Psicologia

Nulla Accade per Caso

E La Sfortuna non Esiste

Sono convinto che nella vita nulla accade per caso. A volte capitano strane coincidenze. Ci ritroviamo a venire in contatto per puro caso con elementi che diventeranno la base del nostro futuro.

Nulla accade per caso, sfortuna e fortuna non esistono ma dipendono dalle nostre scelte

Penso sia capitato a tutti almeno una volta di guardarsi indietro. Tutti ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se non avessimo fatto determinate scelte o se non avessimo incontrato determinate persone. Gli incontri fortuiti hanno sempre un qualcosa di miracoloso in se. Osservando certe coincidenze che ci hanno spinto in una determinata direzione sorge ragionevolmente il dubbio che nulla accade per caso.

Trovo affascinante osservare come, nel momento in cui si ha la necessità di un determinato input, questo ci si presenti davanti, in diversi tempi e forme. Può essere qualcuno che è in grado di insegnarci quello che ci serve.

Può essere invece una persona che ci contrasta e ci mette alla prova o una difficoltà imprevista o un grande colpo di fortuna. Si tratta sempre di coincidenze casuali? Secondo me nulla accade per caso. Osservando quello che ci accade di volta in volta, ci renderemo conto che nella vita tutto può essere a nostro favore se sappiamo approfittarne.

Possiamo arrivare a vedere la nostra vera natura e possiamo testare la nostra capacità di sopportazione e reazione. Come? Facendo uso dell’intelligenza attraverso incontri fortuiti con qualcuno che ci ostacola e in situazioni difficili da gestire.

Certo, potendo scegliere, preferiremmo non subire questo tipo di sollecitazione. Anche le difficoltà però, mettendoci alla prova, ci dimostrano che nulla accade per caso. Non ha senso quindi, arrabbiarsi, piangersi addosso o odiare chi ci mette i bastoni fra le ruote.

Fortuna o Sfortuna? Nulla Accade per Caso

Per come la vedo io non può sempre trattarsi di sfortunate coincidenze. Si tratta per lo più di lezioni per imparare a vivere positivamente, vedendo in quello che ci circonda la nostra occasione per il futuro.

Per questo non mi piace sentir parlare di fortuna e sfortuna. Siamo noi che diamo ad ogni evento un significato benevolo o meno.

Nulla accade per caso e ciò che sembra una sfortuna può essere invece una fortuna. Spesso perdere oggi il portafoglio con 100 euro significa evitare di perderne 1.000 domani. Una distrazione del genere infatti ci insegna ad essere più accorti.

Avete mai notato che è come se  le persone pessimiste, che si sentono sfortunate attirassero in qualche modo i fastidi o le disgrazie? Perché nulla accade per caso. Il nostro animo ha bisogno della conoscenza e della comprensione delle leggi che ordinano il mondo. Se l’animo non impara quel che gli serve per essere in pace, continuerà a spingerci verso le situazioni che possono aiutarci a capire quel che gli è necessario.

Tutto quello che accade intorno a noi ha un senso, nulla accade per caso e sta a noi dargli il giusto significato.

Lettura consigliata: Il linguaggio segreto di segni e coincidenze di Gian Marco Bragadin

Il linguaggio segreto di segni e coincidenze.

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82 Commenti

  1. Ciao mister…
    Sa proprio in questo momento pensavo a lei, a quel che scrive , alla saggezza che spesso brilla nel suo modo di scrivere, commentare o rispondere…
    Mi crede se le dico che non ho letto ancora il post….?.
    mi è bastato il titolo
    NULLA ACCADE PER CASO….e non so spiegarmelo , ma credo che la sincronicitá’ sia esattamente una di quelle certezze e conferme del titolo del suo nuovo post..
    Io credo che davvero nulla accade per caso nemmeno trovarmi qui ora.
    Tutto ha un senso …buonanotte.

    .

    1. Io credo che nulla accada per caso perché tutto nella vita è un’occasione per imparare, tutto serve per accrescere la nostra consapevolezza e le nostre qualità. Sta a noi riuscire a sfruttare ogni occasione al meglio.
      Ciao, ti auguro una buona giornata.

      1. Si certo, tutto nella vita è un occasione per imparare e tutto quel che apparentemente è casuale altro non è che CAUSUALE.

        Credo che anche il CAOS sia imputabile alla causualità e non certamente alla casualità.

        Il caos può essere individuale e collettivo , ma imputabile sempre e comunque alla causualità e non alla casualità.

        La causualità è imputabile all’ individuo stesso…è lui che accoglie e/o
        respinge il bene e/o il male.

        La casualità è unica.. le causualità possono essere molteplici.

        Posso aver vissuto un unica casualità, incontrando una persona s/conosciuta, contemporaneamente posso aver percepito le causualità di questo incontro, le coincidenze e la sincronicità dei pensieri con questa persona, ma non posso avere un riscontro autentico e diretto a CAUSA DEL CAOS….imputabile sempre all’ individuo stesso, a me , a lui, a noi tutti.

        “Il nostro animo ha bisogno della conoscenza e della comprensione delle leggi che ordinano il mondo. Se l’animo non impara quel che gli serve per essere in pace, continuerà a spingerci verso le situazioni che possono aiutarci a capire quel che gli è necessario.

        Tutto quello che accade intorno a noi ha un senso, nulla accade per caso e sta a noi dargli il giusto significato.”

        Pienamente d’ accordo, ma spesso quello che vedo è che quel bisogno di cui lei parla non è istintivo , naturale, ma un BISOGNO PURAMENTE SPERIMENTALE, dove la casualità verrebbe annientata del tutto e le causualità giustificherebbero il CAOS individuale e collettivo…

        Una persona che risveglia il tuo spirito non è un caso, entra in casa tua e ti dice:
        ” Svegliati è ora di uscire fuori…..!…. ti apre il cassetto e ti mostra i tuoi vestiti, coraggio vestiti ed esci fuori da qui, hai tutto quello che ti occorre per essere come gli altri la fuori, se esci nuda allora provocherai scandalo, perchè non hai vestiti addosso,….
        …. e tu gli rispondi:
        me ne stavo nuda con il mio silenzio e vivevo nei miei sogni, ora indossare vestiti ed essere per gli altri …come gli altri…tutto ciò che non sono apparendo vestita come loro non so se voglia dire vivere.”

        Abbiamo un dono meraviglioso dentro di noi, non servono persone che ci leggono la mano, psicologi, esorcisti,….abbiamo la nudità del nostro silenzio, …si esatto quel silenzio che è il miglior rifugio per la mente ed il corpo, e li che dobbiamo cercare le risposte e ci accorgeremo che nessuno meglio di noi sa di cosa ha davvero bisogno…NULLA ACCADE PER CASO nemmeno quello che ho appena scritto.

        Anche a lei auguro una serenissima giornata…

        1. Discorso interessante quello sulla causalità, che mi riprometto di approfondire per conto mio, magari rispolverando Platone, Kant e Leibniz.
          Ti ringrazio per lo spunto di riflessione.
          Un saluto.

          1. Mi scuso con lei e con tutti i lettori per il mio ripetuto errore, scrivendo CAUSUALITA’ e non CAUSALITA’..poteva correggermi Mister …ma non lo ha fatto ed io invece le dico sinceramente il perchè di questo errore. Non è un CASO che io commetta errori, perchè anche questo ha un senso, tendo a rafforzare concetti che passano inosservati, dando importanza su cio’ che magari io vorrei ne avesse,alterando involontariamente la parola di uso corretto, e spesso mi rendo conto che alterandosi la parola, si altera la frase e la/le persone a cui mi rivolgo, commetto errori istintivi , ma questo spesso viene visto come modo manipolatorio, forse perchè l’Uomo sta perdendo istinto e ragione essendo troppo abituato ad avere risposte veloci attraverso il continuo uso della tecnologia, non sono mai intervenuta in questo blog per trollare, sono invece qui perchè credo alla CAUSA e poco al CASO ed ancora di più credo al CAOS di cui tutta l’umanità ne è responsabile e pochi lo ammettono….o l’affrontano parlandone.

          2. Anche se hai sbagliato nello scrivere la parola si afferrava comunque il senso.
            Non ho mai pensato che fossi un troll.
            Sono d’accordo con te sul punto che il caos è creato dall’umanità… probabilmente perché il caos, spesso, ce lo portiamo dentro.
            Saluti.

        2. Ciao Saichisono.
          Mi piace l’ultima parte del tuo discorso (abbiamo la nudità del nostro silenzio…). Purtroppo, non tutti percepiscono la “voce del silenzio”, bensì solo il vuoto. Come per la solitudine: non tutti la vedono come un’occasione per riflettere, mettersi in contatto con se stessi, e scoprirci dentro. Silenzio e solitudine, spesso, fanno paura, mentre sono di estrema importanza nella nostra vita. Guarda caso… per mettere ordine nel nostro personale caos. Però bisogna saperli apprezzare.
          Ciao.

          1. Spesso è la maturità acquisita attraverso le nostre esperienze , positive e negative a darci la certezza sull’estrema importanza del silenzio e della solitudine che tra l’altro saranno anche quel risultato del nostro apprezzamento.Io dò senso ad ogni cosa, perchè credo che tutto ne abbia..

            Ti faccio un esempio Loris, io in questo momento ti sto dando una risposta…esatto rispondo esattamente a te autore del commento, mi piace darti un certo tipo di importanza, perchè sento il piacere di risponderti, come spesso mi succede con Mr. Loto.Io trovo molto affascinante il contatto che un essenza mi trasmette, e credo che abbia un SENSO questo, non è un Caso ma credo che sia la Causa di ciò che sono…e non so se sia davvero positivo in certe circostanze…. Spesso ho bisogno di allontanarmi e di quel silenzio…e di quella solitudine.

            Grazie a te Loris..

    1. Tutto può essere. Ma mi riesce davvero difficile pensare che tutte le perfette “coincidenze” che capitano siano casuali. Perché se così fosse, perfino il caos dovrebbe avere una sorta di coerenza… e ciò non avrebbe alcun senso!
      Ciao, a presto!

  2. ” … tutte le perfette “coincidenze” che capitano siano casuali. …” e quelle imperfette che paternità hanno?
    Non cominciare con la storiella del Diavolo perché se fosse vera il “Tuo” Dio (?) varrebbe poco o nulla oppure si fa i fatti suoi.
    In entrambe le circostanze perché pregarlo se è inutile?

    Ciao da luigi

    1. Non ho attribuito alcuna “paternità”. Anche le coincidenze che noi riteniamo “imperfette” mi sembrano spesso troppo precise per dipendere dal caos…

  3. Caos e caso sono quasi sinonimi e non per niente sono uno l’anagramma dell’altro.
    Un caso disordinato è caos il quale, se ha sequenze costanti, è un caso che si ripete.
    Tu dici che non c’è un caso (“Sono convinto che nella vita nulla accade per caso …”); allora c’è una regola con tanto di paternità.

    Ciao

      1. Non mi sei piaciuto questa volta; ma va bene così.
        Ritenevo si potesse dialogare e faccio notare che sei Tu che “giochi” per primo con/sulle le parole; io seguo e non pensavo di stancarTi.
        Leggo che trovi interessante ciò che anch’io individuo di tale fatta.
        Io con poche parole ho espresso un concetto di somiglianza su Caos e Caso; altri si sono dilungati; io Ti ho stancato.
        Strano modo di procedere il Tuo; sarà un Caso o è il Caos che affiora dalla Tua “ritirata”?

        1. Ciao Luigi
          Lei mi ricorda molto un amico virtuale di un pò di anni fa….sarà un caso…
          una causa …….o il caos che ci accomuna tutti..buonaserata

        2. @Luigi
          Quando condivido uno scritto, così come quando parlo con qualcuno, è perché mi interessa conoscere le opinioni degli altri. Sono disposto al confronto con chi la pensa diversamente da me ed anche nei tuoi confronti, mi pare, ho cercato sempre di capire quello che avevi da dire.
          Quando tu commenti quello che scrivo invece, percepisco SEMPRE la ricerca di un appiglio per discutere. Quando non c’è te lo inventi. Non sei mai andato al di là delle parole per cercare di capire quello che io volevo intendere… se non per attribuirmi, sbagliando, pensieri legati esclusivamente al preconcetto che nutri nei miei confronti.
          Tu non vuoi ascoltare e cercare di capire cosa ho da dire, a te interessa solo avere ragione. O almeno questo è quello che trasmetti.
          Nel commento ti ho espresso il mio stato d’animo e tu ne hai trovato l’ennesimo motivo per discutere sul nulla.
          Sai che ti dico? Dopo tutte queste parole, che saranno inutili perché tanto ricomincerai tutto daccapo, sono ancora più stanco.
          Goditi quindi quella che tu definisci una mia “ritirata” da vero vincente perché non ho alcuna intenzione di continuare a battibeccare con te.
          Un saluto, nella (vana?) speranza di riuscire un giorno a comunicare con te in modo più proficuo per entrambi.

          1. Le platee plaudenti mi spaventano; ma non mi fanno di certo paura. Preferisco il confronto e non Ti consento di esprimere giudizi offensivi; io leggo anche tra le righe, so scrivere e fare di conto; ergo, non ho bisogno di sermoni – che respingo al mittente – che educhino il mio pensiero, la mia penna.
            Io discuto sul nulla perché Tu spesso, se non sempre, parli/scrivi del Nulla e dintorni.
            E’ proprio un Caso che questa volta che l’hai presa alla larga ed io ho espresso il mio punto di vista sul Caos creativo che Tu abbia dimostrato nervosismo e livore scritturale.
            “Va bene Luigi …” è affermazione oltremodo offensiva; io conosco i doveri dell’ospite, Tu, leggo, un po’ meno.
            Non ho da celebrare vittorie, perché non c’era e non c’è gara con Te (siamo su due pedane differenti, io su quella della Ragione e del dialogo, specialmente con chi la pensa diversamente, altrimenti c’è monologo, e Tu su quella della Fede che Ti porta a giudicare ad ogni piè sospinto); ho solo verificato che hai suonato la “ritirata” ed io non Ti concedo, comunque, nell’occasione, l’onore delle armi.
            Stai sereno e … non vado oltre perché, da ospite, non intendo offendere l’ospite che mi ospita; esco chiudendo, senza sbattere, la porta.

            luigi

  4. – Io credo che nulla accada per caso perché tutto nella vita è un’occasione per imparare, tutto serve per accrescere la nostra consapevolezza e le nostre qualità. Sta a noi riuscire a sfruttare ogni occasione al meglio.

    Questa sua frase è un insegnamento di vita dal quale ho spesso attinto….

    – Trovo affascinante osservare come, nel momento in cui si ha la necessità di un determinato input, questo ci si presenti davanti, in diversi tempi e forme. Può essere qualcuno che è in grado di insegnarci quello che ci serve. Può essere invece una persona che ci contrasta e ci mette alla prova ……….

    Anche questa frase è stata mia per un lungo periodo, forse ancora lo è..

    Io non nutro risentimento verso chi cerca di contrastarmi, forse riesco a vedere sempre oltre e a renderlo in qualcosa di positivo.Ma provo risentimento per me stessa se sono io a non rendermi conto di contrastare qualcuno solo perchè ha avuto la pazienza e la capacità di capire in parte il mio” caos ” .

    – Sono d’accordo con te sul punto che il caos è creato dall’umanità… probabilmente perché il caos, spesso, ce lo portiamo dentro.

    Probabilmente sarà così, può darsi che siamo generatori dello stesso caos da cui proveniamo o attenti osservatori dello stesso in quanto l’esperienza ci ha portato a sperimentarlo sapendolo riconoscere , proteggendo gli altri attraverso noi stessi o viceversa….Grazie per l’attenzione

    1. Ciao Saichisono.
      In effetti… credo di sapere chi sei, ma non ne ho le prove (penso ad una “L.”)… e quindi ti lascio con la tua nuova identità.
      A parte questo… vediamo di rilanciare un po’ la conversazione!
      Mi hai fatto riflettere sulla parola “caos”. Penso che nella vita il caos sia solo una sensazione che noi proviamo quando non riusciamo ad avere il pieno controllo sulla sequenza dei fatti. Ovviamente sia dentro che fuori di noi, quindi anche per i nostri pensieri e/o stati d’animo.
      Fammi sapere che ne pensi.
      Ciao.

      1. In effetti… credo di sapere chi sei, ma non ne ho le prove (penso ad una “L.”)… e quindi ti lascio con la tua nuova identità.

        Ciao Loris come stai?
        Mi fa piacere riaprire o rilanciare una conversazione con te , sperando di darti uno spiraglio almeno in parte, al pensiero che ti ha indotto a scrivere la parte di cui sopra….

        Sulla mia identità mi sono espressa abbastanza, credo, in questo blog, gli ultimi pensieri li ho lasciati su questo post :Padre Gabriele Amorth, non so se sei interessato a rileggere questi miei pensieri per avere un quadro più preciso di chi io sia, più di quanto non lo sapessi io stessa.Mi dispiace che tu ti sia fermato alla soggettività dei miei pensieri e non all’oggettività di quel che scrivo.Non avere le prove di chi io sia, soggetto, può portarti al caos ed a quella sensazione a cui fai riferimento nella seconda parte del commento.

        Ho menzionato spesso la parola CAOS qui, e riporto questa citazione che in parte ci spiega come curare questo disordine di pensieri e/o stati d’animo principalmente individuale , e poi allargandosi conseguentemente a tutta la collettività, se appunto si riesce a fare per primi questa cura..

        “Ciò che conta è tutto dentro di noi; da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d’amore e d’accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare”.
        Hermann Hesse

        Mi rendo conto anche personalmente di quanto sia difficile questo percorso, l’essere umano non’è una metafora o una citazione, entrano in campo tante cose, la sua cultura, la sua sensibilità, l’ambiente che ha contribuito ad alimentare o a negargli il suo sviluppo emotivo , psicologico ,ecc…

        Molte volte le casualità, le causalità possono avere interpretazioni soggettive e quindi differenti che possono completare o allargare le nostre stesse vedute, non necessariamente viste come caos.Mi ha fatto riflettere il pensiero di, Topina di Biblioteca e la tua risposta…
        Riporto un’altra citazione anche molto profonda che conclude quanto detto e osservato.
        :

        “Ogni uomo però non è soltanto lui stesso è anche il punto unico,
        particolarissimo, in ogni caso importante,
        curioso, dove i fenomeni del mondo si incrociano
        una volta sola, senza ripetizione.” (H. H.).

        1. In effetti… è stata la parte “oggettiva” dei tuoi commenti a portarmi verso il desiderio di identificazione della tua identità come soggetto. A me piace, come credo a te, sapere con chi sto parlando (e non mi riferisco al volto). Ma non insistiamo troppo su questo aspetto, che non ritengo certo essenziale.
          Piuttosto, riguardo al caos, se ben ricordi, io sono uno dei sostenitori che le sensazioni, gli stati d’animo, e così via, sono sempre, esclusivamente, strettamente personali, soggettive. Per me, il fatto che siano comuni ad altri… è una pura “coincidenza”.
          “Tutto è dentro di noi… nessuno può aiutarci da fuori”. Questo dipende da quali sono le nostre effettive e personali necessità (che dobbiamo però riconoscere ed ammettere). Se ho bisogno di compagnia, di dialogo, posso trovarlo solo negli altri (ti faccio notare che anche un buon libro è frutto di altri). Se ho bisogno di pensare… meglio arrangiarsi da soli. La scelta dipenderà dalla corretta conoscenza che ho delle mie necessità, che possono essere momentanee, oppure permanenti. Ovvia la possibilità che qualcuno possa essere in grado di darti il consiglio giusto, o accompagnarti sul cammino che desideri percorrere, ma qui entriamo in un altro contesto, nel quale dobbiamo inserire la nostra fiducia e, se vogliamo, la nostra umiltà.
          Riguardo all’ultimo pensiero che riporti… lo penso da sempre (o almeno da quando ho cominciato ad usare la mia mente).
          Ciao.

          1. Credo a questo punto che, o soggettività, o oggettività dei miei commenti, io non sia passata inosservata comunque, e ben venga se troviamo pensieri che ci accomunano traducendoli in probabili”coincidenze”, ma ben venga anche se alcune volte questi pensieri si scontrano, potrebbe anche essere il nostro modo autentico di essere che non necessariamente deve piacere a tutti, l’ importante per me è la “coerenza del rispetto reciproco”, spesso anche le più banali comunicazioni sfociano nel prevalere….ed anche qui la CAUSA di un nostro lato caratteriale può degenerare nel CAOS.Ovviamente è un mio punto di vista, notando la grande incapacità alla tolleranza nella nostra quotidianità.

            “Tutto è dentro di noi… nessuno può aiutarci da fuori”.
            Questo dipende da quali sono le nostre effettive e personali necessità……. La scelta dipenderà dalla corretta conoscenza che ho delle mie necessità, che possono essere momentanee, oppure permanenti..

            Forse adesso quello che ti rispondo risulterà contraddittorio , soprattutto dopo aver condiviso il pensiero di Hermann Hess.Io credo che realmente le risposte sono dentro di noi, ma che spesso il caos , magari conseguente ai nostri stati emotivi, ci impedisce di focalizzare il dolore ed il perchè di quel dolore…e l’importanza di quel dolore. La scelta di ciò che faremo è direttamente proporzionale quindi alla conoscenza delle nostre necessità , e finchè vivremo il caos, sia la conoscenza che la necessità risulteranno annebbiate.Forse questi sono i casi in cui chiedere quel “consiglio giusto “? Forse… se il caos è temporaneo e non permanente, alternando momenti di lucidità mentale, credo che l’individuo possa anche chiederlo quel consiglio o aiuto, rendendosi conto del suo stato, ma se il caos è totale credo che l’individuo non abbia nemmeno la capacità di capire cosa è giusto per lui e quindi cosa scegliere. In questi casi decidono i dottori credo , quelli che fanno prima a rinchiuderti in una stanza e ad imbottirti di farmaci, senza dare attenzione alla CAUSA del suo stato.

            Fiducia e umiltà , che belle queste parole Loris e solo che non hanno per tutti lo stesso significato , ma forse è anche molto sbagliato generalizzare qualcosa su cui noi stessi siamo venuti meno.Non siamo perfetti e siamo qui spero per migliorarci sempre..

            Ti ringrazio per le risposte e l’attenzione, a presto Loris..

  5. Nulla Accade per Caso… o anche sì? Perché la vita è mistero, è fatta di chiaroscuri.
    Beatrice Masini, nel suo libro “l nomi che diamo alle cose” addebbita alla protagonista del suo libro una riflessione (con cui mi trovo d’accordo, forse perché coincide con la mia esperienza di vita di ex interprete e seguace di segni provvidenziali).
    <>
    Comunque è interessante scoprire da quanti diversi punti di vista si possa osservare il mondo e la vita. Tanti quanto diverse sono le vicissitudini umane.
    Buona serata!

    1. Si, dare un senso preciso ad ogni cosa che ci accade sarebbe illogico ed estenuante, oltre che impossibile. La maggior parte delle conseguenze delle nostre stesse scelte si comprendono con il tempo, figuriamoci degli eventi esterni!
      Credo che sia necessario vedere l’insieme e si può farlo soltanto volgendosi al passato, anche immediato, ma pur sempre passato.
      Beatrice Masini dice che il senso a ciò che ci accade glielo diamo noi e mi sembra più che plausibile, ma fino a che non decidiamo di dare un senso a ciò che ci accade, imparando la lezione o lasciandoci andare in una certa direzione, tutto continua a ripetersi.
      Può essere un caso, può essere che finché non diventiamo consapevoli non cambiamo il nostro operato (cosa per la quale propendo…), può essere il destino… non saprei, perché hai assolutamente ragione quando scrivi che ogni essere umano osserva la vita ed il mondo da un diverso punto di vista. E questa nostra diversità è davvero preziosa!
      Ciao, buon fine settimana!

  6. P.S. La riflessione a cui accennavo, che avevo messo tra i caporali e che stranamente non è venuta fuori nel commento.

    “Se cominci a pensare che tutto quello che capita sia un segno da interpretare è grave. Le cose succedono e basta. Non c’è un senso, un disegno. Succedono. Ma bisogna ascoltarle. Il senso glielo diamo noi.
    Sì, dopo, a distanza, quando le riordiniamo come ci piace o ci dispiace di più.”

    1. Ciao Topina di Biblioteca.
      Ti dirò… sono un po’ combattuto se essere d’accordo con la riflessione che riporti. E ti spiego perché.
      Che il senso lo diamo noi… mi sta bene! Ma non è detto che sia quello giusto: lo spazio che lasciamo all’interpretazione può essere tiranno.
      Che le cose succedano e basta invece… penso che ogni attimo della nostra vita sia figlio di quello che l’ha preceduto, e padre di quello che seguirà. E fin da bambino (ricordo che avevo si e no 10 anni) ho cominciato a pensare che se, camminando, metto il piede un po’ più a destra, o a sinistra, il mio futuro sarà completamente diverso. E non potendo prevedere… sarà il caso a decidere (puoi anche chiamarlo destino, se vuoi). Quel passo è stato mosso sicuramente in una precisa direzione, ma non a caso, anche se non in funzione della mia volontà.
      Cercare di interpretare in continuazione i segni del destino… fa letteralmente impazzire. Ma anche qui non me la sento di dire che non sia vero. Semmai direi che è qualcosa che rifiutiamo, mentalmente, in quanto siamo costantemente convinti di essere sempre noi a decidere, come ci pare e piace. Valutando, forse, il risultato col senno del poi.
      Grazie per l’opportunità di riflessione.
      Ciao.

  7. visto che non mi hai risposto ( non certo tua consuetudine ) mi sono accorta che qualcosa nel mio commento era andato storto, spero non si ripeta
    oggi si vive per farsi notare, anche attraverso le peggiori delle bravate, il mondo dei media che s’impone, io dico con Pirandello ” a ciascuno il suo” chi di spada ferisce…di notorietà perisce
    ha ha ha
    buona domenica amico
    Annalisa

    1. Ho cercato tra i commenti per vedere se mi era sfuggita l’approvazione del tuo nel post precedente ma non ho trovato nulla… la tecnologia a volte, fa brutti scherzi. Mi spiace per il commento perduto e ti ringrazio per averlo rifatto. Non è un problema se era riferito al post precedente. 😉

      È vero, oggi per farsi notare si è disposti alle azioni peggiori… è impossibile non ricordare i vari video messi in giro in cui sono filmati aggressioni, stupri o semplicemente momenti di intimità… credo però che in queste casi prevalga la totale mancanza di valori più che di affetto.
      Sono d’accordo con te, di notorietà si può facilmente anche perire.
      Ciao Annalisa (hai un nome bellissimo), buona domenica anche a te!

  8. ecco vedi? questo era il commento all’altro tuo post, decisamente non vuole il mio commento, quello!!! ma tu capisci lostesso e mi scusi, vero?
    ed ora veniamo al secondo quesito
    nulla accade per caso
    c’è un filo che guida il nostro cammino? se è davvero cosìNULLA ACCADE PER CASO, ma è difficile sapere se è vero perchè non ci saranno mai smentite nèé conferme, questi sono i quesiti impossibili, secondo il mio piccolo parere
    🙂

    1. Eh no!. Se tu avessi indovinato il post… forse sarebbe stato notato un po’ meno. E non ci sarebbe scappato un simpatico sorriso, come in questo caso. Il CASO sa quel che fa: siamo noi che lo ignoriamo.
      Riguardo alle conferme/smentite… è perché consideriamo col “senno del poi” solo i momenti importanti, trascurando i milioni di attimi che fanno parte della nostra vita, dimenticando invece che fanno anch’essi la loro parte.
      Ciao.

    2. Non ci saranno mai smentite né conferme… probabilmente no. Però nella vita spesso non è difficile intuire che si sta andando nella direzione sbagliata.
      Una donna che conosco era una promessa della ginnastica artista. Ci aveva lavorato da quando era una bambina. Diventata adolescente ogni qual volta doveva recarsi in palestra le accadeva qualcosa di spiacevole… le hanno rubato il motorino, è stata scippata, è scivolata e si è fratturata un braccio… ed allo stesso tempo le capitavano costantemente davanti immagini che riguardavano lo yoga, nei cartelloni pubblicitari, sulle riviste che sfogliava dal medico, e perfino su alcuni volantini che il vento trascinava ai suoi piedi. ma lei non ci pensò troppo sopra, lo considerò un caso.
      Un giorno, durante un allenamento, si fece seriamente male alla schiena. Il medico voleva farle portare un busto per diversi mesi ma lei, spaventata dall’immobilità alla quale sarebbe stata costretta, optò per lo yoga, sperando che le rimettesse in sesto la schiena, permettendole di tornare alla ginnastica artistica. Oggi quella ragazza non è una ginnasta. È un’insegnante di yoga ed il suo lavoro l’ha portata in uno stato diverso, con un compagno di vita diverso.

      A presto.

  9. Mah, non sono sicura che ogni evento abbia una sua valenza positiva, ci sono fatti che si rivelano negativi fin da subito e lo sono anche a distanza di anni. Comunque io non credo nemmeno al caso e nemmeno al libero arbitrio, sono sempre più fatalista. Credo che tutto accade perché così è stato predestinato e tentare di opporvisi è come combattere con i mulini a vento…
    Non sono molto ottimista, lo so 😀

    1. Io ritengo totalmente “negativi” solo i fatti che non mi hanno aiutato ad imparare nulla. Perché ci sono brutte esperienze o grandi dolori che però ti cambiano in meglio.
      È interessante che credi nella predestinazione. Cosa te lo fa pensare? Perché se pensi che nulla può essere cambiato devi aver provato qualcosa nella tua vita che ti ha portato a pensarlo.
      A me invece sembra che ogni scelta, anche la più piccola, ci porta in una direzione diversa…
      Sull’ottimismo si può sempre lavorare. Per come la vedo io, è una scelta anche quella!! 😉
      Ciao, buona domenica.

    2. Sicuramente i fatti possono essere sia positivi che negativi. Ma ti allego una storiella cinese, secondo me molto eloquente.

      C’era una volta un contadino cinese, era molto povero, per vivere lavorava duramente la terra con l’aiuto di suo figlio, ma possedeva il grande dono della saggezza.
      Un giorno il figlio gli disse:
      – Padre che disgrazia, il nostro cavallo è scappato dalla stalla!
      – Perché la chiami disgrazia? rispose il padre!
      – Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo!
      Qualche giorno dopo il cavallo ritornò portando con sé una mandria di cavalli selvatici.
      – Padre che fortuna! Esclamò questa volta il ragazzo.
      Il nostro cavallo ci ha portato una mandria di cavalli selvatici.
      – Perché la chiami fortuna! rispose il padre. Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.
      Qualche giorno dopo, il giovane nel tentativo di addomesticare uno dei cavalli, venne disarcionato
      e cadde al suolo fratturandosi una gamba.
      – Padre che disgrazia, mi sono fratturato una gamba.
      Ma anche questa volta il saggio padre sentenziò:
      – Perché la chiami disgrazia? Aspettiamo e vediamo cosa succede nel tempo.
      Ma il ragazzo per nulla convinto delle sagge parole del padre, continuava a lamentarsi nel suo letto.
      Qualche tempo dopo, passarono per il villaggio gli inviati del re con il compito di reclutare i giovani da inviare in guerra.
      Anche la casa del vecchio contadino venne visitata dai soldati reali, ma quando trovarono il giovane a letto, con la gamba immobilizzata, lo lasciarono stare per proseguire il loro cammino.
      Qualche tempo dopo scoppiò la guerra e molti giovani morirono nel campo di battaglia, il giovane si salvò a causa della sua gamba zoppa.
      Fu così che il giovane capì che non bisogna mai dare per scontato né la disgrazia né la fortuna, ma che bisogna dare tempo al tempo per vedere cosa è bene e cosa è male.

      Fine della storia. Bellina, vero?
      Ciao e, vista ormai l’ora… buon Lunedì.

      1. Conoscevo già questa storia ma sono felice che tu l’abbia riportata qui. È esattamente il mio modo di vedere le cose… per questo ho scritto più volte che la vita si può interpretare meglio guardandosi indietro. Nel momento presente spesso è difficile fare una valutazione corretta.
        Ciao Loris, grazie, buon lunedì anche a te! 😉

  10. Risposte qua e là a Saichisono.
    Ovvio che se ti rispondo è perché ti considero. In caso contrario, avrei applicato il “non ti curar di loro ma guarda e passa”. E se non rispondo… non vuol dire che non ti considero. A volte posso non avere nulla da aggiungere/chiarire, a volte mi nasce il dubbio di urtare la tua sensibilità/suscettibilità. E talvolta non trovo le parole giuste per esprimere un concetto, troppo contorto/sottile da spiegare. Mille e mille sono i motivi delle nostre azioni (e non fare è a sua volta un’azione).
    Semmai, a volte mi chiedo perché rispondo (io, ma credo valga per tutti). e qui mi ricollego, in parte, al post precedente. Talvolta penso che rispondiamo con l’intenzione di dare un buon consiglio (quindo per essere d’aiuto), a volte per far notare la nostra presenza ma non nel senso “bullistico”, bensì per concretizzare il “cogito ergo sum”, e dimostrandolo agli altri assieme alle nostre capacità. Di solito gli interventi nei post di Mr.Loto dimostrano l’uso della mente, ben oltre la mera capacità di mettere insieme parole. Ed è per questo che li apprezzo. Anche se non necessariamente dobbiamo essere tutti in sintonia, e pensarla allo stesso modo. A volte penso addirittura che siano fra le poche occasioni che sfruttiamo per guardarci dentro, ed esternare quello che vi troviamo. Penso che se tu dici una cosa, metti in moto un processo mentale che mi confronta con quello che hai detto, e mi permette di guardarmi allo specchio. E quindi anche di scoprire me stesso. Sono convinto che questa sequenza di processi sia la base del pensare dell’uomo (non del pensiero, altra cosa).
    Il discorso del caos interiore “permanente”… per fortuna non l’ho mai provato, anche se lo considero molto triste. Mi chiedo solo se la “vittima” non abbia modo di percepirne l’arrivo, in anticipo, per poter fare qualcosa e, se possibile, evitarlo. O se invece, grande difetto della specie umana, pensiamo sempre che basta aspettare che tutto si risolve da solo, e di conseguenza ci lasciamo cadere nel baratro.
    Dolore, gioia, sensibilità e capacità di ogni tipo fanno parte di noi. E tutte servono a qualcosa, anche (direi quasi soprattutto) quelle che vorremmo evitare. Il difficile è dar loro il giusto peso: di solito viviamo per eccessi: troppo di uno, niente del resto. A lungo andare, è piuttosto logorante. Ed è questo squilibrio, se non gestito, che porta al caos. Ma tutto ha un suo contrario… la vita è fatta di questo: alti e bassi, bene e male. Se non succedesse mai niente di diverso… varrebbe la pena di viverla?
    Fiducia e umiltà… valgono per tutti. E’ il campo di applicazione che cambia a seconda del caso, o meglio dell’individuo che dovrebbe farne uso. Spesso banalizziamo cose importanti, e diamo enorme importanza a cose futili. Ma siamo fatti così, che ci vuoi fare. Anche qui… il caso?
    Ciao.

    1. . A volte posso non avere nulla da aggiungere/chiarire, a volte mi nasce il dubbio di urtare la tua sensibilità/suscettibilità. E talvolta non trovo le parole giuste per esprimere un concetto, troppo contorto/sottile da spiegare. Mille e mille sono i motivi delle nostre azioni (e non fare è a sua volta un’azione).

      E’ una frase che mi porta a riflettere molto, non esprimersi per il dubbio di urtare la sensibilità o suscettibilità di una persona che conosci bene o non conosci affatto?Oppure non trovi le parole giuste per esprimere un concetto contorto/sottile da spiegare, o perchè non hai nulla da dire…e se non ti muovi in nessuna direzione rimane comunque un azione.

      Scusami se ho ragionato su queste parole, ma voglio farti una domanda perchè ti sei soffermato sul caos nelle risposte che mi hai dato?

      La frase che hai scritto sopra potrebbe essere una causa di un caos di pensieri molto comuni nelle persone, forse perchè siamo bloccati tutti da qualcosa, forse incide la mancanza di libertà nell’ esprimerci, reprimendo l’istinto naturale , quello che vorrebbe chiedere, conoscere, sapere, scoprire, vedere ecc..Mi devo scusare se esprimo qualcosa che in parte qui non si condivide, perchè io credo che Matrix esiste davvero, credo che ci stiamo allontanando dalla natura sempre di più, e quando dico natura intendo aria, cielo, sole, pioggia,tramonti, terra, mari , monti…contatti umani reali con altri umani, con gli animali….con noi stessi.

      Io Loris, vedo spesso il CAOS, capisco la CAUSA del CAOS e non credo che sia un unico CASO il mio.

      Loris io sono una persona come te, come tanti….vorrei poterti dire chiedi pure, esprimiti pure, senza dubbi o incertezze… ma ti basta per farlo?

      Mi sono fermata qui da Mr.Loto, perchè sento un trasporto positivo, sono alla ricerca di un equilibrio tra quello che sento ed il mondo circostante…

      1. Beh. Penso tu sia d’accordo con me che una persona, su internet, la conosci “a sensazioni”, e quindi dire di conoscerla veramente… è un peccato di superbia. 🙂
        La possibilità/capacità di non rispondere, a mio avviso, non è repressione di una libertà di esprimersi. Ognuno di noi ha dei limiti, anche nell’affrontare gli altri, che possono sì derivare da paura, ma anche dal rispetto. Certe cose che mai rivelerei, specie su internet, non mi permetterei mai di chiederle ad altri. Capisci cosa intendo? A me piace esprimere quello che sento, dialogare con altri, ma non mi piacciono le forzature, e dire qualcosa perché mi sento provocato a farlo è, per me, una forzatura, in tutti i casi. Anche e soprattutto quando mi viene a mancare la spontaneità.
        Riguardo la natura… siamo contemporaneamente osservatori e manipolatori. Raramente ne facciamo veramente parte, nel senso che ci “integriamo” con essa, rispettandola, non tanto per conservarla, quanto per averne un profitto (non necessariamente economico: anche respirare aria buona è una cosa a noi utile). Non viviamo con essa e di essa. Una forma anomala di simbiosi che concede poco spazio all’effettiva partecipazione. Quando pianto un albero (e più ancora una pianta di pomodoro), penso ai frutti, all’ossigenazione dell’aria, al miglioramento estetico del giardino, tutte cose che mi danno un ritorno nel senso di un qualche beneficio; mai lo faccio col pensiero di dare spazio ad una vita (per l’appunto, l’albero). Perfino i figli sembra servano a pensare al nostro futuro, pensa un po’…
        Come vedi… il CAOS è sempre alla porta. Più approfondiamo un pensiero, più ci addentriamo in un cunicolo di diramazioni, di contorsioni mentali, che possono farci smarrire, incasinarci la mente. E questa, secondo me, è la nostra condanna per aver abbandonato la semplicità.
        Caio.

        1. -Beh. Penso tu sia d’accordo con me che una persona, su internet, la conosci “a sensazioni”, e quindi dire di conoscerla veramente… è un peccato di superbia.

          Si, ma io non intendevo questo , e mi scuso se sono stata poco chiara.A me ha fatto riflettere il fatto che tu possa avere il dubbio di urtare la sensibilità di una persona …… e ti chiedevo se fosse indifferente dal conoscerla o meno …..a prescindere.

          -A me piace esprimere quello che sento, dialogare con altri, ma non mi piacciono le forzature, e dire qualcosa perché mi sento provocato a farlo è, per me, una forzatura, in tutti i casi. Anche e soprattutto quando mi viene a mancare la spontaneità.

          Lo rispetto quello che hai scritto qui, perchè in fondo è la tua natura , il tuo essere …..Ma credo che semmai qualcuno ti provocasse volutamente o no, tu non sei obbligato a forzare nulla di te, non credo che dobbiamo adeguarci a tutti gli infiniti modi per comunicare.

          -Riguardo la natura… siamo contemporaneamente osservatori e manipolatori. Raramente ne facciamo veramente parte, nel senso che ci “integriamo” con essa…

          Loris io invece credo che NOI STESSI SIAMO LA NATURA,e quello che guardiamo, odoriamo, ascoltiamo ci integra con la stessa natura, e l’errore è proprio questa dissociazione che facciamo.
          Siamo osservatori perchè la sensibilità ha ceduto il posto a qualcosa che non riesco ancora a definire in una sola parola, siamo manipolatori perchè il nostro stesso corpo è manipolato e diamo quello che riceviamo, come se fosse questa la natura delle cose..

          NOI SIAMO LA NATURA E QUELLO CHE FUORI NON VA E’ INARIDITO IN NOI STESSI.SE TU AVESSI RISPETTO DI TE STESSO NE AVRESTI DI ME, DI TUTTI E DI QUEL FILO DI ERBA, CHE SE ESISTE E’ PERCHE’ DEVE ESSERCI COME CI SEI TU E TUTTI NOI…Perchè tutto è natura interno ed esterno,ma percepisco che tu questo lo sappia molto bene ….. Che sia un tornaconto che la NATURA CI CHIEDE per aver abbandonato LA SEMPLICITA’ è molto probabile , forse per questo si vive davvero nel CAOS, l’uno contro l’altro …

          Ieri ho risposto ad un’amico che mi ha invitato a visionare un video:
          l’uomo che piantava alberi…..chissà una casualità o una causalità non importa, i collegamenti vanno comunque su una direzione positiva…Grazie per la tua attenzione ed un saluto a te ed a Mr.Loto

          1. Accidenti quante domande. Visto come succede? Ed ora, una alla volta.
            1: Si, il rispetto deve esserci comunque, a prescindere dal conoscere o meno. Se mi viene il sospetto che il mio pensiero possa urtare l’altra persona… cerco di fermarmi.
            2: la reazione istintiva ad una provocazione è rispondere per le rime. In questo senso può diventare una forzatura alla mia indole. Se, ragionando, scelgo di non rispondere è perché non ritengo opportuno, in quel momento e/o per quel motivo, dare battaglia. Anche se il mio è un puro e personalissimo sospetto, e magari pure infondato.
            3: e qui abbiamo una di quelle cose sottili e difficili da spiegare. Io sento (dentro) che l’uomo non fa parte integrante della natura, per il semplice motivo che vorrebbe il dominio, il controllo. Far parte di qualcosa vuol dire condividere, in tutto e per tutto, nel bene e nel male, anche accettando e/o subendo con serenità. L’uomo o è l’artefice, o è la vittima, o per lo meno così si considera. Mai che accetti la natura così com’è. E, di norma, sempre da un punto di vista esterno. Da essere superiore. E questo non mi va giù. Io invidio quei pochi rimasti degli aborigeni australiani (non so se hai letto “e venne chiamata due cuori”) perché loro sì fanno parte della natura, proprio come facevano gli “indiani d’America” prima della “civilizzazione” dell’uomo bianco. Purtroppo, per motivi fin troppo facili da comprendere, mi è impossibile essere come loro, cioè come vorrei. Probabilmente è un concetto molto personale, ma è mio, e questo me lo rende importante.
            L’uomo che piantava gli alberi (mi sembra di aver letto il libro molto tempo fa) era un’eccezione. Infatti lo davano per matto. 🙂
            Un saluto a tutti.

  11. Ciao Mr. Loto, anch’io sono convinta che nulla accade per caso, A volte un episodio all’apparenza sgradevole può essere un’opportunità per guardarsi dentro, ed eventualmente cambiare qualcosa nella nostra vita.
    Buona settimana.
    Dani

  12. M.Loto ciao, da tanto non passo da te…Sono d’accordo con quello che scrivi, nulla accade per caso. L’ultimo esempio personale di incontrare per caso una persona della quale non sapevo ne della sua esistenza ne che abitava a 200 metri da casa mia, con lei si è creata subito un’energia positiva e nel confrontarci mi ha insegnato tante cose, oltre ad offrirmi la sua amicizia. La vita ti presenta davanti delle situazioni, stà in noi accoglierle o rifiutarle ma ogni cosa, ogni esperienza serve………Mi sono innamorata di un uomo sano e dopo 3 anni è scoppiata la sua malattia, la schizzofrenia….L’amo quindi ne ho fatto bagaglio di esperienza e di espiazione, credo proprio che tutto questo dolore sia stato per mettermi in pari con il dolore che ho provocato in mia madre e mio padre, tutto si paga e nulla accade per caso…………Sei un Grande Uomo e ti stimo e ti voglio bene……….

    1. È vero, era da un po’ che ti aspettavo… mi mancavi! 🙂 Da quando non hai più un blog non posso più passare a “trovarti” per sapere come stai e se va tutto bene.
      Di tutto quello che hai scritto mi ha colpito molto il significato che attribuisci al fatto di occuparti di tuo marito.
      Lo trovo non solo molto sensato ma, in qualche modo, poetico.
      Ti ringrazio per il tuo apprezzamento ed il tuo sostegno che durano ormai, da diversi anni.
      in qualche modo un po’ mi conosci e sai che non sono dedito ai complimenti gratuiti o di circostanza, ma penso davvero che sia tu la grande persona. Soprattutto per il lavoro che hai fatto finora su te stessa.
      La maggior parte delle persone, che magari si sentono migliori, a certe riflessioni non ci arriveranno mai in tutta la loro vita.
      Ti abbraccio.

      1. M.Loto grazie, mi sono emozionata nel leggere la tua risposta e posso solo dirti ” grazie “…!!! Le faccine non ci sono o non le trovo ma ti mando un sorriso!!! E’ vero ora non ho blog ma un sito dove non si puo’ comunicare ma io vengo qui e so’ di trovarti sempre…………..buona serata…….. 🙂

      1. Piacere doppio: Primo, perché vado in solluchero quando definisci perla di saggezza quello che ho scritto (ah ah ah), e secondo (ma non in ordine di importanza), perché sei di nuovo fra noi. Ci (non è un “plurale maiestatis) sei mancata.
        Ciao.

        1. Loris ciao ma cosa significa ” solluchero “…?! Spesso sono affacendanta in faccende di ordinaria “follia”, scherzo…………Bello mancare a qualcuno……….grazie Loris… 🙂

          1. Ahi ahi ahi Lulu’! Stavolta di ho beccato “in castagna”. 🙂
            “Andare in solluchero” è un vecchio modo di dire, ormai dimenticato, molto simile a “toccare il cielo con un dito”. Indica uno stato di soddisfazione (interiore) appena un dito al di sotto dell’estasi.
            Detto fra noi… mi piace rivangare vecchi termini e/o vecchie espressioni. Prima che vengano definitivamente dimenticate. Inoltre le trovo più “genuine” del linguaggio “evoluto” che usiamo tutti i giorni.
            Per concludere… sono contento di averti reso contenta.
            Ciao.

  13. @ Loris

    Sono molto felice delle tue risposte perchè mi hai dato modo di percepire il vero te a prescinderr dal tuo nick ….. sono poco felice della verità di quella risposta , 3:perchè temo che sia quella più vicina a quello che sento spesso anche io

    …….e qualcuno disse passando:

    “L’ UOMO È LA SPECIE PIÙ FOLLE:VENERA UN INVISIBILE DIO E DISTRUGGE UNA NATURA VISIBILE.SENZARENDERSI CONTO CHE LA NATURA CHE STA DISTRUGGENDO È QUEL DIO CHE STA VENERANDO ”

    …..e qualcun’ altro riscrisse causalmente queste parole affinchè qualcun’ altro ancora che passa a sua volta le legga meditandoci sopra.
    Ciao Loris
    .

    1. Ciao Saichisono.
      Ti stai avvicinando al mio modo di pensare (risposta 3), ma sottilizzando… la frase che riporti, analizzandola a fondo, dà la sensazione di qualcuno che guarda la natura da un punto esterno, non da dentro. Il mio impossibile ideale, invece, è di farne parte, viverla, non goderne semplicemente i frutti. Come un qualsiasi animale, e con le miei uniche forze. Questa è ciò che definisco integrazione, totale ed assoluta. Mentre Dio non centra per nulla.
      Per chiarire, aggiungo questo: finché tengo un cane al guinzaglio, sia pur a fin di bene (perché non scappi, perché non si faccia male), finché decido dove deve abitare, quando quanto e cosa deve mangiare, quando e dove può fare i suoi bisogni, esercito su di esso una forzatura, lo costringo a sottostare al mio volere, mentre in natura lo stesso cane sarebbe libero di fare quello che il suo istinto richiede, in base alle sue necessità. Libero di stare al mio fianco, o farsi i fatti suoi. So benissimo che allo stato attuale sarebbe impossibile applicare il mio modo di pensare (la civiltà ne ha disintegrato la possibilità), ma aiuta a spiegare cosa intendo per essere parte della natura, o solamente suoi sfruttatori. Non ho letto molto di San Francesco d’Assisi, ma dal poco che ricordo… credo la pensasse più o meno come me. 🙂
      Ciao.

  14. Io credo che il guinzaglio non lo porta davvero il cane, ma l’ uomo che lega a se un animale, privandolo di quella libertà naturale della quale lui stesso ne è stato privato ….quindi vi è un integrazione inversa a quella che tu percepisci come esterna, ma è molto più interna di quanto l’ occhio possa riuscire a guardare, forse l ‘ errore non è nel guardare ma nel sentire….

    Penso concretamente che il guinzaglio esista, ma è chi lo indossa davvero a disintegrare la possibilità di integrarsi alla natura e spesso non ha nemmeno la capacità di slegarsi perchè non percepisce nemmeno di essere “legato”…..

    Possiamo condividere diverse situazioni….ma spesso è preferibile comprenderle prima, non necessariamente accettarle.

    Chiedo scusa mister se mi sono dilungata, ma non credo di essere fuori tema…in quanto continuo a sostenere che nulla accade per caso….nemmeno questo confronto con Loris.

    1. Quello del cane è solamente un esempio fra mille che serve a spiegare, con la maggior semplicità possibile, il mio pensiero. Il succo del discorso, invece, è che l’uomo tende al controllo della natura, più che a sentirsene parte. E mentre il cane ha subito ed accettato la sua condizione, l’uomo l’ha cercata/voluta. Per un’infinità di motivi, più o meno validi/accettabili, ma per una sua brama di dominio, di sentirsi l’essere superiore.
      Ed ora chiudo, ed anch’io ringraziando Mr.Loto per la disponibilità sia di spazio, sia di pazienza per il nostro “scavare nella mente dell’uomo”.
      Ciao a tutti.

  15. Anch’io credo che nulla ci accada per caso. Più di vent’anni fa un’amica mi fece leggere “Un ponte sull’eternità” di Richard Bach e da allora ho letto quasi tutti i suoi libri. “Niente per caso” mi ha aperto un mondo, dandomi una nuova chiave di lettura della realtà e delle circostanze che vivevo di volta in volta.
    Poi, qualche anno fa, un’altra amica mi ha prestato “The secret” di Rhonda Byrne. Essendo una specie di ‘americanata’, l’ho rigettato quasi subito. Però, attraverso quel libro, sono arrivata ai libri di Joe Vitale .(“The key-La chiave” mi ha svoltato la vita, qualche anno fa). Ok, fa marketing motivazionale, se si può dire così, ma sta a noi prendere ciò che di buono possiamo trovare in ogni cosa e in quei libri ne ho trovate parecchie.
    Sempre riflettendo sulle ‘false coincidenze’ della vita, qualche mese fa, mentre ne parlavo con un’altra amica ancora questa tirò fuori il termine ‘sincronicità’. Non ricordo se lo avesse ricollegato subito a Jung o meno ma ‘l’oracolo Google’ ci ha messo meno di un secondo per svelarmi l’arcano. Da allora mi si è aperto un altro mondo: è tutto dentro di noi, dentro il nostro inconscio individuale e in quello che lo stesso Jung definì Inconscio collettivo. Ho iniziato a studiare la vita, le riflessioni e le scoperte di Jung e da allora parecchie risposte che aspettavo da tempo hanno cominciato ad arrivare, sia su me stessa che sulla mia vita passata e presente.
    Che si creda nella legge di attrazione o nell’idea di ‘sincronicità e di un inconscio collettivo, resta, comunque, il fatto che nulla succede per caso. Possiamo scegliere di non crederci e lasciare che la vita, semplicemente, scorra. Oppure possiamo crederci e allora tutto cambia perché ogni cosa nelle nostre giornate inizia ad assumere un senso preciso, dando – di riflesso – un senso anche a tutta la nostra esistenza.
    Ovviamente, si tratta di un parere personale.
    Un saluto e un abbraccio, Mr. Loto, e grazie per il suggerimento bibliografico. 🙂

    1. Il concetto di sincronicità di Jung è estremamente interessante, così come quello della correlazione quantistica che ti consiglio di approfondire se non la conosci. Sono argomenti molto “alti”, a volte un po’ complicati da afferrare pienamente e non alla portata di tutti. Non soltanto per questioni di intelletto ma anche per questioni di sensibilità e giudizio.
      Per questo ho trovato davvero bello il tuo commento, ricco di spunti di riflessione, letture e piccole esperienze personali. Denota un carattere che non si accontenta e che cerca di capire… in questo ti sento molto vicina al mio modo di vedere la vita e quello che mi circonda!

      Buon fine settimana!

      1. Ah, Mr. Loto, mi sembra di avere la testa troppo piccola per tutto quello che vorrei farci entrare…. Io mi sono avvicinata a Jung proprio seguendo il filo di Arianna che mi avrebbe condotta al concetto di ‘sincronicità’ (in realtà, erano un paio d’anni che il nome di Jung entrava e usciva dalla mia vita. Ora so perché). Poi sono arrivta a a scoprire che Jung, in collaborazione con Wolfgang Pauli, ha studiato il fenomeno della sincronicità. Da lì a restare incantata di fronte al mondo misconosciuto delle meccanica quantistica il passo è stato brevissimo. Nel mio piccolo, ho cominciato a fare ricerche e sono ‘inciampata’ in un video di Massimo Teodorani in cui lui spiega la meccanica quantistica in modo semplice. Forse qualcosa credo di averla capita. Negli ultimi mesi è tornato il mio interesse per l’astronomia (che avevo dovuto accantonare per via dell’università). Ho ripreso in mano dei libri sull’astronomia e – sempre attraverso una catena di ‘apparenti coincidenze’ – sono arrivata a Focus Tv (questo canale mi era stato segnalato da un altro blogger, verità si dica!) e ancora una volta si è spalancata una finestra su ciò che volevo sapere e che ora sto cominciando ad imparare (moooooolto lentamente, ahimè!). Nei documentari si fa spesso accenno alla curvatura del tempo e alla – non del tutto velleitaria – possibilità di poter viaggiare nel tempo. Grandioso! Ah, se penso che Nikola Tesla pare avesse fatto degli studi sul teletrasporto e che i suoi appunti – sempre ‘pare’ – sono andati perduti…
        Vedi, Mr. Loto, la mia vita ha sempre funzionato così: ho sempre avuto la testa piena di domande (e…hai ragione: non mi accontento facilmente quando faccio delle ricerche su qualcosa; divento tignosetta e non so se sia un bene) ma mi bastava muovermi in una direzione qualsiasi e le risposte arrivavano. Sono arrivate quasi sempre. Magari dopo un po’ ma sono arrivate…perché tutto ha un senso e niente accade per caso.
        Non ho una mente matematica, purtroppo, ma approfondirò il concetto di ‘sincronicità’ e di ‘correlazione quantistica’. Grazie per la dritta. ?
        A presto.

        1. Si, decisamente ci assomigliamo!
          Per me è stato lo stesso, molti “casi” che mi hanno portato a trovare le risposte che cercavo. Il fatto che qualcun altro mi racconti di aver provato vicissitudini di questo tipo così simili alle mie mi fa sorridere. L’ho sempre saputo che accadeva anche ad altri, ma la maggior parte della gente che nota certe cose è restia ad ammettere in pubblico di abbandonarsi a certi, chiamiamoli così, virtuosismi mentali/spirituali…
          Un abbraccio.

          1. Anche a me capita di rado di parlare di queste cose con qualcun altro, vuoi per mancanza dell’altrui interesse e vuoi perchè viviamo in un’epocain cui si è più propensi a condividere la propria immagine che i propri pensieri. Peccato perchè è prprio attraverso lo scambio e il confronto delle opinioni e delle idee che si può progredire…
            Una abbraccione e buon fine settimana a te e grazie per questa chiacchierata.
            A presto. 🙂

  16. Lei mi scrisse che le risposte alle nostre domande arrivano sempre..
    Io le scrissi che su alcune domande non avremo mai risposta..forse non in questa vita..

    Riflettendo sugli ultimi commenti…. io ho avuto le risposte che cercavo..Quindi lei ha pienamente ragione.

    La domanda che invece non avra’ mai risposta è: Perchè tutto questo??

    Buona domenica…Mr.Loto

    1. Posso darti la mia risposta ma non è affatto detto che sia anche la tua.
      Perché tutto questo? La mia interpretazione è che il fine ultimo della nostra esistenza sia l’apprendimento e la comprensione. Non certo di cultura generale ma, ovviamente, di concetti ben più difficili da interpretare, che non sono scritti nei libri ma nella vita di ogni giorno.
      Anche perché quando ricevi una di quelle risposte, di solito la vita ti mette alla prova, per verificare fino a che punto la tua coscienza ha compreso quel che sei riuscito a toccare o a sfiorare appena con la mente.
      Probabilmente non sono riuscito a spiegare bene quello che voglio dire, ma ti assicuro che è davvero difficile esprimerlo al di fuori di se stessi. È qualcosa che deve essere vissuto per essere riconosciuto.
      Buona domenica anche a te.

  17. Sempre pronto a darmi una risposta mister …io invece credo che chi è lì dietro non ha il fine ultimo di apprendere e comprendere ma di FAR apprendere e comprendere , esattamente quel che lei grazie forse al vissuto ..sa riconoscere.
    dopo aver personalmente prima appreso e compreso..

    Io la seguo perchè ha la capacità esattamente di farmi comprendere ed apprendere qualcosa che lei ne ha potere…qualcuno questo deve riconoscerglielo…

    La sua difficoltà credo sia più il timore verso quel che ha scritto se si sia capito o meno che non quello che effettivamente é ben riuscito a trasmettermi…ma penso che sia anche una dote che l’appartiene.
    Mi trova molto d’ accordo che é nella vita di tutti i giorni la ricerca che dovremmo fare ..poichè diversi concetti non li troveremo in nessun libro.

    Leggo adesso il suo nuovo post…ciao
    ..

    1. È sempre uno scambio. Io cerco di trasmettere a chi vuole sapere quello che mi pare di aver capito e, allo stesso tempo, valuto ed imparo quello che gli altri pensano di aver capito… usufruire anche del punto di vista altrui è sempre un grande vantaggio per cercare di comprendere il quadro completo! 😉
      A presto!

      1. Ciao…
        Vede sono tornata indietro perché spesso bisogna avere la forza e la pazienza di rivedere Cosa ci rende così appesantiti , Cosa doveva alleggerirci invece
        ….e qui che avverto qualcosa….e attraverso questi sncambi tra te e Antartica che una parte di me mi ha guidata.Io non conosco i libri di cui voi siete a conoscenza, sono spoglia dal vostro sapere , ma come voi avete trovato un riscontro in quello… allo stesso modo io l’ ho percepito in voi…forse meglio dire in te..
        Ma una cosa non comprendo se parliamo di Energia Universale perché parliamo di Cristo, di Vangelo.
        Che cosa non mi dà pace??

        1. Per me l’Energia Universale, quella che ci accomuna tutti, coincide con Dio. Cristo lo vedo come una personificazione di quell’Energia che ci ha indicato, spesso con l’esempio, il modo migliore di vivere, quello che rende più intimamente contenti.
          Non posso sapere cosa non ti dà pace, ma spero che tu possa trovarla in fretta.
          Pensa al “caso”, l’ultima frase del tuo commento mi ha fatto proprio pensare ad un passo del Vangelo.
          Giovanni 14,27 “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.”
          Lo dice Gesù ai suoi discepoli.
          Un caro saluto e tanti auguri di buon Natale.

          1. Forse dietro un apparente caso esiste sempre una causa, soprattutto quando si è spontanei come riconosco di esserlo stata io in quel quesito, che in realtà accomuna una grande parte di questa umanità. Ecco bisogna solo osservare il Senso di quale PACE parliamo, se materiale o spirituale.

            GRAZIE per l’ accostamento che ha fatto Mister, citando quel passo del vangelo.Credo che abbia percepito cosa ci rende spesso inquieti.
            Ci sono tante cose scritte nel vangelo che bisogna anche avere una predisposizione sulla probabile interpretazione spesso analoga allo stato che stiamo vivendo. Si spesso ,non a caso anche qui ,riesco a trovare il tassello giusto che va ad incastrarsi con un pezzo di vangelo , un po come quando cerchi nel vocabolario il significato di una parola….in questo caso più specifico oserei dire il significato di ciò che stai vivendo.

            Ma nella Bibbia ho trovato pensieri che mi scoraggiano, gli animali vengono sacrificati, come se valessero meno rispetto alle persone.Non posso accettare spargimento di sangue animale come sacrificio per un Cristo figlio del Dio tutto.
            Questa consapevolezza l ho raggiunta quando ho iniziato ad ascoltare me e non il mondo circostante.

            AUGURO a lei di vivere serenamente i giorni che seguiranno…ciao

          2. Erano altri tempi. L’uomo non era ancora pronto a considerare tutti gli esseri viventi come vita degna di rispetto. Alcuni non lo sono nemmeno ora!
            Non fermarti quindi a ciò che è materiale e dell’uomo nel valutare ciò che è spirituale e di Dio.

            Grazie. Auguro anche a te un Natale di grande contentezza e pace.

  18. Ciao Mr., come stai?
    Sono assolutamente d’accordo con te sul fatto che “nulla succede per caso”, che è da anni il mio piccolo “motto”.

    E poi a sostegno di questo, molto spesso i tuoi scritti “arrivano” puntuali e giusti per permettermi di capire, approfondire o risvegliare interesse su cose che mi toccano in qualche modo, sia personalmente che no.
    Anche se non te l’ho mai detto.
    Ma proprio la riflessione su questo argomento mi ha suggerito che forse era il caso di farlo… 🙂

    Ho letto parecchi commenti precedenti a questo e mi interesserebbe la questione che hai citato relativa alla correlazione quantistica. Avresti in merito qualche libro da consigliarmi, per favore?

    Grazie, buon proseguimento
    con un sorriso, buon pomeriggio domenicale e buona settimana entrante
    ciao
    Ondina 🙂

    1. Ciao Ondina, è un piacere inaspettato ritrovarti da queste parti!
      Ti ringrazio per avermi detto che certi miei scritti capitano al momento giusto nella tua vita. A dire il vero non sei l’unica che mi ha fatto notare questa cosa e lo trovo strano, com’è normale che sia per tutto quello che non riusciamo a spiegarci, ma molto gratificante.
      Difficile segnalarti una lettura specifica sulla correlazione quantistica perché è qualcosa a cui è necessario avvicinarsi per gradi. Prova “Entanglement” di Massimo Teodorani e vedi se l’argomento ti appassiona.
      Buona domenica, a presto.

  19. Prendi atto, Mr., e assumiti la responsabilità di quando sopra ho scritto a riguardo dei tuoi post 😀 😀 😀 😀 :-*

    Ti ringrazio per la segnalazione, buon tutto con un altro sorriso
    ciao ciao
    Ondina 🙂

  20. Mr. Loto
    Ricorda questa frase?
    ” Non cercare di capire per credere, ma piuttosto credi per capire”.

    E conosce quella frase di Gandhi che parla di “cambiamento”?

    Questo è il post (o) giusto per rafforzare la convinzione che nulla accade per caso, non è una casualità che lei mi scrisse quella frase così come non fu una casualità che io e prima di me qualcun’ altro scrisse questa:

    SII TU STESSO IL CAMBIAMENTO CHE DEVE AVVENIRE NEL MONDO….

    Sei una cara persona davvero Maestro..Grazie

      1. E questa ….questa non è tecnologia, capisce vero….nulla accade per caso.
        Ho fatto un riepilogo… Ho solo fatto un riepilogo.Grazie infinite..

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