Tempo fa riflettevo su come sia facile dare giudizi affrettati su chi non conosciamo abbastanza bene. Quando ci facciamo un’idea su qualcuno i nostri pensieri ci portano a vedere una realtà che non esiste.
A tal proposito ho trovato una storia di Lao Tzu che fa comprendere quello che accade quando capita di dare giudizi affrettati.
“C’era un uomo che aveva perduto del denaro e pensò che l’avesse rubato il figlio del suo vicino. Egli lo guardava e gli sembrava che il suo portamento fosse quello di un ladro. La sua espressione sembrava quella di un ladro, tutti i suoi gesti ed i suoi movimenti assomigliavano a quelli di un ladro.
Subito dopo egli ritrovò il suo denaro in una canna da drenaggio di bambù. Guardò ancora il figlio del vicino e né i suoi movimenti né i suoi gesti erano più quelli di un ladro.”
E’ facile immedesimarsi in questa storia. Penso sia capitato a tutti di giudicare in modo affrettato qualcuno che non si conosceva bene. Poi, con una conoscenza più approfondita, spesso si scopre che quella persona è diversa da quello che credevamo.
Ingannati dai Giudizi Affrettati
Viene naturale chiedersi quante volte ci lasciamo ingannare dalla nostra convinzione e dai nostri stessi pensieri.
È facile lasciarsi condizionare dai pensieri che scaturiscono dalle emozioni e dalle paure del momento dando giudizi affrettati. Il problema è che così lasciamo che la nostra visione assolutamente soggettiva della realtà diventi per noi la realtà stessa.
Dare giudizi affrettati nella convinzione di sapere quello che è celato nel cuore delle persone è un grande errore. Prima di tutto perché è frutto della superbia ed in secondo luogo perché ci allontana dalla verità.
E’ infatti assurdo giudicare qualcuno che non conosciamo abbastanza in base a pensieri, percezioni e convinzioni personali. Le sensazioni variano moltissimo da individuo ad individuo, da momento a momento. Non ha senso formarsi un’opinione senza prima aver cercato di capire dove sta la verità oggettiva.
Cerchiamo dunque di non dare giudizi affrettati che non hanno ragione d’essere. I pensieri e le emozioni sono come cavalli, se ben guidati ci portano lontano, altrimenti ci fanno cadere a terra, a volte dolorosamente.
Lettura consigliata: Elogio del dubbio di P. Berger e A.Zijderveld
Non giudico perché non voglio essere giudicato!
Saluti
P.S.:
Solo per motivi di lavoro mi è toccato redigere “note caratteristiche”; era atto dovuto!
… e fai bene! Non giudicare per non essere giudicati è una delle migliori filosofie di vita! 😉
Ciao, buona settimana.
troppo impulsivo per dire ha me non è mai capitato
tra i miei scheletri che ho nel mio armadio ci sono purtroppo parole lasciate andare senza mettere in moto il cervello. Penso che sia troppo facile additare e poi le sentenze hanno scagionato…
Mi turba il facile pensare e sentenziare a questi profughi e il facile condannare…sono stato in Ciad, Somalia, Kenia e comprendo cosa lasciano, meglio il nulla qui che un pugno di sabbia da loro.
Sono d’accordo con te. Anche a me purtroppo è capitato, ed è proprio così che mi sono accorto di quanto a volte ci lasciamo trascinare dall’impulsività nel giudicare quello che ci circonda.
Per quanto riguarda i profughi, credo che la maggior parte degli occidentali non abbia coscienza di quello che davvero succede nei luoghi dai quali queste persone fuggono…
Buona settimana!
Buon giorno caro Amico, siamo tutti molto bravi nel pregiudizio (nemmeno io mi salvo) anche se ci provo capita che pregiudico una persona senza conoscerlo abbastanza..
in un preghiera dei nativi americani c’è questa frase “Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo non prima di aver percorso. un miglio nei suoi mocassini”
Anche mio padre mi disse sempre, e facile dare un pregiudizio, ma e molto difficile ammettere quando sei in errore, perciò evita di principio puntare con un dito verso una persona e pregiudicarla perché potrei anche capitare a te..
Io dico sempre il pregiudizio e come un coltello, fa molto male anche se non si vede.. abbi una buona settimana un abbraccio Rebecca ♥
Proprio così… quando ci si accorge di aver sbagliato è molto difficile ammettere, anche a se stessi, di aver sbagliato. E questo a volte ci porta a vivere contrasti interiori che fanno male. Molto meglio cercare di vedere le cose per quello che sono e non per quello che ci appaiono!
Ciao Rebecca, buona giornata e buona settimana! 😉
In genere tendo ad aspettare prima di dare giudizi, anche se il mio istinto mi da subito segnali in proposito e devo dire che al 90% non ha mai sbagliato. Buon pomeriggio 🙂
Sul serio? Ti invidio, io mi sono sbagliato spesso nella valutazione di chi avevo davanti.
Ciao, buona settimana!
Anticipare un giudizio sfavorevole è il tipico atteggiamento di chi paura verso qualcosa che non conosce.
Se invece lo si fa anche conoscendo… allora in quel caso la prima causa penso sia il pessimismo, che induce vedere il lato negativo di tutto e tutti.
Il pregiudizio, ha come base solo le nostre visioni distorte e immaginarie…
Penso sia capitato un po’ a tutti, ma coloro che convivono con questo metodo di pensiero, alla fine non sapranno più quale sia la verità!
Il difficile in questo mondo è imparare a camminare con le scarpe degli altri… a volte un po’ di coscienza in più aiuterebbe a vivere e far vivere meglio.
Molto significativa la storia di Lao Tzu, grazie!
Un caro saluto Mr. Loto 🙂
Ma sai che accade spesso anche il contrario?
Se nutriamo della simpatia nei confronti di qualcuno tendiamo a non vedere i suoi errori o peggio, le sue cattiverie. Così sottovalutiamo la realtà negativa di quella persona, anche se diventa piuttosto evidente, continuando a credere che sia buona e giusta.
Quello che ci frega è sempre il nostro pensiero al riguardo.
Ciao Betty, un caro saluto anche a te!
Ciao Betty. Come va?
E se invece dicessimo che chi è diffidente lo è perché conosce benissimo i propri punti deboli, e preferisce partire sulla difensiva creandosi degli scudi mentali? E’ pur sempre un istinto da non trascurare.
Ciao.
Ciao Loris,
anche quello che dici tu è vero, a volte occorre pure munirci di scudi per proteggerci.
Certo che “prevenire è meglio che curare”, e dopo aver dato all’altro la possibilità di migliorare più e più volte… allora il “detto” è da prendere seriamente in considerazione.
Qui tutto ok, grazie, ciao 🙂
Bene.
Perő permettimi una cattiveria (che poi è sempre la solita): aspettiamo troppo spesso che siano gli altri a migliorare, anche se magari dovremmo essere noi a farlo. Se due persone sono “chiaramente” incompatibili… a cosa serve illudersi?
Ciao.
Buongiorno Loris,
rispondendo alla prima parte del tuo commento…
Si presume che, chi desidera dare fiducia sia soprattutto esso meritevole di riceverla, altrimenti non si possono avanzare pretese di comportamenti se non siamo noi stessi per primi in buona fede… sarebbe da ipocriti non credi?
Alla seconda parte ti rispondo che “l’illusione” andrebbe trasformata in “speranza”
Ciao, buona giornata a te e a Mr. Loto 🙂
Pensa che io per tanto tempo (anni…) ho dato credito a una persona con cui pensavo di avere un particolare feeling e una comunione d’intenti, pensavo di contribuire a un qualcosa di importante per la comunità. Mi sono impegnata molto perchè credevo in quello che facevo, nonostante fosse tutto a livello virtuale e non guadagnandoci nulla dal punto di vista materiale (ma piuttosto a livello interiore) e mi sarebbe pure piaciuto collaborare insieme per rendere il tutto ancora più profondo ed efficace (scema io). E invece a un certo punto ho avuto la percezione che il tutto fosse solo un gioco, un gioco perverso, forse una vendetta.
Solitamente io uso un nickname (che non è questo), non per nascondermi, ma per sentirmi libera di esprimermi e non avere il timore di offendere o mettere in imbarazzo qualcuno che magari si sente preso in causa da ciò che racconto. Anche se non uso il mio nome, rimango comunque fedele a me stessa e non sono diversa da quello che sono nella vita di ogni giorno. Anche provandoci non riesco a fingermi diversa. Invece ci sono persone che si nascondono dietro a un nick per poter dare il peggio di sè, e alcuni anni fa sono venuta in contatto con persone del genere, da cui ben presto ho preso le distanze perchè sono altamente contagiose, e mi sono resa conto che stavo diventando come loro! Non ne valeva proprio la pena…
Inutile dire che la mia delusione è stata grande, in questo periodo ci ho sofferto parecchio perchè ho messo in gioco molto di me e ho rivissuto delle sensazioni molto spiacevoli che fanno parte del mio passato e che avevo buttato alle mie spalle per non rovinarmi il presente. Ma il mio carattere è tenace e non volevo arrendermi al fatto che tutto fosse così miserevolmente crudele. E invece credo sia stato così, o almeno nessuno si è preso la briga di dirmelo in faccia, ma solo di farmelo capire…
Ho anche pensato di essermi presa un abbaglio e aver frainteso tutto, che la cosa riguardasse un’altra persona e non me, stavo per lasciare… ma la mia attenzione è stata attirata di nuovo. Credevo di aver malgiudicato e ho continuato a seguire questa persona per capire… anche per capire fino a che punto si sarebbe spinta… Non ho parole… non si fa così… neanche una spiegazione… vabbè, ridiamoci anche sù, tutto passa e va… e poi ognuno per la sua strada…
Ma così è stata una vigliaccata, pura cattiveria… da esserne fieri, proprio.
Una cosa è se siamo noi a dare giudizi affrettati su qualcuno, un’altra è se chi abbiamo davanti ha la chiara intenzione di ingannarci… e purtroppo questo può accadere sia nella vita reale che nel web.
Mi spiace molto per quello che ti è accaduto.
A presto.
Intanto… non mi piace il tuo nick-name. Capisco che tu sia arrabbiata con te stessa per esserti lasciata abbindolare, ma… mi sembra che tu voglia calpestare te stessa, e lo ritengo quantomeno esagerato, e magari anche inopportuno. A tutti è certamente capitato di prendersi delle grandi fregature.
Per quanto mi riguarda, ritengo che il giudizio che ci viene istintivo nei confronti di qualcuno… sia un’ottima arma di difesa. Personalmente, preferirei non trovare un “nuovo” amico che restare fregato da troppa “larghezza di vedute”, anche se poi, di fatto, è quello che succede. Magari sarà perché mi è successo fin troppo spesso ma… dentro di me preferisco essere diffidente. Troppo spesso ho visto gente fare una bella faccia per interesse proprio.
Ciao.
Ciao e grazie di avermi risposto. Io credo molto nell’uso della parola, del dialogo sensato per schiarire e schiarici le idee.
Come sai, Mr. Loto, una persona quando ce l’hai di fronte puoi cogliere dei segnali dal tono di voce, dall’espressione, dall’atteggiamento, ma soprattutto fissandola negli occhi se sta cercando di ingannarti o no; se non è un mentitore incallito, riesci a cogliere quella piccola esitazione che svela che neanche lui crede proprio in quello che dice, si atteggia. Ma qui nel web è un’altra cosa, se una persona non la conosci in qualche modo ti devi fidare.
Per quanto mi è successo attingo a quello che mi è stato insegnato fin da piccola: “che ti serva di lezione… dai propri errori s’impara… non tutto il male viene per nuocere” quando ancora non c’era questa mentalità oggi così diffusa di colpevolizzare chi fallisce nel suo intento, da parte di chi spesso, per non incorrere in errore, preferisce non fare nulla… che non è mai un vero e proprio fallimento perchè comunque porta ad evolvere in qualche modo.
@Loris, pensavo si cogliesse che il tono del nick era ironico, se no non avrei usato la stessa mail. Sai, non sono affatto arrabbiata con me stessa perchè sono stata coerente con quella che sono e non mi sono fatta abbindolare perchè ero consapevole di non conoscere questa persona, per cui a mio rischio ho scelto di darle FIDUCIA, una delle grandi parole a cui molti non danno più importanza.
E proprio perchè nel web certe “difese” vengono a mancare, occorrerebbe una certa ONESTÀ per far sì che uno strumento così potenzialmente positivo qual è il web potesse restare tale, anzichè essere usato per ingannare la gente, che poi inevitabilmente tutto si ritorce contro, perchè in un modo o nell’altro, prima o poi, si pagano sempre i propri errori, specie se non si impara da essi e li si ripete.
@Sai chi sono sono daccordo con te, mettersi, mettermi in discussione, mi è stato molto di aiuto. In genere sono una persona solitaria, mi piace il silenzio, specie quando fuori c’è troppo rumore, ma mi piace anche mettermi in gioco quando il clima è quello giusto, confrontarmi con altre persone. Ora voglio tentare di focalizzare e capire cosa voglio fare e dove voglio andare, se lasciare andare tutto o continuare per conto mio quello che stavo facendo.
Buona giornata a tutti
Esatto, nella vita sbagliando si impara. Questo non vuol dire non fidarsi mai più di nessuno ma semplicemente prendersi il tempo necessario per capire chi c’è davvero dall’altra parte.
Buona giornata anche a te.
Avevo il sospetto che il tuo nick-name avesse qualcosa di ironico, ma non mi piace lo stesso. Avevo una cliente, peraltro anziana, che quando si presentava diceva sempre “sono un’imbecille, non capisco…”: ci ridevo sopra, anche assieme ai colleghi presenti, ma in fondo non mi piaceva quell’espressione perché mi dava tristezza, soprattutto tenendo conto della convinzione con la quale la signora lo diceva. Sia chiaro che non ti sto facendo la ramanzina: non è compito mio, e men che meno ne ho l’autorità. E’ come se ti salutassi con un “ciao scema”: anche se in senso ironico, e poi ci ridessimo sopra… non mi sembra certo elegante! Capisci cosa intendo?
Nella risposta a Mr.Loto hai centrato un problema: il linguaggio scritto esclude tutto l’aspetto della “comunicazione non verbale” che il nostro corpo usa, anche inconsciamente, e quindi è difficile individuare la non-sincerità. Come pure viene esclusa tutta quell’espressività insita nel tono, nell’enfasi, nella cadenza, ecc. Quindi… occorre stare molto più in guardia.
Credo che il “dare fiducia” provenga dal nostro istinto, più che dalla nostra ragione, la quale può eventualmente intervenire solo in un secondo tempo (magari col famoso senno del poi), ostacolata dalla testardaggine che normalmente ci accompagna. Per questo mi “suona male” la tua affermazione di aver scelto di dare fiducia ad una persona: quasi tu volessi dirmi che l’istinto ti diceva il contrario ma l’hai fatto lo stesso?
La domanda che poni a te stessa nella risposta a Saichisono… ascolta te stessa e… segui l’istinto: ne sa molto più di quanto possiamo immaginare. Molti possono darti consigli, ma nessuno ti può conoscere come tu puoi conoscere te stessa! Chiaro che in ballo sarà anche qui la sincerità, che in un post precedente abbiamo già classificato come difficile anche (e soprattutto) nei confronti con se stessi.
Ciao.
Beh, c’è una netta differenza, se sono io a darmi della scema può essere un modo per sdrammatizzare la situazione usando l’autoironia; dare del scemo agli è chiaramente un’offesa.
Sai, io dell’istinto mi fido sì e no, avendo di fronte la persona è una cosa, riesci anche farti un’idea, ma qui sul web è fin troppo facile essere accattivanti e risultare simpatici… fingendo. E poi c’è chi fa fatica ad esprimere ciò che ha “dentro”, un po’ per timidezza, un po’ imbarazzo o per difesa, e questo disagio può essere recepito dall’altro come una sensazione negativa (succede con la timidezza che spesso viene “vinta“ con una finta disinvoltura, quasi spavalderia). Per cui in genere tendo a lasciare uno spiraglio e ad attendere, sospendendo anche il giudizio.
Io penso che istintivamente puoi sentirti ben disposto, fiducioso, rilassato, speranzoso di fronte a una persona che emana positività. Ma quando stabilisci una qualsiasi forma di relazione dare e ricevere fiducia secondo me è un atto che richiede responsabilità da ambo le parti. È come stabilire un patto di lealtà, oserei dire. Credo che i rapporti umani dovrebbero essere presi molto più seriamente di quello che accade oggi, essere amico di tutti spesso equivale a essere amico di nessuno, si tende a dire no?
Grazie per il consiglio finale. Sai, c’è chi pensa che io a volte sia fin troppo rigorosa con me stessa. Ma, come dice Betty, se non sei tu in buona fede con te stesso e con gli altri come puoi pretendere che lo siano gli altri?
Buona serata, bel confronto di idee…
@ Loris
Preferisci essere diffidente?
Una volta pensavo anche io che la diffidenza mi avrebbe protetta da ogni tipo di aspettative, con l’ esperienza ho trasformato la parola ” diffidenza” in “consapevolezza ” e quindi ho realizzato che la diffidenza che noi vediamo negli altri potrebbe essere la stessa che gli altri vedono in noi, magari sotto forme , tempi e modi diversi….e così arriviamo a diffidare persino di noi stessi? Beh se lo facessimo eternamente vivremmo in base a quel che è giusto per gli altri e non per noi stessi, ma mettersi di tanto in tanto in discussione penso faccia bene ad ognuno di noi.. Poi l’ equilibrio nei rapporti umani credo che non è mai perfetto ma , ci si potrebbe lavorare se si è disposti a donare “amore gratuito” prima di riceverlo…
Se esistono i ” giudizi affrettati” ….esistono persone che li hanno dati e persone che li hanno ricevuti vi pare?Magari tante volte non ne veniamo mai a conoscenza di aver avuto un giudizio affrettato così come non riusciamo mai ad esternarlo per svariate ragioni..
@Mr.Loto
Quale sarà il suo giudizio,indipendentemente dall’ essere affrettato o meno ,se per certi periodi leggo senza commentare ?
Una lieta serata a tutti…
Ciao Saichisono.
Non sono stato chiarissimo, ma fra le righe puoi capire che “preferirei” essere diffidente, anche se in realtà succede il contrario.
D’accordo che io giudico gli altri e sono contemporaneamente sottoposto al loro giudizio. Ma questo non è un gatto che si morde la coda, come mi sembra tu voglia farmi capire. Sono due cose che viaggiano per conto proprio, ognuna sulla sua corsia, anche se equivalenti. Semmai, io non uso falsità come possono fare gli altri. Se da una parte posso avere la certezza di me stesso, proporzionalmente alla conoscenza che ho di me, riguardo agli altri avrò solo il dubbio, da confermare o smentire di volta in volta a mano a mano che raccoglierò elementi di valutazione.
Ciao.
“Semmai , io non uso falsità come possono fare gli altri..”
Ti chiedi mai con sincerità il perchè almeno di una volta tu abbia usato anche contro il tuo volere , quella falsità?Mi puoi dimostrare virtualmente il non uso della tua falsità ….da cosa dovrei capirlo?Ecco che scatta la diffidenza!
A cosa ti servono tutto quegli “elementi di valutazione”, a capire cosa si insidia nella mente delle persone che si aggrappano ad un cimitero virtuale illudendosi che fosse una nuova fioritura di vita?
Sai una cosa Loris tu cerchi ” elementi di valutazione” che ti possano confermare o smentire le tue analisi per non so cosa, studio, ricerche, passioni….Io invece cerco di soddisfare le mie esigenze di una realizzazione utopistica , purtroppo , nel vedere un giorno un grande risveglio spirituale in tutte le persone che lo confondono con il mondo virtuale , dove l’ASSENZA STA SOSTITUENDO L’ ESSENZA…
Un caro saluto.
Ciao Saichisono.
Scusami, ma… stai facendo un minestrone di tutto, e provo a spiegarti perché.
In qualsiasi istante IO posso sapere se sono sincero o no. Mentre non posso MAI essere certo della sincerità degli altri, almeno a priori. Posso fidarmi, oppure no, e probabilmente il mio istinto mi darà dei consigli, che la mia mente potrà seguire oppure no. Gli elementi di valutazione (è più chiaro se li chiamiamo verifiche/constatazioni?) servono a confermare o smentire il giudizio che mi sono fatto, e che posso aver seguito oppure no. Influenzabili dal pregiudizio, se vuoi, ma servono a me stesso, e basta. Cosa vuoi che centrino analisi/studio/ricerche/passioni?
… grande risveglio spirituale! Ma non basterebbe scoprire noi stessi? Cioè come siamo veramente, “dentro”?
Ti saluto anch’io.
E come siamo veramente dentro?
Per caso imprigionati in quegli elementi di giudizio che ci portano ad analizzare comportamenti virtuali anomali o paranoici , con la speranza che quell’ IO sia soddisfatto dalla conferma o dalla smentita a cui il suo ego deve dar conto….tanto meglio se influenzati dal ” pregiudizio “.!!
COME SIAMO VERAMENTE DENTRO?
Perchè le persone si suicidano, perchè si commettono omicidi, perchè ci sono state le guerre e continuano ad esserci?
Dammi una risposta su quale percorso seguire affinchè conoscendo noi stessi smetteremo di farci del male.
Potrei dare un giudizio su di te?
No.. non voglio farlo perchè io non sono migliore di te o superiore a te, mi dispiace ma da quello che ho scritto potrebbe essere una smentita per me , perchè sembrerebbe che io ti abbia giudicato per sentirti attaccato, dal modo in cui mi hai risposto e da quello in cui io ti ho risposto..
…. per il grande risveglio spirituale.
Preferisco fermarmi qui, perchè a volte il mio spirito ha bisogno di essere compreso e chi meglio di me può capirlo..
Grazie Loris
Apprezzo sempre i commenti perché mi permettono un confronto e spesso delle riflessioni ma, ovviamente, non li ritengo obbligatori. Anche io non commento tutto quello che leggo.
Ciao, a presto.
Non ritengo giusto giudicare. “Chi sono io per…” Lascio il compito a Colui che sa farlo benissimo.
Sul Web poi…..
Buon pomeriggio caro Mr. Loto. Tornerò presto!!!
Sono d’accordo con te. 😉
Ciao Lucia, spero che tu stia meglio, ti aspetto sempre volentieri.
A presto.
Capita, a volte anche troppo spesso, proiettiamo sugli altri quello che in realtà è dentro di noi, dalle paure ai nostri difetti.
Buona giornata
Si, capita… se però non ne diventiamo consapevoli, questo atteggiamento può crearci dei problemi. Per questo è bene rifletterci sopra! 😉
Ciao Carola, a presto.
Saichisono 23/11 20.27
Tranquilla, quando uso la testa ci vuole un po’ più di impegno (talvolta stupidità, ma non è il tuo caso) per farmi arrabbiare. E tendenzialmente non mi sento superiore a nessuno. Semmai diverso, ma niente più.
Il senso della mia risposta, che effettivamente sembra piuttosto “ruvido”, è che in questo caso non centra la psicanalisi, e che la constatazione riguarda solo noi stessi, in senso stretto. Cioè, sarò solo io a poter valutare se ho visto giusto o se mi sono sbagliato, restandone soddisfatto o deluso. Giusto o sbagliato non importa: per me conta solo la risposta che darò a me stesso.
Mi chiedi perché la gente si suicida, commette omicidi, scatena guerre? L’unica risposta che posso darti, e so già che farà inorridire Mr.Loto, e non solo, è che è nella natura dell’uomo. Non so com’era in origine, ma l’uomo, nella sua evoluzione, ha concentrato i suoi sforzi non per MIGLIORARE, ma per OTTENERE (in senso lato e assoluto), via via specializzandosi nel creare danno agli altri, ancor prima di cercare una crescita ed un miglioramento comuni (benessere generale), talvolta anche in evidente assenza di potenziale profitto personale. Dai oggi, dai domani, questo atteggiamento è entrato nel nostro DNA, e l’intervento di grandi personaggi che hanno anche provveduto a mettere in guardia da questo comportamento è stato a sua volta strumentalizzato da qualcuno, portando a risultati diametralmente opposti a quello che era nel loro intento originario.
Riguardo il grande risveglio spirituale… ti sei già data la migliore risposta possibile.
Ciao.
Anche se non riesco ad accettare che la “violenza” è nella natura dell’ uomo, come tu dici, non è detto che non sia vero , e non è detto che bisogna rassegnarsi non cercandone la causa.
Ho diverse difficoltà a comprendere tante cose , ma soprattutto mi spaventano meno le persone che danno giudizi affrettati, perchè agiscono d’ istinto e non quelle che calcolano, premeditano passando all’ azione successiva di attacco….magari sulle persone più deboli caratterialmente e umanamente.
Se invertissimo la rotta Loris?
Nel senso che si parlasse piu’ di Amore e meno di Odio e violenze, non dimenticando mai chi soffre, in fondo la società non è altro che una famiglia, se si da un buon esempio aumenterebbe la possibilità di una convivenza più pacifica…il problema è ;chi rappresenta i genitori in questa società se nemmeno nelle vere famiglie hanno più un ruolo preciso?
Sono serena che tu non ti sia sentito offeso, grazie per avermi risposto.
CIAO
Ciao Saichisono.
Io ammetto i giudizi affrettati perché sono convinto che sono figli del nostro istinto, che normalmente tendiamo a trascurare, soffocandolo con la ragione. L’istinto, secondo me, è quello che ci rimane dello “stato animale”, che ci serviva (e servirebbe tutt’ora) per difenderci in situazioni che la ragione non riesce a percepire, o per lo meno non in tempi brevi. Dovremmo farli coesistere dentro di noi, magari imparando ad utilizzarli dando loro un senso preciso. Rendiamoci conto che entrambi possono essere sia giusti che sbagliati, ed entrambi ugualmente influenzabili.
Invertire la rotta! Purtroppo parlare di Amore fa meno notizia, ed accalora molto meno gli animi. Mi torna alla mente una storiella a fumetti letta quand’ero ragazzino (cioè milioni di anni fa) sul “bauscino” (giornaletto sportivo/calciofilo milanese che non so se esiste ancora) nella quale venivano distribuite gratuitamente caramelle che facevano cessare il tifo agli stadi. Quando è stato scoperto il “misfatto” i tifosi sono insorti, e i responsabili castigati, perché il calcio non può sopravvivere senza il tifo. Se venisse inventata una pastiglia per distribuire pace e serenità… ci sarebbe sicuramente qualcuno a cui non sta bene. Il solito discorso che il Potere VIVE di cose quantomeno discutibili.
Ciao.
Se venisse inventata una pastiglia per distribuire pace e serenlità forse tanti vorrebbero prenderla perchè per tanti assumere un farmaco vuol dire curare , uscire fuori da un dolore e chissà in questo caso servirebbe a donare un effetto placebo a chi non vuol soffrire per l’ assenza di questo amore….
Io penso che spesso la mancanza di amore nelle persone è una delle cause della presenza della violenza e dell’ odio nelle stesse……
Vuol dire Loris che ci impegneremo a ricercare questa pastiglia correndo il rischio che davvero a qualcuno non stia bene….è sempre un rischio minimo rispetto all’ assunzione di altre sostanze che compongono altri tipi di farmaci…
È vero quello che hai scritto però, non è per niente facile arrivare ad un risultato univoco…..ci sarà sempre qualcuno a cui non va bene…
E chi vuol dare un giudizio affrettato su questa verità …..non sarò io a negarglielo.
Un caro saluto Loris ed un grazie a Mr. Loto
Ciao Saichisono.
Se è per quello, la pastiglia che distribuisce pace e serenità esiste già, e si chiama droga. Non so se definirla cura o placebo, ma non mi sento proprio di consigliarla, visti gli effetti collaterali… e le infinite implicazioni che ne possono scaturire.
La pace e la serenità dobbiamo scoprirla dentro di noi, nelle piccole cose di tutti i giorni, anche “a rischio” di tornare bambini.
Scusami per il ritardo nella risposta.
Ciao.
Beh, io in genere non parto mai prevenuta nei confronti delle persone e cerco sempre di vederne i lati positivi, pur mantenendo un minimo di diffidenza perchè, come ben sappiamo, la fiducia è una cosa seria! Soprattutto, prima di farmi un’idea su una persona, cerco di conoscerla meglio e non mi faccio influenzare dalle opinioni degli altri. Ne tengo conto, ma poi cerco di ragionare con la mia testa. In particolare, tanti anni fa, ho imparato molto da certi miei allievi, ragazzini che vivevano tutto il giorno sulla strada, che non erano seguiti dai genitori, che avevano fratelli più grandi con i capelli lunghi, i pantalon strappati e l’aria poco raccomandabile…Mi ero avvicinata a loro perchè suonavano e mi incuriosiva quella loro bravura fatta di improvvisazione e talento naturale e avevo scoperto un mondo fatto di lealtà, amicizia, sentimenti profondi e…gentilezza. Sono passati vent’anni e voglio ancora bene a quei ragazzi, ora uomini. Non mi hanno mai delusa e mi hanno regalato il loro affetto sincero e un grande rispetto. Da quel momento non mi sono mai più permessa di pensare male di qualcuno solo vedendone l’aspetto e ho sempre cercato di guardare “dentro”. A volte, proprio le persone che sembrano più rispettabili, sono quelle che hanno meno valori morali.
Quello che hai scritto mi è piaciuto molto, soprattutto perché è il frutto di una tua esperienza diretta. L’apparenza inganna più di quel che vogliamo ammettere a noi stessi… e si, sono d’accordo con te, spesso le persone peggiori si nascono dietro a delle perfette facciate.
Ciao, buon fine settimana.
Col senno di poi…! Mi è capitato di dare giudizi affrettati, ci si trova proprio nelle condizioni dell’uomo descritto da Lao Tzu, capita di vedere ingrandito come i cavalli, insomma per intenderci non mi funzionava il sistema di raffreddamento. Ho fatto tesoro di quel periodo! Buon fine settimana!
…l’importante è imparare sempre qualcosa dai propri errori! 😉
Ciao, buona serata.
Scusate se m’intrometto, ma… °_°
“capita di vedere ingrandito come i cavalli, insomma per intenderci non mi funzionava il sistema di raffreddamento”
?? ma perchè parlate in modo così criptico?
Ciao Leda sono contenta che tu non abbia compreso le mie parole…, vuol dire che una simile esperienza non l’hai vissuta altrimenti ci saremmo intese.
Risposta a Leda 24/11/2016 19.04
Cominciando dal fondo… talvolta bisogna anche saper perdonare… se stessi.
Ed ora, Mr.Loto permettendo, vorrei approfittarne per affrontare un argomento, sicuramente fuori tema rispetto al post, che però raramente viene trattato.
Sono convinto che quando noi “adottiamo” un nick-name, lo facciamo riferendoci a qualcosa di ben preciso, che solo noi conosciamo. Credo che nessuno metta in sequenza “a caso” alcune lettere dell’alfabeto… e ne adotti il risultato. Il nomignolo che adottiamo è sempre frutto di un ragionamento, di un processo mentale, e mai a caso. Ricordo che io stesso, tanti anni fa (l’espressione nick-name era ben lungi da essere inventata) usavo, in talune occasioni, lo pseudonimo di Charlie Brown, proprio perché mi riconoscevo sotto molti aspetti in quel personaggio. A volte il nomignolo che ci auto-affibiamo esprime l’opinione che abbiamo di noi (Zorro, Superman, ma anche “il pollo”), magari anche solo momentanea, e pertanto, probabilmente senza rendercene conto, inviamo un “messaggio” all’interlocutore di turno. Che poi siamo noi i primi a riderci sopra, è possibile (o addirittura probabile), ma succede anche perché spesso sorridiamo alle emozioni forti, ed in quel momento stiamo esternando (inconsciamente), qualcosa di strettamente personale, rivelandolo ad altri anche se in forma criptata. Oppure lo facciamo tramite un nomignolo perché non troviamo altro modo per farlo, ed il nomignolo stesso esprime per noi la situazione.
E’ sicuramente un’opinione personale, ma mi permetto di darle un’importanza che, di solito, tendiamo a trascurare.
Adesso capisci perché mi sono permesso di dirti che non mi piaceva il tuo nick-name? Hai perfettamente ragione che ognuno può definire sé stesso come meglio crede (mentre se la stessa definizione viene fatta da un’altro, può essere considerata un’offesa). Ma in quel momento, almeno per me, ti stavi presentando con un biglietto da visita improprio, se non addirittura sbagliato. Per lo meno ai miei occhi. Soprattutto tenendo conto che è stata la prima volta che ti ho “incontrato”. Pensarti utilizzando quella “definizione”… mi pareva quasi di offenderti.
Chiedo venia se ho annoiato qualcuno: non era questa la mia intenzione.
Ciao a tutti.
Non giudicare per non essere giudicato.- Solo Uno è Giudice dei nostri pensieri. Lasciamo fare a Lui.
Noi spesso sbagliamo.
Amo andare incontro alle persone. Mi viene naturale accarezzare un volto triste, ascoltare e cercare una parola buona per strappare un sorriso.
E se invece è una persona facile al sorriso come me allora sì che ci divertiamo con allegre risate!!!
Ho preso dei “topic” ma li ho gettati al vento del perdono, anche se purtroppo ricordo. Ma un abbraccio fa sempre bene a tutti.
E ora buonanotte e “fate bei sogni”. Abbraccio mr. Loto.
Ricordare non dovrebbe essere un “purtroppo”, anche se può essere doloroso. Come abbiamo detto in un altro post, tutto serve alla nostra crescita!
Ciao, a presto!