Coronavirus e Vitamina D
In questi giorni segnati dal coronavirus, circolano in rete diversi video e articoli (ad opera di medici) in cui si ipotizza l’utilità della vitamina D nel contrastare gli effetti il virus.
La spiegazione scientifica che viene fornita in merito alla relazione che esiste tra coronavirus e vitamina D, in sintesi, è questa:
- Chi viene infettato dal coronavirus può sviluppare la polmonite interstiziale acuta, una patologia grave che può portare alla morte. I più esposti sono gli anziani con patologie in corso.
- La polmonite non viene causata direttamente dal virus nei polmoni ma da una risposta esagerata del sistema immunitario.
- In caso di infezione da coronavirus infatti, secondo il parere dei medici, il sistema immunitario produrrebbe grandi quantità di Interleuchina 6. Questa proteina, a causa dei suoi effetti infiammatori, favorirebbe lo sviluppo della polmonite interstiziale.
- Moltissimi studi suggeriscono che determinate concentrazioni di vitamina D nel sangue inibiscono la produzione di Interleuchina 6 (IL-6).
- In conclusione, l’assunzione di giuste dosi di vitamina D, non servirebbero a evitare il contagio. Servirebbe invece a prevenire lo sviluppo della polmonite una volta che si viene contagiati dal coronavirus.
Coronavirus e Vitamina D
La Deduzione Logica
Ora, se tutti i punti che abbiamo sopra elencato corrispondono a verità, la vitamina D avrebbe un ruolo davvero importante nel prevenire l’infezione da coronavirus. Vediamo cosa dicono gli studi scientifici in merito.
Per quanto riguarda la polmonite interstiziale, sappiamo per certo che questa è una conseguenza del coronavirus. Questa patologia infatti è la causa delle migliaia di morti che sono avvenute e sono tutt’ora in corso nel nostro paese.
Interleuchina 6 e Vitamina D
Davvero la vitamina D inibisce la produzione di Interleuchina 6? Stando agli studi scientifici, sembra proprio di si. Sono molti e recenti gli studi scientifici che riportano la relazione che esiste tra i due composti. Negli studi si evidenzia il fatto che una carenza di vitamina D porta ad un aumento dell’Interleuchina 6. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, eccone alcuni. (1, 2, 3, 4)
Interleuchina 6 e Polmonite
Quel che resta da dimostrare ora è se davvero la polmonite interstiziale sia causata dall’Interleuchina 6 e non direttamente dal coronavirus. Gli studi presenti in rete sono riferiti alla polmonite da streptococco, dall’influenza di Haemophilus e da bacillo Gram-negativo.
In uno studio brasiliano si afferma che nei pazienti con elevati livelli di IL-6 il rischio di mortalità è molto più alto. (5) Allo stesso risultato sono giunti anche i ricercatori della Serbia. (6)
Uno studio condotto in Irlanda ha rilevato una maggior produzione di IL-6 nei pazienti con polmonite acquisita in comunità. (7)
Secondo uno studio americano, l’Interleuchina 6 è indotta da un’ampia varietà di infezioni. Durante la polmonite le concentrazioni di IL-6 nel sangue sono associate alla gravità della malattia. (8, 9)
Lo studio sostiene comunque che l’IL-6 svolge un ruolo importante nella riduzione del carico batterico durante la polmonite da E. coli. (10)
In un recente studio si è rilevato che il rischio più alto di morte durante la polmonite si verificava in pazienti con elevati livelli di IL-6. (11)
In uno studio su 201 pazienti con polmonite, i livelli ematici di citochine come IL-6, IL-8, IL-10, hanno mostrato di aumentare nella fase acuta e di diminuire rapidamente quando i pazienti sono stati dimessi dall’ospedale. (12)
Coronavirus e Vitamina D, Conclusioni
Alla luce di quanto riportato dagli studi scientifici, la vitamina D potrebbe, e sottolineo potrebbe, apportare benefici in caso di infezione da coronavirus. La capacità che la vitamina D ha di inibire la produzione di IL-6 è dimostrata dagli studi.
Gli stessi studi suggeriscono che nei casi gravi di polmonite, che spesso hanno esiti fatali, i livelli di Interleuchina 6 sono elevati. Non è ancora dimostrato però che la polmonite interstiziale che si sviluppa durante l’infezione da coronavirus sia causata dall’interleuchina 6.
C’è uno studio olandese che riferisce che un’assenza o una riduzione dell’attività di IL-1 (un’altra interleuchina pro infiammatoria), migliora la difesa dell’ospite contro la polmonite di Pseudomonas. (13)
Un recente studio spagnolo afferma che i pazienti con polmonite che mostrano livelli sierici di IL-6 più bassi, hanno anche un minor rischio di morte. (14)
Uno studio cinese afferma che l’infezione da coronavirus causa elevati livelli di citochine pro-infiammatorie nei pazienti che muoiono con sindrome respiratoria acuta grave. Pertanto l’applicazione di antagonisti delle citochine pro-infiammatorie può ridurre la gravità e la mortalità. (15)
Riflessione su Coronavirus e Vitamina D
Sarebbe molto interessante conoscere i livelli di vitamina D in tutti i pazienti ricoverati con polmonite interstiziale acuta causata da coronavirus. In questo modo si potrebbero avere maggiori certezze sul ruolo effettivo della vitamina D in questa patologia.
Attenzione: La vitamina D non va assunta a caso ma solo in una situazione di carenza che va prima accertata tramite analisi del sangue e consulto medico.
Coronavirus e Vitamina D
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