PsicologiaSocietà

Cibo ed Emozioni

Mangiare per Colmare un Vuoto

Ognuno di noi ha sperimentato in prima persona come cibo ed emozioni siano strettamente legati. Quando qualcosa ci rende tristi, apatici o stressati il nostro modo di mangiare cambia. In queste circostanze c’è chi mangia di più, chi non mangia niente, chi mangia cibo spazzatura.

Cibo ed emozioni sono strettamente legati

È evidente come cibo ed emozioni siano in correlazione anche nei problemi legati all’alimentazione.

Purtroppo i disturbi dell’alimentazione sono in costante crescita, specialmente durante l’adolescenza. Non è un caso, dato che gli adolescenti non hanno insegnamenti né l’esperienza necessaria per gestire quello che provano. Tra gli adulti mancano punti di riferimento e buoni esempi visto che è proprio in famiglia che si consolida il legame tra cibo ed emozioni. Sono gli stessi genitori a trasmettere informazioni sbagliate sull’alimentazione ai propri figli.

L’Insegnamento Dato ai Bambini

Troppo spesso il cibo viene usato al posto dei sentimenti. Si offrono cose golose ai bambini per gratificarli, premiarli o anche solo per farli sentire amati. Da adulti si ritroveranno a mangiare per colmare i vuoti emotivi oppure non mangeranno nel tentativo di controllare i sentimenti.

Il legame tra cibo ed emozioni è molto evidente in chi ha disturbi dell’alimentazione. Queste infatti sono persone estremamente sensibili, emotive, facilmente vittime di sé stesse e degli altri.

Problemi come l’anoressia, la bulimia e l’ortoressia tolgono serenità e possono distruggerne la vita sotto molti punti di vista. L’obesità viene trattata prevalentemente con interventi chirurgici mirati a ridurre la possibilità di introdurre grosse quantità di cibo. Eppure è evidente che anche questo problema ha a che fare con quello che si prova dentro.

Cibo ed Emozioni ai Tempi di Internet

Ad aggravare la situazione, almeno nei paesi industrializzati, c’è il costante bombardamento mediatico. I modelli di bellezza inarrivabili si affiancano ai prodotti spazzatura ed ai programmi che parlano di cibo. I social sono invasi dalle foto e dai video di piatti belli e buoni e da quelli di ragazzi e ragazze magrissimi.
Una recente tendenza è il food porn. È l’accattivante presentazione fotografica di alimenti molto calorici. Lo scopo? Suscitare in chi guarda un tale desiderio da essere paragonato a quello sessuale.

Per capire qualcosa in più su sé stessi è utile diventare consapevoli di quanto in noi cibo ed emozioni siano in correlazione.

Diamo al mangiare un valore emotivo? Usiamo il cibo per sentirci appagati o, al contrario, ce ne priviamo per sentirci forti? Mangiare è per noi un’arma da usare per allontanarci dagli altri o per cercare aiuto? Pensiamo che soltanto con un totale controllo del peso potremo essere amati?

Tentiamo di stabilire onestamente se e come cibo ed emozioni influenzino la nostra vita. Una riflessione sincera porterà a grandi passi avanti.

Lettura consigliata: Disturbi alimentari. Guida per genitori e insegnanti di Rachel Bryant Waugh  e Bryan Lask

Disturbi alimentari. Guida per genitori e insegnanti

Amazon

Articoli correlati

31 Commenti

  1. Anni fa mio padre mi disse: “Se hai problemi o pensieri non rimane in silenzio, e non sfuggire nel mangiare” E vero spesso si mangia quando c’è la frustatone, tristezza o davanti alla tv..

    Comunque io personalmente mangio in situazioni di stress un frutto una mela e mi passa… ma la cosa migliore confidarsi a qualcuno e liberarsi delle tensioni che si porta dentro 😉

    Buona giornata caro Amico, anche io in questi giorni sono leggermente stressata

    1. Proprio così, la cosa migliore è sempre tirare fuori quello che si prova. Molti mali delle persone in questa epoca sono dovuti al fatto che non si ha più la capacità di aprirsi completamente con qualcuno. Perfino gli amici sono diventati soltanto dei numeri su una pagina social. Quando poi si è tristi si resta soli.
      Abbiamo bisogno di riscoprire il valore dell’amicizia e della fiducia reciproca.
      Forza e coraggio Rebecca! Sei più forte di quel che credi.
      Ciao, buona giornata anche a te!

  2. Venite a stare in campagna e più in particolare in montagna e vedrete che momenti di depressione e di deriva dei sentimenti per naufragare in un frigorifero pieno di troppo non esiste.
    Cibi spazzature non so quanti se li possono permettere e deduco che quello che scrivi è per categorie medio alte e tra quelle più penalizzate a scelte restrittive. Bello il trattare questi argomenti Mister. Consiglio di tenete a portata di mano delle carote già pronte alla masticazione …lenta

    1. Penso che al giorno d’oggi tutti sappiano che sarebbe meglio buttarsi sulle carote piuttosto che sulle patatine o sui biscotti. Il problema è che, quando sei triste/stressato/arrabbiato, la verdura non dà lo stesso senso di appagamento del cibo calorico!!
      Però hai ragione, di certo vivere a stretto contatto con la natura aiuta a sfogare le proprie emozioni in modo diverso.
      A presto!

  3. Caro Loto, un argomento interessante, cosa mangiare! Oggi le offerte sono tutte invitanti, e credo che non bisogna avere il pinco pallino che quello fa bene e l’altro fa me, naturalmente alla mia età cerco di mangiare ciò che mi piace, poi lascio perdere tante spiegazioni altrimenti non si mangia più.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    1. Se mangiare troppo o troppo poco è un problema anche fissarsi con l’alimentazione può diventarlo! Hai proprio ragione, forse la strada migliore è proprio cercare di seguire i propri gusti, senza esagerare con le quantità! E soprattutto non lasciarsi condizionare dai propri stati d’animo e dai desideri fasulli che ci mettono in testa gli altri…
      Un caro saluto.

  4. Ho dei vivi ricordi quando veniva impastato il pane e le focacce con i metodi di un tempo e con la cottura a legno….quell’odore si che era un emozione!

    Vede mister tutto dipende dall’ intensità di quella emozione e dal numero di volte che l’abbiamo provata e fatta nostra….perché no anche rapportandosi con il consumo di un cibo ….il suo caratteristico sapore e odore di un tempo in cui la donna era il focolare e la dedizione stessa all’amare quella passione per nutrire della stessa la sua famiglia!

    Dal momento in cui ha scelto il guadagno in denaro attraverso la macchinazione.. lei stessa ha perso la capacità di “creare” e conseguentemente di nutrire di emozioni sane l’amore verso i suoi cari!

    Purtroppo è venuto meno un po’ tutto….ma alla base di questo tutto è venuto meno l’amore per dar spazio a tutto ciò che amore non è!

    Non mi riesce sentire con superficialità …..non mi riesce vedere quel che sento….non mi riesce uscirmene fuori con una frase standard su un post che mi unisce il cibo alle emozioni… non mi riesce non percepirne una causa ….un senso alla frustrazione che prova il bambino davanti ad uno schermo aprendo merendine e patatine senza sentire l’odore della mamma in cucina che prepara con amore il cibo per lui….nessuno alimento sarà in grado di sostituire questa figura assente in famiglia e mi dispiace dirlo ….ma le generazioni andranno avanti così disumanizzando ogni tipo di emozioni sostituibili dall’ artificialità…… Nutrirsi di artificialità nel cibo è una delle prove della nostra scelta di vivere o mi sbaglio?

    1. Credo che i disturbi alimentari nascano proprio dalla mancanza di quel nutrimento essenziale che è l’amore. Hai ragione, l’artificialità del cibo corrisponde all’artificialità in cui la società che abbiamo creato ci costringe a vivere.
      Basta pensare ai compleanni dei bimbi di oggi: la torta con gli eroi dei cartoon ha sostituito la torta fatta dalla mamma. Così manca tutta la preparazione, la possibilità per il bambino di vedere la propria mamma che dedica tempo, energie ed amore nella creazione di qualcosa fatta soltanto per il proprio figlio. Ormai si preferisce aprire il portafoglio, è tutto molto più sbrigativo… e la cosa tremenda è che questo viene insegnato implicitamente con l’esempio anche ai propri figli.
      Buona giornata.

  5. A volte per ottenere l’affetto o l’attenzione di mio figlio, gli faccio tutti i piatti che gli piacciono, ma lui è grande, e ne mangia poco! Gioia Da libero

    1. Non c’è nulla di male in questo ma forse sarebbe meglio, più diretto, se gli manifestassi il tuo bisogno di affetto ed attenzione anche in altri modi! 😉
      Un caro saluto.

  6. Argomento che mi tocca particolarmente. Ho avuto disturbi alimentari per qualche annetto con due ricoveri ospedalieri. E’ passato … ma lascia il segno.
    Buona giornata

  7. Personalmente mangio per vivere e non vivo per mangiare. Però sono golosa, e un dolcetto a fine pasto mi fa sempre piacere. Quando sono molto stressata devo cercare di mangiare poco perché rimane sullo stomaco.
    Ciao!

    1. I dolcetti fanno sempre piacere! 🙂 Lo stress è un pessimo compagno, in un modo o nell’altro porta ad alterare il nostro rapporto con il cibo. Gli orientali dicono che lo stomaco è il secondo cervello, quello che percepisce maggiormente gli stati d’animo e le pressioni emotive. Direi che è proprio così.
      Ti auguro una buona giornata.

  8. Mi viene da ridere leggendo un commento più sopra. Mangio una mela e mi passa! Beh fortunata lei che si accontenta di una mela, che è tutt’altro che food porn per placare le emozioni! E poi si fa presto a dire ‘parla’ con qualcuno. Ci sono persone che vivono nel più totale isolamento e sono incapaci di esternare il proprio disagio, e spessissimo sono giovani che vivono ancora in famiglia. Certi commenti semplicistici mi danno sui nervi, scusami tanto se mi permetto a casa tua. Se il problema fosse di così facile soluzione non staremmo qui a fare la conta dei danni. Buona serata

    1. Rebecca ha perso molto peso nella sua vita ed ha avuto un’adolescenza non proprio facilissima. Capisco che leggendo certe cose si può provare fastidio ma è sempre meglio cercare di non dare giudizi affrettati perché possono esserci tante ragioni se qualcuno scrive delle cose che a noi sembrano semplicistiche.

      Hai ragione, il problema di fondo è proprio l’incapacità o l’impossibilità di esternare il proprio disagio. Ed è su questo che bisogna lavorare… ma nessuno può farlo al nostro posto! Bisogna prenderne coscienza, anche se fa male.
      Qualcuno con cui parlare esiste sempre vicino a noi. La parte difficile è riuscire a superare la paura di fidarsi ed affidarsi ad un’altra persona.
      Un caro saluto.

      1. Hai ragione forse sono stata un po’ impulsiva, ma ho l’abitudine di chiedermi cosa recepiscono gli altri quando scrivo. Non tutti, come invece tu in questo caso, conoscono il nostro background per poter dare la giusta valutazione a ciò che diciamo. Buona serata

      2. Ops….chiedo scusa
        Anche qui è corso in aiuto di Chi stavolta?

        Non è mia abitudine fare queste riflessioni ,non mi portano a nulla e sono le cose che divertono più coloro che amano scompigli anche stupidi se vogliamo…

        A questo punto si chiederà perché l’ho fatto?

        Perché la sua risposta qui è molto bella oltre che altamente percepibile per me….magari smettessimo di vedere continuamente pagliuzze negli altri occhi …cominciando con i nostri per prima …

        Con i nostri intendo …anche miei ..spesso cerco più in me che in altri …e non è che sia la statua della perfezione …né mi interessa esserlo…spesso si cerca equilibrio…dentro e attorno …ma sembra che qualunque cosa oggi desti sospetto a sfavore della voglia di essere molto se stessi!

  9. Bellissimo e interessante post, io cucino con tanto amore per la mia famiglia che apprezza tutto quello che preparo, il fatto e’ che assaggio e sono anche golosa, per fortuna a casa mia sono tanti e fanno sparire tutto!! Il ricordo di mia mamma che preparava i dolci per noi bambini e’ ancora vivo e quando preparo le torte la sento sempre vicino a me, un abbraccio caro Mr. Loto e grazie dei tuoi passaggi nel mio blog, mi fa tanto piacere, con affetto, Laura.

    1. Si, il cibo ed il valore che gli diamo si lega anche ai ricordi. inoltre un piatto preparato con amore ha certamente un sapore diverso da uno industriale o preparato a mala voglia…

      Ciao Laura, per me è sempre un piacere passare nel tuo blog! 😉

    1. Credo che uscire di casa, quando questo è possibile, sia il miglior metodo in assoluto per ritrovare il controllo di sé. Una bella camminata in solitaria è un toccasana quando si è arrabbiati, stressati o tristi.
      Grazie per avermi lasciato il tuo nuovo indirizzo! Passo subito a trovarti!

  10. Ogni giorno mi invito ad iniziare la dieta. Ma fallisco. Non vado a fare la spesa, la fa mio marito e spesso non incontra i miei gusti. Lui carnivoro, io amo la verdura. Suggerisco, creo biglietti, liste della spesa…..che rimangono in casa……Cerco di camminare…..ma i guai fisici sono di più di quelli che dimostro….! Da ieri sera …no basta non mi lamento più, 2017 disastroso…2018 come vorrà il cielo. Però non sono grassa solo un po’ sovrappeso….Buonaserata Mr. Loto carissimo.

    1. Mi fa piacere avere tue notizie!
      Non servono grandi diete per perdere qualche chilo… basta semplicemente ridurre un po’ la quantità di quello che si mette nel piatto. O magari usare dei piatti più piccoli! 😉

      Mi spiace per i tuoi problemi di salute ma non ti abbattere. Dopo la pioggia torna sempre il sereno!
      Un abbraccio.

  11. Si mangia prima con la mente e gli occhi ed è vero che nel cibo o nell’astinenza si tende a scaricare stati d’animo.
    Attenti a non confondere mai il cibo con il sesso; sono specificità, peculiarità differenti anche se … la mente e gli occhi vengono parimenti sollecitati; oltre la tavola imbandita.

    1. Il cibo ed il sesso sollecitano la mente, gli occhi ed il desiderio. Per questo in molti li mettono sullo stesso piano, sono entrambi un piacere per il corpo. Ma, si sa, ad esagerare con i piaceri si finisce con il rammollirsi, quindi meglio mantenere sempre un sano autocontrollo! 😉
      Saluti.

  12. Sullo stesso piano; io distinguo ancora la differenza tra un ottimo primo piatto ed un eccellente “primo piatto”.
    Quest’ultimo da consumare/gustare a digiuno.
    Autocontrollo a tavola è auspicabile ed inizio la dieta lunedì; per il resto ogni lasciata è persa finché non ci si “rammollisce”.
    Capisci a me!

    Saluti da un buongustaio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Pulsante per tornare all'inizio