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Superstizione e Religione

Fede e Superstizione non sono Compatibili

Superstizione e religione hanno una valenza ben differente che però molti tendono a confondere.

La parola superstizione deriva dal latino super (sopra) e sistere (stare). Il termine sta ad indicare la tendenza di una persona ad associare ad un determinato oggetto o evento il potere di condizionare la vita futura. Sia in termini di fortuna o di sfortuna. Così le paure e le credenze popolari rendono gli uomini schiavi di uno specchio rotto o di un gatto nero.

Superstizione e religione non sono compatibile, chi dice di credere in Dio non può credere alla sfortuna

La religione invece, qualunque essa sia, si dovrebbe basare sulla fede. Avere fede significa credere ed affidarsi ad un Dio che non si è mai visto ma della cui esistenza si ha comunque la certezza.

Chi ha fede in Dio sa che la superstizione, di qualunque genere essa sia, non ha motivo di esistere. Qualunque religione insegna infatti che il nostro destino dipende dalle nostre scelte e dal volere di Dio che, di certo, non può volere il nostro male.

Superstizione e religione si fondono e confondono invece dove manca la fede.

Ho tristemente constatato infatti, che spesso superstizione e religione diventano la stessa cosa.

Quante volte, ad esempio, le immagini dei santi vengono usate come dei veri e propri portafortuna? Quanto rosari, mai usati per pregare, vengono appesi in bella vista agli specchietti delle auto come degli oggetti beneauguranti? Non dico che sia sbagliato farlo in assoluto ma, di certo, non sarà un santino o un rosario a portarci fortuna se Dio non alberga davvero dentro di noi.

Superstizione e Religione, il Bisogno di Credere

Così succede che molti che dicono di credere in Dio in realtà, usano superstizione e religione allo stesso modo.

Tutti razionalmente ci rendiamo conto che lasciarsi condizionare dall’idea che qualcosa porti sfortuna è sciocco. Allo stesso modo però, moltissime persone, anche di cultura, si lasciano ancora condizionare dalla superstizione. Perché?

L’essere umano, per sua stessa natura, ha bisogno di credere in qualcosa. Se non trova la vera fede, cadrà nella superstizione, magari travestita da religione.

Chi ha vera fede sa che Dio non ci abbandona mai se non siamo noi ad allontanarlo dalle nostre vite.

Di cosa possiamo quindi avere timore? Cosa può portarci sfortuna?

Non esiste alcun oggetto materiale, nemmeno  di quelli considerati sacri, in grado di renderci immuni alle intemperie dell’esistenza. Qualsiasi cosa ci accada nella vita è frutto delle nostre scelte oppure è un’occasione per metterci alla prova.

Mi rivolgo soprattutto a chi dice di credere in Dio. Fate sempre molta attenzione a non confondere superstizione e religione.

Lettura consigliata: Alla superstizione preferisco Dio di Rosario Colianni

Alla superstizione preferisco Dio

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24 Commenti

  1. Caro Loto, ci troviamo in un tempo che in Italia aumentano sempre coloro che hanno sempre il dormire agitato.
    Credo che non ci sia alcuna medicina che questo possa guarire!!!
    Ciao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

  2. Caro Mr. Loto,
    la paura che descrivi tu è una paura paralizzante, che ci mina nelle fondamenta. Condivido il tuo pensiero ma credo che esista un altro tipo di “paura”, che in realtà è timore. Quello che innesca la cautela, quello che serve alla realizzazione dei nostri obiettivi. Non dobbiamo mai avere paura di agire, ma non sempre è un bene agire solo ed esclusivamente di istinto, ed ecco che entra in gioco la paura, che può aiutarci a scegliere con cautela.
    Chi si lascia paralizzare dalla paura non sceglie, lascia agli altri il compito. Non è vita, solo sopravvivenza.

    1. Certo, il tipo di timore a cui ti riferisci, quello che fa nascere la cautela, può anche essere positivo. Ma spesso pensare prima di agire non corrisponde ad alcun tipo di paura. Certo, dipende anche dal carattere che si ha. L’unica cosa che conta è non lasciarsi paralizzare, non permettere ai propri timori, di qualunque genere essi siano, di costringerci ad una vita che non vogliamo.
      Ciao, buona settimana.

  3. Buonasera Mr. Loto. Tu lo sai che io ho paura! Paura della folla, dell’assembramento. Ricordo la guerra(alla fine avevo 5 anni e tanta memoria) Milano, il camminare frettoloso, la sera terminata la scuola prima e il lavoro poi, rasente il muro e poi un tentativo di stupro, per fortuna non concluso totalmente. La rabbia degli scioperanti che rompevano vetrine e rovesciavano le macchine…..Debbo continuare? Oggi ti ringrazio per il commento. E’ stata la prima volte che sul mio blog ho parlato di dolore, ma di un dolore diverso, diverso che non avrei mai immaginato in un tempo di pace.
    Domattina mia figlia andrà a Milano in treno….ma la stazione sarà supervigilata dopo l’accaduto di oggi. Non ne abbiamo parlato voglio che sia tranquilla. Fino a quando non tornerà parlerò di tutt’altro come se non fossi preoccupata. Io che faccio l’autostop alla mia età, che chiedo la cortesia di aiutarmi a portare la spesa al primo migrante fuori dal super, io che apparentemente, non ho paura! I ladri mi hanno già visitato portandomi via tutto quello che avevo , mio, dei miei figli persino di Valeria…eppure non chiudo la porta a chiave, solo di notte. Incosciente, forse, ma servirebbe? Voglio cantare la vita!!! guardando negli occhi chi incontro! Ah, questo non lo sai …mi è anche successo di prendere l’autostrada al contrario….e sono tornata a casa sana e salva! Ma ho un Angelo grande che ci protegge!!!

    1. Avere paura è umano, direi che fa parte della nostra natura. Quello che conta è non farsi schiacciare! E se canti alla vita va bene, credo sia proprio il modo giusto di affrontare l’esistenza.
      Giovanni Falcone, una persona che ammiro molto e che ha conosciuto bene la paura, diceva: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.”

      Un abbraccio.

      1. Quindi secondo il vostro parere un cristiano osservante,potrebbe avere in casa un soprammobile raffigurante una delle centinaia di divinità indiane o un mazzo di tarocchi in un cassetto solo perché gli piacciono le figure…. attenzione che non è banale questa osservazione. Perche molto spesso si evita di credere che la foto di padre pio porti fortuna,ma si ha paura di tenere un mazzo di tarocchi in casa perche considerato un ponte con l occulto. Se pensare che la foto di padre pio non può imbonire la sorte,perche pensare che un immagine riconducibile all occultismo debba appesantire l ambiente fino a farmi credere che dentro casa aleggino angeli caduti? La religione non è cosi chiara come tutti vogliono far credere e molte delle sue manifestazioni , la psichiatria le ha gia spiegate un secolo fa, ma si continua ad ignorarlo . Perché?

        1. Ti confido una cosa. Non sono sempre stato credente e, in un breve periodo della mia vita, ho perfino imparato ad usare i tarocchi e a leggerli a molte persone. Posso affermare per esperienza diretta che sono davvero un ponte con l’occulto e che usarli porta ad avere molti problemi. Ma questa non è sfortuna, sono semplici conseguenze delle proprie azioni. Puoi dire di avere sfortuna se un coccodrillo ti morde dopo che ti sei volontariamente tuffato in un fiume che ne è pieno?
          Riguardo invece alla fortuna, tu in casa puoi avere le immagini di Padre Pio, un dipinto di Ganesha, le frasi del Corano o la statua di Buddha ma questo non farà sì che tutto vada bene. Perché quello che conta è ciò che hai dentro.

          “Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo.
          Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono (…). Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida.”

          La religione è chiarissima ma soltanto per chi ha voglia di capirla. Un po’ come la matematica.
          Se poi tu preferisci credere che tutti quelli che hanno fede (fede non superstizione!) abbiano dei problemi psichiatrici, hai il diritto di farlo, l’ho fatto anche io per molto tempo. Del resto perfino chi è perdutamente innamorato da fuori sembra pazzo… e non può certo far capire ciò che prova a chi l’amore non l’ha mai conosciuto.

          Buona settimana!

          1. Come la religione appare chiara per chi vuole capirla,similmente la realtà oggettiva affiora quando la mente non ha un idea circa un fatto. Non ho mai detto che i credenti sono malati psichiatrici,questo è quello che hai voluto vedere tu nelle mie parole. La psichiatria da oltre un secolo è riuscita a dimostrare che se una mente crede o si identifica in qualcosa,rimarrà legata a questa anche quando fondamentalmente non gli servirà piu. È stato dimostrato che chi non crede nell occulto e quindi per estensione a come il male viene raccontato nella bibbia,non soffre di disagi causati dall occulto pur avendo in casa oggetti che ,come dici tu fungono da ponte esoterico. Diversamente chi crede che esista la manifestazione del maligno che si esprime anche con la vicinanza di certi oggetti, soffre di disagi psichici ,presenze e quant altro. Risparmiami il mantra che il maligno vuole far credere che non esista e le anime cristiane sono perseguitate, perche non è questa la verità. Io credo in dio,ma le cose non stanno affatto come vengono esposte nei libri sacri,bibbia compresa. Se due persone uno credente e l altro no vanno a trovare una signora che gli offre un dolce e solo a posteriori gli dice che il dolce era sotto l influenza di una fattura,il credente svilupperà tutta una serie di sintomi e stati d animo che cercherà di far regredire con le preghiere ,quando il non credente ridendo in faccia alla signora alzerà il dito medio e tornerà subito alla sua vita. Questo racconto è accaduto migliaia se non milioni di volte,ma l unica chiave di lettura che gli darà un credente sarà quella conforme all insegnamento biblico pur vedendo un altra verità che se accettatta rischierebbe di contraddire la dottrina cristiana. Non so se sono stato chiaro,ma penso proprio di si.

          2. Sei stato chiarissimo e quello che hai descritto nel tuo esempio è esattamente quello che ho cercato di spiegare nel post: superstizione, non fede. Le fatture purtroppo esistono ma, anche in questo caso, ci sono delle basi di conoscenza alle quali attenersi. Di certo non ha senso credere di avere una fattura senza che ciò sia dimostrato.
            Questo meccanismo è accaduto perfino con i vaccini. Sono stati numerosi gli effetti nocebo a causa del timore che si era instaurato in molti soggetti.
            Quello che ho scritto nel post è scaturito proprio dalla riflessione su come molta gente che segue una religione e pensa dunque di credere in Dio, in realtà non ha una fede vera, ma soltanto di facciata, una “fede” che usa soltanto per coprire o dare sfogo alle sue paure.
            Comunque scriverò ancora su questo argomento.
            A presto.

  4. Vivere con la paura costante è non vivere, bisogna cercare di combatterla la paura, altrimenti non si otterrà mai niente e la vita sarà un ansia continua. Buona settimana Mr. Loto!

    1. Proprio così! E l’unico modo per combattere la paura è cercare di affrontare con la razionalità, cercando di capire perché la si prova e da dove ha origine.
      Ciao Silvia, un abbraccio!

  5. Chi ha paura della morte muore ogni giorno, chi non ne ha paura muore una sola volta. Quella del resto è la madre di tutte le paure. Sempre illuminanti i tuoi post.

    1. Si, quella della morte è la madre di tutte le paure, ma credo che la morte faccia paura come tutte le cose che rappresentano una fine. Il fatto è che non possiamo scampare a questo nostro ineluttabile destino, quindi tanto vale prenderlo con filosofia…
      Ciao, grazie ed a presto!

  6. io penso che la paura arrivi da grandi. Io lavoro con gli adolescenti e loro non hanno paura di niente, né di sbagliare e nemmeno di essere brontolati dal preside o dai genitori. Gli adolescenti vivono come nei videogames dove se sbagli non importa, tanto puoi ricominciare da capo senza pagare pegno… Poi però da grandi, è vero, arrivano le paure, ma forse è perché crescendo con superficialità ci si sente inadeguati ad affrontare le difficoltà.. Grazie di questo bel post che porta a riflettere

    1. Trovo che l’adolescenza sia l’età più interessante che attraversano gli esseri umani. Ho notato anche io che i ragazzi così giovani non hanno grosse paure di quel che spaventa noi… ma credo che abbiano altri tipi di timore, molto più profondi ed inespressi.

      Ti ringrazio e ti auguro una lieta giornata.

  7. La paura è una componente fondamentale dell’essere umano, e come tale va rispettata. Non deve essere esagerata, quindi ossessiva, ma non dimentichiamo che senza paura l’uomo diventa, molto spesso, privo di regole e di limiti, fino all’assurdo. La paura è lo strumento che ha anche la funzione di regolatore nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni, che dovrebbe far pensare prima di agire, cercando di valutare i pro e i contro di ogni azione. A me fa paura (bel gioco di parole) pensare a come sta evolvendo l’individuo attuale che, per essere “alla pari coi tempi”, dovrebbe eliminare tutte le inibizioni, soprattutto mettendo da parte rispetto e comportamento etico. In un contesto di vivere sociale, i limiti sono necessari, e la paura è uno degli strumenti utili per conoscere tali limiti. Come sempre, sicuramente, senza esagerare.
    Ciao.

    1. Una paura “sana” è necessaria alla sopravvivenza, ma quello che vedo in giro non ha nulla a che vedere con questo tipo di paura. Purtroppo vedo paure del tutto insensate che bloccano totalmente delle esistenze nell’infelicità. Sai, ad esempio, quante persone conducono una vita che detestano soltanto perché hanno paura di ciò che accadrebbe se tentassero un cambiamento? Ecco, la paura non deve ostacolarci nella nostra costante ricerca di noi stessi e di ciò che siamo ed amiamo.

      Ciao, ti auguro una lieta giornata.

        1. Direi che in parte hai ragione… ma non sempre possiamo aspettarci che arrivi dal di fuori qualcosa che deve partire prima di tutto da noi stessi.
          Un saluto.

  8. Mi esercito, con disciplina a fare cose di cui ho paura. Quando mia figlia dice, non lo faccio perché ho paura di non riuscire io le dico :” dati la possibilità di riuscire, altrimenti fai come quelli che per paura di morire si ammazzano!”. Le paure sono normali, ma molte di quelle che ci inducono, ci abbassano di molto la vibrazione . Occorre discriminare tra ciò che è bloccante della nostra crescita e ciò che è giisto timore per qualcosa di pericoloso per noi.
    Un saluto

    1. Proprio così, la paura ha diverse sfaccettature, alcune giuste, che ci tutelano, altre negative, che servono solo a tarparci le ali. Per questo dobbiamo imparare a riconoscere la nostra paura, impedendo che questa non ci permetta di evolverci o semplicemente di essere felici.
      Un saluto anche a te, a presto!

  9. In linea di massima l’essere umano presenta in determinati momenti della propia vita la necessità di rivolgersi a Dio, e noi umani questa necessità la chiamiamo vigliaccheria.
    Un antico detto dice: se hai amici sei franco di guai.
    Dunque Dio è visto come un amico confidenziale ………
    Dissento dal pensare che chi ha fede non crede nella superstizione.
    Propio chi ha fede crede in tutte quelle cose che non si vedono e toccano …………ma sente dentro una strana sensazione …

    1. Chi crede davvero in Dio e quindi ha vera fede, non può essere superstizioso. Chi dice di credere in Dio perché, in fondo, non si mai o perché è una tradizione di famiglia o perché si sente migliore degli altri nell’andare in chiesa beh, quello è un altro discorso e può certamente intrecciarsi con la superstizione.
      Inoltre, da ex ateo quale sono, posso dirti che per vivere con vera fede ci vuole molto, molto coraggio.
      Saluti.

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