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I Non Credenti Vanno in Paradiso?

Una Domanda che si Fanno in Molti

Molte persone che credono in Dio si chiedono se i non credenti vanno in paradiso. Con questo scritto non voglio entrare nel merito dell’esistenza o meno di Dio, del paradiso o della veridicità delle religioni.

I non credenti vanno in Paradiso? Una domanda che molti credenti si fanno sempre più spesso

Questo è un dubbio che riguarda esclusivamente i credenti, specie quelli che hanno persone care atee o agnostiche.

Per cercare di rispondere a questo dubbio partirò quindi dalla supposizione che il paradiso esista, anche se non possiamo averne la certezza. Del resto senza questo presupposto non sorgerebbe nemmeno la curiosità di sapere se i non credenti vanno in paradiso.

È bene prima di tutto chiarire due concetti.

  • Il Paradiso, esattamente come l’inferno, non è un luogo ma una condizione dell’anima. Quello che comunemente chiamiamo paradiso è la condizione di pura felicità e totale appagamento dell’anima date dalla stretta vicinanza con Dio.
  • Le tre religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo ed Islam) hanno una concezione del Paradiso piuttosto simile. Questo perché, nonostante alcune chiare differenze, osservano tutte gli stessi valori.

Non è però raro vedere atei moralmente migliori di certi credenti. La questione dunque è questa: i non credenti vanno in paradiso se, pur non credendo in Dio, osservano tutti i valori di una vita buona e giusta?

Dato che sono cattolico, per rispondere mi atterrò alla religione che ho scelto di seguire.

I Non Credenti Vanno in Paradiso? La Fede

Secondo le Scritture, la fede rappresenta un requisito indispensabile per accedere al paradiso.

“Senza fede è impossibile esserGli graditi, chi infatti si accosta a Dio deve credere che Egli esiste, e che ricompensa coloro che lo cercano” (Ebrei 11:6).

“Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.»” (Giovanni 14-6)

Tuttavia, per la misericordia Divina, è facilmente ipotizzabile che a tutti sia data la possibilità di varcare le porte del paradiso. Semplicemente perché il contrario ci apparirebbe ingiusto.

Il problema, a questo punto, è tentare di immaginare come la misericordia Divina operi in questo caso. Il nostro concetto di giustizia infatti potrebbe non coincidere con quello divino.

Esistono molte persone non credenti buone d’animo, giuste e generose con il prossimo. Possibile che queste, nonostante la loro bontà e giustizia, siano escluse dal paradiso?

Personalmente trovo plausibile che queste persone acquisiscano prima o poi la consapevolezza di Dio e quindi la fede. Questo può succedere in un secondo e può accadere perfino nell’attimo prima di morire.

Dunque chi non crede va in Paradiso? È difficile raggiungere una meta di cui si nega l’esistenza.

Secondo me la speranza di ogni credente dovrebbe essere quella che ogni persona giusta possa credere, anche solo negli attimi antecedenti alla morte. E dato che la fede non si può scegliere razionalmente, si può soltanto pregare perché questo accada e l’anima sia salva.

I non credenti vanno in paradiso

Lettura consigliata: Preferisco il Paradiso di Pippo Corigliano

Preferisco il paradiso. La vita eterna: com'è e come arrivarci

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23 Commenti

  1. Questa volta hai girato intorno al problema, con supposizioni e certezze dubitative; naturalmente con la relatività che caratterizza ogni religione, poiché ve ne sono tante e, semai, una sola sarebbe giusta, nel vero.
    Io preferisco il paradiso (?) degli Islamici, con tutte quelle “bontà” che attendono i giusti; chiamami fesso!

    Ciao ed ora vado a farmi uno zabaione, non si mai che il “viaggio” cominci senza preavviso; meglio farsi trovare pronti. Che ne pensi?

      1. Come leggi i non credenti sono – anche – spiritosi; al contrario dei credenti, di qualunque religione, che sono, quasi sempre, integralisti e non scherzano mai.
        Uno, ma tanto per iniziare, ci tengo al mio fegato!

        Ciao e buon fine settimana

  2. Caro Loto, questo post di sicuro metterà parecchi in difficoltà per rispondere.
    Quello che penso io è che un paradiso deve esistere, poi se parliamo delle religioni non mi voglio pronunciare,
    ma penso che il Dio è uno solo chiamalo come vuoi ma non cambia nulla.
    Credo che la cosa migliore sia fare sempre del bene e se sbagliamo Dio ci perdonerà.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

  3. Come abbiamo capito che due più due fa quattro ?E se due più due facesse tre?Impossibile con i numeri non si scappa !È così !È certezza!

    Come è gratificante dimostrare una certezza assoluta!

    Dimostrami che Dio esiste?
    Io ti ho dimostrato la “ragione” che porta ad una certezza matematica ,tu cosa mi dimostri con la tua di ragione nella certezza di un Dio?

    La tua ragione caro professore non è diversa dalla mia,rimane una “ragione”,la stessa che ci ha portati qui entrambi?

    Tu esisti vero professore in base ad un concetto ” penso dunque sono” cogito ergo sum…
    Io esisto nello stesso tuo concetto ,cambiando le parole,sono perché sento!

    Ma cosa stai dicendo,cosa vuoi dimostrare mettendo in discussione la correttezza di una frase distorcendone il senso?

    Vede caro professore io non discuto la sua matematica ma il pensiero con cui intendiamo arrivare ad una certezza!Io non so se Dio va dimostrato secondo il tuo o il mio modo di pensare,è questo il punto .

    Buon fine settimana a tutti coloro che sentono e a tutti coloro che pensano….figli della stessa ragione …..a prescindere dal paradiso …

    Un abbraccio caro amico mio Loto..

  4. Beh, io in Paradiso ci sono stata, perlomeno in sogno. Non ero morta, ma una sorta di Dante in gonnella che era riuscita a vederlo pur essendo ancora viva. Di fatto avevo incontrato una signora lungo la strada che mi aveva incuriosita ed avevamo iniziato a dialogare. Lei mi aveva detto di non essere più viva, ma di essere tornata sulla Terra per un breve periodo perchè la sua anima non si era ancora staccata definitivamente dal corpo. Allora le avevo chiesto informazioni sul fratello di mio padre, uno zio deceduto a vent’anni per una broncopolmonite che non avevo mai conosciuto. A quel punto lei mi aveva condotta in Paradiso, che era un luogo bellissimo, pieno di prati verdi e fiori, colline erbose, laghetti limpidi e farfalle svolazzanti. Mi aveva detto che la felicità più grande era quella di vedere Dio, ma a lei non era ancora capitato perchè era troppo presto. Poi mi aveva fatto vedere il famoso zio, che non riusciva però a sentirsi felice come avrebbe dovuto essere perchè la polmonite gli aveva lasciato una salute cagionevole e non poteva più essere uno sportivo.
    Quando avevo parlato a mia madre del sogno e fatto il nome della signora, per me sconosciuta, lei mi aveva detto che la conosceva e che era effettivamente morta da poco.
    Qualcuno mi aveva detto che avevo sognato il Paradiso di Budda, altri che quello zio necessitava di preghiere…chissà!
    Forse ognuno vedrà il Paradiso proprio come vorrebbe che fosse o, forse, più razionalmente, dopo la morte ci sarà il nulla, un po’ come succede quando siamo sottoposti ad anestesia. In quei momenti è come se non esistessimo. Sicuramente, se veramente ci fosse una giustizia divina, i buoni dovrebbero essere premiati, a prescindere dal loro credo.

    1. Una storia interessante, alla quale non mi sento di attribuire un particolare significato anche se potrebbe averne più di uno.
      Credo che per noi sia impossibile immaginare come sia il paradiso e perfino cosa succeda dopo la morte… semplicemente perché non abbiamo i mezzi intellettuali per farlo. Viviamo in un corpo materiale, immersi in un mondo materiale ed alcune percezioni sono per noi inimmaginabili. Per questo tendiamo a basarci sul bello che conosciamo (prati, laghetti e farfalle…) per visualizzare il paradiso.
      Personalmente credo che “il nulla” appartenga a quelli che hanno dedicato la propria vita alle cose sbagliate. Ma ovviamente è solo un’opinione.
      Ciao Katherine, buona domenica!

  5. Beh ti ringrazio per il tuo pensiero, ma penso che ai non credenti, non credendo nemmeno nel paradiso, la cosa non interessi poi molto.
    Ti auguro una buona domenica 🙂

    1. Certo che ai non credenti non interessa, infatti l’ho scritto nel post. Questa è una domanda che si fanno i credenti quando vogliono bene a qualcuno che non crede e si preoccupano per la sua anima dopo la morte.

      Buona domenica anche a te.

  6. la mia fede mi parla solo di due certezze: la morte e il giudizio dopo la morte.
    I giusti e ne parla sia la bibbia, il vangelo e le lettere degli apostoli è accompagnato alla misericordia del Padre.
    Certo che un giudizio per i cristiani c’è.
    Credo che dia una marcia in più a chi crede a queste certezze teologiche, ma credo che chi mette in dubbio queste certezze viva senza tante risposte a se stesso consolanti.
    Troppo da perdere solo per non mettersi nel dubbio dice Volter.

      1. Caro Loto,
        condivido in pieno le tue riflessioni…
        Aggiungo… la bellezza e la gioia stanno nell’erba che abbiamo sotto i piedi: basta chinarsi, vederle e raccoglierle. Basterebbe sostare un istante, chinarsi su un fiore, fissare gli occhi dei nostri ragazzi, abbandonarsi agli spazi immensi del mare per intuire il segreto manifestarsi di Dio e del…Paradiso.

        Un caro abbraccio.
        Fausto

        1. Sono convinto, come te, che Dio si manifesti ogni giorno in tutto ciò che di bello di circonda… e se restiamo a bocca aperta davanti alle bellezze del mondo, pensa a come deve essere la sensazione che si prova davanti al paradiso…!!

          Ciao Fausto, ricambio l’abbraccio con affetto e ti auguro una buona serata.

  7. Bell’argomento … io sono un caso “patologico” diciamo che credo nell’amore e se l’amore è Dio, ok tutti possono essere “Dio”. Credo che si vive una volta sola e che il bene provoca il bene. Per me certamente chiunque può andare “in paradiso”. La Bibbia e il Vangelo sono scritti da esseri umani, che di bontà e amore molto spesso ne sanno proprio poco 🙂

  8. la fede è quella che si ha verso la vita, nonostante le difficoltà che ci fa incontrare, a me piace pensare che ci sia un Dio buono, leale e giusto, ma so che cosi facendo umanizzo qualcosa o qualcuno che umano non è. Le tre religioni monoteiste hanno un idea simile del paradiso,perchè hanno un unica base che è quella ebraica, e essere credenti in una di queste religioni non ci da nulla in più, rispetto a chi osserva e pratica altre religioni. Da quello che scrivo è evidente, che penso che chiunque, nella sua vita si sia comportato onestamente, lealmente, con amore e comprensione verso il prossimo acceda a un livello superiore, che può essere identificato con il paradiso, per il credente non sarà una sorpresa trovarsi davanti a Dio, per l ateo puo essere solo una piacevole sorpresa, o cmq per entrambi trovarsi in qualcosa che esula dalla nostra immaginazione.

    1. È difficile parlare di argomenti del genere proprio perché non si può ipotizzare nulla. Noi che siamo abituati alla materia ed a ragionare su tutto ciò che è finito nello spazio e nel tempo abbiamo serie difficoltà quando si tratta di Qualcosa o Qualcuno che è infinito ed eterno.
      Personalmente mi piace pensarla come te, che in fondo il paradiso non sia altro che l’ultimo gradino di una scalata di consapevolezza spirituale. E poi chi può dirlo? Magari, come credono i buddisti e gli induisti, abbiamo più di una vita per raggiungere quel livello superiore…
      non possiamo escludere nulla! 😉

      Buona serata.

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