Esistono molte parole straniere in italiano. Mi spiego meglio. Oltre ai termini stranieri che sono entrati comunemente a far parte del nostro linguaggio, ci sono moltissime parole straniere nella lingua italiana che non consideriamo nemmeno tali.
Questi forestierismi sono stati usati così a lungo e da così tante persone nella lingua italiana da esserne diventati parte integrante. Così ci ritroviamo con molte parole straniere in italiano e, allo stesso tempo, abbiamo perso e stiamo continuando a perdere le parole originali della nostra lingua.
Tecnologia
I forestierismi maggiormente riconoscibili sono quelle legate alla tecnologia. Account invece che profilo, computer invece che elaboratore, monitor invece che schermo, password invece che parola d’ordine, robot invece che automa e via dicendo. Diciamo che trovo l’uso di queste parole straniere nella lingua italiana accettabile perché il risultato è un linguaggio tecnico riconoscibile in tutto il mondo.
Informazione
Poi ci sono parole straniere in italiano usate principalmente dai mezzi d’informazione o mass media. Fiction al posto di sceneggiato, flop invece che fallimento, gossip per pettegolezzo, reporter invece che corrispondente. E ancora, gaffe al posto di figuraccia, talk show al posto di dibattito, flirt invece che filarino, hooligan piuttosto che teppista, stalker al posto di persecutore, outing invece di rivelazione, tsunami invece di maremoto e potrei continuare all’infinito. Probabilmente questi forestierismi suonano meglio e vengono per questo ritenuti più piacevoli.
Politica
I forestierismi vengono abbondantemente usati anche nella politica, finendo per confonderci un po’ le idee. Exit poll usato al posto di sondaggio a caldo, èlite invece di aristocrazia, premier invece che primo ministro, standard invece che unificato. Proseguiamo con antitrust al posto di anti monopolio, lobby invece che gruppo di pressione, escamotage invece che espediente, exploit al posto di prodezza e molti altri.
Sport
Le parole straniere in italiano non risparmiano neppure il linguaggio dello sport. Il nostro escursionismo è diventato trekking, lo scatto uno sprint, la corsetta si chiama jogging, il rapidismo rafting, la tavola a vela windsurf, la rete goal etc.
Cucina
I forestierismi abbondano pure in cucina. Vol-au-vent invece che sfogliatina, chef al posto di capo cuoco, crepe invece di crespella, buffet invece che rinfresco, pancarré e non pane in cassetta. C’è poi soft drink al posto di analcolico, slow food invece che cibo tradizionale, cornflakes invece che fiocchi di granturco, take away invece che da asporto. Sapevate che il ketchup ha un nome anche in italiano? Si chiama salsa rubra!
Parole Straniere in Italiano Fastidiose
Ma le parole straniere nella lingua italiana per le quali provo più fastidio sono quelle che danno la falsa idea di un linguaggio elegante: vernissage, vintage, waterproof, selfie, brochure, sneackers, vojeur. Come se inaugurazione, d’epoca, impermeabile, autoscatto, opuscolo, scarpe da ginnastica e guardone fossero termini dei quali vergognarsi.
Infine ci sono forestierismi che molti non sanno neppure riconoscere e pensano che facciano parte della lingua italiana. Mais, camion, block notes, motel, zoom, garage, gilet, stress non sono termini italiani! Nella nostra lingua si chiamano granoturco, autocarro, taccuino, autostello, trasfocatore, rimessa, panciotto e tensione. Si può perfino fare zapping in italiano: si dice scanalare!
E quelle che ho elencato sono soltanto una piccola parte di tutte le parole straniere nella lingua italiana!
Concludo con un piccolo esame sulle parole straniere in italiano: come si traducono in italiano i forestierismi biberon, iceberg, guard-rail e cocktail? Cosa sono il cariglione ed il rampichino, termini della nostra lingua per definire oggetti che siamo abituati a chiamare con parole straniere in italiano?
Buongiorno mio caro Amico, queste parole che hai descritto esistano anche nella lingua tedesca, mio papa diceva queste parole inglesi, francesi, italiani ecc derubano un giorno le parole del nostro vocabolario, ma lui diceva anche cosi pian piano le lingue nostre diventano una lingua unica…
Per i giovanni e facile questa lingua moderna, per gli anziani e un po come perdere la propria storia e identità.. Mi rendo conto nei ultimi anni nella era del computer e internet il nostro vocabolario e aumentato di tante parole che usiamo giornaliero e di cui non sappiamo nemmeno la parola in italiano o nel mio caso in tedesco..
ma queste parole capiscono in tante lingue.. forse aveva ragione mio padre un giorno parliamo tutti la stessa lingua e non conosciamo più la nostra..
Sono qui in Italia dal fine del 93, penso in italiano, i miei sogni lo faccio in italiano… se parlo con parenti parlo istintivo in italiano e ho problemi con la lingua tedesca …
abbi un buon weekend anzi fine settimana … Bussi Rebecca
Credo che l’inglese sia già sulla buona strada per diventare l’unica lingua del mondo. E non dico assolutamente che non sia un bene. Potersi capire con tutti gli abitanti della terra sarebbe meraviglioso! Il fatto è che secondo me sarebbe anche bello, oltre a conoscere e parlare una lingua comune, conservare la propria… proprio per una questione di identità.
Credo che sia ancora possibile, se lo si vuole, cercare di mantenere la maggior parte dei termini originali della propria lingua anche se, a volte, è piuttosto difficile.
Vivi in Italia da tanto tempo, quindi è normale che tu sia abituata alla nostra lingua… ma se io fossi in te cercherei di non perdere il tedesco. Basterebbe poco… guarda dei film in tedesco, ascolta canzoni in tedesco, cerca qualche tuo parente o amico con cui poterlo parlare. È un peccato che tu abbia dei problemi con la tua lingua madre!
Ti abbraccio e ti auguro un sereno fine settimana! 😉
Quardiamo solo la tv tedesca, mi piace di più e meno polemica 😀 .. scherzi a parte da quando c’è il digitale non guardiamo più la tv italiana e non ci manca… Gianni e Italiano 😉
.. sarebbe bello se l’inglese diventa una lingua universale, ma pian piano le parole inglesi sono sempre più presente.. e non ci rendiamo nemmeno conto del fatto 😉
Non problemi gravi, se sto telefonando con parenti capita che da un momento in un’altro parlo italiano.. e loro subito STOP noi parliamo tedesco 😀 .. uso FB per scambiare messaggi in privato con i miei.. anche li spesso mi fuggano parole in italiano..
Ma sai io potevo anche scrivere il mio blog in tedesco, ma la lingua italiana mi piace di più, e morbida e dolce… anche offendere sembra romantico 😉 … il tedesco e cosi duro anche parole dolce non sono calorosi ..
.. forse il mio problema, che amo più la lingua italiana della mia… Bussi ♥
Amare qualcosa non è un problema… ma non dimenticare mai le tue radici, perché sono loro che ti hanno permesso di diventare quello che sei! 😉
Un abbraccio.
Che belle parole…
“non dimenticare mai le tue radici, perché sono loro che ti hanno permesso di diventare quello che sei!”
.. mi hai commossa… non dimentico mai da dove vengo 😉
Alce Nero disse una volta:
..non è come nasci, ma come muori, che rivela a quale popolo appartieni..
Personalmente sono piuttosto avverso contro l’uso di terminologie “straniere” nel linguaggio di tutti i giorni. Posso accettarle (anche se con un po’ di fastidio) nel linguaggio tecnico, quando esprimono dei concetti difficilmente traducibili con la stessa chiarezza, ma non nella vita di tutti i giorni, e soprattutto in ambito legislativo, che già di per sé è difficile da capire (a volte sembra una lingua di altri tempi, oltre che per pochi eletti), e se ci sommiamo le parole straniere… hai voglia di capire una norma, una legge (ricordo che la legge non ammette ignoranza).
Se poi la mira dei potenti è portarci verso una lingua “universale”… hai voglia! Per non parlare di quanta cultura nascondono i dialetti!.
Ciao.
I dialetti sono ancora più difficili da tutelare. Teoricamente ognuno di noi dovrebbe conoscere il proprio dialetto, la propria lingua e una lingua “universale”, quale potrebbe essere l’inglese. Non dico che questo sia facile ma sarebbe la condizione ideale. Invece ci stiamo dirigendo verso un totale imbastardimento, passami la brutta parola, delle lingue e la totale perdita dei dialetti.
Per i dialetti trovo a questo punto difficile un’opera di salvataggio, temo che sia già troppo tardi… ma forse per l’italiano c’è ancora qualche speranza!
Ciao Loris, buona giornata!
Hai perfettamente ragione. Infatti anch’io sostengo che dovremmo parlare bene la lingua italiana (magari senza troppi accenti regionali), conoscere il nostro dialetto “di origine”, o di residenza, ed imparare abbastanza bene una lingua straniera (forse sarà l’inglese ad inserirsi come lingua universale: penso al misero fallimento dell’esperanto). Ma questo è compito che deve essere portato avanti innanzitutto dai genitori (mi fa pena sentire certi genitori che di rivolgono ai figli con un italiano che non sta né in cielo né in terra, tanto da farmi sperare che i suddetti figli non imparino a parlare da quei genitori), e poi dalla scuola.
Per quanto riguarda la scomparsa dei dialetti… c’è stato uno sforzo enorme per farli passare come un linguaggio di cui vergognarsi, e solo ora qualcuno scopre la loro importanza. Sta comunque a noi, ancora una volta, cercare di non perderli del tutto, anche se buona parte del danno è stato fatto, ed il processo di “italianizzazione” è in fase avanzata. Personalmente, cerco di usare più possibile quei termini dialettali che altri hanno abbandonato a favore della lingua nazionale (facendone un gran minestrone). Anche perché sono convinto che ciascun dialetto sia il più adatto per esprimere la realtà della zona in cui viene usato, ed ogni zona possa essere descritta SOLO usando quello specifico dialetto. Il dialetto è l’anima espressiva di ogni territorio.
E per concludere, senza tanti inglesismi… buon fine settimana!
È vero, i dialetti hanno una specificità di linguaggio incredibile anche se la nostra bella lingua italiana è molto più dettagliata, ad esempio, dell’inglese.
Direi che dovremmo cercare di parlare un italiano corretto e “ricco” quotidianamente, esercitarci con il dialetto magari con gli anziani del posto e viaggiare abbastanza da avere amici che ci costringono a parlare l’inglese! 😉
P.S Per la faccina con l’occhiolino un punto e virgola al posto dei due punti.
Di norma, poi, con i vocaboli stranieri, utilizzati dal Potere, arrivano le fregature.
Viva la nostra Lingua Italiana!
luigi m.
P.S.:
Dedico ai lettori che passano da questo sito una ciliegina di Trilussa:
”
Autarchia
Appena ch’er Droghiere mise in mostra
“Il Vero Insetticida Nazionale”,
la Mosca disse: – Me farà più male,
ma per lo meno è produzzione nostra.
Trilussa
1937
Testo tratto da: Trilussa, Acqua e vino. Ommini e bestie. Libro muto, Oscar Mondadori, Milano 1965
“
… splendido Trilussa! 😉
Ciao, buon fine settimana.
Carissimo mr. Loto,
io sono italiana e come tale parlare correttamente l’italiano è una cosa più che normale. Fra l’altro la nostra lingua è ricca di bellissimi vocaboli ed è anche armoniosa.
La tendenza di introdurre parole straniere nel nostro linguaggio , si è insinuata in questi ultimi decenni. Molti di noi non capiamo il vero significato,
soprattutto se entriamo nel campo della politica. Un modo come un altro per confonderci le idee. Io credo, caro amico, che ritornare ad usare correttamente la nostra lingua italiana, sia la cosa migliore anche se mi pare che, sia coi pc , sia col nuovo modo di vivere, sarà cosa ben difficile. Questo gran guazzabuglio di vocaboli italiani e stranieri, non si addice ad un paese come il nostro. Solo la scuola può correggere questo andamento, ammesso che gli alunni recepiscano bene e non vengano continuamente imbrogliati, con vocaboli che nulla c’entrano con l’italiano. Ma forse è un’utopia!
Buon fine settimana caro amico e alla prossima !
Probabilmente hai ragione, solo la scuola può cercare di fermare l’agonia della lingua italiana. Purtroppo però, soprattutto i più giovani, vedono certi termini come “superati” e non in linea con la società moderna.
C’è un altro modo che può salvare l’italiano: la lettura! Leggere, soprattutto i classici della nostra letteratura, aiuta a conservare la lingua ed anche ad ampliare il nostro bagaglio culturale e lessicale.
Grazie Adriana, mi ha fatto davvero piacere trovare il tuo commento qui! 🙂
Buon fine settimana.
Ho risposto ma quanto pare non è stata ricevuta !
Buon pomeriggio !
Tutto a posto, era solo in moderazione!
Come sempre, da qualche termine anche simpatico, si è passati alla moda di parlare suando 10 termini stranieri itervallati da qualche parola in italiano perché è moderno e fa chic!
Ma perfavore….la lingua italiana è la più bella, usiamola e cerchiamo di impararla come si deve piuttostoi!
Personalmente cerco di fare a meno di termini stranieri, non ne vedo la ncessità e sinceramente mi danno anche piuttosto fastidio.
Buon fine settimana 🙂
Come avrai notato anche io cerco di non usarli ma ormai alcuni forestierismi sono così diffusi che è davvero difficile farne a meno, sia perché a furia di sentirli si radicano nella memoria, sia perché in alcuni casi è davvero difficile trovare un equivalente italiano…
Ciao, buon fine settimana anche a te!
Sto pensando che poco tempo fa rimproveravo a Lulu, bonariamente, l’uso “smisurato” di puntini (a proposito, è da un po’ che non la leggo)… ed ora vedo un affollarsi di “faccine”, che finalmente, grazie a te, ho imparato ad inserire. Un’evoluzione del linguaggio, stavolta “senza frontiere”? 🙂 🙁
Ciao.
Anche io ho notato l’assenza di Lulu. Spero che lei e suo marito stiano bene.
Le faccine sono un modo simpatico per cercare di sopperire alle espressioni facciali… è un linguaggio esclusivamente virtuale.
Ciao.
Ammetto che qualche parola in lingua inglese può essere anche utile nell’accorciare vocaboli italiani che potrebbero apparire lunghetti, ma penso che a lungo andare, molti della lingua italiana si conosceranno sempre meno ed è un gran peccato.
Dobbiamo ammettere che già molte parole straniere hanno rubato il posto a quelle italiane, e neanche ci facciamo più caso ormai.
Purtroppo tra i giovani si tenderà ad usare sempre più certi vocaboli stranieri, forse per sentirsi più alla moda…
e poi anche quella odiosa scrittura degli SMS, diseducativa al massimo!
Ti abbraccio augurandoti un sereno fine settimana nel cuore (✿◠‿◠)
…sono d’accordo! Alcuni forestierismi sono più pratici e decisamente più moderni.Mi sento molto vecchio in tal senso. Penso di essere uno dei pochi che per gli sms usa perfino la punteggiatura! 😉
Ciao, buona serata.
Io uguale… non riesco a fare a meno della punteggiatura. 😉
Buona serata anche a te
… dimostrando quantomeno di saper scrivere in lingua italiana! 🙁
Ed aggiungo: usando le maiuscole/minuscole. Roba da vecchietti? Bah 🙂
Buona domenica ad entrambi.
Ciao Loris, purtroppo questo è un mondo che va alla rovescia…
I buoni passano per stupidi…
Gli arroganti per coraggiosi…
I violenti per forti…
E quelli (in questo caso) come noi passano per “antichi”
Ma io per fortuna ragiono sempre con la mia testa.
Grazie, buona domenica anche a te 🙂
Occhio Betty, che di questo passo freghi il posto di Mr.Loto ^-^ ^_^.
Comunque, e dico purtroppo… hai ragione :-).
Ciao.
Beh, c’è anche chi migliora il proprio curriculum scrivendo la propria professione in inglese e confondendo le acque. Conosco uno che, quando era commesso, si definiva : sales director. Ebbene, ha trovato poi un lavoro migliore, magari proprio perchè il suo curriculum lo indicava come un direttore delle vendite e non un semplice commesso.
… Sperando che abbia effettivamente le capacità di essere un sales director. Una volta si diceva che “le bugie hanno le gambe corte…”. 😉
Ciao.
… nella vita ci vuole anche un po’ di fantasia! Se quel curriculum ha funzionato ed ha ancora quel posto migliore, magari questa persona se lo meritava quel lavoro e gli sarebbe stato negato se avesse scritto solo “commesso”. Purtroppo viviamo in un’epoca superficiale che spesso richiede più apparenza che sostanza.
Ciao Katherine, ti auguro una lieta domenica.
Già…spesso la sincerità non paga. Questa è la società in cui bisogna sapersi vendere bene!
Purtroppo è così, perché evidentemente anche i datori di lavoro hanno dei pessimi criteri di scelta! Tutti si fermano tristemente all’apparenza…
Ciao, grazie per essere passato da me.
Io amo la mia lingua Italiana e quando posso parlo il dialetto. Detto ciò, per capirci in tutto il mondo è bene conoscere altre lingue e io purtroppo conosco a malapena il francese e l’ inglese. Ma è giusto che terminologie ad uso tecnologico siano in una sola lingua, così da unificare e semplificare il lavoro. Poi non dobbiamo dimenticare la nostra di lingua, bella e dolce e sopratutto i dialetto che fanno parte integrante della nostra storia.
Un abbraccio e buona settimana
Chiara
Non si può che essere d’accordo con quanto hai scritto. Sarebbe bello se tutti conoscessimo bene l’italiano, il nostro dialetto regionale ed almeno una lingua straniera… ma la realtà è che spesso siamo mentalmente pigri, e non conosciamo approfonditamente neppure la nostra lingua!
Ciao Chiara, buona giornata.
Amo la lingua italiana e la grammatica che la fa essere sempre più bella. Conoscevo inglese e francese….ma ora: penso che starnutisco in inglese e canticchio in francese ha, ha!
Sono Milanese e diverti i miei nipoti parlando un dialetto milannovarese! Se poi saluto il mio piccolo Filippo (il pesce) si divertono un mondo!
Divento seria: Cerco sempre di eliminare le parole straniere con le corrispondenti in italiano. E poi cos’è questi termini Ministra, quando è giusto metterlo al maschile? Idem per la Sindaca? Giornali e giornalisti non ne inventate più! Vi corrigerò!!! Buonanotte caro amico!
Sai che hai ragione?
Oltre a tutte le parole straniere nella lingua italiana, ormai ci ritroviamo con molti termini, come quelli da te citati, che ampliano la lingua originale, adattandosi a nuove situazioni.
Prima le donne ministro o sindaco erano molto rare, quindi non era necessaria la variazione al femminile di questi termini.
Oggi le donne che ricoprono cariche un tempo prevalentemente maschili sono invece moltissime e, probabilmente, la variazione al femminile della definizione del loro lavoro può essere interpretata anche come una forma di rispetto.
Del resto il linguaggio di una nazione è “vivo”, e quindi soggetto a continui cambiamenti al suo stesso interno… ma almeno sono variazioni naturali della nostra stessa lingua!
Molto meglio una sindaca in più che un premier!! 😉
Ti auguro una lieta giornata.
Bellissimo; “forestierismi”: “salsa rubra”, “trasfocatore” ecc.. parole che non avevo mai sentito! Io ormai sono rassegnata a questa “sostituzione” di parole straniere per lo piu’ inglesi, nel nostro parlare italiano. Ho sempre pensato alla fortuna del popolo del Regno Unito che in qualsiasi o “quasi” parte del mondo vadano hanno la tranquillità di capire ed essere capiti. e non solo infatti la loro lingua sta sostituendo, come appunto dici te, le nostre parole. Ma a noi di questo, poco ci importa, anzi le cerchiamo e le sostituiamo con orgoglio. Che ti devo dire? Speriamo che serva a stimolarci per imparare la lingua inglese, visto che è quasi anzi è obbligo oggi saperla per poter uscire ma non solo, fuori d’Italia. Oggi sono stata a Firenze e mi sono resa conto che la lingua piu’ parlata era l’Inglese, le persone per comunicare parlavano inglese! Incredibile! Ma questa è la realtà. Mi domando come sia iniziata questa magia. Cioè, come hanno fatto ha convincere tutto il mondo che la lingua inglese doveva essere quella universale?
Un abbraccio e grazie per i tuoi sempre bellissimi argomenti!
Buonanotte
Penso che la diffusione dell’inglese sia dovuta semplicemente al fatto che è una lingua semplice, con poca grammatica e non troppi termini specifici. Per questo pensa al rovescio della medaglia: quando un inglese deve o vuole imparare l’italiano ha bisogno davvero di molta buona volontà… con tutte le nostre meravigliose parole e la nostra ricca, ricchissima grammatica! La nostra grammatica è così vasta che non la conoscono neppure gli italiani! 😉
A me importa della lingua italiana e, nel mio piccolo, cerco di difenderla ogni giorno anche se, molto probabilmente, è una battaglia persa.
Buonanotte, a presto.
Ciao Mr.Loto.
Probabilmente è vero anche quello che dici sui motivi della distribuzione della lingua inglese, ma non dimentichiamo che il Commonwealth (potremmo dire l’impero coloniale inglese: Canada, India, Australia in primis, poi tutti il resto) era grande come un quarto del pianeta, e la lingua ufficiale era l’inglese. Più gli States, che parlano una lingua derivante dall’inglese (anche se dicono che un inglese ed un americano hanno difficoltà a capirsi…). Il commercio mondiale, e quanto ad esso connesso (trasporti aerei e marittimi), che è figlio soprattutto del colonialismo inglese, ha praticamente imposto tale lingua. E non dimentichiamo che i maggiori successi internazionali nel mondo della canzone sono stati per decenni di origine inglese, contribuendo a diffonderne la conoscenza. Ed infine, il computer è nato in terra d’America, adottandone il linguaggio.
Non ci resta che rassegnarci, anche se dobbiamo comunque fare qualcosa, se non altro per non far fare alla nostra lingua la fine del latino.
Ciao.
Soluzione del piccolo esame sulle parole straniere in italiano al termine del post:
Biberon: poppatoio
Iceberg: isbergo
Guard-rail: barriera di sicurezza, guardavia o sicurvia
Cocktail: arlecchino
Il rampichino è il termine italiano per definire la mountain bike, mentre il cariglione è il nome italiano del carillon.
Trasfocatore e cariglione sono termini che non conoscevo. Detesto l’uso dei neologismi stranieri, ma, soprattutto, l’errata pronuncia, tipo staage (parola francese) pronunciata steisg, come se fosse inglese. Buon fine settimana.
Sono d’accordo! 😉
A me piacerebbe tantissimo che si divulgassero maggiormente nell’uso comune i traducenti italiani dell’anglicismo “guardrail” come: “guardavia”, “sicurvia”, “guardastrada” e lo svizzerismo “guidovia”.😂
Il guard rail ha un nome italiano ancora più semplice: barriera stradale! 😉
Ci sono anche altri traducenti italiani sportivi come: “pallabase” (baseball), “guidoslitta” (bob), “ciclocampestre” (ciclocross) e “motocampestre” (motocross). Lo sapevate?😂
Sono parole fantastiche! 🙂
Grazie per averle condivise.