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Batterio New Delhi (Ndm): Sintomi, Rilevazione e Prevenzione

Cos'è il batterio New Delhi resistente alla maggior parte degli antibiotici

Batterio New Delhi Metallo Beta-Lattamasi (NDM)

Negli ultimi tempi si sente molto parlare del batterio NDM, acronimo di New Delhi Metallo Beta-lattamasi. In realtà il New Delhi Metallo Beta-Lattamasi non è un batterio ma un enzima che aumenta la resistenza dei batteri alla maggior parte degli antibiotici beta-lattamici.

Questo tipo di resistenza riguarda anche gli antibiotici carbapenemi che per molto tempo sono stati un metodo efficace per trattare i batteri resistenti agli antibiotici.

Batterio New Delhi (NDM): Sintomi, rilevazione e prevenzione
Batterio New Delhi (NDM-1): Sintomi, rilevazione e prevenzione

L’enzima metallo-beta-lattamasi-1 (NDM-1) di Nuova Delhi prende il nome da Nuova Delhi, la capitale dell’India. È infatti in questa città che è stata descritta per la prima volta l’infezione da NDM in un cittadino svedese che si ammalò di un’infezione batterica resistente che poteva aver acquisito in India. (1)

Il primo caso documentato di infezione di batteri che producono NDM si è verificato nel 2008 in India. Da allora questo genere di batteri si è diffuso molto rapidamente e in modo preoccupante.

L’aumento dell’NDM non è solo dovuto al suo alto tasso di trasferimento genetico tra specie batteriche non correlate, ma anche a fattori umani. I viaggi, i servizi igienico-sanitari e la produzione e preparazione di alimenti sono tra i fattori che ne favoriscono la diffusione.

Un batterio che trasporta diversi geni resistenti agli antibiotici, come appunto il batterio New Delhi, è chiamato super batterio. Le infezioni da loro causate sono difficili da trattare. (2)

Gli scienziati pensano che si verifichi una fusione genetica molto rara tra due geni resistenti agli antibiotici che si sono evoluti in un nuovo mutante chiamato NDM-1. L’emergere di batteri che trasportano tali geni rappresenta una grande sfida per i medici nel trattamento di pazienti infetti.

Finora la maggior parte dei casi di infezione da batteri produttori di NDM-1 hanno avuto origine nell’Asia meridionale, molto spesso in India. Il legame tra l’Asia meridionale e la maggior parte dei batteri produttori di NDM-1 è schiacciante, come è evidente la diffusione di tali batteri alla comunità internazionale.

L’infezione causata dai batteri che producono NDM è ora riconosciuta come endemica in India e Pakistan. Il batterio si è diffuso in tutto il mondo a causa dei viaggi, del “turismo medico” e della capacità dell’enzima New Delhi Metallo Beta-Lattasi di trasferirsi tra i batteri. (3) L’NDM è stato trovato in molte specie di batteri, principalmente nel K. pneumoniae e nell’ Escherichia coli.

Guarda anche: Batterio NDM contagio

Recenti rapporti riferiscono che la diffusione del Batterio New Delhi e delle sue varianti riguarda ormai moltissimi paesi: Stati Uniti, Austria, Australia, Norvegia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Kenya, Paesi Bassi, Sultanato dell’Oman, Cina, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Svezia, Egitto, Giappone, Svizzera, Marocco , Kuwait, Italia, Corea del Sud, Irlanda, Repubblica Ceca, Guatemala, Nuova Zelanda, Israele, Iran, Russia, Colombia, Malesia, Sri Lanka, Algeria, Messico, Tunisia, Isola della Riunione, Nepal, Mauritius e Honduras.

Purtroppo è notizia recente che i batteri produttori dell’enzima New Delhi sono stati rilevati anche in Italia, precisamente in Toscana.

Sintomi Infezione da Batterio New Delhi

Per conoscere i sintomi e gli studi clinici sull’infezione da batterio New Delhi è interessante conoscere la storia di una donna canadese di 76 anni.

Nel 2010 la donna ha trascorso poco più di tre mesi in India ed è poi tornata nel suo paese in Canada, a Vancouver. Prima del suo viaggio era stata in buona salute. Quando era in India ebbe problemi di diarrea che però non la spinsero a farsi visitare.

Un mese dopo la sua permanenza in India, la donna dovette però ricorrere alle cure mediche a causa di gravi sintomi riconducibili a una insufficienza cardiaca e all’ipertensione. Dopo tre giorni di ricovero in ospedale in India, la donna venne dimessa ma fu di nuovo ricoverata dopo altri 3 giorni a causa di una forte diarrea e di problemi mentali.

I medici le diagnosticarono un encefalite e un’infezione del tratto urinario. Nonostante la terapia antibiotica però le sue condizioni non migliorarono. La donna venne quindi trasferita in un ospedale canadese.

Quando la paziente arrivò in ospedale a Vancouver aveva 38,3° C di febbre, una pressione sanguigna di 100/80 mm Hg e la frequenza cardiaca a 126 battiti / minuto. I medici sospettarono che la donna avesse la sepsi e le somministrarono quindi imipenem e vancomicina.

Entro 24 ore, il suo stato mentale era peggiorato. Fu quindi ricoverata nel reparto di terapia intensiva ed intubata per proteggere le vie aeree. Dalle analisi risultò che la paziente era infetta da batteri gram-negativi resistenti K. pneumoniae ed E. coli. Nelle feci fu anche riscontrata la presenza del batterio Clostridium difficile.

Alla paziente furono somministrati vancomicina e metronidazolo per l’ infezione da C. difficile e colistina per l’infezione da K. pneumoniae. Il trattamento con colistina venne sospeso poco dopo a causa dell’insorgenza di complicanze renali. Alcuni giorni dopo le sue condizioni peggiorarono e morì. (4)

I principali sintomi dell’infezione da batterio New Delhi sono febbre, dolori al torace, polmonite, problemi neurologici, a volte anche disturbi gastrici e artriti.

Cause dell’ Infezione da Batteri New Delhi

Batterio New Delhi (Ndm): Sintomi, rilevazione e prevenzione

Secondo i ricercatori a causare le infezioni da batteri NDM in India sarebbero le scarsissime condizioni igieniche in cui vive la maggior parte della popolazione indiana. A questo si aggiunge un uso sconsiderato degli antibiotici.

Si pensi che in India solo metà della popolazione ha un bagno, l’altra metà è costretta a fare i propri bisogni all’aperto. Le fogne indiane poi non sono sanitizzate a dovere e la frequenza degli allagamenti dovuti ai monsoni e ad altri eventi climatici non fa che peggiorare la situazione. Anche negli ospedali l’igiene sembra essere un optional. In questi ambienti le infezioni batteriche sono ormai dilaganti e l’unico mezzo a disposizione dei medici per arginare l’epidemia sono gli antibiotici.

Questi batteri resistenti agli antibiotici riescono a introdurre proteine ​​batteriche ed enzimi all’interno della cellula ospite, controllando così il metabolismo stesso della cellula. (5)

La modalità di trasmissione del ceppo che produce NDM-1 potrebbe essere attraverso la preparazione del cibo o attraverso i fluidi corporei e può verificarsi nella società o in ambito ospedaliero. (6)

Trattamento Batteri Portatori di NDM

L’emergere di batteri che producono carbapenemasi, in particolare il New Delhi metallo beta-lattamasi (NDM-1) e le sue varianti, hanno sollevato in tutto il mondo grandi preoccupazioni per la salute pubblica.

Questo tipo di enzima sembra resistere a una vasta gamma di antibiotici beta-lattamici, compresi i carbapenemi. Questi sono l’ultima risorsa di antibiotici per il trattamento di infezioni causate da ceppi di batteri resistenti.

La possibile ragione dell’evoluzione dei nuovi batteri sono le mutazioni. Queste possono causare ritardi nella scoperta di nuovi antibiotici per i trattamenti e quindi diventare una grande minaccia pubblica. (7)

Ad oggi sembra che il batterio New Delhi sia sensibile alla polimixina (comprese colistina e polimuxina B) e alla tigeciclina. (8, 9, 10, 11)

La polimixina è risultata efficace contro i batteri NDM-positivi. Tuttavia, la colistina ha un’incerta efficacia nelle infezioni polmonari. Il suo uso è sempre stato ostacolato dal verificarsi di tossicità renale e, in misura minore, da effetti avversi neurologici. (12, 13, 14)

Una notizia ancora più importante è che i batteri resistenti al carbapenem come E. coli e K. pneumoniae sono diventati resistenti alla colistina. (15)

Secondo i ricercatori il rischio di rilascio di ceppi resistenti nell’ambiente è in aumento. (16) Il gene responsabile della resistenza agli antibiotici si sta diffondendo nelle Enterobatteriacee. Si tratta quindi di un rischio allarmante perché questi nuovi batteri resistenti a più farmaci potrebbero diffondersi in tutto il mondo molto rapidamente. (17)

Conclusioni

L’attuale diffusione dei geni carbapenemasi (in particolare il gene blaNDM ) è ora un grave problema di salute pubblica e, nel prossimo futuro, potrebbe ricondurre all’era pre antibiotica.

In considerazione della grave situazione attuale, l’attenzione deve concentrarsi sui seguenti 4 aspetti a breve termine:

  1. Fornire acqua pulita e servizi igienico-sanitari di base nelle aree dove l’ambiente è già contaminato o è ad alto rischio di contaminazione con batteri che producono NDM.
  2. Identificare coloro che portano questi batteri.
  3. Controllo dell’uso diffuso e indiscriminato di antibiotici.
  4. Prevenire la diffusione attraverso gli approcci di base del controllo delle infezioni.

È indispensabile adottare le precauzioni standard tra cui l’igiene delle mani, la pulizia ambientale e la disinfezione per impedire la trasmissione di questo nuovo super batterio. (18)

Purtroppo la mancanza di strutture igieniche di base in molti paesi, ha notevolmente aggravato questo problema. (19)

È quindi necessario uno sforzo internazionale per controllare la diffusione di questi agenti patogeni super resistenti. Con opzioni terapeutiche limitate, gli scienziati devono sviluppare nuovi antibiotici per trattare le infezioni batteriche positive al New Delhi metallo beta-lattamasi (NDM-1). (20, 21)

Batterio New Delhi (Ndm): Sintomi, Rilevazione e Prevenzione

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