Cosa è Giusto e Cosa è Sbagliato
In linea generale a ognuno di noi sembra facile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Quello che però molte persone stentano a comprendere è che questi concetti non sono sempre così netti ed è facile prendere abbagli.
Cosa è giusto e cosa è sbagliato può infatti non essere sempre così chiaro. Tutto potrebbe dover essere interpretato a seconda delle circostanze, delle persone e delle intenzioni che, a volte, non sono così evidenti.
Spesso siamo così convinti di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato che non mettiamo mai in dubbio le nostre scelte e le nostre decisioni. Magari ci impuntiamo su una presa di posizione e non diamo ascolto a nessuno. Eppure basterebbe un po’ di umiltà per rendersi conto che, a volte, una diversa prospettiva ci regala anche un parere diverso su quello che è bene o male.
Questo discorso è sottile e non è facile da spiegare. Così, come spesso mi piace fare, ho cercato una storia che potesse far capire meglio cosa intendo.
Ho trovato una breve storia zen che, secondo me, è perfetta.
Cosa è Giusto e Cosa è Sbagliato – Storia Zen
Da tutto il Giappone arrivavano allievi per assistere al ritiro di meditazione di Bankei che si svolgeva nell’arco di diverse settimane. Durante uno dei seminari un allievo fu sorpreso a rubare. Il fatto fu riferito a Bankei con l’esplicita richiesta di cacciare il ladruncolo ma Bankei lasciò perdere.
L’allievo tornò a rubare e fu nuovamente colto in flagrante ma, ancora una volta, Bankei ignorò il fatto.
Tutti gli altri allievi si arrabbiarono, non lo trovavano giusto nei loro confronti, e presentarono una petizione. Affermavano che, qualora il ladro non fosse stato allontanato, se ne sarebbero andati tutti.
Dopo aver letto la petizione, Bankei convocò tutti gli allievi.
Disse loro: “Voi sapete cosa è giusto, ma a chi non sa distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato, chi glielo insegnerà, se non lo faccio io? Vorrei che lui restasse qui, anche se tutti voi sceglierete di andare via.”
L’allievo che aveva rubato scoppiò in lacrime e sia lui che tutti gli altri compresero fino in fondo la lezione del Maestro.
Riflessioni
In questa storia il giusto e sbagliato si alternano nel perdono e nella punizione. È giusto o sbagliato punire i malfattori? E perdonarli? Bisogna applicare gli stessi modelli di pensiero a tutti oppure no?
A volte un comportamento sbagliato può essere corretto utilizzando un metodo considerato altrettanto sbagliato dalla maggioranza come, in questo caso, il perdono.
Solo la nostra coscienza ed i nostri valori morali possono indicarci la via sicura per riconoscere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Questo, ovviamente, vale in tutto quello che succede intorno ma anche dentro di noi. Sta alla nostra intelligenza saper distinguere correttamente, al di là di quello che ci hanno abituato a considerare giusto o sbagliato.
Lettura consigliata: Pensare. Leggi ed errori del ragionamento di Annalisa Coliva e Elisabetta Lalumera
Non è facile distinguere il bene dal male forse perché si è un po modificata quella coscienza universale,quella spontaneità ,naturalezza,autenticità,e capacità di pensare oltre che di pensiero.Io sono per l’immediatezza ,per quel che genuinamente interpreto provando ,sentendo sbagliato o giust sulla mia pelle.Ammetto che non è facile portare questa dimensione fuori da me,mi scontro spesso con il mondo fuori entrando in un altra dimensione…ma è anche molto bello e sicuramente giusto sentirsi allievi spiritualmente anche quando ti imbatti in cose sbagliate,negli errori …é proprio lì che devi esercitare al meglio il bene …come a dire vediamo come te ne esci qui?Cosa hai imparato?
Umiltà,valori morali,pentimento,perdono …tutti ingredienti sui quali bisogna lavorarci quotidianamente per raggiungere una sana consapevolezza del giusto e sbagliato…ma bisogna spegnere un po tutto ciò che distrugge la nostra capacità e genuinità di sentire, fagocitando la nostra vera essenza !
Buona serata
Hai centrato perfettamente il punto della questione: non si può capire davvero cos’è giusto e cos’è sbagliato solo con la ragione, bisogna avere la capacità di “sentire” anche con altri mezzi. Poi questa capacità, come giustamente hai scritto, deve essere allenata, coltivata e difesa dal materialismo che ci circonda e che sembra voler dare una logica a tutto, anche a ciò che è fuori dalla nostra portata e che quindi non possiamo comprendere pienamente.
Buona domenica.
Leggo con molto interesse i tuoi post Mr. li trovo ben fatti e di semplice comprensione .
Sarò breve , anche perchè ognuno di noi è stato educato con determinati valori , e magari quello che per me e’ giusto per un altra persona e’ sbagliato e così via .
Potrei porre una domanda : chi stabilisce cos’è giusto e cos’è sbagliato?
Ognuno potrebbe rifletterci su !
Un caro saluto
Rosy
La tua domanda l’ho sentita spesso ultimamente. Molti oggi ritengono che non esista il giusto e lo sbagliato ma che tutto in questa vita sia semplice esperienza. Personalmente credo che le cose non stiano così. A prescindere dall’educazione, dalla cultura e dal luogo geografico in cui nasciamo, tutti abbiamo dentro un senso innato di giustizia.
Chi, quando viene tradito da un amico non soffre? Chi se subisce un furto ne è felice? Chi se viene umiliato o offeso pensa che potrebbe essere una cosa buona? Chi può assistere al funerale di un bambino ucciso dai maltrattamenti senza sentirsi triste?
Ci sono sensazioni che ci accomunano tutti ma se mi chiedi chi le ha stabilite è difficile parlarne in termini del tutto logici e materiali. Chi stabilisce l’amore che proviamo o non proviamo? Siamo davvero noi o è qualcosa che viene da “altrove”?
Però ho capito cosa intendi e cercherò di rispondere.
Se devo semplificare al massimo quello che penso, posso fare un esempio.
Chi trova un portafoglio con molti soldi e ne ha bisogno, può ritenere giusto non restituirlo al legittimo proprietario. Io credo che, in fondo in fondo, lo sappia che è un comportamento sbagliato ma che giustifichi il suo cattivo comportamento mettendo a tacere la sua coscienza.
Chi stabilisce il fatto che prendere una cosa altrui è sbagliato? Mettiti dall’altra parte. Avevi appena ritirato il tuo stipendio per pagare tasse e bollette ma hai perso il portafoglio. Se sapessi che qualcuno lo ha trovato e non te l’ha restituito, dopo che tu hai lavorato un mese intero per avere quei soldi e pagare i tuoi conti, penseresti che ha fatto bene oppure che si è comportato male?
Il segreto è mettersi dall’altra parte… all’improvviso cos’è giusto e cos’è sbagliato diventa chiarissimo!
Una volta mi è stato detto che se una cosa non puoi raccontarla ai tuoi figli o ai tuoi genitori significa che è sbagliata. Penso proprio che sia vero perché ognuno di noi sa benissimo cosa lo rende brutto dentro.
Un saluto.
Beh quegli interrogativi e in sostanza tutto il tuo commento in risposta a Rosy ha colto o meglio ha accolto quella immediatezza a cui facevo riferimento , rafforzandone il valore stesso di cui si nutre.
C’è un pezzo di Niccolò Fabi che ho citato con alcune persone a me care e che in un certo senso ha un richiamo con il significato profondo di questo postI.
Facendo una ricerca sulla bellezza di questo pezzo ecco a cosa è collegato:
[]Io sono l’altro… Conoscere e praticare i punti di vista degli altri è una grammatica esistenziale, come riuscire ad indossare i loro vestiti, perché sono stati o saranno i nostri in un altro tempo della vita…]
Non trovate tutti questi collegamenti di una bellezza sconvolgente?😉
Assolutamente sì! 🙂
Niccolò Fabi è uno dei miei cantautori italiani preferiti… proprio perché nei suoi testi trovo spesso profonde verità.
A presto!
Bel racconto. E’ vero. Giusto e sbagliato spesso non sono così facili da dividere. Ognuno ha le sue ragioni. Penso che spesso anche le persone fanno cose sbagliate anche se sanno di farle. Magari ci si sentono in colpa ma il loro modo di essere le porta a farlo. Serena giornata
Scegliere di fare cose sbagliate fa parte del nostro libero arbitrio, tuttavia non è di sicuro una scelta intelligente. 😉
Ciao, buona giornata anche a te.
Certamente non è intelligente ma può capitare. Mi viene in mente sopratutto quando ero bimba e mi capitava di rubare qualche caramella a mia mamma. Perchè altrimenti sapevo che me le vietava. Mi sentivo in colpa e sapevo di fare una cosa sbagliata ma la facevo comunque perchè ero golosa. Poi tanto mia madre mi scopriva sempre 🙁
Serena giornata
Da bambini capita spesso ed è abbastanza comune perché serve a prendere coscienza di sé, della propria libertà e della propria capacità di infrangere le regole… ma poi bisognerebbe crescere! 😉
Ciao!
🙂 ehehee è meglio usare il condizionale, spesso sopratutto in Italia 🙂
…purtroppo!!!
Tutto è relativo a questo mondo e quindi, molte volte, una situazione può sembrare giusta o sbagliata a seconda del contesto. Sicuramente, quando si tratta del nostro rapporto con gli altri, provare a mettersi nei panni dell’altro e pensare a cosa proveremmo se ci trovassimo al suo posto in quella situazione, ci aiuta a comprendere ciò che sia giusto o sbagliato. In genere, ognuno pensa per sé, purtroppo, ed è proprio questo il problema. Quando ci sono due pesi e due misure, una per se stessi e una per gli altri, le cose non vanno bene.
In linea generale, ci sono aspetti che sono chiaramente ingiusti. Ad esempio, un insegnante in classe non può dimostrare preferenze per alcuni alunni, i genitori non devono privilegiare un figlio a dispetto degli altri, un marito non può picchiare la moglie ecc…
Tutti sappiamo chiaramente ciò che è giusto o sbagliato, ma qualche volta facciamo finta di non saperlo perché fa più comodo.
La penso proprio come te, quando si tratta di fare qualcosa di sbagliato l’egocentrismo ci porta a non considerare il punto di vista altrui proprio per mettere a tacere la nostra coscienza. Quante scuse fantasiose ho sentito negli anni per giustificare comportamenti scorretti! Io stesso, da giovane, additavo la scorrettezza degli altri per giustificare la mia… mi ci sono voluti anni per capire che facendo così danneggiavo prima di tutto me stesso.
Ciao, buona giornata.
Ma credo che se ascoltiamo dentro di noi, sappiamo cosa è giusto e cosa no.
Sono d’accordo con te, solo che a volte cerchiamo di “aggiustare” la voce della nostra coscienza con false scuse…
Ciao, a presto.