La cosa più difficile nell’accorgersi di aver sbagliato è riuscire ad affrontare il senso di colpa. Anche se questo sentimento è molto utile per farci comprendere il male, spesso viene vissuto in modo del tutto improduttivo.
Penso che a tutti nella vita sia capitato di sbagliare e di dover affrontare il senso di colpa. È terribile ad esempio, aver causato dei danni o del dolore a qualcuno senza poter più fare nulla. Il sentimento che si prova è così opprimente che si arriva a desiderare irrazionalmente di tornare indietro nel tempo.
Per questo molte persone tendono a ritrovarsi intrappolati nel passato per via degli errori commessi. Affrontare il senso di colpa può diventare insopportabile, specie se quello che si è fatto viene considerato irreparabile.
Evitare di affrontare il senso di colpa non ci permette di tagliare con il passato, portandoci a vivere passivamente. Se non elaboriamo questo sentimento, ci concentreremo solo sugli errori che abbiamo commesso impedendoci di valutare noi stessi obbiettivamente.
Questo atteggiamento nei confronti di noi stessi ci rende anche autolesionisti a livello emotivo. Porta infatti a ricercare inconsciamente la sofferenza come forma di espiazione o giustizia per quello che abbiamo fatto.
Affrontare il Senso di Colpa con il Pentimento
In questi casi è molto importante evitare di confondere il senso di colpa con il pentimento.
Quando si comprendono i propri errori, il pentimento è necessario per rimediare quando questo è possibile. Serve inoltre a farci soffrire abbastanza da evitare di ricadere negli stessi sbagli. Uno sterile senso di colpa invece porta solo malessere, pesando sulla nostra coscienza solo al fine di farci stare male.
Per affrontare il senso di colpa che toglie la fiducia in sé stessi bisogna quindi lavorare sul pentimento. È inoltre basilare credere nel perdono.
Nelle religioni ad esempio, l’ammissione dei propri errori ed il pentimento che ne consegue sono alla base della salvezza. Il senso di colpa fine a sé stesso è invece biasimato e ritenuto inutile e dannoso.
Pensa alla figura di Giuda nel Cristianesimo. Incapace di affrontare il senso di colpa per il tradimento di Gesù, Giuda si impiccò, condannandosi alla dannazione eterna.
Riconosciamo quindi i nostri errori e pentiamocene sinceramente senza però, esserne schiavi per sempre.
Affrontare il senso di colpa impareremo a perdonare noi stessi. Allo stesso modo diventeremo capaci di comprendere la fragilità degli uomini, imparando anche a perdonare gli altri con più facilità.
Lettura consigliata: Debellare il senso di colpa di Lucio Della Seta
” … Nelle religioni ad esempio, l’ammissione dei propri errori ed il pentimento che ne consegue sono alla base della salvezza …”; di certo i testi sacri recitano così, ma il pentimento, specialmente nella religione nostrana, è considerato come un purgante domenicale.
Si erra, ci si pente, ci si confessa, si … ed, usciti dal luogo sacro, si ricomincia.
“Sbavature” si possono recuperare presentando le proprie scuse, convinte.
Grandi colpe, con pentimento – o finto tale -, servono a poco nelle “correzioni”, se errori commessi scientemente.
Saluti corretti e senza pentimento.
Le scuse sono basilari per avere il perdono altrui, il brutto è quando non si riesce a perdonare se stessi. Per quanto riguarda i grandi errori, anche quelli commessi scientemente, possono servire a cambiare la persona che li commette. A volte si capisce di aver sbagliato solo dopo averlo fatto e questo ci permette di non ripetere l’errore e di diventare persone migliori.
Buona settimana.
assolutamente d’accordo con te pur che si sappia controllare il senso di colpa, altrimenti ci divora. buon lunedì
Esatto, il senso di colpa divora e non serve a cambiare il passato. Quando si capisce di aver sbagliato bisogna invece ripartire con il bagaglio di quello che abbiamo imparato.
Buon lunedi anche a te!
Per quanto si può essere talmente simili tutti ,nei nostri atteggiamenti, vi è da dire che siamo anche unici sotto tanti aspetti…è condividere queste due facce la vera difficoltà!
Quante volte ho potuto sbagliare,ferire e non essermene mai resa conto al punto da poter sentire quel senso di colpa e di pentirmene!
Non ci si ferisce solo con le armi in modo fisico do ve tu puoi materialmente renderti conto del torto fatto o subito e fare i conti con la tua coscienza in seguito, la difficoltà è nel saper /poter comprendere quando si ferisce il cuore e l’anima dell’altro!
Possiamo davvero avere questo potere di controllo su tutto? Lo sa bene mr loto che persino il concetto di Amore è talmente vasto da avere tanti modi ed interpretazioni diverse,quindi il suo post oggi credo sia un tantino generico,ci si potrebbe dire tutto di tutti…come può vedere anche dai primi commenti è molto difficile mettere in primo piano se stessi ,io per prima…
Ho mai avuto sensi di colpa?
Mi sono mai pentito di qualcosa ?
Posso aver sbagliato?
Sono perfetto così come sono ho devo sempre e continuamente migliorare per me stesso e per poter comprendere un po’meglio anche gli altri?
Forse prima di poter parlare di senso di colpa e pentimento dovremmo chiederci :quante volte ho mentito a me stesso per non essere stato me stesso..!!!.partiamo da questo …da questa Verità senza cercarla prima all’esterno per evitare di ascoltare la persona che abita il mio corpo!
Buona settimana!
Lara, il senso di colpa che porta a vivere male nasce dalla piena consapevolezza di aver fatto qualcosa di gravemente sbagliato, verso gli altri o verso se stessi. Mi sembra fuori luogo star male nel supporre di aver potuto far qualcosa di sbagliato senza averne la certezza e magari inavvertitamente.
Ormai le persone sembrano fatte di vetro, soffrono perfino per una frase detta con la tonalità sbagliata… ma qui la falla non sta in chi ha pronunciato la frase in una tonalità sbagliata ma in chi se ne lascia ferire.
In questo post mi riferivo alla consapevolezza, anche arrivata dopo aver commesso il fatto, di aver commesso un errore che ci pare irreparabile.
In questi casi infatti, si tende a colpevolizzarsi all’infinito senza trovare una via d’uscita… e questo non serve a niente!
Ciao, ti auguro una buona settimana.
“Ormai le persone sembrano fatte di vetro,soffrono perfino per una frase detta con la tonalità sbagliata…”
È questo cosa vorrebbe dimostrare la sua di “consapevolezza”?
Vuole sapere cosa penso in merito a questa sua frase?
Che è un controsenso !
Sta ancora generalizzando sulle persone che per quanto sia giusto un senso di colpa ed un pentimento dopo aver consapevolmente commesso qualcosa di grave sono addirittura ” fragili”come vetro da non reggere il tono di una frase…mi /le chiedo parliamo sempre delle stesse “PERSONE “….? Oppure queste persone sono utili perché in un modo o nell’altro riempiono le righe di un post….dove è impossibile vedere il volto della frase detta con un certo tono!
A volte o come la sensazione che lei pur di difendere una sua consapevolezza …calpesta quelle altrui andando contro qualcosa/qualcuno che ancora non ho compreso..
Mi faccia capire per favore se vuole ,cosa non le è chiaro di ciò’ che scrivo così come ho fatto io adesso ….possiamo essere noi stessi anche se divisi da questo benedetto muro!
Che cosa difende o chi difende lei?
Io sono Sempre dalla parte delle persone fatte di ” vetro”…ossia fragili….cosa ne vogliamo fare di queste…non considerarle affatto?
Non credo …..perché altrimenti lei non se ne sarebbe curato di menzionarle !!
Non era mia intenzione, e lo sai, calpestare né difendere niente e nessuno. Semplicemente mi pare che al giorno d’oggi ci si attacchi troppo alle parole e non si rifletta sul significato oggettivo degli eventi.
Generalizzo? È ovvio, qui non posso parlare di casi individuali!
Ricordati inoltre che essere davvero dalla parte delle persone “fatte di vetro” non significa difenderle da tutti i mali ma aiutarle a diventare più forti.
Buona giornata.
Wow, capisco eccome !
Sa in un certo senso le ho persino dato quello che voleva sentirsi dire per avvalorare la sua consapevolezza ed in fondo anche la mia…Consapevolezze affini sotto tanti aspetti..
La fragilità è qualcosa che va innalzata,come dice D’Avenia,magari ci riconoscessimo in questo valore che è sinonimo di sensibilità!
Quella fragilità che nonostante tutto si fa fatica ad esporre ,tenendola rinchiusa in noi stessi e che spesso ci accarezza e ci coccola profondamente per difenderci ed asciugare le nostre lacrime interiori…forse in fondo va custodita li’dove svolge il suo ruolo indisturbata senza essere strumentalizzata!
Con le esperienze e la famosa evoluzione tutto si modifica prima o poi …quindi il “fatti di vetro” dovrebbe essersi modificato …di che vetro siamo :frangibile o infrangibile?
Può darsi che ci siamo persino “rafforzati” entrambi anche a nostra insaputa…!
E con questo spero che siamo riusciti ad intenderci!
Una volta cercavo l’equilibrio, ma adesso un po’come dice Carola ,credo che sia sempre precario, forse l’equilibrio dà una certa sensazione di staticità di emozioni che per tutta la vita bisogna rincorrere, e capisci che non era una meta ma la continuità di un lungo viaggio..
Scusami per il fuori post ,non ho trovato nulla per agganciarmi ad i sensi di colpa adesso…
Ci siamo intesi.
A presto.
Caro Loto, è già un passo in avanti riconoscere la propria colpo, poi bisogna pure accettare le conseguenze!!!
Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Sono d’accordo… e non bisogna solo accettare le conseguenze ma anche affrontarle! 😉
Buona settimana anche a te!
Ciao a tutti.
Intanto affermo che il pentimento è direttamente proporzionale al legame fra chi ha sbagliato e chi ne ha subito i danni. Se non c’è legame, il pentimento diventa una bazzecola, priva di forza.
Il senso di colpa può anche instaurarsi senza il pentimento, magari dietro “suggerimento” di una terza persona, che si erge a giudice dell’accaduto. Ma senza il pentimento, verrà minimizzato.
Attenzione comunque a voler dominare il senso di colpa: si rischia di far spazio all’indifferenza.
Attenzione anche all’auto-stima che, se eccessiva, rende difficile l’ammissione di errori, e di tutto ciò che ne consegue.
Ciao.
Le tue sono tutte ottime considerazioni. Qui non si tratta di dominare il senso di colpa ma di riuscire a superarlo in modo attivo, non alimentando l’indifferenza ma sapendone cogliere gli insegnamenti.
Ciao, buona settimana!
Penso non esista nessuno che non ha mai sbagliato, purtroppo capita e l’importante è riconoscerlo e cercare di rimediare per quanto è possibile, buon inizio settimana!
Proprio così, restare immobili nel senso di colpa è inutile e controproducente.
Buona settimana, a presto!
A volte le persone si feriscono o si indispongono per qualcosa detto o fatto da noi, senza che avessimo intenzione di farlo.. Pare brutto dirlo ma in questo caso è un problema solo loro.. La propria esperienza di vita e il bagaglio di crucci che ci portiamo appresso ci rende vulnerabili alle parole e agli approcci dell’altro, e non è detto che costui volesse realmente ferirci. Anche oggi ho riflettuto su un fatto personale appena capitato. In altre parole, siamo noi stessi che forniamo all’altro la possibilità di offenderci.. Alcune persone sembrano impermeabili a qualunque attacco.. Un motivo ci sarà..
Gli altri non possono conoscere tutte le nostre debolezze, il nostro passato, i nostri traumi… se non c’è l’intenzionalità di ferire è assurdo aprire un varco nel nostro cuore affinché questo accada. Dobbiamo semplicemente imparare a non lasciarci scalfire da quelle che in fondo sarebbe inezie se non fossimo noi a dargli un peso spropositato per via delle nostre esperienze negative.
Ciao, buona serata.
Secondo me esistono due condizioni di “senso di colpa”
quello inflitto e quello autoinflitto.
Il senso di colpa autoinflitto, non lo vedo così in negativo, perchè secondo me anche se tardivo, è un arrivare a comprendere, prendere coscienza di aver commesso degli errori che hanno infranto il nostro valore morale. Questo vuol dire che pur essendo delle brave persone, qualcosa è accaduto che ci ha spinto a fare o dire qualcosa ai danni di qualcuno.
Ripartire da li, potrebbe essere un buon inizio per riuscire ad affrontare il senso di colpa per poi superarlo. Per affrontarlo sono necessari due soli ingredientti: maturità personale e una buona quantità di coraggio.
Quello inflitto invece penso sia la condizione peggiore che può capitare ad un essere umano, come punizione.
Saluti!
La tua analisi è interessante e condivisibile. Mi chiedo solo se davvero è possibile infliggere a qualcuno un senso di colpa. Voglio dire, può esserci qualcuno che vuole o cerca di farci sentire in colpa, ma se noi questa colpa non la sentiamo dentro è difficile farla sorgere dal di fuori…
Ciao, buona serata.
Detesto il senso di colpa, me lo hanno instillato fin dall adolescenza, ero una figlia ribelle e mio padre non faceva altro che dirmi che ero sbagliata, nel tempo mi sono accorta che in me non vi era nulla di sbagliato, ma quella sensazione amara mi ha danneggiato. Nei confronti del prossimo non avendo mai commesso nulla di deplorevole non ne ho mai avuto, e neppure nei confronti di Dio, qualche errore umano l ho sicuramente fatto, ma nessuno cosi grave da farmi venire il senso di colpa.
Guarda il lato positivo. Magari quel senso di colpa che ti è stato inculcato da adolescente, anche se da un lato ti ha danneggiato, dall’altro ti ha aiutato a non commettere mai nulla di grave.
L’importante, in ogni caso, è che tu ora abbia fatto pace con te stessa.
Un abbraccio.