Mi è venuto in mente il fenomeno dei centri commerciali mentre passeggiavo per le vie del mio paese. Guardandomi intorno, mi sono accorto con un senso di desolazione che molti dei negozi che avevano accompagnato la mia giovinezza sono stati chiusi. Al loro posto non sono nate altre attività, sono semplicemente rimasti dei locali vuoti.
In un’epoca di cambiamenti velocissimi, il commercio non ha fatto eccezione. La cosa terribile è che il fenomeno dei centri commerciali è andato inevitabilmente ad intaccare anche la sfera dei rapporti umani.
Fino a non molto tempo fa infatti, comprare qualcosa era una buona occasione per conoscere e parlare con molta gente. C’era il droghiere, il lattaio, il calzolaio, il pescivendolo, il fruttivendolo. Il commercio dei più svariati prodotti era l’occasione per coltivare rapporti umani, conversare, non soltanto della qualità dei prodotti o del più e del meno. Si parlava delle rispettive famiglie, dei piccoli guai quotidiani, dei pettegolezzi. Sorrido con malinconia all’idea che oggi, soprattutto in città, ci sembrerebbe solo di perdere del tempo prezioso.
Queste realtà, specialmente nei piccoli centri, esistono certamente ancora. Nella maggior parte dei casi però, il fenomeno dei centri commerciali ha decisamente soppiantato lo scambio interpersonale. Ci ha fatto cambiare la percezione dell’acquisto.
Il Fenomeno dei Centri Commerciali
Solo uno Scambio di Merce e Denaro
Oggi il commercio è rappresentato dal nudo e crudo scambio di merce per denaro, nulla di più. I rapporti umani si limitano ad un breve scambio con i cassieri che, tra l’altro, stanno già per essere sostituiti dalle casse elettroniche self-service.
Solitamente andiamo così di fretta che non è più concepibile, per fare la spesa, entrare in più di due negozi. Il fenomeno dei centri commerciali e dei grandi supermercati ci ha abituato a trovare tutto quello che ci serve bene esposto nelle molteplici file di corsie e scaffali.
Eppure esistono moltissime persone che rimpiangono i rapporti umani che si creavano un tempo nei negozi. Ci sono anziani che hanno bisogno di scambiare quattro chiacchiere per combattere la solitudine, o necessitano di un volto amico per un consiglio o delle informazioni.
Alcuni quando pagano vorrebbe poter chiedere lo sconto, solo per divertirsi nel contrattare. A molti altri piacerebbe solo riempire il proprio tempo senza la televisione o lo smartphone, con delle persone vere.
Il fenomeno dei centri commerciali va ben oltre la continua necessità di efficienza e velocità, ci sta corrompendo lo spirito.
Credo che quando l’ultimo piccolo negozio abbasserà per sempre le serrande, avremo perso per sempre la parte migliore del fare acquisti.
Lettura consigliata: Liberi di non comprare di Raffaella Milandri
Anch’io , una volta, mi servivo nei piccoli negozi del mio paese, ora hanno costruito un bel centro commerciale dietro casa, un Gigante di nome e di fatto. Ora tutti i miei acquisti li faccio lì, per me è importante perchè così risparmio tempo e, andando al lavoro, di tempo ne ho poco. Per me è stato un aiuto e un vantaggio, verò è che tanti piccoli negozi del mio paese hanno chiuso e questo, oltre che alla diminuzioni dei rapporti umani, credo sia stato un bel problema per i piccoli negozianti che vivevano del loro negozietto . Vantaggi e svantaggi della nostra società. Saluti.
Certamente il “progresso” non si può fermare e sicuramente i centri commerciali fanno risparmiare tempo e, in alcuni casi, anche denaro. Sinceramente però, la qualità dei prodotti e del servizio non è la stessa. Ma ormai temo sia impossibile tornare indietro… e forse è anche giusto così.
Ciao, buona serata.
nei centri commerciali si pagano le tasse
nei piccoli negozi è tutto black ed ancora black
w i centri commerciali
Non mi sentirei di fare di tutte le erbe un fascio. Per prima cosa non credo proprio che tutti i piccoli negozi evadano le tasse. In secondo luogo i centri commerciali fanno i furbi in innumerevoli altri modi. Ad esempio facendo pagare a te la busta della spesa con il loro logo sopra. Praticamente paghi per fargli pubblicità! Per non parlare dei prodotti in offerta che scopri non essere realmente in offerta soltanto dopo essere passato alla cassa o degli svariati “virgola novantanove” ! A chi viene restituito il centesimo di resto, in quanti lo vogliono indietro? Pensa a quanti clienti, nell’arco di una sola settimana, non prendono quel centesimo che finisce (non dichiarato) nelle casse del centro commerciale…
Buona serata.
chi sa che stando lontano dal mondo che corre non sia più fortunato?
al bar da Paola si trova sempre per un caffè 4-5 passatempo con tante storie inverosimili da ascoltare, dal macellaio c’è di tutto escluso le aspirine e solo che è tifoso dell’inter e per la settimana è dura strappargli una grander della sua giovinezza. Nella borgata c’è la mia piccola officina dove capitano i borgatari per il buon giorno e due chiacchere.
I centri commerciali sono per i senza identità. Un amico falegname corniciaio a Firenze ha dovuto smettere perché gli hanno chiesto 1200€ di affitto….Lì ci vendono telefonini….
Ah Andrea, che bello che è restato il tuo mondo! Infatti nel tuo blog parli di natura e di persone… merce rara nel mondo cittadino in cui si è soli perfino quando si è in compagnia…
Ciao, buona serata!
P.S. Quando ricominciano i tornei di briscola?
Mah sarà che non avendo radici non ho mai coltivato il rapporto cliente/ gestore della botteguccia sotto casa, l’unico problema che percepisco è l’accanimento di dover tenere aperti anche la domenica. È anche vero che in quei centri ci sono svariate attività quali ristoranti bar e sale giochi, che ne possono giustificare l’apertura festiva. Mi rendo conto che sì, per gli anziani può essere in problema, anche perché spesso si trovano in periferia e obbligano all’uso dell’auto. Però fa parte della modernità e di tutto ciò a cui dobbiamo abituarci per stare al passo. I negozietti spariranno, come sono sparite le carrozze e i lattai porta a porta.
Probabilmente si, i negozietti spariranno, il mondo si evolve. Certamente spariranno primo o poi anche i centri commerciali dato che gli acquisti on line stanno prendendo sempre più piede. Tutto cambia, nulla resta uguale e a volte ci si guarda indietro pensando a ciò che abbiamo conosciuto, amato ed ora non esiste più…
Ciao, buona giornata.
Il sistema del capitalismo globale necessita di questo macinare la merce a livelli sempre più alti, e quindi tanta merce, a buon mercato, tanti acquirenti, e un conseguente vero e proprio sistema di vita; come non ricordare il “carattere pervasivo” della merce del vecchio Marx?
Proprio così. Probabilmente non possiamo più fare nulla per invertire la rotta, quel che mi preoccupa è che la maggior parte delle persone non è consapevole di tutto il sistema che c’è dietro ad ogni loro acquisto casuale.
Ciao, buona giornata..
A proposito del rapporto negoziante-cliente mi viene in mente questo: tempo fa c’erano molti blog gestiti da commessi che raccontavano aneddoti avvenuti in negozio con i clienti. Ne veniva fuori un panorama abbastanza desolante dove veramente i poveri commessi erano da compatire perché dovevano subire l’arroganza, l’ignoranza, la maleducazione di tanti clienti. E spesso questi commessi si facevano turni pazzeschi, soprattutto nel periodo festivo.
Però in qualche caso, forse per alcuni blogger più che per altri, leggendo alcuni post mi veniva da pensare che alcuni commessi erano troppo poco pazienti. Mi spiego, a volte sembravano infastiditi se il cliente di turno diceva qualcosa di personale, qualcosa di non del tutto attinente all’acquisto. Magari anche solo poche parole eh. Capisco che un commesso non è uno psicologo e neanche un ascoltatore e l’ambiente di lavoro spesso non è dei migliori, però insomma, ci sono clienti, magari anziani che davvero amerebbero fare due parole. Ok non dico che devi star lì ad ascoltarli per mezzora, però se ti dicono due frasi in più non è che casca il mondo. Perché subito devi pensare:”Che me ne frega a me dei fatti tuoi”. Ripeto, non voglio giudicare situazioni che non conosco però un po’ tutto contribuisce a una specie di spersonalizzazione per cui si è passati dal negoziante dove ti fai i pettegolezzi (troppo) a un’altra situazione dove non puoi dire neanche mezza parola in più che vieni mal visto (troppo poco). Spero di essermi spiegata.
Ho capito perfettamente quello che vuoi dire. Ho lavorato per diversi anni in un negozio, a contatto con la gente, e mi è capitato spesso di ascoltare persone che cercavano uno scampolo di compagnia nelle lunghe giornate di solitudine. Quando avevo molto da fare ammetto di aver pensato anche io che ero poco interessato ai fatti loro ma, con il tempo, ho capito che erano persone che avevano davvero bisogno di essere ascoltate perché, tra le righe, emergeva tanta solitudine. Così molte persone impararono i momenti più propizi per le nostre chiacchierate, gli orari in cui avevo meno da fare, e si presentavano puntuali quasi tutti i giorni. All’inizio compravano qualche piccola cosa, poi passavano anche soltanto per scambiare due battute o chiedermi come stavo. È stato un periodo di grande formazione umana per me.
Un caro saluto.