Psicologia

Perché Sempre a Me?

La Sfortuna non C'entra

Perché Sempre a Me?

Vi è mai capitato di pensare perché sempre a me?

Perché sempre a me? Proviamo a cambiare qualcosa nella nostra vita

A volte nella vita sembra di avere una calamita per determinate situazioni. C’è chi perde continuamente il lavoro o non ne trova mai uno adatto a se stesso. Chi si ritrova puntualmente a vivere storie sentimentali complicate, chi si ammala di continuo, chi viene regolarmente truffato … etc, etc.

Di solito ci si lamenta della sfortuna che ci perseguita, ci si chiede perché sempre a me, non una ma cento volte. Eppure la risposta è evidente. Stiamo sbagliando qualcosa senza rendercene conto e commettiamo lo stesso errore continuamente.

Un’oncia di coraggio vale una tonnellata di fortuna.” James A. Garfield

La vita è come una partita a carte. Anche se può capitare qualche episodio di semplice sfortuna, la cosa che conta di più è conoscere le regole del gioco. Le vittorie e le sconfitte si alterneranno comunque ma, di sicuro, chi non conosce il valore delle carte è svantaggiato.

I Valori

Per questo è tanto importante coltivare dentro di se dei valori. I valori sono le regole del gioco che ci permettono di capire, quando si perde troppo spesso, dov’è che stiamo sbagliando. Ci danno una risposta chiara alla domanda perché sempre a me.

Invece di convincerci che sia soltanto sfortuna, riflettiamo sul fatto che la sofferenza dello spirito comporta sempre un’ influenza negativa nella nostra vita. Se certe situazioni si ripetono continuamente è perché il nostro spirito, in qualche modo, vuole avvertirci che ci stiamo facendo del male visto che di solito, non ce ne accorgiamo nemmeno.

Quando ci capita di pensare perché sempre a me, cerchiamo di osservare in modo oggettivo il nostro comportamento e le nostre reazioni emotive nel settore che maggiormente ci crea problemi. Ci accorgeremo di avere un atteggiamento sempre uguale che logicamente, ci porta sempre allo stesso risultato.

Basterebbe avere il coraggio di uscire dalle nostre abitudini, magari aderendo ad un comportamento più consono ai nostri valori, per far entrare aria nuova nella nostra esistenza. Spesso sono solo dettagli, dettagli molto rilevanti, in grado di cambiare quelle situazioni che si ripetono all’infinito e le sorti del gioco.

Ti chiedi perché sempre a me? La sfortuna c’entra ben poco, dipende tutto da noi. La risposta ce l’abbiamo dentro, dobbiamo soltanto prenderne coscienza.

Perché sempre a me?

Lettura consigliata: È più forte di me. Il concetto di ripetizione in psicoanalisi di Franco Lolli

È più forte di me. Il concetto di ripetizione in psicoanalisi

Tasto Amazon

Articoli correlati

35 Commenti

  1. E’ difficile misurare quanto e che cosa si è ricevuto in un percorso di vita: niente e tutto.
    Abbiamo aperto gli occhi al mondo con un grido, per assaporare il respiro della vita.
    Quante cose si possono imparare nel tempo che scorre veloce.
    Ci è stato donato un “sacco vuoto” e, strada facendo lo abbiamo riempito di sorrisi, di carezze, di lacrime. Doveva servire per aiutare chi aveva bisogno di noi. Oggi guardando questo sacco ci accorgiamo che magari è logorato, ma è pieno, pieno di gioia , pieno di Dio.Pieno d’Amore. Buona giornata Mr. Loto. Buona giornata a tutti

    1. Il fatto è che quello che contiene il sacco, nella maggior parte dei casi, lo abbiamo deciso noi. Ovviamente ci sono eventi che non avremmo scelto di vivere ma il modo in cui abbiamo reagito ad essi, quello che abbiamo imparato, è una nostra scelta. Bisogna cercare di essere sempre consapevoli di se stessi e delle proprie responsabilità per quel che siamo diventati.
      Grazie Lucia, i tuoi interventi sono sempre delicati come un venticello primaverile!
      A presto.

  2. Quando non c’è volontarietà per un accadimento allora è il Caos & Caso che disciplinano gli eventi.


    Caso e Caos: sono due concetti che hanno attraversato le culture più diverse del pianeta, dai primordi fino ad oggi. Nella scienza il Caso rientra nelle teorie della probabilità, che hanno visto un primo sviluppo a partire dal 1600. Il Caos, invece, è una categoria più recente, affrontata da teorie specifiche, sviluppatesi negli ulti trent’anni.
    …”.

    Nella partita a carte della vita occorre avere le carte vincenti che il Caso assegna dopo la smazzata.

    1. A me riesce davvero difficile pensare che se una persona incappa sempre nelle stesse brutte situazioni è frutto del caso. Comunque trovo interessante anche questo punto di vista.
      Ciao, buona serata.

  3. Buongiorno caro Mr Loto.. Si a volte ti viene a dire “Perché sempre a me” ma poi mi dico quando mi guardo in torno a me non sono l’unica che ha pescato la carta con M 😀 …

    Ci lamentiamo sempre anche per piccole cose, ieri per esempio abbiamo avuto un appuntamento con un medico alle ore 9 di mattina, ci hanno anche detto di essere puntuali (io sono austriaca e la puntualità per me e un ordine) eravamo 10 minuti prima li… e abbiamo aspettato fino alle 10:30 …E io leggermente stressata dicevo ma perché capita sempre a me… 😀

    A parte tutto questo penso noi siamo tropo fissato su noi stessi e ci lamentiamo senza renderci conto.. abbi una buona giornata un abbraccio Rebecca

    1. Sono d’accordo sul fatto che spesso quando ci si lamenta si è poco consapevoli delle proprie responsabilità su quanto ci accade.
      Per quanto riguarda la tua esperienza dal medico che dirti cara Rebecca? Nella vita bisogna avere tanta pazienza ed è una dote che bisogna saper coltivare, giorno dopo giorno! 😉
      Ti abbraccio anche io, a presto!

  4. Non sono abituata a pensarla in questo modo, con tutto quello che si sente e che si vede, penso non sia proprio il caso di lamentarsi!
    Buona serata Mr. Loto un abbraccio 🙂

  5. Conoscere le regole del gioco è importante, ma è altrettanto importante non fissarsi su quelle regole perché il gioco come la vita, è imprevedibile. Possiamo controllare tutto fino ad un certo punto. Certo, la mente fa miracoli, sopratutto se hai soldi o usi tecniche per influenzare la psiche umana.. ma anche a questo c’è rimedio – la nostra forza d’animo. C’è chi trova forza nella fede e chi invece nella quotidianità, chi la trova nella materialità e chi nella spiritualità.
    Penso che alla fine dei conti contrastare quel che succede intorno negando i propri sentimenti e la propria interiorità sia controproducente, perché il destino ti si gira col culo. Qualunque malessere per essere vinto prima di tutto deve essere accettato.
    Jan

    1. Non ho mai parlato di negare i propri sentimenti. Mi riferivo piuttosto al fatto che spesso delle sventure ricorrenti nella nostra vita sono il segnale evidente che portiamo avanti nel tempo degli atteggiamenti sbagliati, che possono essere materiali (se ad esempio ci stiriamo continuamente un muscolo od un nervo quando giochiamo a calcetto magari siamo troppo sedentari quotidianamente…) oppure di tipo spirituale/psicologico (se scelgo sempre donne simili che si rivelano sbagliate per me evidentemente mi lascio attrarre da qualcosa che dovrei mettere in discussione).
      Non possiamo sempre controllare gli eventi ma possiamo sempre controllare le nostre scelte ed il nostro modo di reagire a quel che ci succede. I sentimenti non devono essere negati ma osservati attentamente al fine di comprendere da quale tipo di pensiero o esperienza essi abbiano origine. Questo lavoro può rivelarsi davvero utile per imparare ad essere sempre sereni.
      Ciao Jan.

      1. Ho un po’ mischiato quel che succede a me o credo che mi sia successo con quel che hai scritto tu, scusa. Vedi, a volte quel che leggiamo ci fa fare dei collegamenti con la nostra esperienza.. e allora inizi a scrivere senza pensare al contenuto del post, andando a volte fuori tema.

        1. Non è un problema, anzi. È molto utile raffrontare quello che si legge con le proprie personali esperienze. A volte serve per capire meglio quel che si legge, altre per comprendere meglio quel che ci è accaduto.
          Ciao, buon fine settimana.

  6. Mi è capitato qualche volta in passato, da alcuni anni mi chiedo “dove sbaglio?’ ‘sebbene a volte mi solleverebbe dare la colpa a destra e a manca compresa la sfortuna ma sa cavolo la mia anima che andava cercando il giorno che è approdata in questo mondo e quindi sono giunta alla conclusione che desiderasse imparare determinate cose e così sto qui a chiedermi dove sbaglio è devo dire che dai dai ogni lezione arriva al superamento dell”esame una fatica nera?. Buona giornata MrLoto.

    1. Ah Carola, che bella consapevolezza!
      Hai proprio scritto bene, la domanda giusta è “dove sbaglio?”
      Se ce lo chiedessimo più spesso, se fossimo più critici nel mettere in relazione i nostri pensieri e le nostre azioni con quello che ogni giorno ci succede, probabilmente sarebbe più facile cambiare rotta. Purtroppo siamo poco abituati all’autocritica e la società moderna si guarda bene dallo spingerci verso l’auto osservazione.
      Un abbraccio e l’augurio di una lieta giornata.

  7. M.Loto ciao, ecco detesto questa frase, perchè sempre a me, puro vittimismo. Gente che non si rende conto della realtà che ci circonda. Ognuno di noi ha quel che si merita, o che gli è destinato, non la penso mai questa frase ma proprio so che ognuno di noi ha i suoi dolori e le sue gioie. Il vittimismo lo detesto proprio, posso capire una madre che in un momento di sconforto, magari davanti alla figlia uccisa, dica……perchè proprio a me o a mia figlia, era destino……….era il momento di affrontare quel dolore e quella perdita, io la penso così…Buona serata e buon fine settimana con stima e affetto sempre………….

    1. Ciao Lulu’.
      Sono completamente d’accordo con quello che dici.
      Aggiungo solo che “quel che si merita”… non possiamo valutarlo noi, in quanto non penso abbiamo gli “strumenti” per farlo correttamente (qualche farabutto meriterebbe solo disgrazie, invece…).
      Relativamente al destino, poi, penso che nella vita abbiamo delle “tappe” da rispettare. Per raggiungere queste, se ci siamo discostati molto dal “percorso”, accadranno cose belle, o cose brutte, per riportarci sulla nostra strada.
      Ciao.

      1. Loris ciao, è vero sebbene abbiamo un percorso probabilmente ben disegnato, gli artefici nel portare a termine come desideriamo noi, spesso è impossibile per tanti motivi………..Non capisco cosa intendi quando scrivi “abbiamo delle tappe da rispettare”…?! Buona serata a te e grazie per i tuoi interventi…

        1. Ciao Lulu’.
          La faccenda delle tappe non è proprio semplicissima da spiegare, ma ci provo (Mr.Loto… so che hai pazienza, e ne approfitto).
          Secondo me, ci sono degli eventi della vita che sono ben designati (predestinati), come ad esempio un titolo di studio, l’acquisto di una casa, una sofferenza particolare, ecc, ed hanno una “scadenza” abbastanza precisa e tassativa (da qui l’uso del termine “tappa”), che comunque non conosciamo. Nel periodo che precede il succedere di tale evento, siamo liberi di comportarci come vogliamo, e se seguiremo un percorso che conduce verso di esso, questo accadrà senza sorprese, altrimenti per tale evento, che succederà comunque, interverranno delle “correzioni di rotta” che faranno sì che quando previsto succeda. Da notare che dette correzioni possono essere sia cose buone (fortuna?), sia cose tristi (sfortuna?), a seconda di come ci siamo discostati dalla “linea retta” che doveva condurci alla tappa stessa. Non abbiamo strumenti per valutare dette “correzioni” se non con il “senno del poi”. Prova a pensare a quante cose negative della vita hanno avuto una logica guardandole a posteriori e tenendo conto dei risvolti successivi.
          A complicare la cosa dobbiamo tenere presente che quello che succede a noi può essere catalogato come una “correzione di rotta” di un’altra persona.
          L’artefice di tutto questo? Ognuno lo chiami come vuole: destino, disegno divino, karma.
          Ciao, leonessa. 🙂

          1. Loris ciao, questi eventi già predestinati, come un titolo di studio, la nascita di un figlio, un momento difficile siano situazioni che già sono destinate a noi…….?! No, non credo, man mano che si cresce e in che ambiente si cresce…Non credo che se perdiamo la rotta o perdiamo la nostra linea di condotta ecc……..che sbagliamo siamo solo noi, non credo che qualcuno possa intervenire………….Si, che abbiamo un destino magari ben definite come termine di vita ma dal momento che siamo liberi, abbiamo il libero arbirtrio, i responsabili dei nostri fallimenti o perdite o altro è solo colpa nostra……………..spero di averti compreso…..Buona serata Loris…

            Si, M.Loto è una persona Speciale!!!
            Grazie……

    2. @Lulu sono d’accordo con te, spesso quando si dice o si pensa “perché sempre a me” non ci si rende conto della realtà… e si, in qualche caso molto difficile da affrontare è comprensibile pensarla così, ma non di certo nei problemi quotidiani.
      Sapevo che tu non sei il tipo di persona che si piange addosso… sei una leonessa! 😉
      Buon fine settimana.

      1. M.Loto ciao, una leonessa poi, ti ringrazio. Si lotto sono una persona alla quale le sfide sono nel mio dna…….come si fà a non rendersi conto che il piangersi addosso non fà altro che aumentare il disagio…………Buona serata Uomo Saggio, con affetto e stima sempre……..;)

  8. Ciao Mr Loto, io credo tantissimo nel potere della positivita’, trovare sempre il lato buono in ogni cosa anche nelle esperienze negative che ci aiutano a capire meglio noi stessi e la realta’ che ci circonda, e’ fondamentale. Essere convinti che nella vita si puo’ avere cio’che si desidera, se lo si desidera veramente e se si crede un po’ di piu’ in se stessi, forse e’ la chiave…almeno la mia.
    Meditazione, yoga e Dr Wayne, mi aiutano tanto, il lavoro su me stesso devo farlo io pero’. 🙂
    Buon weekend, caro amico

  9. Ciao a tutti.
    Difficile affrontare il tema proposto senza considerare il fatalismo, la fortuna, il destino e la predestinazione. Sicuramente molte cose negative che ci accadono sono conseguenza di un nostro comportamento, quindi “causa-effetto”, e se non cambiamo modo di vivere, sarà difficile che cambi qualcosa. Semmai, dovremmo abbandonare l’abitudine di piangerci addosso… anche se non è molto facile essere ottimisti se le cose ti vanno sempre storte.
    Comunque fenomeno analogo c’è anche per le cose “buone”, e qui “per forza” il fatalismo prende il sopravvento. Qualche esempio: conoscevo una persona che puntualmente acquistava qualche biglietto della “pesca di beneficenza”, ed altrettanto puntualmente vinceva il primo o il secondo premio. L’unica componente personale era l’acquisto dei biglietti, e quindi “causa-effetto” dove stavano? Conosco gente che vive vincendo al lotto, ma solo per piccole somme (se punta grosso, non vince), e qui, di scientifico, credo ci sia ben poco (al massimo la statistica).
    Ovvio che se cominciamo a mettere in campo la predestinazione, avviamo un discorso infinito senza arrivare a conclusioni, ma non possiamo nemmeno affermare che tutto dipende da noi, dalla nostra volontà, dalle nostre forze.
    Forse dovremmo focalizzare un po’ più sul periodi della vita: credo ci sia alternanza di periodi negativi e periodi positivi (quasi per riprendere fiato dopo tante negatività, o smorzare gli animi dall’euforia della fortuna), e valutare “col senno del poi” prima di giudicare.
    Ciao.

    1. Te lo dico io perché quella persona che conosci quando acquista un biglietto vince sempre: perché, in cuor suo, è assolutamente certa di vincere. Ovviamente sei libero di non crederci. Se ne hai voglia leggi il capitolo 11, versetto 23 del Vangelo di Marco. È Interessante.
      Dovremmo imparare a fidarci di più delle nostre energie intellettive e spirituali.
      Buon fine settimana, a presto!

      1. E quindi vorresti dire che lui avrebbe (aveva, ormai) un sesto senso che altri non hanno? Mi sembra quantomeno… ingiusto! ??
        Ciao.

        1. Non lo definirei sesto senso. Può essergli capitato per caso, senza alcuna consapevolezza.
          Magari la prima volta che ha provato con una pesca di beneficenza ha vinto… e poi si è sempre aspettato di vincere. Tutto qui.
          È una questione di convinzione interiore, di pensiero positivo… non so, chiamala come vuoi. E questa possiamo averla tutti. Ma se ci provi ti accorgerai che non è proprio facile.
          Bisogna riuscire letteralmente ad affidarsi all’irrazionale, all’ignoto.
          Se l’argomento ti incuriosisce, approfondisci, sperimenta. Sono cose troppo particolari, personali e complicate per affrontarle in modo soddisfacente in un commento…
          Buona serata.

          1. Che il pensiero positivo abbia un considerevole peso sulle nostre azioni, e relativi risultati, lo so e non lo metto in dubbio, ma pescare SEMPRE il numero migliore (non so oggi, ma una volta c’erano i rotolini di carta all’interno di un anellino di pasta in enormi vasi di vetro)… lo posso solo definire, scusa il termine, culo! 🙂 🙂 🙂
            Che poi, a sua volta, penso faccia parte del destino.
            Ciao.

  10. buongiorno Mr Loto, no, non sono il classico tipo del ” perché sempre a me!
    ” non sono il tipo che si piange addosso, limitandomi a chiedermi ” perché” a volte lo si trova, questo perché e allora cerco di trarre esperienza, a volte proprio non c’è e allora? si tolloeri, non si biasimi ciò che non si può mutare…non ricordo di chi sia questa massima ma so che ha una caspita di santa ragione! 🙂

    1. A volte è difficile capire il perché ci capitino certe esperienze… ma l’atteggiamento migliore è sempre quello di cercare di andare avanti, magari imparando qualcosa che prima ignoravamo.
      Ciao, a presto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Pulsante per tornare all'inizio