Essere Materialista
Se ci guardiamo intorno e siamo sinceri con noi stessi ci accorgeremo che essere materialista rende la gente infelice e genera molti dei mali che affliggono il mondo.
Essere materialista significa vivere prevalentemente per godere dei beni terreni attraverso i propri sensi. Significa fare del benessere fisico ed economico l’unico fine da perseguire nella propria esistenza.
E quale bene, quale piacere fisico non può essere comprato con il denaro? Ecco che il denaro diventa per molti così importante da giustificare qualsiasi nefandezza per ottenerlo.
Ed è proprio questo incessante desiderio di possedere beni e persone a suscitare le battaglie più feroci nel nostro animo ed all’esterno. Essere materialista è una concezione che nella politica significa la guerra, nel mondo del lavoro diventa prevaricazione. Nella sfera individuale si trasforma in gelosia o invidia, nel carattere si tramuta in arroganza.
Il fatto è che la nostra esistenza è un po’ più complessa di così e non si può essere materialista senza pagarne il prezzo.
Voler possedere sempre più beni terreni, desiderare di essere ammirati, ci porta a star peggio di chi riteniamo inferiore ed invidiosi degli altri per un cellulare o un’auto. Ci sentiremo infelici per un semplice oggetto!
Tra l’altro chi investe la propria vita esclusivamente sui beni terreni prima o poi sarà deluso.
Essere Materialista: Tutto Passa
Essere materialista significa infatti costruire la propria felicità su basi destinate a crollare. Perché niente di quello che adesso è visibile ai nostri occhi durerà per sempre. Niente.
Il corpo invecchia, il denaro può esaurirsi, le case crollano. È per questo che ci sentiamo così smarriti quando arrivano le malattie, le crisi finanziarie ed i terremoti. Questi eventi ci portano via in un attimo quello che avevamo messo al centro della nostra vita. In qualche modo le disgrazie ci mostrano senza pietà la nostra reale dimensione. Ci fanno vedere cosa siamo davvero senza i nostri beni terreni, senza poter usare il denaro.
Paradossalmente, spesso quello che riteniamo un male può essere un bene. Quando ci viene tolto tutto quello che credevamo indispensabile per essere felici, ci rendiamo conto di quello che vale davvero. E così ci accorgiamo di quante poche cose materiali siano davvero necessarie per vivere in pace con se stessi e con gli altri.
Piuttosto che essere materialista costruisci dunque la tua felicità sull’eternità. Tutto passa e l’unica cosa che sarà sempre con te è il tuo spirito … curalo con la massima attenzione!
La fede, caro amico elettronico, Ti porta sulla cattiva strada.
Credimi, non possiedi la Verità nelle Tue tasche.
Io sono materialista (“materialismo è la concezione filosofica solitamente monista per la quale l’unica realtà che può veramente essere detta esistere è la materia e tutto deriva dalla sua continua trasformazione.[1] Ciò vale a dire che, fondamentalmente e sostanzialmente, tutte le cose hanno una natura materiale; ovvero che il fondamento e la sostanza della realtà sono materiali.”), ma non nel senso distorto da Te delineato.
Non accumulo, vivo la vita rispettando la Natura ed a contatto con essa, con le cose materiali di e su questa Terra.
Vivo anche di sentimenti, di gioie, di dolori, di attese, di successi, di sconfitte, di pareggi; una vita piena, vissuta alla garibaldina, senza attendere il dopo. Sai che fregatura per quelli che ci credono – al “dopo” -, ad ogni latitudine e longitudine.
La più grande bugia della fede e quella di promettere per il dopo, intanto, sulla terra, ci sono quelli che ne approfittano per tenere sotto tacco le genti.
La religione è l’oppio dei popoli; non lo dico io, ma convengo.
Rifletti, abbi dei dubbi su ciò che pensi e scrivi, non essere assolutista, vivi sereno e rileggi l’ultima Tua frase.
E’ un cumulo di controsensi che la Ragione obietta.
Ciao ed ora non preparare le fascine per me; non si usa più, Vostro malgrado!
Non ho la verità in tasca (non l’ho mai pensato!) e sono contro qualsiasi assolutismo. Se ci fai caso questo post è stato scritto proprio per combatterne una forma molto diffusa al giorno d’oggi.
Un saluto.
Qualsiasi?
Se neghi che la religione cattolica lo sia – al pari di molte altre – allora non c’è più possibilità di dialogo al riguardo poiché io scriverei di ceci e Tu risponderesti con delle fave.
Ciao, sempre con simpatia.
P.S.:
Neanche io credo/penso di avere la Verità in tasca, la cerco nella Ragione e nella Scienza, mentre Tu Ti fermi, con la fede, alle “stazioni” della Via Crucis a quanto mi è stato dato capire finora. Scusa, io continuo il mio viaggio!
E’ il dubbio che mi guida e direi che … in dubbio stat virtus.
Confermo, qualsiasi assolutismo.
Mi sa che di me vedi solo quello che vuoi vedere.
P.S. “In medio stat virtus.” Se tu scrivi di ceci ed io rispondo con le fave magari scopriamo insieme che son lenticchie…
Devo supporre che sei contro l’assolutismo della Chiesa e delle Religioni in genere?
Io vedo/leggo ciò che Tu mostri/scrivi e traggo delle considerazioni sui “ceci” confermandoTi che tutti i legumi sono di mio gradimento.
Non ho preclusioni a tavola, con i cibi mediterranei; mentre non “digerisco” alcune cucine con Menu (Dieci “piatti” e non più!) che non lasciano spazio alla fantasia e fanno mangiare solo ciò che il “cuoco” propone, senza scelta da parte dei commensali.
Mi hai fatto venire fame di un buon piatto di lenticchie fredde, cucinate con gli odori adeguati (timo, maggiorana, alloro), con pezzi di carote q.b., poi condite con olio a crudo ed il peperoncino che non deve mai mancare a tavola. Naturalmente il peperoncino diavolicchio del quale, ca va sans dire, faccio uso quotidiano.
Ciao, con simpatia ed appetito.
Più che altro dovresti dedurre che non mi piace tutto quello che causa separazione e guerra tra le persone. È una questione di predisposizione mentale. Perché anche ciò che è giusto, se usato in modo improprio, può diventare sbagliato. Il pericolo dell’assolutismo è questo, pensare di essere nel giusto mentre tutti gli altri sbagliano. E l’esperienza mi ha insegnato che nessuno ha tutta la verità ma che tutti hanno un pezzo di verità.
Amo anche io tutti i legumi e mangerei molto volentieri quel piatto di lenticchie in tua compagnia… hai fatto venire fame anche a me! 😉
Ciao!
Beh. La penultima frase mi piace pochino, in quanto tira acqua ad un mulino che non è proprio il mio.
Però tutto il resto è corretto, e quindi… ti perdono. 🙂 (ah, ah, ah, anche perché sai già come la penso).
Ma vorrei un parere (tuo e non solo) su questo: possiamo considerare materialismo tutta quella fame di contatti (social-network e simili) che sono di gran moda oggigiorno? La mania di scambiarsi foto, di far parte di qualcosa “quasi astratto”, di compiere “imprese eccezionali”, di identificarsi con qualcuno famoso, al solo scopo di mettersi in luce e far parlare di se?
O è un segnale (tacito) di fallimento del materialismo stesso, che ci ha fatto parcheggiare quei valori che da soli sopperivano alle nostre necessità?
Secondo me è materialismo tutto quanto non è di primaria importanza per la sopravvivenza, e quindi vorrei capire se certi “fenomeni” sono più parte del primo o del secondo aspetto.
Grazie.
Ciao.
Credo che la “fame di contatti” a cui fai riferimento sia piuttosto un tentativo di colmare di vuoti interiori. La necessità di sperimentare la condivisione, l’ammirazione e perfino l’affetto attraverso i social, secondo me, nasce da quella necessità di attenzione e di ascolto che tutti noi abbiamo e che, purtroppo, è sempre meno presente nella vita quotidiana. Può essere inteso come un “fallimento del materialismo”? Non saprei. Molto dipende da come questa situazione viene percepita da chi la vive.
Ciao, buona giornata!
Il “materiale” sul mercato è sempre più appetibile, o almeno così ci viene presentato. A partire dai più piccoli, l’appetito viene continuamente solleticato, pertanto ci viene propinato il messaggio, neanche tanto subliminale, che vali tanto quanto possiedi o ti puoi permettere. Sarò monotona, ma ribadisco che molto dipende da come si viene cresciuti. Se trasmettiamo ai più piccoli valori diversi dal dio denaro e dal “fai a gara a chi ce l’ha più tecnologico”, forse possiamo sperare in un futuro popolato da qualcosa di meno squallido di automi che camminano guardando ognuno la propria realtà virtuale, invece di colui che ti sta morendo davanti. Quanto allo spirito, da agnostica quale sono, ritengo che sia qualcosa che non necessariamente implichi l’ammettere l’esistenza di un essere supremo. E’ ciò che abita la macchina che ci portiamo appresso. Non vado oltre. Buon fine settimana
Visione interessante. È vero, molti sentono dentro se stessi la presenza di qualcosa di più anche se non credono in Dio. Mi piacerebbe saperne di più sulla tua visione da agnostica in merito a “ciò che abita la macchina che ci portiamo appresso”.
L’educazione è importantissima, il problema è che spesso va a cozzare contro la società in cui si vive e questo causa spesso nei giovani un grande smarrimento. Ci vuole dietro una famiglia con la F maiuscola… che sappia ascoltare anche quello che non viene detto.
Sono convinto che il futuro ci riserverà qualcosa di migliore di oggi… mi sembra proprio che siamo in un periodo di transizione.
Ciao, buon fine settimana!
Forse Surfinia si riferisce a quel concetto di cui abbiamo già accennato, di coscienza universale che unisce tra loro dal più piccolo granello di sabbia, alla più grande delle galassie, e che fa sì che un mio gesto, per quanto banale, abbia ripercussioni su tutto il creato (il battito d’ali di una farfalla che può scatenare un’uragano). E’ un concetto “orientale” (forse buddista?), che non ricordo come si chiama, ma penso tu sì.
Per quanto riguarda il futuro, anch’io penso siamo in un periodo di transizione molto forte, ma sai che non sono granché ottimista, a riguardo, anche se spero fermamente tu abbia ragione.
Ciao ciao.
Ti riferisci all’interdipendenza? Può darsi che Surfinia si riferisse effettivamente a questo. È un concetto che mi piace.
Cerca di diventare più ottimista perché tanto ad essere pessimisti non ci si guadagna nulla! 😉
Ciao, buona domenica.
Può essere, ma non me lo ricordo. So che é descritto piuttosto bene nel libro “e venne chiamata due cuori”, e faceva parte, per quanto ne so, del pensiero degli Indiani d’America (si, i pellerossa).
Lo so che ad essere pessimisti non si guadagna nulla, ma evita molto di più le delusioni.???
Ciao.
Ascolta “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.”
Quei tristi signori sono entrati nella mia casa portando con sè tutto quello che avevo di prezioso, mio e di Valeria. Ora non desidero possedere più niente al di là si alcuni “segni” Tre anelli: quello del mio matrimonio, quello dei 25 anni di matrimonio e quello dei 5oanni di matrimonio. E li ho sempre al dito. Io accumulo ricordi.
Buona domenica nel Signore.
Più si possiede e più si vive con la paura di perdere quello che si possiede. I ricordi invece, non potrà mai rubarli nessuno dal tuo cuore.
Buona domenica anche a te.
Magari! Io non ricordo mai niente… ?
M.Loto ciao, quanto sono d’accordo, in questi giorni mi sono messa nei panni di chi causa terremoto in Abruzzo ha perso tutto, affetti e casa…….ecco noi dovremmo vivere con la consapevolezza che la vita è effimera e tutto quello che si possiede è nulla. Se non si ama qualcuno e non si è amati……..Tanti fanno a gara per possedere l’ultimo modello di automobile o di cellulare…….le persone non pensano, non riflettono e non si rendono conto che accontentarsi con gioia dell’essenziale significa capire un po’ di piu’ il senso di questa vita. Quanta gente uccide per soldi, persone materialiste che sono convinte che la “felicità” sia possedere tutto, persino un isola………….assurdo!!! Sono stata abituata a rinunciare alle cose che desideravo, posseggo un pc e un cellulare regalatomi…………Ho capito cosa intendi e spero che tu mi abbia capita………buona serata con affetto e stima……
“Accontentarsi con gioia dell’essenziale significa capire un po’ di più il senso di questa vita.”
È una riflessione molto vera e bellissima!
Purtroppo hai ragione, moltissime persone passano la loro esistenza a rincorrere cose, a desiderare cose, senza accorgersi che tutto ciò di cui hai davvero bisogno per essere felici lo hanno già, ma non sanno apprezzarlo.
Credo che questa sia un grave problema dei giorni nostri. È una miseria dello spirito che rende tanto infelici.
Ti abbraccio Lulù, con tanta stima e affetto sempre ricambiati! 🙂
Ciao Lulu.
Quando dici che molte persone uccidono per soldi… aggiungo che uccidono sé stesse nella ricerca di qualcosa, rincorrendo una vita piena di assurdità e vuota di ciò di cui hanno veramente bisogno.
Ma sembra lo sappiamo solo noi…
Ciao.
A te M.Loto buon pomeriggio, le tue risposte o pensiero mi gratifica, non mi sento sola in mezzo a tutto questo materialismo……………grazie!!! Con stima…..e affetto…
Il materialismo per me è un viale che non riesco assolutamente ad intraprendere e a capire chi vi ci scorrazza avanti e indietro.
Certo è che abbiamo bisogno anche di cose materiali per vivere su questa terra, ma occorre fare in modo che queste non acquisiscano la priorità assoluta.
Le ricchezze materiali creano solo l’illusione della felicità… siamo così fragili… che ci aggrappiamo a tutto… peccato che quel “tutto” sia il “niente”.
Bellissima la tua riflessione finale, la condivido. Le cose materiali creano proprio un’illusione… perchè sono destinate a finire, prima o poi!
Ciao Betty, a presto!