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Matrimonio e Adulterio

Ecco Alcuni Concetti che non Tutti Conoscono

Matrimonio e Adulterio

Vorrei spiegare brevemente cosa significano matrimonio e adulterio nella religione cattolica. Nell’affrontare questo delicato argomento preferirei mettere da parte tutti i pregiudizi in merito.

Matrimonio e adulterio, alcuni concetti che non tutti conoscono

Probabilmente ognuno di noi ha una sua opinione sul concetto di matrimonio e adulterio ed io non sono qui per discutere quale di queste sia la più giusta. Vorrei soltanto chiarire qualche concetto cardine per chi ha intenzione di sposarsi in chiesa. Oppure più semplicemente per chi è curioso di comprendere con più chiarezza la posizione della religione cattolica su matrimonio e adulterio.

La parola matrimonio deriva dalla parola latina mater, che significa madre, e dal suffisso monium che significa il compimento di un’azione. Il significato esatto della parola matrimonio è quindi “prendere una futura madre”. Secondo la religione cattolica è proprio questo il motivo per cui uomo e donna si uniscono in matrimonio, affinché la donna possa diventare madre, generando dei figli.

Il matrimonio viene da Dio ed è lo stesso Gesù a spiegarne l’indissolubilità.

“Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «E’ lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi»” (Matteo 19,3-7)

Matrimonio e Adulterio: Il Giuramento

Chi contrae un matrimonio religioso non soltanto giura alla persona che sposa amore e fedeltà eterni, ma lo promette davanti a Dio. Appare dunque chiaro che non è possibile infrangere quella promessa semplicemente andando da altri uomini a chiedere il divorzio. La promessa che ho fatto a Dio non si può cancellare. Ed è qui che entra in ballo il discorso dell’adulterio in una sfumatura spesso incomprensibile a molti.

Non si commette adulterio solo quando si tradisce il proprio coniuge. Secondo la religione cattolica infatti, anche chi è divorziato o separato ed ha una relazione con una persona diversa dal proprio coniuge commette adulterio. Chi non è mai stato sposato ma ha una relazione con una persona divorziata commette adulterio. Questo proprio perché il divorzio non ha alcun valore sulla promessa che abbiamo fatto a Dio. Se ci uniamo in matrimonio in chiesa, resteremo per sempre sposati con quella persona, anche in caso di divorzio, finché morte non ci separi.

“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.”(Marco 10, 11-12)

Ovviamente avere un divorzio alle spalle non ci macchia di nessuna colpa, dato che ci sono un’infinità di validi motivi per allontanarsi dal proprio coniuge. Quello che è contro Dio è l’adulterio che si compirebbe nel caso in cui si iniziasse una nuova relazione. Perché l’adulterio è un peccato gravissimo che corrompe irreparabilmente il nostro spirito. Una volta commesso non si è più come prima.

Quando parliamo di matrimonio e adulterio cerchiamo quindi di avere le idee chiare. Se non si crede in Dio non ha senso sposarsi in chiesa. Allo stesso modo se si crede in Dio e si contrae un matrimonio religioso, in caso di divorzio non ha senso crearsi una religione su misura, venendo meno alla promessa fatta a Dio, pensando di avere il diritto di rifarsi una vita.

Matrimonio e Adulterio

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24 Commenti

  1. Oh Oh! Forse hai scelto un tema troppo “delicato” e “pericoloso”.
    Pensando alle parole di Gesù “chi è senza peccato scagli la prima pietra…”, e non vedendo pietre volare, ho paura che i peccatori siano una gran folla. 🙂
    Cavoli…!
    Comunque non scoraggiarti: può essere che ci siano le ferie dei cervelli. 🙁
    Ciao.

    1. Ho volutamente riportato quello che la religione cristiana dice riguarda al matrimonio e all’adulterio, senza pregiudizi né con l’intenzione di giudicare, l’intento è quello di ascoltare i vostri pareri sull’argomento.

      Un saluto Loris

  2. Non mi sembra giusto, come hai detto tu, ci possono essere mille motivi, anche supervalidi, che possono far lasciare due persone, quindi non mi pare giusto che poi non sia concesso di potersi rifare una vita.
    Ad esempio metti un matrimonio in cui il marito ad un certo punto inizia ad essere violento ed a picchiare moglie, e anche figli…..se questa donna riesce a separsi e a divorziare, perché non avrebbe diritto di potersi rifare una vita ed essere felice…..che crimine ha commesso?
    Lo so, obietterai che le regole religiose sono queste, ma trovo comunque che non sia giusto.

  3. Anni fa fui molto colpita dalll’osservazione di un pastore protestante:
    “Quando il cuore è libero automaticamente l’adulterio subentra nel cuore…”
    Forse non a caso Gesù, con la famosa frase, “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra” mise con le spalle al muro, o meglio di fronte allo specchio della propria coscienza, gli accusatori della donna (!) adultera.
    Anche “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” è un dire di Gesù. Ma è stato Dio a congiungere? O da che mondo è mondo uomini e donne si scelgono tra di loro? A volte va bene, a volte va male. Spesso l’amore-attrazione si trasforma gradualmente, con o senza traumi, in un qualcosa di più maturo, più pensato, più oltre… Ma siamo umani e capita anche che per una ragione o per un’altra l’attrazione, il feeleng, l’amore che ha spinto due persone a scegliersi si deteriorino irrimediabilmente e allora non ha molto senso ostinarsi a tenere in piedi una situazione che fa male ad ambedue i coniugi o a uno/a dei due! Qualcuno riesce a starsene buono per conto suo, qualcuno si innamora di un’altra persona e, se è un credente cattolico o evangelico fodamentalista, ha un bel fare a pugni con la ragione e con il proprio credo. Mi chiedo: Dio, nella sua misericordia, negherebbe a qualcuno la possibilità di rifarsi una vita, vita natural durante?
    Ciò non toglie, a mio parere, che l’unione tra due persone che si sono amate, sacramento o meno, sia un terreno sacro e che oggi ci siano troppa gente dalla cotta facile e dal ricambio facile.
    Grazie Mr.Loto per quest’altro post che ci invita alla riflessione 🙂

    1. Molto bello il tuo commento, le tue osservazioni mi sono piaciute.
      Quando Gesù dice “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” penso si riferisca esclusivamente al matrimonio celebrato in chiesa davanti a Dio. In questo caso sono certamente gli uomini a scegliersi ma se poi decidono di ufficializzare la loro unione giurandosi amore eterno al Suo cospetto, il matrimonio assume un significato sacro.
      A mio parere se non si è pienamente consapevoli del peso del giuramento che si fa in chiesa sarebbe meglio optare per un’altra soluzione ed attendere che i tempi siano maturi per un matrimonio consapevole celebrato in chiesa.
      Se poi mi chiedi se Dio nella sua misericordia non permetterebbe ad una persona di rifarsi una vita malgrado il fallimento del matrimonio, ti rispondo che non sta a me giudicare questo genere di questioni. Per quanto mi riguarda, ti posso dire che la mia coscienza non mi permetterebbe mai di infrangere un giuramento fatto davanti a Dio.
      Mi trovo molto d’accordo quando dici che oggi ci sono molte persone dalla cotta e dal ricambio facile ed ho come l’impressione che sono in molti a sposarsi in chiesa solo perché questa è l’usanza della società ….

      Un caro saluto

  4. Credo tu sappia già come la penso: la religione è figlia dell’uomo, e serve a fissare regole/principi per il vivere comune. A cominciare dai comandamenti. Senza dette regole, tutto va in malora.
    Premesso ciò, credo anche che le regole debbano adeguarsi al cambiamento del pensiero (non alle mode), che considero normale in un contesto di evoluzione. E questo vale sempre: i principi vanno insegnati, le regole vanno rispettate. Ma ci sono regole che non hanno senso dopo tremila e più anni di storia evolutiva (ad esempio… la lapidazione, il dominio dell’uomo sulla donna). Fra queste l’adulterio, dato che i rapporti fra persone non sono più quelli “monastici” in essere quando dette regole sono state dettate. Sono anche convinto che una persona che è cresciuta con “sani principi” non ha bisogno delle regole sull’argomento, in quanto il suo senso per il rispetto reciproco, e relativi annessi, è già dominante, e pertanto by-passa il problema fin dalle sue origini.
    Visto che è stato accennato al divorzio, per esempio, io ho sempre votato SI ai referendum non tanto pensando di poterne fare uso, ma piuttosto per offrire la possibilità di “rimediare” a quelle persone che hanno scoperto di aver commesso un errore, in preda a chissà quale sentimento, e ne stanno subendo le conseguenze. Oggi vogliamo perdonare tutto e tutti, delinquenti compresi, ma abbiamo paura di “liberalizzare troppo” in certe situazioni. Metteremmo in libertà, dopo poco tempo, un assassino, ma condanneremmo ad un’esistenza impossibile chi ha semplicemente sbagliato nella valutazione di una persona.
    E poi, scusa la cattiveria, chi mi dice che la Chiesa diffonde la parola di Dio, non quella del clero (a parte, ovviamente, il clero)?
    Ciao.

    1. Ho letto con interesse le tue parole, personalmente anch’io penso sia giusto adeguare le regole al cambiamento ma sono anche convinto che ci sono diversi tipi di regole che rispondono ad esigenze diverse.
      Indipendentemente dal fatto che un individuo sia religioso o meno penso che quando si parla di giuramenti è necessario chiarire bene il concetto ed averne una idea ben chiara in testa. Un uomo che fa un giuramento di qualsiasi genere, in qualunque luogo lo faccia e davanti a qualsiasi persona lo faccia, se lo infrange, in quel momento viene meno una parte di lui.

      A me sinceramente, a livello generale, sembra un paradosso fare un giuramento per poi infrangerlo e fare il contrario esatto di quanto si è giurato. A questo punto, se parliamo del matrimonio cristiano, se vogliamo adeguare le regole abbiamo due possibilità: sostituire, nella formula che si legge in chiesa, la parte che riguarda la fedeltà eterna magari con il giuramento di mettere al mondo almeno un figlio (ovviamente questa è una provocazione). Oppure se non sostituirla almeno toglierla la parte del giuramento di fedeltà eterna. In questo modo però si priverebbe il matrimonio del suo significato che diventerebbe così una farsa.

      L’alternativa più coerente sarebbe invece, se non si crede nella chiesa o se non piacciono le sue regole, quella di non celebrare il rito religioso ma di sposarsi invece in comune. In questo modo il divorzio non creerebbe gli stessi problemi. D’altronde se uno non crede perché dovrebbe sposarsi in chiesa. E se uno crede ma non accetta le regole della chiesa perché dovrebbe sposarsi in chiesa?

      Riassumendo: le regole si possono adeguare ai tempi ma un giuramento è sempre un giuramento, c’è ben poco da adeguare. O si costringe la chiesa a cambiare le regole, non vedo però in che modo si possano cambiare o non si celebra un matrimonio religioso.

      Ti ringrazio per la bella riflessione e ti saluto

      1. Probabilmente, da non credente, vedo le cose in modo un po’ diverso.
        Innanzitutto il matrimonio lo vedo più vicino a come lo vede la legge, e cioè un “contratto” (espressione, lo ammetto, poco felice) con il quale due persone decidono di condividere il proprio futuro, con tutte le possibilità del caso. Quindi quei vincoli che la religione impone non li vedrei così forti. Semmai mi farebbe piacere se fosse fatto ricorso alla maturità di coloro che decidono di passare una vita assieme (ammetto anche le unioni omosessuali) mentre riterrei poco opportuna la tua provocazione (almeno un figlio), dato che non ritengo essenziale il fine della procreazione. Penso che la religione si aggrappa eccessivamente a valori arcaici, oggi che i tempi sono cambiati, e di molto
        Per quanto riguarda la faccenda del giuramento… hai ragione: è sacro. Ma obietto che se scopro di aver fatto un giuramento ad una persona che si rivela essere mio nemico… non solo mi sento libero, bensì quasi in dovere di non rispettarlo.
        Un piccolo rimando sui comandamenti: leggersi (oltre che ascoltare) “Il testamento di Tito” di Fabrizio De André, che li ha commentati come solo lui sapeva fare. E, per quanto ne so, da buon cristiano.
        Come vedi, e come ben sai… contorta è la mente dell’uomo.
        Ciao.

        1. Dici bene, la mente dell’uomo è contorta e spesso complicata, per questo motivo noi non possiamo far altro che esprimere le nostre opinioni in merito. A me piace ascoltare i diversi pareri delle persone su temi come questo, anche se non sono d’accordo su tutto. Diciamo che ogni “discussione”, se affrontata nel modo giusto, offre sempre qualche spunto su cui riflettere.

          Buona serata

          1. Sono pienamente d’accordo con te. Parlare, discutere, fatte da persone civili aiutano a capire i punti di vista degli altri, ed ad allargare i nostri orizzonti. A volte sapere qualcosa in più può far cambiare opinione.
            Mi è venuto in mente un altro comportamento “stonato”, e non è una provocazione nei tuoi confronti. Quante persone, e non parlo solo di anziani, scelgono il matrimonio esclusivamente religioso, senza il rito civile, solo per poter conservare alimenti/reversibilità e quant’altro. Lo ritengo un caso in cui la Chiesa porge il fianco ad una truffa. Alla faccia dell’onestà.
            Ciao.

          2. Purtroppo di comportamenti “stonati” ne esistono fin troppi al mondo…
            Nel merito direi che è impossibile per un sacerdote valutare i motivi di un matrimonio. Dovrebbe essere la coscienza di chi si sposa a vigilare sul proprio comportamento.
            Ciao, buon sabato.

    1. No Lucia, ho appena controllato ma a me non è arrivato nessun commento. Se riesci rimandalo, mi farebbe piacere conoscere il tuo punto di vista sull’argomento.

  5. M.Loto ciao, sin da giovane mi strideva il nome “matrimonio”, non vedevo molto amore e quindi le mie conclusioni erano, non mi sposero’ mai. L’ho fatto 6 anni fà ma in Comune, ma anche in comune si giura davanti al marito e moglie, fedeltà, rispetto, protezione, valori che ognuno di noi dovrebbe avere, che sia sposato o che non lo sia, non cambia nulla. Se una persona si muove nel rispetto, nella comprensione e sulle corde dell’amore altrimenti nulla serve, si stare da soli…………..Interessante e ci sarebbero molte cose da dire, concludo qui lasciandoti il mio pensiero e un augurio di buona serata e inizio settiman, con affetto e stima sempre……..

    1. Hai ragione Lulù, la fedeltà ed il rispetto sono valori che tutti dovrebbero avere, a prescindere, a maggior ragione quando queste cose vengono giurate davanti ad una persona alla quale vuoi bene! Per non parlare di un credente che giura davanti a Dio!
      Dato che ti dichiari atea, hai fatto bene a scegliere di sposarti soltanto civilmente. È un segno di rispetto nei tuoi confronti ma anche nei confronti di chi è credente… un rito religioso è sempre possibile farlo nel caso in cui si cambi idea…
      Buon inizio settimana anche a te, ti abbraccio con tanto affetto!!

  6. Avevo scritto un romanzo….ma ora sarò breve. 53 anni di matrimonio. Sono proprio una vita. E gli screzi ci sono stati e ci sono ancora. Adesso poi che siamo un pochino sordi!!!! Anch’io ho detto: “torno da mia madre”. Ma non uscivo dalla porta perchè pensavo che se andavo dalla mia mamma sarebbe stata capace di mollarmi un ceffone e di dirmi “Torna a casa tua da quel santo di tuo marito che ti sopporta” Alè!”
    Però ho un racconto importante, almeno per me, da dipingervi.
    Estate. Mattino presto. Dormo nel lettino di Ada che aveva la febbre e volevo controllare il suo sonno. Vicino il letto di Valeria. Paolo arriva piano piano per non svegliarci, ma io non dormivo, fingevo, questo sì, bacia le bimbe e poi viene da me, ma io non ricambio il suo bacio. Lui sarebbe partito, nella tarda mattinata, per la Scandinavia e sarebbe stato lontano per una settimana. Si chiude piano la porta.
    Una voce mi dice: “Mamma perchè non hai dato il bacio al babbo?” “certo che l’ho dato non hai visto bene”.
    Ho visto bene, mamma il babbo parte e tu non gli hai dato il bacio! Mamma!!”
    Ecco la voce della saggia Valeria “Mamma noi siamo uniti come una catena….se si rompe un anello…cosa succede?” Mammina il babbo sarà solo senza il tuo bacio!”
    Arrivata la signora che mi aiutava nei lavori: Le dico di non fare niente ma di guardare i bambini (Enrico dormiva in una camera da solo. Aveva già 3 anni.)
    Mi sono vestita, bene, e con la mia 500 blu sono andata a Linate (l’autostrada mi fa paura anche oggi) Paolo non era ancora arrivato. Poi era felice per la sorpresa. E’ un gesto che ho ripetuto altre volte, ma con i bambini.
    Ascoltiamoli sti figli che sono più saggi di noi!!!! Ho conosciuto bambini di genitori separati….se loro sapessero quanta tristezza negli occhi di questi bimbi…ci penserebbero più volte prima di lasciarsi!!!! Bisogna imparare a guardarsi più spesso negli occhi e ritroveremo lo sguardo del primo incontro che ci ha fatto innamorare!
    Buonanotte Mr. Loto ma tu sei sposato? Domanda indiscreta che potrebbe non avere risposta. Abbraccio.

    1. Che meraviglia questo tuo racconto del bacio non dato.
      I bambini vedono e comprendono più di quel che pensiamo. Si, dovremmo ascoltarli di più perché loro sanno parlare al bambino che c’è in noi.
      No Lucia, non sono sposato.
      Ciao, ricambio il tuo abbraccio con affetto.

  7. Abbiamo pronunciato il fatidico Sì davanti all’Ufficiale dello Stato Civile e basta. Il nostro coniugio non è venuto da alcuno e non abbiamo di certo atteso il “via” di un prete per iniziare le “danze”.
    Per i soli effetti civili in una Società che è giusto sia regolamentata, nell’interesse dei figli soprattutto, abbiamo scambiato le fedi ed iniziato un percorso, già avviato, che dura ancora da quasi 47 anni, più cinque di rodaggio perché allora giovanissimi.

    Per tutto il resto le particolarità declarate sono “nate” per la certezza della discendenza poiché le religioni, ognuna a suo modo, hanno cercato di mettere ordine nel disordine dell’animale Uomo il quale, talvolta, si adagia, sulle leggi della Natura ed obbedisce ai proprio istinto di maschio/femmina.

    Ciao.

    1. Un’unione che dura da 47 anni è una cosa meravigliosa ed un esempio per tutte le coppie, sposate in chiesa o in comune che siano!
      Se non si crede in Dio è coerente e sensato sposarsi soltanto civilmente. Questo non toglie nulla all’impegno solenne che si prende nei confronti dell’altra persona.

      Ciao Luigi, a presto!

      1. 47 + 5 = 52 e non è un impegno assunto poiché comporta poche rinunce pur nelle difficoltà e qualche litigata della/nella vita di coppia.
        C’è la volontà di camminare insieme, in ogni occasione e crescere al meglio l’erede di casa che oggi è grande, ma per noi sempre il nostro ragazzo.
        L’impegno assunto è solo l’impegno costante che mettiamo nel tirare avanti il carro della vita!

        Ciao e grazie

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