…o una costrizione … questo modo di comunicare?
Posso dire quello che penso Mr.?
Percepisco che quel che scrivo non la convince….mi sbaglio?
Riesce a dire lei liberamente in generale e in questo piccolo spazio quello che davvero pensa?
Esatto, il mio era un complimento sottointeso e sincero.Lei trasmette positività…. mentre io sento di confonderla attraverso l’ uso teorico della parola.Rimanendo in tema le dico davvero quel che penso di me.Credo che la mia scrittura spesso possa confondere ed ho il dubbio di non saper comunicare come comunemente tanti fanno.
Le chiedo scusa, ma per me è importante la mia buona fede ed essere me stessa, questa è una caratteristica che mi appartiene e che non intendo cambiare cercando di essere chi non sono, magari solo per essere accettata da tutti finirei per allontanarmi da me stessa..
Sto sul cammino della consapevolezza, e non saprei se tutti i mali sono internamente a noi o se ho più difficoltà di altri ad accettare i mali esterni a noi.
Ho scritto …sto sul cammino della consapevolezza… proprio perchè mi rendo conto che quel copia ed incolla di buddha è un idea di consapevolezza perfetta per me,
ed io ho dovuto trovare un analogia di consapevolezza che appartiene a qualcun’ altro…non a me.Infatti non l’ ho scritta io.Non saprei se riesco a farmi capire del tutto.
Grazie, auguro anche a lei un buon fine settimana.
Si percepisce che sei in buona fede ed anche che quello che scrivi è il tuo pensiero autentico. E questo basta per darti la sicurezza che serve per non preoccuparsi troppo di convincere pienamente chi legge quello che scrivi.
Vuoi che ti dica sinceramente cosa penso?
Penso che tendi spesso a complicarti il pensiero.
Io al tuo posto cercherei di semplificare.
Semplificare non significa banalizzare ma togliere tutto il superfluo. È un lavoro difficile per chi non è abituato.
È come ripulire una cantina piena di oggetti. Bisogna buttare le cose inutilizzabili o troppo vecchie, lavare quello che può tornare utile, scoprire tesori dimenticati… è una fatica, però aiuta non soltanto a fare chiarezza dentro noi stessi ma anche ad essere compresi meglio dagli altri.
Ovviamente questo è soltanto quello che mi sembra e non conoscendoti di persona potrei facilmente essermi sbagliato.
Anche se non sono nessuno per dirtelo, trovo comunque che tu sia ad un buon livello di coscienza.
Ti auguro anche io un lieto fine settimana… pieno di cose, persone e pensieri semplici! 😉
Penso che esista il giusto modo per poter dire qualsiasi cosa, l’importante è trovarlo, dire quello che si pensa è una forma di rispetto verso chi ci ascolta, nascondersi dietro le parole vuol dire solo mentire.
Buona serata 🙂
Sono totalmente d’accordo con te! 😉
A presto.
“A chi di noi piacerebbe sentirsi dire delle bugie” purtroppo le cose non stanno sempre così, le persone a volte amano sentirsi dire una bugia, o meglio quello che vogliono sentirsi dire.
Concordo con te, sebbene a volte preferisco tacere per questioni di tatto e se vogliamo anche di rispetto.
Mi sono trovata spesso a confrontarmi dicendo quello che penso, apriti cielo e anche mare, è servito? No.
Io resto del parere che quando si chiede la sincerità bisogna saperla accettare e quando la si da accettarne le conseguenze.
Ho certo nel tempo di trovare un bilanciamento fra il dire quello che penso e cosa dire e quando tacere o usare una piccola bugia per buona pace di tutti, a volte la sincerità ad oltranza non è poi del tutto positiva-
Come sempre ,come in tutto anche in questo bisogna saper dare un giusto e delle giuste misure,quanto meno provarci.
Ovviamente questa è la mia opinione, esperienza e punto di vista.
Buona serata.
So bene quello a cui ti riferisci.
Certo, esprimere il proprio pensiero espone a delle reazioni che molto spesso non sono quelle che ci aspettiamo. Si, a volte non serve a nulla… o meglio, non serve a cambiare le cose. Ma almeno si è a posto con la propria coscienza, si è rimasti fedeli a se stessi e si è data l’opportunità all’altro di capire come siamo fatti.
Posso capire che a volte è meglio tacere, non solo per “rispetto” ma anche perché semplicemente non siamo stati interpellati. Ma quando la nostra opinione è chiesta non dovremmo mai mentire, nemmeno quando questa è la strada più semplice da percorrere. Perché così ci stiamo nascondendo! E nessuno dovrebbe mai nascondersi o vergognarsi di quello che è o che pensa.
Ciao, a presto!
sembra che la verità ( se mai ne esistesse una ) sia un privilegio solo dei bambini, ma a volte la verità è solo il cambiare idea ( e anche i bambini lo fanno) mi peschi nel torbito amico, fra silenzi e compromessi non si sa bene quale sia la via migliore per essere sinceri e stare in pace con se stessi e con gli altri, del resto la vita è solo un breve passaggio meglio non inquietarsi molto
felice giorno
Proprio perché la vita è un breve passaggio non vale proprio la pena di passarla in mezzo all’ipocrisia ed alla paura! 😉
Felice giornata anche a te!
Teoricamente tutti apprezzano la sincerità, ma in pratica si tengono alla larga da chi esterna il disappunto. Perchè poi è di questo che parliamo. Ad esternare positività son tutti bravi, ma quando si tratta di dire “no, io la vedo diversamente” ci si fanno un sacco di scupoli, perchè si teme la controreazione, l’allontanamento, o la critica. Nel mio ambiente lavorativo, chi esterna è per mettersi in contrapposizione ed esacerbare gli animi, non certo per un pacifico e civile confronto. Estendendo l’analisi agli stati d’animo palesati, oltre che alle parole, posso dirti che chi si mostra imbronciato, poco ‘sereno’, non attira persone, ma le allontana. Purtroppo la ‘facciata solare’ è sempre quella più gettonata. Questa è la mia esperienza. Infatti io non rientro in questi canoni, pertanto ho pochi simpatizzanti. Buona giornata (spero senza terremoto)
Hai ragione, chi esprime il proprio parere contrario non è tra le compagnie più ambite per la maggior parte delle persone, specie sul posto di lavoro. Ma siamo forse dei prodotti in vendita che devono attirare clientela? Meglio essere disprezzati per quel che si è davvero che apprezzati per quello che non si è, ti pare?
Poi certamente, è importante saper esprimere il proprio pensiero… lamentarsi in modo sterile con tutti serve a ben poco. Per dire onestamente agli altri quello che si pensa è prima di tutto necessario comprenderlo in prima persona in modo chiaro e lineare.
Buona giornata anche a te!
P.S Fortunatamente non sono nelle zone colpite dal sisma.
Ciao Surfinia.
In effetti, chi ha l’abitudine di dire quello che pensa, è spesso tacciato di essere polemico, e viene ignorato se non addirittura denigrato dagli altri. Nessuno che si prenda la briga di pensare che la critica può essere costruttiva, e la prenda in considerazione. A volte si pensa che il pensiero “della maggioranza” sia quello corretto, ma non sempre è così, e solo “la storia” può confermare o smentire, e quindi, spesso, troppo tardi. In ambiente lavorativo poi, peggio che peggio, in quanto i “capi” sono convinti che quello che dicono loro è perfetto, mentre tutti gli altri dicono scempiaggini. E poi, se aggiungiamo tutti i tirapiedi che si preoccupano solo di assecondare per…
Ciao.
Scusa Loris, vedo solo ora che mi hai rivolto un commento. Qualcosa sulle notifiche via mail non ha funzionato. Vedo che siamo su una lunghezza d’onda simile. Buona serata, se leggi.
Beh! La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto il titolo del post è stata una frase “fortissima” che ho letto tanti anni fa su un giornale satirico, e te/ve la giro:
“Meglio stare zitti, suscitando il sospetto di essere stupidi… che aprire bocca e togliere ogni dubbio”.’
Spero in un sorriso… di meditazione!
Ciao.
Il titolo Dire quello che si pensa non era riferito al fatto di esprimere la propria opinione sempre e comunque… perché allora si che si diventa sciocchi e perfino arroganti. Intendevo piuttosto che quando è opportuno dovremmo essere in grado di prendere posizione piuttosto che adeguarci al pensiero comune solo per pigrizia o comodità!
Perché anche continuare a dire di si indiscriminatamente a tutto ciò che ci viene propinato dagli altri ci rende stupidi…
Ciao, buon fine settimana!
Grazie per il chiarimento ma… le tue intenzioni erano chiare, ma sai com’è la mente dell’uomo: salta di qua e di là, quasi (e sottolineo quasi) senza controllo. E nel mio caso, mi è venuta in mente quella frase. Che peraltro, aggiungo, non si riferisce solamente al dire sempre di sì, indiscriminatamente, in quanto può essere applicata a qualsiasi evento di comunicazione. E soprattutto, sotto sotto, implica che “la bocca PRIMA deve essere in collegamento con il cervello, quello pensante, e poi aprirsi”, mentre questo nella vita di tutti i giorni, purtroppo, avviene sempre meno.
Quindi centra solo parzialmente con la sincerità, semmai, ebbene sì, con l’opportunismo.
Ciao.
Sì, penso anch’io che sia opportuno prendere posizione ed essere sinceri, soprattutto quando viene chiesta la nostra opinione.
Quando non viene chiesta, francamente, penso che ci si possa anche astenere.
Ci sono persone che pensano sempre di avere ragione, che diventano colleriche quando le si contraddice. In questo caso, per amor di pace, io preferisco non esprimermi. Allo stesso modo, se incontro una persona e mi sembra che sia peggiorata fisicamente, mi guardo bene dal dirle che la trovo invecchiata o imbruttita. Mi limito a chiederle come stia. Allo stesso modo, quando un alunno si comporta male e mi fa uscire dai gangheri, non posso sicuramente dirgli che lo butterei volentieri dalla finestra, o ancora, trattandosi di un mio superiore che non capisce nulla di un certo argomento, non potrei sicuramente dirgli che lo reputo un testone….insomma, non sempre si può dire quello che si pensa, a volte bisogna essere un po’ “diplomatici”!
La diplomazia è un’ottima dote purché non spinga ad essere falsi. Quando la nostra opinione non è espressamente richiesta e per di più potrebbe ferire senza alcun possibile miglioramento (l’esempio della persona peggiorata fisicamente è un classico…) è certamente meglio tacere.
Personalmente invece, preferirei sempre cercare di far ragionare il superiore ed il collerico, con le dovute attenzioni naturalmente. Spesso in casi come quelli tacere significa dare il proprio sostegno a comportamenti sbagliati, permettendo a chi li mette in atto di continuare a farli all’infinito.
Ciao, buona domenica!
Ciao SAICHISONO.
Vorrei riprendere ai tuoi interventi del 27 e 28 Ottobre (rinuncio all’opportunità di stare zitto, eh eh eh).
Provo a darti in maniera diversa la risposta che ti ha dato Mr.Loto.
Sai che il nostro cervello opera per “interconnessioni”. Mentre stiamo pensando ad una cosa, ce ne viene in mente un’altra, e poi un’altra, e un’altra ancora, e così via. Se ognuno di questi “cambiamenti di rotta” ci propongono una nuova domanda, si genera un caos che è sì coerente con il nostro pensiero (ovvio, è roba nostra, e quindi si può escludere la mala fede), ma che è difficile da trasferire (comunicare) ad un altro (se ci pensi bene, a volte è difficile anche capirsi noi stessi), in quanto quest’altra persona non può conoscere “l’evolversi” del nostro pensare.
Se hai notato, talvolta riceviamo risposte che sembra non centrino nulla con la nostra domanda, ma questo è perché le mie affermazioni hanno dato l’impressione di voler dire una cosa diversa da quella che avevo concettualizzato, e quindi sono state male interpretate (eterno problema di difficoltà nella comunicazione).
Aggiungo inoltre che, brutta abitudine dei giorni nostri, è volere “tutto e subito”, ma per rincorrere questo spesso ci dimentichiamo di una cosa importantissima: la semplicità. Nell’esprimerci, nel percepire, nel vivere insomma.
Non è che con questo dobbiamo farcene una colpa, visto che siamo fatti così. Però lo sforzo, almeno a mio avviso, deve essere quello di scindere le cose, soprattutto il pensiero, nelle sue componenti essenziali, e da qui partire per costruire qualcosa di più complesso, prestando però attenzione a quelle “interconnessioni” di cui accennavo all’inizio, che possono portare al caos.
E poi, cosa non meno importante… qualche volta dobbiamo lasciar riposare la mente: anche ad essa fa bene “staccare la spina”. Non trovi?
Ciao.
CIAO LORIS…
In effetti il tuo discorso non è molto diverso da quello di Mr. Loto, forse lo hai ampliato un po di più e non è male..
La comunicazione spesso credo che possa sfociare in incomprensioni sia da parte di chi scrive che da parte di chi legge nel virtuale…ma anche nel reale tra chi dice e chi ascolta è facile non arrivare sempre ad un tipo perfetto di comunicazione.
Secondo te se siamo fiduciosi in noi stessi e negli altri credi che oggi staremmo qui a porci il problema del caos.Quante persone sono davvero in buona fede?
Se tu un giorno mi parli di San Francesco dandomi un certo tipo di fiducia sul tuo pensiero molto vicino a questo santo che ammiri …ed un ‘ altro giorno mi parli di suicidio ….non vedendo quindi nessun senso nel continuare a vivere una vita che prima ne davi addirittura un senso spirituale , il mio caos è legittimo?
Io percepisco quello che tu definisci caos quando non comprendo se sei sincero o no, potresti anche saltare da uno stato negativo ad uno positivo legato a qualcosa che ti induce a questo, e potremmo essere entrambi in buona fede ….La differenza sta nell’ essere consapevoli generatori di caos o inconsapevoli!
Credo che dire quello che pensiamo sia doveroso in certe situazioni se non lo facciamo chiediamoci il perchè…
Sono molto d’ accordo con te ,staccare la spina fa bene , un pò come l’ energia elettrica, quando molti elettrodomestici in un’ ambiente entrano in funzione vi è il rischio che salti il salvavite per sovraccarico…cosa che anche la nostra mente può benissimo patire per un sovraccarico tale da indebolirla a tal punto da cessare la sua funzione a meno che non la si allegerisce da un superfluo consumo di energie..
Grazie a te e buonaserata
Ciao Saichisono.
Non è che sono un fanatico di San Francesco. Però, come avviene per altri personaggi, lo ammiro perché lo vedo come un emblema di semplicità, uno che ha avuto il coraggio di mollare tutto per affermare che è nella semplicità d’animo che si può scoprire se stessi. E non mi risulta lo abbia fatto perché di moda, e nemmeno per secondi scopi, senza tutte quelle speculazioni come spesso avviene ai giorni nostri. Uno dei tanti personaggi della storia che debbono essere presi in considerazione.
La spiritualità è una cosa che ognuno vive a modo suo. La religione, semmai, può guidare, o determinare, la spiritualità di molti. Quando scegliamo, lo facciamo in base al contesto che stiamo vivendo, quindi fattori sia interni che esterni a noi stessi.
Quando parlo di suicidio, posso anche dire che non è cosa buona, ma lo accetto considerandolo come una fuga, una resa se vuoi, di fronte ad una realtà diventata insopportabile. Purché sia una vera scelta (e francamente credo lo sia, sempre).
Il caos… è ciò che succede quando vogliamo affrontare troppe questioni nello stesso momento, e non sai più a quale dare la precedenza. Ed il punto di inizio (del caos) è strettamente personale. Teniamo comunque presente che la nostra mente considera sempre molte cose, contemporaneamente, quindi sia quelle negative (per difendersi) che quelle positive (per cercare la direzione verso cui muoversi). Se è forte, le sa gestire tutte, altrimenti sprofonda, a volte nelle prime (pessimismo e depressione), altre volte nelle seconde (ottimismo ed esaltazione). Importante sarebbe invece avere la capacità di “stabilizzare” le diverse fasi della vita. So che la renderebbe più piatta, ma non è scritto da nessuna parte che nella vita bisogna sempre e solo lottare.
Per concludere, io cerco sempre di osservare il pensiero da un’angolazione diversa, meglio se più di una, cercandone i lati positivi, ma soprattutto le falle. Questo mi consente di elaborarlo in forma più coerente possibile con il mio “standard” (una specie di verità strettamente personale). Quando cerco di esprimerlo, cerco di farlo nel modo più chiaro e semplice possibile (cosa non facile), ma mi rendo anche conto che il linguaggio non è ancora abbastanza evoluto da poter esprimere con chiarezza (ed inequivocabilità) quello che pensiamo. Specie in quelle che definisco “sottigliezze”.
Ciao a tutti.
Ciao Loris
….ma non è scritto da nessuna parte che nella vita bisogna sempre e solo lottare…
Questa frase a me fa percepire tante cose, e se non vuoi che io soffra quel caos da te chiaramente descritto dimmi se riesci a rispondere o risponderti a queste domande:
1) Perchè sei qui Loris?
2)Perchè dai importanza a quello che io ed altri scriviamo qui?
3) Noto che spesso dai consigli sotto forma di aiuto , cosa ti motiva a farlo?
4)Sei certo che tutto questo non sia una forma di lotta per te e verso chi rispondi?
Quando si parla di suicidio…..quando leggo quello che hai scritto….credo di provare Sempre un idea di fallimento umano verso il nostro genere umano….e non è affatto piacevole.
Scoprire o riscoprire di provare le stesse paure, incomprensioni, dubbi….è un fenomeno che si tenda di negare ma non regge per sempre se siamo onesti e quindi sinceri tutti tra noi..
Io trovo positività nello sperare che la consapevolezza di un certo malessere comune ci faccia uscire tutti allo scoperto, ritrovandoci uniti e non più così spaventosamente soli..
Grazie per il tempo che dedichi agli altri, a me Loris… ciao
Ciao Saichisono.
Cerco di rispondere con brevità alle tue domante (ho paura che la pazienza di Mr.Loto abbia un limite).
1) sono qui perché qualcuno, tanti anni fa, ha deciso di mettermi al mondo (senza tanto filosofare, penso ai miei genitori). Il resto… è venuto da se.
2 + 3) come si parlava in qualche post precedente, non conosco il mio scopo (il mio Karma per gli orientali). Ma mi fa piacere scambiare opinioni su argomenti che solo un “salotto buono” come quello di Mr.Loto può consentire di essere trattati. Se sento dentro una risposta ad un qualsiasi quesito, cerco di esternarla. Ed anticipo un’altra tua domanda: non sento di aver bisogno di aiuto, quindi non chiedo spiegazioni, ma non certo perché mi sento superiore (semmai più fortunato), bensì perché di solito riesco a trovarle, anche se bislacche, ma che mi soddisfano.
4) che motivo avrei di lottare per questo? Nemmeno per esibizionismo lo farei, credimi. Semplicemente mi piace farlo. Nella speranza di servire a qualcuno/qualcosa.
+) Non provo un senso di fallimento del genere umano, solo che non pongo l’uomo al vertice della catena vivente, almeno per importanza. L’uomo vive nell’arroganza di credersi l’essere migliore, anche se i fatti dimostrano fin troppo spesso il contrario, mentre se avesse l’umiltà si sentirsi come le altre specie… Anche perché non abbiamo strumenti per valutare se gli altri animali pensano e decidono, come facciamo noi, se non la nostra convinzione di essere “gli eletti”.
Però adesso te la faccio io una domanda “cattivella” (e guai a te se ti arrabbi 🙂 ): io nella vita cerco sempre le risposte a tutto, mentre ho spesso l’impressione che tu sei sempre in cerca di domande, su tutto. E’ vero, o è solo una mia impressione.
Ohps! Quasi dimenticavo: mi è venuto in mente un altro modo per spiegare che ogni tanto bisogna staccare la spina. Hai mai provato a nuotare in apnea? Se cominci ad inseguire i pesci… rischi di annegare. Mentre di tanto in tanto bisogna metter fuori la testa per respirare. Ti piace?
Ciao.
Ciao Mr.
Ho molto apprezzato quel suo consiglio sul cercare di semplificare il mio pensiero, credo che diverse volte io effettivamente tendo a complicarmelo ,non per natura o adattamento ma per ribellione verso ogni forma di manipolazione che a distanza di tempo mi porta a dire che le mie percezioni purtroppo erano esatte e quindi il risultato è semplicemente come pensavo, deducendo che quel complicarmi il pensiero sia un atto di difesa verso ciò che non approvo
…e ciò che non approvo è qualcosa che colpisce le persone più deboli di me..spesso non sono nemmeno consapevoli di essere vittime e diventano dei tramite per raggiungere obbiettivi che portano a forme presumibili ed illusorie di successo legate al potere, al denaro , alla scienza che non è sapienza ma profitto sul e del genere umano e della natura, animali compresi.
La cantina….bell’ esempio, e dice bene che ripulire una cantina o la mente può essere un lavoro faticoso, forse perchè legati ad un vissuto che è difficile non prenderlo in considerazione , in quanto senza quel vssuto …senza quel passato noi non saremmo il nostro presente…io probabilmente non mi troverei qui su questo post ed in questo posto..
Le sue percezioni su di me potrebbero essere esatte , pur senza conoscermi nella realtà. Io ho fatto in modo che lei esprimesse queste percezioni dandole la stessa libertà che ha dato a me di farlo…in questa dimensione io mi sento connessa con chi riesce a distaccarsi dal resto e a potenziare un certo tipo di attenzione per la parte più umana …più vicina a noi stessi..
Credo che la base della comunicazione necessiti soprattutto di FIDUCIA, in noi stessi e negli altri.Oggi non si riesce più tanto a farlo credo, spesso paghiamo, diamo denaro agli psicologi,in cambio di qualcosa che porta a vacillare quella fiducia specie in noi stessi portandoci a sentire diversi o pazzi e mi dispiace perchè credo che siano dei valori autentici che vadano in frantumi..
Ho apprezzato moltissimo quello che ha scritto, quel suo punto di vista ha un costo in moneta ai giorni d’ oggi …lei invece lo ha reso libero e gratuito, spero che possano recepirlo con positività tutti coloro che passeranno da qui un giorno, la stessa positività che ho intravisto io..
Buona serata.
.
Buona serata anche a te. 🙂
@ Loris
Credo invece che mister non perda la pazienza per nessuno visto che sia io che tu , Loris stiamo attivando il senso del post , nel dire quel che si pensa.Il problema è se ci crediamo o vogliamo divertirci …..
Detto questo vorrei ringraziarti per le risposte…un po’ forse ci somigliamo anche perchè quando dici che faccio sempre domande non hai torto…cerco risposte come te , magari con una modalità differente, cercando di ascoltare soprattutto il mio istinto.
Hai comunque evitato di darmi una risposta che cercavo, diciamo che ti sei tenuto sul vago generalizzando un pò il senso…forse colpa della metacomunicazione chissà.
In quanto agli “ELETTI” da te menzionati…credo che sia un’ altra invenzione umana per confondere il pensiero comune….basta vedere i nostri ELETTI PARLAMENTARI per comprendere come manipolano il genere umano
Consentimi una battutina Loris per adesso siamo tenuti ad essere “gli elettori” più che eletti..per far cosa?Per cambiare la costituzione! Sai cosa ho detto : perchè gli articoli della stessa sono stati mai rispettati fino ad adesso?A me sembra che la costituzione sia un po come il decalogo dei comandamenti dove si fa esattamente il contrario di quel che si dovrebbe fare per il bene comune o no?
Sono fuori tema perchè ho scritto quello che penso…adesso si ….chiedo scusa davvero a mister..
Se ho mai provato a nuotare in apnea inseguendo i pesci? No perchè inseguire i pesci vorrebbe dire cibarsi di loro….preferisco di gran lunga la riva…..
Tranquillo …non temere che io possa arrabbiarmi…non serve a me e nemmeno a te…ciao
Ciao Saichisono.
Ok! Buttandola per un attimino in politica, esprimo solo un’opinione: un solo SI/NO per 4 cose diverse… è una forzatura. Ci costringe a scegliere “O TUTTO O NIENTE”. Libertà di opinione sarebbe ad ogni articolo dare una risposta; invece… la strumentalizzazione POLITICA diventa evidente. E non aggiungo altro, altrimenti…
Nuotare in apnea, non vuol dire andare a pesca (o meglio, caccia) in apnea. I pesci sono belli anche da vedere. Perché pensare solo al cibo? E’ anche bello giocarci. E qualche volta si può fare anche con un solo metro d’acqua.
Più che delle risposte ti ho indicato quello che è un po’ il filo conduttore del mio pensiero, dietro il quale convivono i miei principi e le mie sensazioni; in altre parole, la mia realtà. Di risposte credo averne già date, e tante, e magari fin troppo spesso.
Ciao.
Più che delle risposte ti ho indicato quello che è un po’ il filo conduttore del mio pensiero, dietro il quale convivono i miei principi e le mie sensazioni; in altre parole, la mia realtà.
E ti ringrazio per questo, inoltre credo che siamo paragonabili tutti a dei pesci in questo mare sconfinato chiamato VITA.
Chiudo con quest’ ultimo pensiero.
Loris , persone come te io sento di averle già incrociate….. è questo quello che penso davvero.
Ed allora… l’ultima domanda che devi rivolgere a te stessa (risposta non necessaria nei miei confronti). QUANTO e COME ne hai approfittato?
Passo e chiudo.
Ciao.
Scusami Loris, ma con grande ritardo ho letto il tuo commento.Invece Devo rispondere solo a te con un altra domanda visto che qualcosa non mi torna..
Loris:
QUANTO e COME ne hai approfittato?
Saichisono:
Evidentemente non “saichisono” per fare domande sull’ APPROFITTARE…
Ciao LORIS
Ciao M.Loto, sono d’accordo con quello che dici….Da giovane non riuscivo nemmeno a parlare ma con l’andare degli anni ho sempre cercato di essere sincera con chi avevo di fronte. Sono una persona che dice quello che pensa e spesso mi sono creata inamicizia ma ben venga, chi non è in grado di essere responsabili di quello che dice e coerenti poi non me ne frega nulla di perdere certe persone. Dire quello che si pensa significa mostrarsi per come siamo veramente, conosce mille persone che vivono di bugie e giustificazioni, quelle persone mi stimolano a dirgli quello che penso………Amo avere pochi amici ma con i quali sono me stessa. Le persone hanno paura di essere giudicate, e dire quello che si pensa è naturale ma come hai detto bene tu ci sono meccanismi che condizionano il nostro pensiero, la paura. I bambini come dici sono spontanei non hanno timore di perdere qualcuno o qualcosa, sono innocenti e puri………….dovremmo esserlo di più anche noi, poi ci lamentiamo perchè abbiamo amici che non sono tali, siamo noi i primi a dire bugie………..no meglio una brutta verità che una bugia…………Buona serata con affetto e stima sempre…………
Sono d’accordo con te su tutto quello che hai scritto. Dire quello che si pensa può creare qualche inimicizia, la gente in linea generale non apprezza molto chi dice la verità ma, come giustamente hai scritto, è l’unico modo che abbiamo per essere fedeli a noi stessi e per dare a chi sceglie di restarci vicino quello che siamo davvero, senza finzioni!
Ti abbraccio e ti auguro una buona giornata… con affetto e stima sempre ricambiati.
M.Loto grazie…….!!!
Ciao mr Loto
Quanta verità purtroppo c’è in questo post ! Però come avrai compreso son di pensiero antica e continuo a dire ciò che penso anche quando so che ne pagherò le conseguenze. Adeguarmi alla moda del finto dire, del mistificato far credere o dell’ipocrito spacciarsi sarebbe tradire l’educazione ricevuta da due genitori innamorati del pensiero schietto e dell’essere sempre se stessi, spero di non farlo mai.
Un carissimo saluto e un augurio di ottima settimana 🙂 dif
La tua mi sembra una grande dimostrazione d’affetto nei confronti dei tuoi genitori… ma anche di te stessa! Fai bene a non adeguarti alle facciate di circostanza che vanno tanto di moda oggi. Meglio essere criticati per quel che si pensa che amati per ciò che non si è! 😉
Buona settimana!
Dire quello che si pensa sarebbe fondamentale, sempre… Anch’io ho scritot qualche tempo fa un post del genere.
Ma purtroppo, prendendo come riferimento i bambini, si scopre che è proprio da piccoli che si comincia a insegnargli a mentire, per potersi adeguare ed essere membri placidi della nostra società
È vero. Forse dovremmo insegnare loro piuttosto ad avere sempre pensieri giusti, invece che a mentire… sono davvero pochi gli adulti in grado di gestire la verità! Come potrebbero insegnarla ai loro figli?
Buona serata.
Cito: “… se una persona in rete viene strumentalizzata a sua insaputa rendendola cavia umana , facendo analisi psicologiche per aggiornare le ricerche scientifiche, o psicologiche, o sociologiche o comportamentali, seduttive, e tante ancora, verrebbe naturale dire ancora quello che pensiamo?”. Sarebbe proprio da stronzi agire in questo senso. Qualche tempo fa, Qualcuno ha detto che Internet è un dono di Dio e ho condiviso questo pensiero. Ma come purtroppo spesso capita non sappiamo apprezzare questi doni, ma sappiamo fin troppo bene come deviarne l’uso. Troppo spesso colgo questa tendenza ad agire a discapito di chi è in buona fede, di chi è aperto verso l’altro, di chi non alza muri, di chi stende la mano a chi chiede aiuto nonostante una “vocina” interiore le dica di non fidarsi.
E, ti chiedo, in tutto questo, chi è in torto? Chi dice ciò che pensa o chi usa queste informazioni per i propri scopi?
Io ho sempre pensato che non deve essere chi si comporta giustamente a cambiare il proprio atteggiamento per via di chi invece non risponde alla propria coscienza. Pensa alla teoria della non-violenza di Gandhi.
Un abbraccio.
Certo, dire ciò che si pensa oltre che un diritto che abbiamo è anche un dovere. Come tu dici: “aiuta ad avere un confronto diretto, a ragionare, ad imparare dalle differenze con gli altri”. Occorre onestà nel rapporto con gli altri, occorre coerenza, occorre correttezza e lealtà. Specie quando si affrontano i problemi di qualsiasi specie, se non ci si esprime con sincerità si vanifica tutto e diventa demagogia, ossia ti faccio credere che risolvo tutto, in realtà non faccio niente. Quante volte ho sentito anche a livello locale questo modo di comunicare… ascoltando attentamente questi discorsi ti accorgi che si finge una certa empatia, ma se analizzi bene ti rendi conto che non è stata fatta alcuna proposta, ipotizzata alcuna soluzione. Si è solo assicurato e rassicurato il proprio intervento, non si sa come né perché. Ti viene solo detto in modo subdolo: fidati di me. A questo atteggiamento dovrebbe scattare in noi il bisogno di porre delle domande per far chiarezza. Ci siamo mai accorti quanto spesso gli interventi vengono mediati prima? Proprio per non rischiare le domande scomode, di venire smascherati… Ciò dovrebbe indurre a mettere in discussione la buona fede di questi interlocutori che temono il confronto diretto.
Chi inganna il prossimo non è certamente nel giusto. Chi manipola o strumentalizza persone, discorsi, avvenimenti distorcendone il vero significato dovrebbe farsi qualche domanda…
Mi pare di capire che Gandhi si fa un distinguo tra chi persegue la non-violenza più che altro per non avere noie o perché in fondo in fondo non gliene frega niente (un debole), e chi invece opta per usare la forza ma come arma adotta l’amore, nel senso di spingere l’altro alla riflessione nella scelta tra il bene e il male (un forte). Spesso il male è camuffato per farci credere che è quel che si fa è a fin di bene, quando in realtà soddisfa sì i nostri “appetiti” …ma a quale prezzo! Ho inteso bene?
Ricambio l’abbraccio
Hai inteso benissimo. Gandhi, ancora prima di arrivare alla famosa pratica della non violenza, è stato un instancabile cercatore e testimone della verità. Quale verità universale possiamo difendere con la nostra vita se non abbiamo neppure il coraggio, la forza, di testimoniare la nostra piccola realtà soggettiva rappresentata dai nostri pensieri?
Ti ringrazio per l’occasione che mi hai dato di riflettere meglio su questo tema. A presto.