La vita e la morte si alternano su questa terra in un balletto infinito ma, mentre la vita non suscita grandi riflessioni, la morte fa sempre un certo effetto. È come se l’essere umano si rendesse davvero conto della fragilità della sua esistenza soltanto nel momento in cui vive la perdita di qualcuno che gli è caro.
Un lutto genera tristezza ed un dolore spesso schiacciante che costringe le persone a fare i conti con se stesse, con quello che provano, con la vita e la morte. Una morte che consideriamo ingiusta. L’idea di non poter più vedere quella persona, il senso di impotenza davanti ad un evento così irreparabile, ci fanno piangere. Ma ci fanno anche riflettere sul fatto che non possiamo scegliere ogni cosa, nonostante il nostro ego ci faccia credere di si.
La vita e la morte si rincorrono su questa terra. Questa è la natura dell’uomo e di ogni essere vivente. Chi vive infatti, prima o poi morirà. E non è così importante la durata di una vita quanto piuttosto il valore che attribuiamo alla vita ed alla morte.
La Vita e la Morte, Riflessione
Una domanda interessante potrebbero essere questa: la vita e la morte cambiano valore da una persona all’altra? Una vita ha più valore di un’altra? Una morte può essere più giusta di un’altra?
Me lo chiedo perché vedo tanta disperazione quando un giovane muore all’improvviso. Se però quello stesso giovane invece che sano fosse stato immobilizzato in un letto, molti avrebbero invocato la sua morte per eutanasia come qualcosa di giusto.
Allora mi chiedo se chi può camminare, vedere o sentire è in qualche modo più vivo di chi non può farlo. In poche parole, il tipo di vita che viviamo è più importante della vita stessa?
Sicuramente nel nostro rapporto con la vita e la morte conta molto quello in cui crediamo.
Per come la vedo io spesso la morte è più provvidenziale di una vita che avrebbe potuto trascinare la persona verso una brutta direzione. Questa però è una di quelle cose che raramente vengono considerate perché tutta la nostra attenzione è concentrata sulla salute del corpo e non su quella dello spirito.
La scienza non è ancora in grado di spiegare la scintilla vitale del concepimento. Possiamo spiegare razionalmente la morte ma non la vita. Buffo per un essere che considera spesso la morte come qualcosa di ingiusto ed accetta la vita invece, come un ovvio dato di fatto.
Difficile questo tuo post, anche se vita e morte ci accompagnano sempre. Difficile è conviverci. Non si vorrebbe morire ma non c’ è scampo prima o poi capita a tutti senza distinzione di razza o ceto sociale. Credo che sia una di quelle cose che non fa previlegi. Poi i sentimenti, quando nasce qualcuno gioia e dici Dio è contento, se muore qualcuno, bhe, qui arrivano i dubbi, perché? Perché a lui o lei? Perché era così giovane, così piccolo e innocente, perché? Guardiamo i fatti di questi giorni quanti morti, perché? Grandi interrogativi e io non ho risposte. Ho solo tanta fede e posso solo pregare.
Buona Pasqua a te e famiglia,grazie per essere passato da me.
Chiara
La morte è un grande mistero, così come la vita, e spesso è impossibile trovare delle risposte.
Il fatto è che, dato che è inevitabile ed arriva per tutti, senza distinzioni, dovremmo prenderci il tempo per rifletterci sopra, per imparare ad accettare e quindi a gestire meglio questo inevitabile destino che riguarda la nostra esistenza e che ci accomuna tra noi ed ad ogni altro essere vivente.
Trovo sia importante cercare una preparazione emotiva a qualcosa che non possiamo evitare. La preghiera può certamente essere d’aiuto.
Buona Pasqua anche a te, un abbraccio.
La morte…ogni volta che se ne parla penso….meno male che esiste, l’eternità….non immagino come potrebbe essere vissuta, ma sicuro non fa per me, la morte io la vedo come una una rinascita, una alternativa giusta.
Non voglio parlare per terzi..ma solo come mia opiione, anche perchè ci sarebbe da scrivere libri, l’unica cosa che mi dispiace e che: tutti cercano di insegnarci a vivere secondo usi e abitudini senza darci l’occasione di scegliere,ma nessuno ci insegna a morire anzi ci si presenta come una cosa cattiva…,per me non lo è affatto.
Il tuo modo di interpretare la vita, la morte e l’eternità è molto vicino al mio, quindi condivido quello che hai scritto.
Mi dispiace averti risposto soltanto ora, il tuo commento mi era sfuggito.
Buon fine settimana.
La logica, razionale conclusione, fine della vita è la morte; questa ha spiegazione pertanto ben delineata nei suoi contorni eccetto che non il momento del trapasso, prima che questo avvenga.
La vita ha una sua spiegazione logica, razionale e la Scienza, passo dopo passo, Biologia in particolare, ci dice (esemplifico) che è il risultato di trasformazioni di ciò che esiste in Natura.
Mi soffermerei sul particolare che taluni, moltissimi, vivono la vita come se non li attendesse l’altra realtà; accumulano sostanze, potere, direi che non vivono una vita serena, per quanto possibile e … finiscono al pari – più o meno – degli altri coevi.
Questo non riesco, razionalmente, a spiegarmelo.
La morte non è ingiusta, è una Livella; è la vita che è non sempre – quasi mai – giusta ed al pari delle aspettative, anche le più “tranquille”.
Il “dopo”? Lasciamolo ai credenti; noi atei, agnostici et similia pensiamo al durante, vivendo un percorso senza paure e/o genuflessioni, se non alla morale ed al rispetto della Natura con tutti i suoi segreti che l’Uomo talvolta carpisce, passo dopo passo.
Ciao da luigi
Credo che tutti noi, in quanto esseri umani, ci preoccupiamo del “durante”. In fondo è l’unica cosa che ci è dato conoscere e, almeno in parte, gestire. La morale ed il rispetto per la natura e per gli altri sono il modo migliore di attraversare questa nostra esistenza terrena… ed anche questo vale per tutti.
Ciao Luigi, ti auguro delle serene festività.
La riflessione di un “grande”:
”
Editoriale
Chi ha paura della morte? di
Tiziano Terzani
Perchè il morire ci deve far così paura?
E’ la cosa che hanno fatto tutti! Miliardi e
miliardi e miliardi di uomini, gli
assirobabilonesi, gli ottentotti, tutti ci
sono passati. E quando tocca a noi, ah!
siamo persi! Ma come?! L’hanno fatto
tutti. Se ci pensi bene, questa è una
bella riflessione che molti hanno fatto
ovviamente: la terra sulla quale viviamo
in verità è un grande cimitero. Un grande,
immenso cimitero pieno di tutto quello
che è stato. Se scavassimo, troveremmo
dovunque ossa ormai ridotte in polvere,
resti di vita. Ti immagini i miliardi di
miliardi di miliardi di esseri che sono
morti su questa terra? Sono tutti lì! Noi
camminiamo continuamente su un
enorme cimitero. E’ strano, perchè i
cimiteri come noi li concepiamo sono
luoghi di dolore, di sofferenza, di pianto,
circondati da cipressi neri. Mentre in
verità il grande cimitero della terra è
bellissimo, perchè è la natura. Ci
crescono sopra i fiori, ci corrono sopra le
formiche, gli elefanti.
”
Ciao
Ti ringrazio per aver riportato questa bellissima riflessione di Tiziano Terzani… è stata una persona di grande sensibilità ed intelligenza, che ammiro moltissimo.
Ciao, buona giornata!
Grazie per le tue bellissime parole Mr., che arrivano dopo un periodo (un mese e mezzo) per me segnato dalla prematura scomparsa di due amici, miei coetanei.
Non posso che essere d’accordo con te…
Contraccambio qui, per gli auguri per una serena Pasqua e ringraziandoti per essi e per l’apprezzamento da me, Mr.
Un sorriso, alla prossima,
ciao
Ondina
Ciao Ondina, mi dispiace molto per la tua perdita.
Spero che tu possa ritrovare presto il sorriso.
Ti abbraccio.
Caro Mr. Loto, la vita è solo una Casualità, per tanti felice per altri no
Viviamo nella certezza della morte ma facciamo finta che toccherà sempre ad altri
Non siamo padroni di decidere un bel niente anche se facciamo progetti a lunga scadenza
Certo che se si pensa a un albero o una pietra che vive molto più a lungo dell’ Uomo, ci si rende conto di come sia inutile questa Cosa che chiamiamo Vita
Buona e Santa Pasqua
baci
Mistral
A me non pare che la vita sia inutile, anche se nell’ordine della cose è davvero brevissima.
Abbiamo poco tempo a disposizione ma, se lo spendiamo bene, è abbastanza.
Ogni essere umano può fare la differenza nel suo tempo, se lo vuole sul serio. E tutti possiamo lavorare per fare in modo che il nostro genere umano possa elevarsi nelle generazioni future.
Grazie Mistral, buona Pasqua anche a te ed un abbraccio.
Buon giorno caro Amico, la vita e la morte sono cosa che fanno parte del nostro essere… sono poco preoccupata sul fatto se io un giorno devo morire non ho paura, nutro una speranza che dopo questa vita sia una vita migliore.. ovviamente e doloroso perdere una persona di cui si affeziona o un animale..
Mio padre disse una volta: la morte deve essere molto bello fin ora e nessuno tornato. … leggendo nella bibbia e scritto che tutti noi un giorno abbiamo la nostra resurrezione.. vedremo …
meglio pensare alla vita, ogni giorno e una opzione di migliorare e di cambiare.. la vita e un dono e prezioso … abbi sereni giorni di Pasqua un abbraccio Rebecca ♡
Hai ragione, è meglio pensare alla vita e a migliorare la nostra e quella degli altri, giorno dopo giorno… ovviamente perdere qualcuno che si ama è sempre doloroso ma dobbiamo cercare di “prepararci” a questo, nei limiti del possibile, dato che sono eventi purtroppo inevitabili.
Ti abbraccio anche io e ricambio con affetto gli auguri di buona Pasqua.
Buona Pasqua e buona Pasquetta, a Te e alla tua famiglia… un abbraccio Rebecca ♥
Quando si è giovani, si vive una vita spensierata, come se malattia e morte non ci potessero mai toccare…
Ma ad una certa età arriva la consapevolezza della verità, e ci sentiamo impotenti ed impauriti perchè aggrappati… chi ai propri sogni, chi a beni materiali, chi ai propri cari…
Io trovo la morte ingiusta quando ad esserne privato è un bambino… strappato come un tenero fiore…
o quando viene privato precocemente della sua mamma…
Ma penso anche che alcune vite vengano sacrificate per altri scopi a noi sconosciuti, e questo anche se è difficile da comprendere… può aiutare chi ha Fede.
Ti lascio una frase che mi piace molto di “Williams James” che dice: “L’uso migliore della vita è di viverla per qualcosa che possa durare più della vita stessa”
Voglio augurare a te, a Loris e a tutte le persone che sono passate e passeranno di qua, una Santa Pasqua serena nel cuore… non facciamoci togliere la speranza di un mondo migliore!
Un abbraccio con stima
Come sempre quello che hai scritto è molto vero e si percepisce che è il frutto di una buona introspezione.
Molto bella la citazione di James. Proprio oggi riflettevo sulla vita di Emily Bronte ed altri autori che, pur avendo scritto un solo libro, hanno lasciato qualcosa di se stessi alle generazioni future. Tuttavia non credo sia il compito di tutti sopravvivere nel ricordo per secoli… ma certamente è compito di tutti cercare di restare nei cuori di chi ci ha conosciuto!
Grazie per i tuoi graditissimi auguri Betty, ti auguro anche io di passare una Pasqua gioiosa e piena di luce!
Ciao Betty.
Te lo dico subito: oggi sono in vena di contestazioni: il meglio del mio “Bastian Contrario”.
Quando dici”ingiusto che un bambino…” non sappiamo se ha compiuto il suo percorso, o semplicemente è stato messo su una pista sbagliata, e quindi non possiamo giudicare se è bene o male che se ne vada. Se la vedessimo in questo modo (e qualcuno lo fa), soffriremmo meno, o forse proveremmo addirittura gioia per quell’essere che è giunto alla meta.
Della frase di William James, è perché per noi è importante “la continuazione”, quindi anche oltre la morte. Io, ad esempio, sarei lieto di sapere che con me finisce tutto, e quindi non cerco di fare qualcosa che mi porti avanti nel tempo, oltre il limite della vita stessa. Accetto il mio ruolo (che non conosco) finché dura, e lo accetterò (spero) anche dopo, qualunque esso sia.
Ma gli auguri li accetto ben volentieri, e li contraccambio di tutto cuore. E che la Pasqua (che mi dicono significa “passaggio”) sia per te, e per tutti, il confine verso una vita serena.
Ciao.
Ciao Loris,
tu sarai pure contestatore, e io mi ritengo la persona più testarda del pianeta aahahah!!!
Ho detto che trovo ingiusta la morte di un bambino, aggiungendo anche che… alcune vite (tipo queste) sono sacrificate per uno scopo a noi sconosciuto. Quindi come vedi avevo già giustificato la mia “protesta”
Ma nonostante… lo trovo ingiusto! 🙂
Per la frase riportata di Williams James…
per me, essere ricordati oltre la morte non è tanto importante “la persona in sé”, ma sarebbe bello ricordare nel tempo ”l’esempio di vita” che questa persona ha saputo lasciare, per poterlo così tramandare ai posteri… non so se sono riuscita a spiegare bene il concetto…
Ma spesso capita che le persone che vengono ricordate di più nel tempo sono quelle che hanno saputo recare solo orrore e dolore.
Ciao Bastian Contrario! ◔◡◔
L’argomento in discussione appare come un gomitolo di lana aggrovigliato accantonato in un angolo da un gatto!
Cercherò di sbrogliarlo! Ho perso mio padre da appena un mese. Impotenza, lei dice Mr. Loto. E come non provarla quando il suo male è stato più veloce del nostro bene. Segatura fine e vernici forse hanno contribuito ad intasare i suoi polmoni. “Gli artisti sono pochi e malpagati!”, diceva. Non avrebbe mai cambiato il suo lavoro neanche per guadagnare di più. Fragilità anche, le confidenze, le promesse sepolte insieme a lui. Devo farmene una colpa? Ha costruito la mia educazione attraverso aforismi e proverbi, che io ancora oggi tramando ai miei figli.
Ho voluto raccontarvi uno stralcio di vita, spero di non avervi rattristato. Buona Pasqua a lei Mr. Loto ed ai visitatori tutti!
Non devi fartene una colpa Rosanna. Quello che penso è che la morte fa parte della vita, è inevitabile per ognuno di noi… e se anche è impossibile non provare determinate emozioni davanti alla morte di qualcuno a cui abbiamo voluto bene, è sempre possibile cercare di concentrare la nostra mente ed il nostro cuore maggiormente sul privilegio che abbiamo avuto nello stare accanto a quella persona quando era in vita.
Tuo padre è sempre con te, perché è nel tuo cuore e da là nessuno mai potrà portartelo via.
Ti abbraccio.
Dimenticavo! Una frase di Ernest Hemingway: Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te,
Una frase che fa riflettere.
Grazie per gli auguri, anche io ti auguro di passare una Pasqua serena.
biologicamente non è un mistero la morte, le cellule invecchiano e muoiono…dovremmo accettare questo evento, inutile il rifiuto.quello che invece mi fa imbufalire è la morte di un 30enne e la vita a oltranza di un 96 enne magari anche spaccamaroni. quale disegno divino potrà mai esserci dietro? per me nessuno, è solo il kaos che governa…
Io ho sempre pensato che quando una persona muore, che sia giovane o vecchia, ha concluso il suo ruolo sulla terra, ha fatto tutto quello che doveva/poteva fare per il suo spirito e per quello degli altri.
In fondo non sappiamo cosa c’è dietro le porte della morte… potrebbe essere molto diverso da quello che noi ci aspettiamo.
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla.” Lao Tse
Tanti auguri di buona Pasqua.
Proprio il quesito di Pasqua (che mi dicono significare “passaggio”). La vita e la morte: probabilmente i due principali misteri dell’uomo. La vita si può constatare, ma non si sa da cosa abbia origine (la famosa scintilla???), come si può constatare la morte, ma non si sa di cosa è fatta, ed a cosa essa conduca. Nessuna prova a sostegno di entrambe, ma solo tante convinzioni, più o meno logiche, più o meno filosofiche.
Pochi pensano che possano essere solamente due realtà, l’una conseguente e opposta all’altra (e viceversa), che semplicemente non dialogano fra di loro. Soffriamo per il passaggio dalla prima alla seconda (vita-morte), ma non pensiamo che il passaggio contrario (morte-vita per chi crede nella reincarnazione, o semplicemente nascita) non abbia poi motivo di grande gioia (se la morte è una liberazione, la vita è una condanna).
Il nostro modo di vedere, egocentrico ed assolutista, consente di riconoscere la vita solo nella forma convenzionalmente nota, mai qualcuno penserebbe che i sassi hanno o sono una forma di vita. Qualcuno cerca la vita su altri pianeti… ma se la trovasse in forma diversa dalla nostra, la riconoscerebbe come tale? Ed a ogni forma viene attribuito un valore, sempre in base ai nostri criteri di valutazione: una pianta, un filo d’erba, non hanno lo stesso valore di una specie animale, men che meno di una vita umana.
Quante ore di studio filosofico sono state spese per questo, ma chissà se mai troveremo una risposta certa.
Nell’attesa… buona Pasqua a tutti.
Dubito fortemente che troveremo mai una risposta certa, almeno per quanto riguarda la morte! Però, come sempre accade là dove il nostro intelletto non può arrivare, si possono fare supposizioni oppure, se si ha spiccata sensibilità, si può cercare di carpire il nostro piccolo pezzetto di verità con altri mezzi, quali l’intuizione e la percezione emotiva.
Grazie Loris, tanti auguri di buona Pasqua anche a te!
la vita e la morte sono secondo me parte di una stessa realtà, forse è difficile mettersi d’accordo su cosa sia la vita , se e in base a quali criteri possa chiamarsi tale ma anche cosa sia la morte ha bisogno di essere chiarita, perchè certe volte si è morti anche vivendo o forse sono solo sofismi di chi ha tanto e non se ne rende conto o scuse che ci raccontiamo quando vogliamo parlare di una cosa grande che in qualche modo ci sovrasta, ci impaurisce e ci riempie di difficoltà.
Credo che la morte fisica sia facilmente definibile. Quella di cui parli tu, per come la vedo io, è la morte dell’anima. Ci sono persone fisicamente vive che sono morte dentro… e questa secondo me è la condizione peggiore che possa esserci per un essere umano anche se, fortunatamente, si può sempre rimediare se si vuole.
La morte spaventa perché ci è ignoto quello che verrà dopo ma, come diceva il grande Paolo Borsellino, chi non ha paura di morire muore una volta sola.
Tanti auguri di buona Pasqua.
Di nuovo un post molto profondo …e difficile. E’chiaro a tutti che non tutte le vite sono uguali ( purtroppo ) si pensi al clamore che si da’ quando succedono tragedie in alcune parti del mondo e quanta poca ( o nulla ) attenzione si presta a chi muore i altre zone del mondo.
Sono assulutamente d’ accordo con te quando scrivi che spesso la morte è più provvidenziale di una vita che avrebbe potuto trascinare la persona verso un’esistenza che forse vita non lo sarebbe. Ho riletto le parole di Betty e ho pensato a me, io la morte l’ho trovata ingiusta e’incomprensibile quando mi ha strappato mio padre ed io ero molto giovane. La maturita’ ti aiuta a capire che non c’ e’niente di giusto, ma neanche di ingiusto nella morte, avviene e come tutto cio’che fa parte della vita, va accettata anche se fa soffrire tantissimo.
Buona Pasqua caro Mr Loto
Proprio così, la morte va accettata ed è un bene, di tanto in tanto, rifletterci sopra. Sono convinto che aiuti a prepararsi psicologicamente a qualunque triste evenienza che, nella nostra società che corre sempre concentrata su altro, spesso arriva in modo emotivamente devastante.
Sogno un mondo in cui la vita di ogni essere vivente sia considerata sacra… e nel frattempo non perdo la fiducia nel genere umano!
Grazie Fly, ti abbraccio e ti auguro anche io una Pasqua lieta e piena di felicità!
E’ bello pensare che dopo la morte c’è qualcosa di più bello. Non penso solamente alla morte fisica ma a quel morire a noi stessi che ci libera per farci volare più in alto. Buona Pasqua!
Sono d’accordo con te! 🙂
Tanti auguri di buona Pasqua!
“Sicuramente nel nostro rapporto con la vita e la morte conta molto quello in cui crediamo.”, questo tuo passaggio è profondissimo (come tutto il post), e se mi permetti lo affinerei, aggiungendoci una personale convinzione: crediamo in rapporto a quanto cresciamo psicologicamente e spiritualmente. Da qui, il senso della vita, che si contrappone a quello della morte nella misura in cui diveniamo più o meno consapevoli riguardo lo scorrere del tempo.
Buona Pasqua, caro Mr. Loto, è sempre un piacere leggerti.
E grazie ancora per essere passato dal blog per gli auguri! 🙂
Mi è piaciuto molto come hai affinato il concetto, non posso che condividere quello che hai scritto.
Grazie Nick, buona Pasqua anche a te.
Ho ripreso i contatti.
Le Campane sono state sciolte e cantano il Gloria a Cristo Risorto.
Mr. Loto: la morte non è mai provvidenziale!!! C’è bisogno di respirare la Bellezza di un bimbo che nasce gridando al mondo Io sono arrivato a voi uomini tristi! IO LA MIA VALERIA LA VORREI QUI CON ME NON IMPORTA COME!
Proprio il mio parroco tanti anni fa mi diceva che è stato bene così: “Pensa se fosse rimasta al mondo paralizzata, oppure drogata o in qualche altra difficoltà che ti avrebbe reso la vita impossibile!” Mi spiace caro don…ma non hai capito niente avrei voluto dirgli. Ma per educazione e rispetto ho taciuto.
La vita: dobbiamo renderci conto di come è importante essere venuti al mondo: con quella storia che giorno dopo giorno si dipana tra pianti e sorrisi.
Bene. Compirò i 76 anni e ieri sera spiegavo a Paolo perchè ogni tanto sono taciturna. Perchè, ogni tanto, essere mendicante dell’aiuto altrui mi “pesa”
Lucia vivace, Lucia gioiosa, biricchina e non poco, insomma amante della vita e dell’amore. Mi ritrovo con un’infinità d’impedimenti. (mi hanno riconosciuto il 75% d’invalidità)
Però giovedì mattina alle 10 ca. prendevo il primo pullman, poi il secondo e sono arrivata in cimitero da Valeria e dal mio piccolo Luca. “Ho girato e rigirato ben sapendo dove andare…” Alle 16 e 30 ritornavo a casa. Stanca? Sì. Però ho fatto qualcosa che mi è piaciuto e mi sono sentita libera. Paolo è venuto a prendermi…..”No, lasciami qui. Sto bene”! A casa ho bevuto il tè, preso qualche pastiglia e ripreso in mano il bastone sono andata alla liturgia del Giovedì Santo! Ho letto, come di consuetudine la seconda lettura e il sacerdote, nell’Omelia spiegando appunto San Paolo “…è stata letta con voce limpida, chiara e …”soave!”
Tè capì!!! Beh alle otto ero a letto. Vita, vita, vita…..!
“State pronti perchè non sapete a che ora il Padrone arriverà…” Non ho paura io l’aspetto. E al Signore dico spesso: sì, sì portami pure da Valeria, io ti aspetto…ma solo io, non fare scherzi…..lasciami i miei cari! Li curerò poi da dove sarò. In Paradiso non penso…però non si sa mai.
Quante cose avrei da raccontarti…Valeria anche questa sera mi ha fatto incontrare una persona….è venuta lei da me, mentre accarezzavo e baciavo il costato di Gesù,( beh la statua di…)
Ho sentito una voce che diceva “scusi…” mi sono girata piano e poi mi ha raccontato la sua vita, triste, malata di cancro, vedova, ancora molto graziosa….Paola. Ci rivedremo. Quando è andata via ho pianto tanto……e domani la mia Eucarestia la dedicherò a lei e pregherò perchè il Signore mi aiuti ad aiutarla.
BUONA PASQUA Mr. Loto. Credimi la vita è VITA è amore anche nelle lacrime! Ciao
Lucia, quando ho scritto “spesso la morte è più provvidenziale di una vita che avrebbe potuto trascinare la persona verso una brutta direzione” intendevo per lo spirito.
Avresti mai voluto che Valeria condannasse la sua anima alla perdizione eterna? Questo, per quel poco che ti conosco, so per certo che non lo avresti voluto. Ovviamente non sto dicendo che se Valeria fosse sopravvissuta sarebbe accaduto, ma soltanto che Dio chiama a se le anime nel momento migliore per loro…. e come tu sai Lui fa sempre quello che è giusto, secondo una giustizia che nella maggior parte dei casi noi non possiamo comprendere. Ma tu hai tanta fede e questo ti sosterrà sempre.
Mi complimento per la tua vitalità, nonostante tutto, e ti auguro di mantenere questo brio fino alla fine.
E poi questa nuova conoscenza… Paola è stata fortunata ad incontrarti… o più probabilmente l’ha meritato. Quando si vuole aiutare qualcuno sinceramente ci si riesce sempre, perché anche quando ci sembra di non fare abbastanza solo la nostra presenza, il nostro interesse, cambiano la vita della gente.
Buona notte, a presto.
Dimenticavo che è anche importante morire bene….se si piò! La morte fa parte della vita è che non siamo molto preparati ad accettarla……Ancora grazie e Buona Pasqua! Eh domani S. Messa alle 0tt0! Urka!
Buona Pasqua anche a te Lucia, con tutto il cuore!
Lucia grazie del tuo insegnamento, del tuo modello di tenacia! Ci ritroveremo un giorno dove i computer non serviranno più, ci riconosceremo ugualmente. Buona Pasqua e sii serena!
Come dici tu la vita e la morte è un grande mistero. Oggidì si tende a esorcizzare la morte e quasi farla scomparire dalla vita, oppure renderla quasi una scelta. i bambini non devono vedere il nonno che sta male, oppure andare al suo funerale per non essere traumatizzato. Invece è così che facciamo scomparire la morte dalle nostre vite, e quando questa ci tocca da vicino allora si che tutto ci crolla addosso e ci sembra una ingiustizia. Mi sembra pura schizofrenia. Una volta tutto era più naturale perchè le famiglie erano numerose e le case spaziose contenevano due o tre generazioni. Quindi morte e vita nelle loro fasi convivevano assieme e tutto era più naturale. Buona Pasqua e buona Pasquetta! Auguri di cuore. ^_^
È vero, oggi facciamo di tutti per allontanare la morte e la malattia dalla nostro vista ma questo non serve ad eliminarle ma alimenta la nostra totale incapacità nel gestirle quando si presentano alla nostra porta. Per quanto riguarda i bambini credo che, invece di aver paura di traumatizzarli, dovremmo semplicemente prenderci il tempo di spiegargli certe cose. Loro riflettono sulla morte molto più di quel che crediamo e l’aiuto da parte di un adulto nel comprendere certe cose è di certo molto importante.
Buona Pasquetta anche a te, con tanto affetto!
Concordo.
Il punto è che consideriamo la morte come il massimo dei mali, e questo ci porta a non considerarla come parte di una vita, se non di un ciclo, e quindi da trattare con la maggior naturalezza possibile. Anche quando la vediamo come una liberazione… è quasi come darci una “pacca sulla spalla” ed andare avanti. Mai, comunque, che venga vista con serenità.
Ciao.
È così. Eppure, se ci pensiamo bene, non c’è nulla di più naturale.
Buon fine settimana.
“Prima di parlare domandati se quel che dirai corrisponde a verità, se possa provocare male a qualcuno, se è utile ed infine se vale la pena turbare il silenzio per quel che vuoi dire”.(Buddha).
Maestro sono certa che lei conosce molto bene questa frase…..giå ….. ma ha anche capito che spesso metterla in pratica non è sempre possibile, non lo è stato per me e credo nemmeno per lei…Mi dispiace e le chiedo di perdonarmi se ho fatto a pezzi un pezzo così saggio e vero..
Ho scelto di riscriverle pensando che ne valesse la pena turbare quel silenzio per quel che volevo dirle.
Tranquillo non intendo commentare ancora…volevo solo una forma di “riappacificazione tra me e lei”.
Buonanotte e tanti auguri di pace interiore…credo che ne abbiamo davvero tutti tanto bisogno
Lara, te lo dico con il cuore, non siamo mai stati in guerra ma, se preferisci, considerati perdonata e riappacificata.
Mi spiace che tu abbia deciso di astenerti dai commenti. Io al tuo posto cercherei soltanto di ascoltare di più, magari senza perdere le staffe o innervosirmi, quando qualcuno cerca di comunicarmi qualcosa che magari potrebbe aiutarmi ad essere più sereno.
Siamo tutti a questo mondo per imparare e non vale la pena di litigare tra di noi per chi ha ragione… dobbiamo semplicemente abbracciarci per quello che siamo, cercando di migliorarci anche attraverso le esperienze ed il punto di vista degli altri che magari dalla loro prospettiva riescono a vedere quello che noi dalla nostra non possiamo vedere.
Tanti auguri di buona Pasqua, anche se un po’ in ritardo.
Buondì, l’idea della scomparsa definitiva ricorre spesso. Noi stessi nel corso dell’esistenza siamo “colpevoli” della morte di una buona percentuale di esseri viventi. Insetti vari fastidiosi, in funzione delle scelte alimentari (se non siamo vegani o vegetariani) contribuiamo alla catena commerciale che fa arrivare sulle nostre tavole il cibo relativo. Se pescatori o cacciatori (ormai quest’ultima, categoria criminalizzata) ancora più direttamente.
Poi rimane il rapporto intimo sulla morte, da gestire come pensiero veloce o approfondire con dissertazioni filosofico-religiose. Insomma la morte è anche nella parola trasmessa o scritta, parte dell’esistenza. un tempo gestita, anche nei confronti dei bambini in modo meno asettico. Quasi sempre, specialmente in alcune zone d’Italia, morendo in casa, si entrava in contatto all’elaborazione del lutto e tutto il percorso che ne consegue in altro modo. Da tempo invece, si tende ad escludere (a mio parere non sempre ragionevolmente) ai più il concetto della malattia, della fine inequivocabile del percorso terreno. L’eccesso di tutela, crea un circolo vizioso dove alla fine si arriva impreparati alla altrettanto inevitabile, discesa alla fermata. Trovo quasi impossibile giustificare la morte di una persona giovane, penso ai bambini, secondo il mio metro (che giudico limitato) rispetto ai disegni più grandi universali. Quindi non nascondo che quando accade, trovo urticante e irrispettoso ogni tentativo di motivazione. Ripeto cosciente del mio limite sull’argomento. Delle bende consolatrici, di altri pensieri.
Alla fine, come sempre, tutto dipende molto da quello in cui si crede.
Senza dubbio chi crede in una qualche forma di esistenza dopo la morte, che sia esclusivamente spirituale o di reincarnazione, ha un rapporto più sereno con la morte, sia quando il pensiero riguarda se stesso, sia quando tocca qualcuno a lui vicino.
C’è da dire che però non si può scegliere di credere in qualcosa soltanto perché ci è più comodo o ci fa sentire meglio… questo sono cose che riguardano il nostro sentire personale che non può essere guidato esclusivamente dalla razionalità dato che nessuno conosce con certezza la realtà che ci aspetta dopo.
Magari non è utile cercare di trovare una motivazione alla morte di un giovane o di un bimbo ma di certo non è “irrispettoso”. Cercare una ragione spesso aiuta ad elaborare il dolore anche se non lo cancella.
Grazie Henry, un saluto e l’augurio di una lieta Pasquetta.
Ciao, grazie.
Piccolo p.s. Irrispettoso riferito nella pratica, spesso adottata di dare per scontato che chi si ha di fronte è in linea con le nostre convinzioni religiose. esiste una elaborazione diversa, pur rispettabile.
Posso parlare solo riguardo a me stesso: quello che mi sono permesso di scrivere a Lucia l’ho scritto esclusivamente perché so che le sue convinzioni religiose sono in linea con le mie.
Anche se non sono infallibile cerco sempre di rispettare il pensiero e le convinzioni altrui.
Ciao Henry, a presto.
In ritardo per dirti grazie per gli auguri, che ricambio.
Ciao, a presto!
Credo che le persone, prese dalla frenesia della vita, gli impegni, i problemi, le difficoltà, ma anche dalla corsa al benessere al divertimento e allo svago, soprattutto se si è giovani, tendono a vivere e basta, come se fosse per sempre. E’ chiaro che la perdita di qualcuno di caro, o semplicemente a noi vicino, crea come una battuta d’arresto a questo ‘flusso’ di vita che sembra naturale, quanto inarrestabile. E poi ci sono invece quelli che hanno il tempo di soffermarsi a pensare, soprattutto quando non si hanno più vent’anni, e si è vista tanta gente andarsene, anche persone vicine, conosciute, e magari anche più giovani. Gli eventi tragici poi ci propinano morte continuamente, di recente. Bisogna essere beatamente incoscienti per non pensare alla morte. E poi ci sono quelli, come la sottoscritta, che ci pensano, spesso, senza paura, ma con tristezza. Che pensano non solo alla propria, ma alla paura di perdere persone care, che si fanno ‘i film’ mentali di come vivrebbe senza lui o lei, su come potrebbe sopravvivere a tanto dolore…magari di notte, quando il sonno latita.. Beh…mi sono messa allo scoperto. Ma il tuo blog invita alla confidenza 🙂
Mi fa piacere che ti sei aperta. Credo che la tristezza sia naturale quando si parla di morte, soprattutto quando si pensa a quella delle persone alle quali si vuole bene… ma dovrebbe essere una tristezza legata alla mancanza della loro presenza nella nostra vita e non legata alla morte in se. Purtroppo è inevitabile e va quindi affrontata da tutti, prima o poi. Vederla come un’ingiustizia o una cosa spaventosa non fa altro che renderci tutto più difficile ed innaturale.
Mi scuso per il ritardo nella risposta e ti auguro una lieta serata.
Ciao Surfinia.
Ma ci pensi che ci sono popoli “primitivi” che festeggiano la morte perché pensano che qualcuno sta passando a miglior vita, senza gli affanni della vita terrena? Sai con quanta più serenità “vivono” il problema? E tieni presente che nel loro pensiero non contemplano il suicidio. Un po’ come dire “la vita va vissuta, tassativamente”; così come viene, e poi, quel che sarà sarà. Però noi li consideriamo primitivi.
Ciao.
Ciao Mr.Loto.
Intanto preciso che ho l’abitudine di rileggere gli interventi dei post precedenti all’ultimo, e quindi succede che intervengo “in ritardo”.
Bellissima la riflessione di Lao Tse che hai indicato in risposta a Vikibaum 26/04. Chissà, se potessimo cambiare punto di vista, se otterremmo le risposte che assillano la nostra esistenza.
In effetti, mi pongo delle domande, che non avranno mai risposta: le altre specie viventi si pongono tutti questi problemi sulla vita e la morte? Normalmente riteniamo di no, perché non sono dotati di “intelligenza” (???), ma vedo che difendono la vita… anche con la loro vita. Più di noi, esseri pensanti.
Inoltre, mi chiedo se, per un essere che vive pochi giorni (es. insetti), il tempo “percepito” passa alla stessa velocità che per un essere che vive centinaia di anni (es. testuggini). Cioè, se un essere deve vivere tutte le proprie esperienze (emozioni) in pochi attimi, mentre un altro le può spalmare in un tempo enorme. Questo influisce sulla durata delle “sensazioni” che accompagnano la vita, o sulla loro “qualità”?
Cogito ergo sum? Speriamolo!
Ciao.
Non credo che gli altri esseri viventi abbiano cognizione della propria morte anche se, certamente, comprendono quella degli altri, quando la vedono. Non so se ti è mai capitato di osservare degli animali assistere alla morte di un loro simile. Ogni specie reagisce in modo diverso ma è evidente che sanno che il compagno morto non si rialzerà mai più.
Il tempo è un concetto tutto umano. Anche qui osservando gli animali ti accorgerai che loro non hanno mai fretta… vivono semplicemente cercando di occupare un momento dopo l’altro. La prima regola, se vuoi avvicinare un animale selvatico, è proprio quella di non pensare al tempo che passa.
Io credo che se gli insetti hanno una vita breve e le tartarughe invece vivono a lungo è per la loro funzione, per il loro ruolo nel mondo.
In fondo penso in qualche modo sia così anche per gli esseri umani. Quando si è concluso quello che potevamo fare sulla terra, che ne siamo stati consapevoli oppure no, è tempo di andar via.
Questo, ovviamente, è solo la mia idea… nessuno potrà mai avere delle certezze in merito. E forse è meglio così.
Non riesco a non risponderti, poiché… il discorso si fa molto interessante, e mi dispiacerebbe abbandonarlo.
Sì, ho visto animali assistere alla morte di loro simili, e mi è parso di capire (forse una mia illusione?) che “gli stavano vicino per dargli serenità”. Quando il loro simile è spirato, molto semplicemente, se ne sono andati. E ti dirò di più: sono anche convinto che gli animali sanno “decidere” che è “ora di morire”, con grande naturalezza. Sarà forse una mia illusione, ma ho visto cose che me lo fanno pensare (e credo di non essere l’unico).
Gli animali non hanno fretta perché… non sono dominati dalla frenesia di controllare tutto e tutti, come invece succede nell’uomo. Vivono la loro esistenza, semplicemente e con naturalezza, rispettando delle regole che nessuno ha mai scritto. Non so dirti, invece, come fanno ad avere la nozione dell’orario (anche se soli, i cani sanno perfettamente che è l’ora che il padrone torna a casa): presumo che il tempo sia percepito anche da loro, e chissà quali strumenti usano per misurarlo.
La domanda che mi pongo sulla durata della vita animale è di tutt’altra natura. E’ difficile spiegare quello che voglio dire, ma mi piacerebbe sapere se il tempo di un millisecondo, necessario per schiacciare una zanzara, viene da essa percepito in proporzione alla durata della sua vita, e quindi, col nostro metro, ore e giorni. Vorrei capire se soffre, anche solo fisicamente, per un tempo breve o lungo. So bene che solo la zanzara potrebbe rispondermi… ed anche forse.
Sono d’accordo con la parte finale del tuo commento, soprattutto quando dici che “forse è meglio così”.
Ciao.
Gli animali hanno la nozione del tempo in base all’esperienza fisica. Riescono a collocare nella loro mente suoni, situazioni, movimenti e perfino le luci e le ombre.
I cani non sanno che a quell’ora il padrone torna. Però sanno che quando la luce che filtra dalle finestre è in un certo modo, quando sentono i rumori di un determinato autobus che passa, quando la televisione del vicino si accende… il padrone sta per arrivare.
Personalmente credo che tutti gli esseri viventi possano sperimentare la sofferenza, per questo ho rispetto della vita in generale.
Non credo che una zanzara abbia quel tipo di percezione degli istanti… ma chi può dirlo con certezza??
Ciao Loris, grazie per l’interessante scambio di opinioni, ti auguro una buona settimana.
Ho sempre pensato che quando è il momento di morire vuol dire che quello è il momento giusto. Deve essere così, per forza. Vuol dire che quel “cuore” ha compiuto il suo percorso. E’ sbagliato girare lo sguardo e soffermarsi su quei chiamiamoli”cuori” che hanno causato dolori e commesso ingiustizie ma che vivono. E’ un equilibrio inspiegabile ma ha sicuramente un senso. Io vivo il quotidiano con coscienza meraviglia e sopratutto con tanta gratitudine per il bello e il bene che mi circonda. Non posso dire che la morte mi lascia indifferente, ma solo perchè amo la vita e tutto quello che mi da, amore colori fiori, ma .. chissà …
Sono d’accordo con te su tutta la linea. C’è sicuramente un equilibrio che facciamo fatica a riconoscere, un po’ come quando il leone mangia la gazzella e tutti noi soffriamo per la morte della gazzella senza preoccuparci del fatto che il leone morirebbe di fame se non la uccidesse.
Il modo in cui hai scelto di vivere il quotidiano è certamente il migliore! 😉
A presto.
La morte è qualcosa che spaventa ma può essere anche un qualcosa che può spronare a vivere meglio e più a pieno il presente. Di recente ho vissuto il trauma di perdere un caro amico per una fatalità assurda e mi sono serviti giorni per riuscire a riprendermi dal trauma. Forse non l’ho ancora elaborato bene. Però una cosa che sento di aver acquisito è la consapevolezza che spesso viviamo la nostra vita in maniera superficiale. Dovremmo dare tutto in ogni circostanza. Vivere a pieno esperienze belle e brutte. Solo così possiamo arrivare alla morte sereni e solo così possiamo accettare di iniziare un nuovo viaggio tranquillamente. Trasformare la paura in energia. Anche la paura di morire.
Quello che hai scritto mi è piaciuto molto perché credo sia l’essenza della nostra esistenza. La transitorietà di tutto ciò che facciamo dovrebbe renderci consapevole dell’importanza del tempo che viviamo. Purtroppo spesso dimentichiamo che la nostra vita terrena, così come ha avuto un inizio, avrà una fine. Ma questo non deve spaventarci… deve soltanto renderci più capaci di assaporare ogni attimo che ci è concesso.
Un caro saluto, a presto.
“Io ho una visione particolare della morte e ogni volta che un giusto muore (e lui doveva esserlo dato che ha preferito accudire la madre piuttosto che vivere con leggerezza) penso che sia una specie di “premio”, l’opportunità di liberarsi del peso della mortalità per librarsi nella vita sotto altra forma, tutta spirituale”
Sono parole che non tutti comprendono sai…ma mi fa piacere che tu le liberi ,hanno un senso …fosse anche quello di far riflettere.
Sei molto avanti in senso spirituale e non penso che basti questo per intraprendere un viaggio verso Dio….penso invece che tu debba diffondere più possibilmente la tua essenza spirituale in questo mondo terreno,una sorta di tua mission della quale non è che sei poi così inconsapevole.
Grazie …e buona serata
Ti ringrazio per le belle parole.
A presto.
Basta guardare il cielo per capire cosa è la vita e la morte. Quando guardiamo una nuvola nel suo nascere e poi svanire troviamo ciò accade ad ogni vita che nasce su questo pianeta. Come la nuvola emergere dall’atmosfera e poi cresce fa il suo percorso e poi piano piano svanisce ritornando nell’unità del cielo, Lo stesso accade a noi, nasciamo, cresciamo e poi invecchiamo e inesorabilmente la nostra energia ritorna di nuovo energia infinita senza più forma e identità. Ciò che muore è l’involucro che l’energia si è data per dare forma a se stessa in una nuova dimensione nel tentativo di arrivare alla forma completa che nel corso dell’evoluzione di forma in forma arriverà all’autopercezione e autoconsapevolezza.
Mi piace molto questa visione, la condivido totalmente, anche se io chiamo la nostra energia “spirito” e l’energia infinita “Dio”. Ma in fondo, quanto contano le parole davanti a concetti così meravigliosamente grandi e misteriosi?
Un saluto.
Passo per farti tantissimi auguri di Buona Pasqua ,ti auguro una serena giornata…
Grazie Lara, buona Pasqua anche a te. Un abbraccio fraterno.