Psicologia

Non Capire le Proprie Emozioni

Può Creare degli Scompensi

Durante l’infanzia e l’adolescenza è quasi normale non capire le proprie emozioni. Ci si affaccia alla vita ed ogni cosa è una nuova scoperta, anche dentro sé stessi. Il problema diventa grave quando a non capire le proprie emozioni sono gli adulti.

Non capire le proprie emozioni può creare degli scompensi

È interessante osservare il comportamento delle persone perché attraverso l’osservazione del comportamento altrui diventa più comprensibile anche il proprio. Mi sono accorto che nelle recenti generazioni si è quasi completamente persa la capacità di gestire quello che si prova.

Ci ritroviamo facilmente in preda a sbalzi d’umore incredibili che ci trascinano dalle più alte vette della gioia a quelle bassissime del non ritorno. Facilmente ci esaltiamo per i piaceri momentanei e facilmente cadiamo irreparabilmente a terra alle prime vere difficoltà.

Viviamo in un’epoca razionale, che affida tutta la sua esistenza alla scienza ed allo spiegabile. Quando si tratta di razionalizzare quello che si prova però, sono in molti a non capire le proprie emozioni. Risultiamo quasi tutti incompetenti sulla conoscenza di noi stessi! Questa ignoranza non è male trascurabile perché porta anche a gravissime conseguenze.

Troppe persone oggi, di fronte ad una sconfitta (una bocciatura, un licenziamento…) o un dolore (un lutto, una separazione…) scelgono di togliersi la vita. Non capire le proprie emozioni infatti, significa non acquisire alcuna forza interiore né capacità di controllo. Si vive con un totale abbandono alle intemperie emotive, senza nessuna speranza.

Non Capire le Proprie Emozioni: Superficialità

Quando gli adulti sono in balìa di quello che provano, i giovani non possono certo essere educati alla comprensione di sé stessi. È un serpente che si morde la coda. I ragazzi vengono piuttosto protetti da tutto, fino a che si ritrovano emotivamente impreparati di fronte alle difficoltà. Non capire le proprie emozioni è il frutto di una società che ha perso di vista i valori più importanti.

È del tutto inutile conoscere mille nozioni ed aver viaggiato in tutto il mondo se poi non si è in grado di comprendere e gestire quello che ci portiamo dentro.

Siamo abituati a pensare in modo concreto ma a salvarci la vita e a renderci felici non sono gli oggetti materiali. Soltanto cercando di capire quello che non si vede, in sé stessi e negli altri, si impara davvero a vivere. Il fatto è che, per arrivare ad avere questo tipo di curiosità e farsi le domande giuste, c’è bisogno di riscoprire i valori della vita.

Non capire le proprie emozioni significa vivere superficialmente. Se non ho nulla in cui credere, per cui combattere, per cui sacrificarmi, esisto senza farmi domande. La vita perde di significato ed è appesa al filo delle circostanze alterne dell’esistenza umana. Oggi sono pazzo di gioia, domani distrutto dal dolore, a seconda di ciò che mi capita. E tutto ci sembra normale.

Ma non è così che dovrebbe essere. Le emozioni dipendono dai nostri pensieri e i nostri pensieri nascono dalla nostra volontà. Non è quello che ci capita a far altalenare ciò che proviamo ma i nostri pensieri in merito. In pratica siamo noi a decidere volontariamente il nostro stato d’animo, sebbene in modo indiretto. Te ne eri mai accorto?

Lettura consigliata: Se il mondo ti crolla addosso di Russ Harris

Se il mondo ti crolla addosso. Imparare a veleggiare tra le ondate della vita

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15 Commenti

  1. Le tue analisi sono sempre perfette. 🙂 Alla base, c’é una cultura. Alla vita bisogna essere istruiti…e purtroppo non tutti hanno buoni insegnanti, anche se credo che ci cerca trova…un buon amico, un libro, un blogger. Anch’io mi rendo spesso conto, nell’osservare il prossimo, una mancanza di forza interiore. La vita ci può presentare molte situazioni…a volte si vince a volte si perde. Niente può essere dato per scontato. Trovo anche che sia importante vivere il quí e ora, come saggiamente insegnato dalle filosofie orientali,e non allontanare le imperfezioni dalla nostra via.Non ultimo il dolore che si può provare in tutti gli ambiti della vita…se non si vuole attraversare nessuna tempesta, non si sarà mai in grado di governare veramente la nostra nave. Questo non vuol dire però, privi di consapevolezza, andarsele a cercare 😉

    1. Sono d’accordo con te, su tutta la linea. Il qui e ora delle filosofie orientali è piuttosto difficile da applicare nella nostra cultura ma se ne può trarre ispirazione duranti i picchi di gioia e di sofferenza, per rendersi consapevoli dell’attimo che si vive e del fatto che non durerà per sempre, comportandosi di conseguenza. Quello che è importante è imparare ad osservarsi per capire da dove nascono in noi certe reazioni… soltanto così si impara a gestire quello che si ha dentro nel modo migliore, bisogna andare all’origine.
      Un abbraccio.

  2. Caro Loto, eccomi che piano piano ritorno passare dagli amici blogger ora che la mia grande festa è passata.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

  3. tutto troppo di fretta con mille cose nella mente da ricordare…
    apparire e stupire …l’interiore rimane a dopo a quando c’è tempo.
    bello camminare nei miei boschi con la sola presenza del silenzio.
    Mister che bello trovarsi nel nulla del cielo su uno scoglio e come testimone Marte nascente

    1. Hai ragione, non abbiamo più tempo per osservarci nel silenzio, per trascorrere del tempo solo con noi stessi. Oggi alla solitudine viene dato un significato soltanto negativo eppure è nella solitudine che si scopre se stessi, le proprie necessità e l’equilibrio per vivere la vita felicemente.

      Un caro saluto.

  4. Farsi cadere il mondo addosso non fa che peggiorare la situazione sia per noi che per chi ci sta attorno, i problemi e gli ostacoli vanno superati in un modo o nell’altro e solo essendo lucidi e usando la ragione si può trovare il modo migliore per uscirne.
    Buona serata.

    1. Più che altro bisogna iniziare ad osservarsi di più, a porsi più domande. Spesso la sofferenza interiore, la paura o la tristezza nascono da meccanismi che potremmo imparare a riconoscere e correggere.
      Ciao, buona serata.

  5. Purtroppo il mondo è troppo superficiale. Alla fine in tanti vivono come “animali” … succubi di istinti vari. La riflessione diventa un optional.

    1. A volte lo penso anche io… ma la riflessione fa parte della nostra natura, semplicemente tendiamo a non soffermarci troppo sui pensieri perché la nostra quotidianità va troppo di fretta. Corriamo, corriamo e poi non ci resta nelle mani altro che confusione e infelicità. Il primo passo da fare è rallentare, poi tutto verrà da sé!
      Ciao Ely, un abbraccio.

  6. Ciao Mr 🙂 Un altro interessantissimo tema che anche io mi sono trovata ad affrontare nel corso di una lezione. La mia lezione era: la felicità (interiore) attraverso l’amore (per la vita) e in questa tua disamina ne ho trovato il succo 🙂 E’ vero, siamo proprio noi stessi a “radicare in noi stessi”, con il nostro pensiero, la nostra profondità, il buon senso e la positività; io lo trovo letale. Mi spiego: come hai ben scritto e chiarito esaurientemente dovremmo arrivare ad essere in grado di decidere noi dei nostri stati d’animo, almeno nelle questioni più importanti che spaziano da quelle di lavoro, a quelle di scuola, fino ad arrivare a quelle di cuore. E’ pur vero che al cuor non si comanda, ma nel contempo anche che il cuore stesso possiamo coltivarcelo. E’ come se avessimo dentro un fiore rarissimo che respira e si muove all’unisono con il nostro pensare; il nostro pensiero ed il nostro respiro sono la sua acqua, lo coltiviamo, gli consigliamo di “seguirci”, glielo insegniamo …

    1. La metafora del fiore è splendida, rende perfettamente l’idea di quello che abbiamo, che siamo dentro. Il nostro spirito, la nostra emotività è effettivamente un fiore raro che necessita di cure costanti. Non chiede nulla esplicitamente ma quando non gli diamo le giuste attenzioni questo soffre, avvizzisce, a volte si secca perfino… portandoci a provare un dolore interiore che ci appare inspiegabile, a volte quell’indefinito senso di vuoto.
      Credo che prenderò spesso in prestito questa immagine perché aiuta a capire bene il concetto!
      Grazie, buona serata.

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