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Il Bisogno di Riconoscimento

Tu Sei Quello che Sei

Il bisogno di riconoscimento è insito in ognuno di noi. Quando si arriva alla consapevolezza di non avere ciò che si vorrebbe o che si pensa di meritare, si prova un misto di sofferenza e rassegnazione. Il bisogno di riconoscimento ed il disagio interiore aumentano se poi capita di vedere persone mediocri che ottengono soddisfazioni e consensi.

Il bisogno di riconoscimento, la coscienza deve bastarci

Quando viviamo questo genere di emozioni tendiamo a non chiederci da chi vogliamo che sia appagato il bisogno di riconoscimento che nutriamo. Non ci focalizziamo mai su quelli che dispensano soddisfazioni e consensi ai mediocri invece che ai meritevoli.

Se ci fai caso, spesso ci aspettiamo dei meriti da persone davvero molto piccole, a discapito del ruolo che ricoprono nella società.

Non bisogna mai lasciarsi condizionare da quello che appare ad un primo colpo d’occhio. In situazioni del genere, quello che ci crea sofferenza non è una vera necessità emotiva ma un pensiero distruttivo che prende il sopravvento in noi. A muovere il bisogno di riconoscimento sono spesso la rabbia, l’invidia e desiderio di rivalsa contro chi riteniamo indegno di quello che ha.

Questo meccanismo mentale che provoca sofferenza può e deve essere stroncato sul nascere. Esso infatti, ha degli effetti deleteri sul nostro equilibrio emotivo e, di conseguenza, anche sulla qualità della nostra vita. Di contro, questo genere di pensieri non apportano assolutamente niente di positivo.

Il Bisogno di Riconoscimento: Sei Quello che Sei

Come si può evitare di cadere in questo insidioso tranello che la mente ci offre ogni volta che i nostri meriti non ci sono riconosciuti?

Mi piace molto ricordare quel che diceva Orazio moltissimi anni fa: “Che importa che ti riconosca Tizio o Caio? Tu sei quello che sei e la tua coscienza deve bastarti“.

Bisogna capire che il riconoscimento dei meriti non appartiene a un mondo fatto di uomini che, il più delle volte, non sanno riconoscere un musicista da un musicante. Purtroppo anche chi sarebbe in grado di distinguere i meritevoli dai mediocri, spesso preferisce comunque dare precedenza solo al proprio tornaconto personale.

Gli uomini sono spesso sordi e ciechi a causa del loro egoismo. Non procurarci quindi un’inutile sofferenza se veniamo ignorati dal mondo pur comportandoci sempre meglio di chi ci sta intorno! Il bisogno di riconoscimento non necessita di essere appagato dall’applauso di una folla balorda che ora ti esalta e poi ti dimentica.

è nell’essenza di quel che si è veramente, nella ricchezza del proprio spirito, nella bellezza della propria anima e nell’onestà della propria vita.  Questo è tutto ciò che conta davvero.

Al mondo esistono anche un’infinità di persone umili e capaci che vivono nel silenzio dell’adempimento della loro missione senza che nessuno ne parli. Queste non sentono il bisogno di riconoscimento e non provano sofferenza per essere quello che sono. Chi risponde solo alla propria coscienza è addirittura più felice di essere ignorato piuttosto che osannato.

Lettura consigliata: La fabbrica del consenso di N. Chomsky e E. S. Herman

La fabbrica del consenso. La politica e i mass media

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19 Commenti

  1. Caro Loto, oggi le esigenze sono tante e spesso non si trova ciò che si a sempre sognato.
    Viviamo in una società che è come dire! Come dice la canzone! Uno su mille ci la fa! Direi un milione.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    1. L’importante non è raggiungere tutto quello che si desidera o avere dei riconoscimenti. L’importante è essere se stessi fino in fondo, facendo sempre del proprio meglio dove si è con ciò che si ha!

      Un saluto, buon fine settimana.

  2. Io non credo di essere una persona invidiosa di ciò che hanno di più gli altri rispetto a me , non sono una persona rabbiosa, sono piuttosto una persona solitaria e un pò troppo chiusa e passo spesso inosservata,nonostante, sia sul lavoro che in casa, cerchi di fare del mio meglio e mi sembra anche di fare cose buone. Quando so di avere fatto delmio meglio,mi sento in pace con me stessa; solo vorrei che, ogni tanto , anche gli altri lo notassero e magari me lo dicessero.. Buona giornata.

    1. Sei umana, è un desiderio lecito! Di solito le persone che svolgono sempre al meglio il loro dovere e magari aiutano gli altri in silenzio, vengono notate quando smettono di farlo. Cerca di trovare totale appagamento in quella pace che provi dentro te stessa. Ti assicuro che è molta più preziosa di qualunque riconoscimento da parte degli altri.
      Un abbraccio. ♥

    1. Esattamente. La sostanza del nostro essere non cambia in base all’approvazione altrui. Se noi siamo soddisfatti di noi e del nostro operato non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica “bravo”!
      Ciao, buon fine settimana.

  3. Personalmente, quando arrivo a dei buoni risultati e so di meritarlo, me lo dico da sola, se si aspetta che venga dagli altri ci si rovina l’umore e basta! L’importante è sapere di aver fatto del proprio meglio e di aver agito bene, questo ci fa sentire bene con noi stessi ed è la cosa più importante.
    Buon pomeriggio 🙂

  4. nel mio piccolo mondo basta un sorriso per avere la risposta ad normale comportamento. Si traffica per quasi tradizione e solo il ben fatto o fatto diverso chiama alla meraviglia, al compiacimento e alla lode nelle chiacchere sul muretto dopo le 18 con questo caldo. Credo che spesso si calcola il fare e dove fare per poi avere il plauso.
    D noi ci sono camminate e passeggiate bellissime ma se le pratichi non ti vede nessuno per cui meglio la palestra dove non mancano le immediate riscossioni di consenso.

    1. Purtroppo è vero, spesso si fanno determinate cose soltanto per averne dei riconoscimenti in cambio. Per fortuna però, non tutti sono così. a molti, moltissimi, basta un sorriso. 😉
      Buon fine settimana.

  5. Quando ero giovane ed appena entrata nel mondo del lavoro, mi si diceva che dovevo darmi molto da fare perchè era necessario che imparassi il più possibile. Ora che sono meno giovane mi si dice che le mie conoscenze sono troppo preziose per essere sprecate, perciò devo continuare a darmi da fare. Morale della storia: tocca sempre a me e la mole di lavoro GRATIS aumenta sempre più. Si sa, le scuole sono povere, e tutto ciò che si può fare oltre all’orario di lavoro deve essere gratis.
    Il mio dirigente mi viene a cercare e mi dice: “Lei che è così competente, così gentile, così collaborativa, non potrebbe svolgere questa o quella attività, partecipare a quella commissione, svolgere il tale compito? E così, di fronte a cotanti complimenti, finisco sempre con l’accettare, rendendomi conto che mi sono fatta fregare un’altra volta.
    Insomma, non sempre le gratificazioni sono positive, spesso nascondono delle insidie!
    Meglio voler bene a noi stessi, sentirci sicuri del nostro operato e poi, se nessuno ci gratifica con complimenti e salamecchi, meglio ancora, credete a me! 😉

    1. Il tuo commento mi ha fatto sorridere, ci hai raccontato l’altra faccia della medaglia.
      Se si viene gratificati da mille complimenti bisogna poi essere sempre all’altezza! 😉
      Quello che conta, a prescindere dal riconoscimento altrui, è essere in pace con se stessi e da quello che hai scritto si capisce che quello che fai non lo fai per mostrarti al dirigente o quant’altro, ma soltanto perché lo ritieni giusto.

      Un caro saluto e l’augurio di una lieta giornata.

      1. Ahahah! Hai centrato il bersaglio, io non cerco sicuramente di mostrarmi al Dirigente, anzi, quando lo vedo da lontano, scappo! A forza di complimenti ho guadagnato: cura e aggiornamento del sito e della pagina facebook della scuola, responsabile dipartimento, membro commissione tecnica, membro commissione orario, membro commissione elettorale, segretaria del consiglio di classe, assistente alle prove Invalsi…il tutto praticamente gratis, ma con tanti, tanti elogi…e poi, nel corso dell’anno, ci sarà chi mi correrà dietro per la preparazione o collaborazione a spettacoli vari…Credi a me, i complimenti nascondono troppe insidie! Voglio andare in pensioneeeeee!

        1. Coraggio! Il bene fatto non è mai sprecato. In fondo tutto quello che fai lo fai per i ragazzi e non per il dirigente! 😉
          Quando andrai in pensione, tutto questo ti mancherà.

          Buona giornata.

  6. Concordo praticamente su tutto, tranne che sull’umiltà. Ciò non vuol dire che si deve essere gradassi o fanfaroni, perché, come dicevano gli antichi, in medio stat virtus (apoftegma che, peraltro, non condivido in ogni situazione). Buona giornata 🙂

    1. Pensi che non sia una buona cosa essere umili? Non credo che questa sia una qualità che possiamo scegliere di avere o non avere anche se, sicuramente, riflettere sulla vita aiuta a ridimensionare il proprio ego.
      Buona serata.

  7. Bisogno di riconoscimento. Bisogno di appartenere. Ho usato il tuo tema per un uso diverso. La mia Elena (nipote) ha esposto il suo caso ad una avvocatessa : il padre è sparito dopo aver saputo che mia figlia era incinta.. Da un mese è stata riconosciuta. ma non ha accettato il cognome del padre. Porto questo cognome (quello di mia figlia) dsalla nascita e lo porterò per sempre. Ha voluto essere riconosciuta per tutte le sofferenze vissute dall’asilo fino ad un mese fa. Lui è nuovamente sparito. Oggi la mia Nini compie 19 anni. E’ bella, studia molto e l’amo da sentire il cuore scoppiare.In una prossima occasione te ne parlerò più approfonditamente. Vivi una buona giornata oggi e sempre. Sono felice quando mi commenti. Bacio Mr. Loto.

    1. Tua nipote ha uno spirito guerriero e, in un mondo come il nostro, è una gran dote. Penso che abbia cercato il riconoscimento per un senso di giustizia, per chiudere un cerchio del passato e guardare al futuro.
      un abbraccio cara Lucia, anche a me i tuoi commenti fanno sempre tanto piacere.

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