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Analfabetismo Funzionale

L' analfabetismo funzionale riguarda un italiano su cinque

Analfabetismo Funzionale

L’analfabetismo funzionale è un problema molto grave che coinvolge tante persone in Italia. Nonostante questo, però, la maggior parte degli italiani non ne ha mai sentito parlare.

Analfabetismo funzionale

Il termine analfabetismo funzionale nasce nel 1984 dall’UNESCO che lo definisce “la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.

L’indagine PIAAC-OCSE del 2019 è davvero impietosa nei confronti dell’Italia. Il 28% dei cittadini in età compresa tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. È una delle percentuali più alte in Europa ed è un dato estremamente preoccupante perché mette a rischio la possibilità di sviluppo dell’Italia, sotto tutti i profili.

Cerchiamo di capire meglio il perché.

Abbiamo visto che, mentre gli analfabeti non sanno leggere, gli analfabeti funzionali sanno farlo ma non sono in grado di comprendere davvero quello che leggono. Purtroppo, l’analfabetismo funzionale comprende anche altre drammatiche caratteristiche.

La Piaga dell’Analfabetismo Funzionale

Prima di tutto gli analfabeti funzionali soffrono di stress, di solito guadagnano poco e sono facilmente vittime di intimidazioni.

Gli analfabeti funzionali mancano di senso critico, non sanno sviluppare un discorso complesso e tendono a generalizzare ogni argomento ricollegandolo alle proprie limitate esperienze personali.

Pensano secondo stereotipi e nutrono gravi pregiudizi. Pur avendo una conoscenza superficiale dei fenomeni politici, economici e sociali sono convinti di conoscerli a fondo.

Inoltre c’è una caratteristica che purtroppo vediamo spesso ultimamente. Tendono a travisare e a credere a tutto ciò che sentono, non avendo la capacità di distinguere le fonti attendibili da quelle che non lo sono. L’analfabetismo funzionale porta le persone a distorcere le informazioni vere e a condividere le notizie false. Quando poi le informazioni false o distorte riguardano la medicina, queste persone finiscono col mettere a rischio perfino la loro salute e quella di chi ha a che fare con loro.

Se consideri che Internet permette a chiunque di scrivere ciò che vuole, raggiungendo un grande numero di utenti, ti renderai conto della gravità del problema.

Chi è colpito da analfabetismo funzionale diffonde quotidianamente disinformazione, pregiudizi e discriminazioni. Tutto questo può avere conseguenze drammatiche nei confronti di una società come la nostra, soprattutto oggi.

Stiamo infatti combattendo contro un’emergenza sanitaria che necessita di una corretta informazione e affrontiamo ogni giorno la difficile e inevitabile questione dell’integrazione con altre culture.

Forse c’è bisogno di ripensare al sistema educativo delle scuole ma anche delle famiglie. Se non si interviene in tempo, andrà sempre peggio.

Lettura consigliata: Non ho parole di Maurizio Parodi

Non ho parole: Analfabetismo funzionale e analfabetismo pedagogico

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18 Commenti

  1. ne soffrono in particolare i Grillini Mister????
    Ne hai fatto una bellissima descrizione, chiara e esaustiva direi.
    Fa paura la cosa considerando la percentuale. Chi sa se si facessero meno grande fratello e più didattica ricostruttrice…
    la pigrizia è una brutta bestia da combattere e ancor peggio lo scarica barile
    Non so come si può combattere ma gli intellettuali esperti sapranno senz’altro cosa consigliare

    1. Come sai, non amo parlare di politica, tanto ognuno ha la propria opinione in merito, ma credo che l’analfabetismo funzionale affligga l’elettorato di tutti i partiti. Tra gli esponenti politici però, di sicuro quelli che usano di più la disinformazione, i pregiudizi e la discriminazione a proprio vantaggio non appartengono al partito che hai citato tu.
      Questo è un problema molto grave, soprattutto perché coinvolge anche i più giovani. Bisogna assolutamente tornare ad insegnare ai ragazzi ad elaborare un pensiero libero, autonomo e, soprattutto, totalmente personale.
      Buona serata.

  2. Analfabetismo funzionale…si ne ho sentito parlare e forse anche un po prevenuta verso tutte quelle forme di etichette in cui gli umani circoscrivono gli altri umani ,ho contestato in.passato ,forse un po analfabeta funzionale lo saro’ stata anche io :).

    Il tuo post mette molta chiarezza a riguardo e direi che non mi ci rivedo per nulla …anche se ammetto che molte volte bisogna davvero metterci cuore e ragione per arrivare alla fonte di una notizia.

    Non ami la politica?Nemmeno io ,destra ,sinistra ,centro …e poi diventa allo stesso tempo l’ennesima modalità per distruggere e non per cooperare ,oltre le prevaricazioni e gli attacchi ripetitivi da anni tra partiti e opposizioni anche molto infantili oserei dire.

    Sono d’accordo sulla rivalorizzazione del sistema educativo famiglia/scuola…quando ho saputo che e rientrata la materia all’educazione civica nelle scuole ,l’ho sentita giusta.Resta la famiglia però,chissà che i giovani non facciano quel processo inverso di portare o riportare l educazione civica a casa.

    Lieta serata mister…

    1. L’educazione civica è importante, negli ultimi anni abbiamo visto i risultati della sua totale assenza… tuttavia non è sufficiente. Tante, davvero troppe persone si esprimono con degli slogan e se cerchi di argomentare qualcosa con loro vanno in crisi o, addirittura, si arrabbiano. Questo accade perché dietro a quelle che credono le loro idee non c’è ragionamento, non c’è alcuna riflessione, è solo un ripetere a pappagallo qualcosa che hanno sentito e con la quale credono di essere d’accordo. Non so se sono riuscito a farti capire la situazione.
      C’è davvero bisogno di tornare a comunicare davvero, scambiandosi opinioni, spiegando i propri punti di vista e, soprattutto, ricominciando a sognare qualcosa che sia più di valore dell’ultimo modello di smartphone o di scarpe sportive.
      Lieta serata anche a te, a presto.

  3. Certo che ci sei riuscito a far comprendere la situazione …mi ci trovo in quello che scrivi e ormai son certa che quella parte spirituale che caratterizza te ed anche altre persone in rete è il “sogno”che si tiene in piedi (nudi ) senza sentirne il bisogno di indossare l’ultimo modello di scarpe sportive … comunicando con la propria autentica essenza più che con lo smartphone:)

    Mi sento di ringraziarTi,davvero …

  4. Hai proprio ragione. A scuola si vedono sempre tantissimi casi. Questo spiega anche perché molti ragazzi fatichino a studiare. Quando non si comprende ciò che si legge, si è costretti a studiare a memoria e non tutti hanno una memoria eccellente. Memorizzare ciò di cui non si comprende il significato è un po’ come memorizzare delle frasi in una lingua che non si conosce. S’imparano le parole, ma non si sa cosa si stia dicendo, pertanto lo si dimentica subito dopo.
    Ricordo che da ragazza mi capitava di studiare con una compagna. Lei mi diceva che capiva molto meglio quello che le dicevo io rispetto alle lezioni sentite a scuola. Questo perché io avevo già elaborato e semplificato a mio uso e consumo la lezione, che diventava quindi molto più comprensibile anche per lei.
    Purtroppo, un altro problema molto comune è la limitata capacità dei ragazzi di oggi a prestare attenzione. Gli insegnanti spiegano, semplificano, chiariscono, ma gli alunni hanno la testa altrove. Poi crescono e diventano adulti che non comprendono ciò che leggono…ma in compenso scrivono un sacco di stupidaggini sui social e, spesso, vengono anche creduti!

    1. Esattamente. Purtroppo più questo problema si estende e più rischia di “contagiare” persone che, per pigrizia intellettuale o abitudine, si adeguano alla società circostante. E questo non va proprio bene, perché rischiamo di diventare dei semplici automi che nella vita si limitano a lavorare, consumare e scattare selfie.

  5. Non conoscevo questo problema, il 28% quindi hanno questo problema. Brutto non rendersi conto di una patologia. Approfondirò su internet questo argomento perchè non ne so nulla. Serena giornata

    1. Più che di una patologia parlerei di una condizione. L’analfabetismo funzionale non è una malattia, è il risultato di una sorta di pigrizia mentale che poi porta all’incapacità di elaborare correttamente informazioni e dati.
      Mi fa molto piacere che tu senta il desiderio di informarti maggiormente su questo problema che sta diventando molto preoccupante.
      Buona giornata!

      1. Ho capito è una condizione e non una malattia. Sì hai ragione. Sì è interessante capire e conoscere. Mi piace molto approfondire. Serena giornata

  6. Questa ècun’altra definizione nata da un po’ che va per la maggiore da qualche anno sui social… appena incontriamo qualcuno che la pensa diversamente da noi viene subito additato come “analista funzionale” … quasi che non sembra piu possibile che, dopo aver letto un testo, uno ne possa ricavare altre deduzioni se non quelle “che vanno per la maggiore”.

    C’è un pensiero unico su tanti temi a cui, di fatto, bisogna allinearsi. Chi vuole andargli contro, affari suoi, lo faccia, si tenga la sua libertá ma che muoia in un angolo da solo e additato come … complottista, negazionista, analfabeta funzionale… bah e tante altre definizioni che lasciano davvero il tempo che trovano, senza significato, senza sostanza.

    Tutto fatto per evitare il dialogo e concentrarsi sui concetti. Dei concetti, dei contenuti sarebbe interessante parlare invece.

    Odio questo tipo di definizione. Che poi ci siano persone che facciano fatica a comprendere un testo, questo è sicuro. Vorrei ricordare che prima la gente era cmq ancor meno colta ed erudita, esistevano tantissimi analfabeti (senza funzionali…) anche 50 anni fa… mia nonna per esempio era una contadina. Probabilmente è anche analfabeta funzionale, non ha mai scritto tesi o testi e probabilmente si beve tutto quello che vede in tv. Pero ècuna bravissima donna e ha tirato su una bella famiglia. Un vero esempio per me, ecco perche prima le famiglie erano davvero famiglie. Semplicita. Altro che tanti discorsi. Si facevano le cose che andavano fatte e basta. Ci si sacrificava l’un per l’altro, a volte soffrivano, ma insieme. Oggi siamo tutti “scienziati”, tutti tristemente troppo eruditi e colti per potersi davvero confrontare con gli altri. Molto piu semplice offendere l’altro e andarsene.

    1. Allora Lorenzo, andiamo per ordine.
      Nel primo paragrafo scrivi:
      “Questa ècun’altra definizione nata da un po’ che va per la maggiore da qualche anno sui social… appena incontriamo qualcuno che la pensa diversamente da noi viene subito additato come “analista funzionale” … quasi che non sembra piu possibile che, dopo aver letto un testo, uno ne possa ricavare altre deduzioni se non quelle “che vanno per la maggiore”.”
      Sicuramente è sempre sgradevole e sbagliato insultare qualcuno che non la pensa come noi, ma il fatto che un termine possa essere usato come un insulto non significa che questo termine non abbia senso di esistere. Mi spiego meglio, posso dire a qualcuno “ignorante” in modo scorretto, per insultarlo a caso, oppure perché penso davvero che “ignori” l’argomento trattato, spingendolo quindi ad informarsi meglio. C’è una bella differenza.

      Nel secondo paragrafi scrivi:
      “C’è un pensiero unico su tanti temi a cui, di fatto, bisogna allinearsi. Chi vuole andargli contro, affari suoi, lo faccia, si tenga la sua libertá ma che muoia in un angolo da solo e additato come … complottista, negazionista, analfabeta funzionale… bah e tante altre definizioni che lasciano davvero il tempo che trovano, senza significato, senza sostanza”
      È sacrosanto contrastare il pensiero unico, ne abbiamo parlato altre volte, ma bisogna capire ciò che si legge e viene detto, e poi avere delle nozioni documentate e ragionate per farlo. Gli analfabeti funzionali non è che interpretano a modo loro qualcosa che può essere dibattuto da diversi punti di vista, non sono proprio in grado di capire cose semplici come i bugiardini delle medicine, gli articoli di giornale o i testi scolastici (leggi il commento di Katherine che era un’insegnante).
      Quelli che vengono chiamati “negazionisti” si limitano a seguire delle teorie, spesso folli, senza averci realmente ragionato in modo autonomo e senza nemmeno aver cercato delle conferme scientifiche e delle fonti autorevoli per appoggiarle. È giusto farsi delle domande, ma i “complottisti” vedono qualcosa di nascosto e oscuro in tutto (spesso su suggerimento altrui), anche in quello che non ha alcuna base logica per dover essere messo in discussione. Non posso ovviamente sostenere che tutti quelli che sono comunemente definiti “negazionisti” o “complottisti” siano necessariamente analfabeti funzionali, ma tu capisci che chi è analfabeta funzionale è sicuramente più soggetto a sostenere teorie che non hanno alcun fondamento logico e/o scientifico.

      Nel terzo paragrafo scrivi:
      ” Che poi ci siano persone che facciano fatica a comprendere un testo, questo è sicuro. Vorrei ricordare che prima la gente era cmq ancor meno colta ed erudita, esistevano tantissimi analfabeti (senza funzionali…) anche 50 anni fa… mia nonna per esempio era una contadina.”
      Anche i miei nonni erano contadini, sapevano leggere e scrivere anche se non alla perfezione ed erano persone semplici, proprio come tua nonna. Non c’è niente di male in questo. La loro società però, era molto diversa dalla nostra. Mio nonno non si sarebbe mai permesso di contrastare l’opinione di un medico o di pensare che l’insegnante dei suoi figli non dovesse metterli in punizione. sai perché? Perché da ignorante (persona che non aveva studiato) riconosceva la validità della conoscenza altrui.
      Se è vero che oggi spesso chi ha una laurea onora ben poco il suo ruolo, è anche vero che uno che non ha un minimo di cultura può svegliarsi e scrivere sui social mille cavolate, può incitare al razzismo, può inventarsi complotti oppure diffondere corbellerie anche su temi molto importanti, come la salute… che magari sono state confezionate per lui da gente di pochi scrupoli che da questo atteggiamento generalizzato ci guadagna.
      Ecco come gli analfabeti funzionali diventano un vero e proprio pericolo per la società!
      Riassumendo, è bene riflettere autonomamente su tutto ciò che ci circonda ma bisogna anche avere l’umiltà di fidarsi delle persone che sono più istruite di noi, senza rinunciare mai alla necessità di cercare delle fonti affidabili prima di diffondere notizie false e distorte. Quando non si è assolutamente certi di aver capito ciò di cui si parla e non si hanno informazioni a sufficienza, è di gran lunga meglio tacere.
      Conosci i tre setacci di Socrate? Dovremmo usarli tutti.
      A presto.

      1. Io chiedo scusa mister se intervengo fra il tuo commento e quello di Lorenzo, ma ho colto una sottigliezza tra i vostri commenti,che è anche un sentire molto più allargato ,più esteso a livello umano .

        Se si sostituisse quell’accostamento al termine analfabetismo da “funzionale”a spirituale si risolverebbero anche tante dinamiche ,si frantumerebbero facendo in modo da accogliere questa visuale che è alla portata di tutti anche da chi cerca di difendere un concetto più scientifico…In fondo come facciamo ad essere così sicuri che l’analfabeta funzionale faccia meno danni di un analfabeta spirituale?

        Bello l esempio dei tuoi nonni , più che ignoranza è la consapevolezza del rispetto che spesso viene confusa con la sottomissione al ruolo lavorativo dell’ ‘altro…insegnante -contadino

        Forse i nonni sono stati citati anche inconsciamente come esempio di consapevolezza di NON analfabetismo spirituale , chissà

        Se si potesse avere sempre una visuale alta che tesse le altre come esperienza terrena per confrontarci eviteremmo di perderci e ci scorgeremmo sempre alla stessa fonte!

        1. Temo che tutti i tipi di analfabetismo creino problemi, specie quando sono associati alla superbia. È solo ammettendo i propri limiti che si può fare qualcosa per superarli.
          Buon fine settimana.

          1. È di un insegnamento e di una saggezza ineccepibile questa risposta …ne sono felice che sia stata espressa.

            Buon fine settimana anche a te!

  7. Se penso che spesso mi astengo dal dire la mia su argomenti sui quali mi sento impreparata, per non fare la figura della stupida!…E poi vedo che il tuttologo di turno si permette di spacciare come verità assolute delle gigantesche cavolate totalmente inventate o, come dici tu, ‘googlate’ e spacciate come verità rivelate. E’ un fenomeno davvero preoccupante e mi ci scontro anche in ambito lavorativo quando mi rendo conto, spesso, che le persone non leggono quello che scrivi o, peggio, vanno oltre, mettendoci del loro, travisando completamente ciò che è scritto in maniera a volte lapalissiana. Purtroppo la rete ha amplificato il fenomeno e dato voce a chi in passato taceva o non osava parlare per paura di non essere all’altezza. Col conforto dell’anonimato si sono sguinzagliati tutti questi ambiziosi ignoranti. Sarà difficile debellare questo tipo di analfabetismo. Saluti

    1. Purtroppo anche secondo me sarà molto difficile debellare l’analfabetismo funzionale, prima di tutto perché chi ne è colpito non sempre ne è consapevole ed in secondo luogo perché si tende a sottovalutare largamente il problema che, invece, a mio parere è molto grave.
      Magari parlarne aiuta a fare un po’ di luce e non a considerarlo un semplice insulto da social.
      Ciao, buona serata.

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