RiflessioniSpiritualità

Il Nutrimento per lo Spirito

Conoscenza e Consapevolezza lo Rendono più Forte

Ci preoccupiamo sempre di quello che mangiamo ma il nutrimento per lo spirito non viene quasi mai preso in considerazione. Eppure, se vogliamo davvero essere padroni della nostra vita, dobbiamo essere spiritualmente forti.

Il nutrimento per lo spirito è più importante di quello per il corpo. Lo spirito si nutre di conoscenza

Perché per governare il nostro destino al meglio delle nostre possibilità non serve la forza fisica ma quella interiore. Il nutrimento per lo spirito è alla base di questo tipo di forza che non ha nulla a che vedere con quella del corpo.

Ma da dove si trae il nutrimento per lo spirito? Tutto quello che vediamo, sentiamo e facciamo va a depositarsi dentro di noi, dandoci forza spirituale oppure indebolendoci. Eppure noi camminiamo nel mondo assorbendo tutto ciò che ci capita, senza un minimo di consapevolezza.

Senza consapevolezza ci lasciamo riempire la mente di immagini violente, pensieri negativi, fantasie sporche… e questo ci danneggia. Ci indebolisce senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Il giusto nutrimento per lo spirito, ciò che ci rende forti, viene invece da ciò che è bello e buono.

A tal proposito voglio riportare una breve riflessione tratta da un libricino che mi capitò tra le mani qualche anno fa. In questa storia è ben descritto il modo in cui tendiamo ad alimentare in modo sbagliato la nostra parte interiore.

La Legge del Topo e il Nutrimento per lo Spirito

Ho letto da qualche parte che l’inglese Spencer ha formulato una curiosa legge del topo così: il topo è obbligato a rosicchiare. Se non c’è formaggio rosicchia grano, se non c’è grano rosicchia stoffa, se non c’è stoffa rosicchia carta. Se non c’è nulla il dente di sopra rosicchia il dente di sotto, ma in ogni caso rosicchia!

La legge vale anche per il cervello umano. Rosicchia continuamente tutto quello che gli capita a tiro: idee, immagini, fantasie, che in quantità strabocchevole vengono messe davanti dagli schermi tv, dai cartelloni pubblicitari, dai giornali illustrati…

Mi viene in mente una novella di Pierre l’Ermite. Racconta di un certo ghigno beffardo di messer satana, quando incontra l’abate vicino al cinema, da cui sta uscendo una folla enorme: “Guarda don Piero – dice satana – a tutta questa gente, per ore ed ore, io ho dato da rosicchiare certi formaggini e pasticcini gustosissimi. Adesso, se credi, va pure a tenere un quarto d’ora di predica alle tue quattro vecchiette, te lo permetto!”

Rosicchiamo libri buoni, giornali buoni, cose buone!

(Tratto da Albino Luciani – 100 Pensieri)

Cerchiamo quindi di valutare e scegliere idee, immagini e fantasie valide. Saranno il miglior nutrimento per lo spirito nel difficile cammino che porta un essere umano a diventare uomo. Può infatti dirsi uomo solo chi ha la forza di vincere i propri vizi, le proprie paure ed i propri limiti.

Lettura consigliata: Terapia dei pensieri di Anselm Grün

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16 Commenti

  1. Io rifletto tantissimo e generalmente lo “nutro” per quel che posso lo spirito. Dura cambiare abitudini ma non è nemmeno impossibile … sono quelle fatiche che crescono.

    1. E fai bene! A prescindere dagli impegni, dalla fatica e da ciò in cui si crede, nutrire la propria interiorità con “alimenti” buoni è basilare, non soltanto per una progressiva crescita ma anche per ritrovare l’equilibrio e la pace in un mondo che cerca continuamente di abbatterci.

      Ciao, buona serata.

      1. Oh come sono contenta!! ?
        Non mi meraviglio di questo poiché molto spesso i tuoi post “funzionano” nello stesso modo anche per me…

        Come ben sai le cose non succedono per caso!!

        Altro sorriso
        Ondina ??

  2. Il nutrimento per lo spirito?

    Ma di cosa stiamo parlando …….fermiamoci solo al nutrimento e lasciamo lo spirito in pace..ma chi lo conosce lo spirito?

    Spirito?
    Da bambina mi insegnavano ad averne paura di questo spirito… Mi veniva descritto come una persona morta che potevo trovarmi davanti …..chissà magari in quel punto preciso dove questa vita tragicamente era stata falciata….o magari se mancavo in ubbidienza me lo trovavo davanti a perseguitarli!

    Intanto il nutrimento materiale mi portava a crescere,mi portava a pensare, a scoprire,a cercare da me…e lentamente il mio spirito si presentò a me…..mi pensava,mi scopriva,mi cercava….mi nutriva .
    Che gran cosa !!….fu lo spirito a nutrire per davvero il mio essere…come è stato possibile ?

    Molto semplice sono stata in ascolto!
    E quando resto in ascolto sento tanto…a volte sento voci come questa . che continuano in questo miracoloso nutrimento dello spirito:

    Incollo un passo di D’Avenia…chissà magari chi si troverà a leggerlo capirà attraverso la seduzione alla tangibilità ,materialità…. come ci si arriva a toccare lo spirito e a capirne perché non riesce a crescere ,ad elevarsi in questa nostra esistenza,si riesce a capirne in quale e dove risiede la carenza di questo nutrimento esistenziale…:

    «Non mi preoccupano i giovani, ma gli adulti. L’uomo è uno spirito in carne e ossa. Lo spirito oggi è invitato a dormire, a lasciarsi andare ad una dolce anestesia interrotta periodicamente da dolorosi risvegli: insoddisfazione, paura, smarrimento. I ragazzi non trovano maestri capaci di svegliare il loro spirito. La crisi dei ragazzi è crisi di chi li ha generati.
    Centinaia di ragazzi mi scrivono dopo aver letto il mio libro e mi ringraziano per aver affrontato temi come la morte, il dolore, Dio dal punto di vista di un sedicenne. I veri problemi dei ragazzi non sono l’alcool, le droghe, le dipendenze… Queste sono solo conseguenze di una libertà che gira a vuoto, perché non ha scoperto l’orizzonte in cui essere impegnata. La crisi dei ragazzi è crisi di senso. I ragazzi però non hanno smesso di cercare, questo li caratterizza».

    1. D’Avenia riesce ad usare le parole in un modo meraviglioso.

      “L’uomo è uno spirito in carne e ossa” è quello che siamo spesso senza averne piena coscienza.

      “Lo spirito oggi è invitato a dormire, a lasciarsi andare ad una dolce anestesia”… non sembra anche a te, a volte, di osservare persone che parlano, ridono, lavorano ma che sono come assopite?

      A presto.

  3. Si …spesso sembra anche a me vedere e percepire questa forma di assopimento e tu che sei li pensare come intervenire per un risveglio!

    ” È come se ti fosse affidato un pezzettino di mondo che devi curare”.

    Collego spesso le parole di D’Avenia nei contesti quotidiani….e devo dire che sono pezzi universali… Si incastrano benissimo negli spazi e tutto prende forma ed inizia a risvegliarsi!

    Ciao,buona serata

    1. Adesso ti spiego perché mi trovo su questo post però…
      Non penso sia stato un caso ,dato che non ci crediamo .Ieri avevo letto un post di qualcuno che ha condiviso in rete questo tuo scritto,citando ovviamente la fonte.Mi sono soffermata a leggere non il tuo ,perché ricordavo di averlo letto ,ma il suo post che arricchiva il suo Mi rivedevo tantissimo nelle parole che sono un po’ la “battaglia ” o il sogno che più mi rappresenta …perché lo dico a te adesso?

      Ho imparato a conoscerti perfino attraverso quelle mancate risposte, perché sono quelle in cui tu vuoi io ci lavoro di più,lo so …infatti ci lavoro sempre e sempre ti ringrazio.Oggi concediamoci questa giornata di silenzio come circostanza e come proposito.

      1. Mi fa piacere che le mie parole suscitino riflessioni in te e altre persone.
        A volte non rispondo perché non c’è niente da aggiungere, altre volte perché bisognerebbe iniziare dal principio e attraverso un commento non ce ne sarebbe davvero la possibilità… e sì, in questo caso mi aspetto che dall’altra parte ci sia un lavoro di ricerca e volontà. In ogni caso, leggo sempre tutti i commenti.
        Ciao Lara, a presto.

  4. Mi credi se quel che hai scritto a me è arrivato in qualche modo tra post e commenti?…per quello che ti aspetti poi beh …il post qui dove mi sono fermata comprende in buona parte quella ricerca e volontà…poi mettiamoci pure una buona dose del credere e sentire e ti trovi a : non cercare di capire per credere ma a credere per capire.

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