Essere o non Essere
“Essere o non essere, questo è il dilemma” recitava Amleto nell’omonima tragedia scritta da William Shakespeare. Questa è una domanda esistenziale importante, che l’uomo non smette di porsi da secoli.
Anche se non sempre ne siamo consapevoli, tutti scegliamo una risposta al dilemma dell’essere o non essere. Ad esempio, ho sentito diverse persone affermare che avrebbero preferito non esistere piuttosto che vivere una vita infelice. Purtroppo sono poi in tanti a pensare che sarebbe meglio morire invece che affrontare un gravissimo handicap fisico o una malattia progressiva e spaventosa. Per non parlare dei numerosissimi aborti che vengono praticati ogni giorno in cui qualcuno sceglie deliberatamente il non essere per qualcun altro.
Essere o non essere? In questa vita abbiamo tutti un’esperienza piena di cosa significhi esistere. Se ci guardiamo indietro, ci rendiamo conto di quanti alti e bassi ci siamo lasciati alle spalle, diventando le persone che siamo. La nostra vita ci ha permesso di accumulare un personalissimo bagaglio di esperienze alle quali possiamo attingere in ogni momento che vogliamo e quando serve.
Se però cerchiamo di immaginare un’alternativa all’esistenza, tutto diventa molto più difficile. Quando siamo colti dal dubbio se essere o non essere, in realtà, non sappiamo nulla della seconda opzione.
Essere o Non Essere, Quello a Cui non Pensiamo
Il nulla come alternativa alla vita è un concetto che, per quanto ci si sforzi di comprendere, risulta troppo complesso da mettere a fuoco. E questo non succede soltanto in un ambito esistenziale ma perfino in quello della semplice e libera immaginazione.
Una persona consapevole di sé, chiedendosi se essere o non essere, non potrà trovare nel nulla del non essere una possibile alternativa alla propria vita. Il nulla è nulla, niente di niente, niente passato, niente presente, niente futuro, nulla! Alla luce delle incredibili possibilità della tua anima e della tua mente, riesci ad immaginare una tale condizione per te stesso?
Ovviamente è comprensibile il desiderio di alcune persone di non essere mai nate. Esistono situazioni di sofferenza talmente profonda e prolungata da provare anche gli spiriti più forti. Ma, considerato che questa vita terrena ha per tutti un termine, perché non lasciare aperta una porta alla speranza?
Se facciamo fatica ad immaginare la non esistenza, forse è perché questa non è nella nostra natura. Forse, dopo questa vita avremo accesso a un tipo di vita spirituale, senza fine, in cui sofferenza e tristezza non esisteranno più. Potremmo essere parte di un enorme progetto con un fine non ancora a noi comprensibile.
Tra essere o non essere è inimmaginabile preferire il non essere quando si ha avuto modo di esistere e pensare anche solo per un secondo.
Rifiutarsi di essere significa rinunciare a qualsiasi possibilità di progredire. Dal non essere nasce il nulla e noi, certamente, non siamo il nulla e non potremo mai esserlo.
Lettura consigliata: Oltre la vita, oltre la morte di Manuela Pompas
Ammetto di esser passato in momenti in cui mi dico “ma non era meglio non esser nati”? ( Dunque non essere) e anche ai miei, in tanti momenti ho ripetuto “che mi avrete fatto a fare… Se facevate una passeggiata era meglio per tutti. Mica ho scelto io di nascere…” 🙂 Magari puo sembrarti brutto, ma per me ha un senso. È verissimo, non ho scelto io di nascere come non scegliero quando moriro, mi “tocca accettare” la cosa… di esistere. Ci sono tante diffixoltá, e a volte sembra tutto complicatissimo e credo capiti a molte di chiedersi “ma perche? Almeno non poteva essere diverso?” … Malattie, guerre, migrazioni, casini grossi grossi… insomma sono domande lecite credo che scaturiscano anche dal guardarsi attorno o anche nelle vite personali. Bene questa era la fase di ammissione di “ci sono anch’io fra questi” 🙂
Riguardo alla vita spirituale… io credo che di lá sia un proseguimento di quel che hai maturato di qua. Ma la “beatitudine” qua non è quella della ricchezza e del benessere, bensi uno stato interiore anche maturato grazie a sofferenze (che sono per tutti, a prescindere dalle proprie condizioni materiali), alla gestione di queste sofferenze, al modo di vivere, all’amare la vota, a quanto amore avremo messo nella vita ecc… Quindi un canavaccio possibile per tutti senza guardare le condizioni materiali. A volte ci mettiamo “nell’inferno” anche qua e talvolta … stare all’inferno è una nostra scelta perche chi sperimenta una certa beatitudine riesce a farlo anche in condizioni di estrema difficolta terrena (magari aiutandosi con la preghiera, che è una grande forza nelle difficolta). Come se… in parte fossimo noi con le nostre azioni e scelte a decidere anche il proseguimento spirituale della nostra vita, ribadisco, a prescindere dai contesti esterni e materiali diversi che ognuno di noi vive.
Io credo che “di là” più che un proseguimento sia il coronamento della nostra vita qua. Credo che tutto ciò che amiamo e comprendiamo in questa vita diventi un arricchimento che potremo portare con noi mentre la nostra cattiveria e la nostra ignoranza (voluta) rappresenteranno una sorta di pesante bagaglio da trascinarci dietro e che avrà delle conseguenze sulla nostra pace. Ma la vita qui sulla terra è senza dubbio una grande possibilità, l’occasione che abbiamo per mettere alla prova il nostro spirito e renderlo migliore… e questo, a mio parere, vale per tutti, da qualsiasi situazione si parta.
Un caro saluto.
Qui si torna un pò sulle cose che ti avevo detto nel post sulla bellezza della vita. Certo ho pensato di non essere ma ora sono felice di essere. Non chiedi di nascere, a volte la vita è dura … ma nella durezza dei momenti che vivi cresci e ti rafforzi come persona. Si dovrebbe vedere il bicchiere mezzo pieno perché nonostante tutto essere e vivere è bellissimo. Anche nei momenti più bui. Io alla fine per quante brutte esperienze di vita ho fatto sono contenta della mia vita e sono così grazie a cosa ho vissuto fino ad ora. Grazie o anche purtroppo per certe cose 😉 ehehee sereno fine settimana
Credo che il senso della vita sia proprio questo, ti pare? Crescere attraverso le proprie esperienze, negative e positive, e cercare di essere sempre la miglior versione possibile di sé stessi, qualunque sfida l’esistenza ci ponga davanti.
Un abbraccio e l’augurio di un lieto fine settimana.
Sì certamente il senso della vita è proprio questo. Crescere. Forse se vuoi nella vita ti succede ciò che sei in grado di superare pur cadendo, magari anche in basso. Le prove della vita. Superarle ti fa anche sentire più sicuro di te. Sereno inizio settimana
Concordo!
Buona settimana!
Buongiorno 🙂
Ciao Ely! 🙂
Questo post mi ha portata ad approfondirne concetti interminabili ,ed è vero che porta a domande esistenziali che non finiscono mai di affascinare.
Ho rivisto in questo post il nulla e l’infinito di Leopardi fino alla sua ultima lirica la ginestra o fiore nel deserto.
E tu caro Loto non fai altro che riprendere questa speranza che sono riuscita a cogliere ed intravedere nelle tue condivisibili parole:”Ovviamente è comprensibile il desiderio di alcune persone di non essere mai nate. Esistono situazioni di sofferenza talmente profonda e prolungata da provare anche gli spiriti più forti. Ma, considerato che questa vita terrena ha per tutti un termine, perché non lasciare aperta una porta alla speranza?”
Il concetto è straordinario ,un fiore può nascere anche nei posti più bui e inaspettati ,ma bisogna coltivare la sana speranza.
È incredibile il patrimonio che ci hanno lasciato i grandi come Shakespeare e Leopardi ,ed è altrettanto incredibile e affascinante la ricerca e la conferma nel quotidiano di tale patrimonio.
Tutto ciò fa davvero parte del nostro ESSERE che si spinge a dimensioni misteriose ed altissime su cui vale sempre la pena soffermarsi ,sarebbe fin troppo scontato dal momento in cui il nostro essere terreno con un vissuto tra gioie e dolore si focalizzi solo sull’ ultimo annientando tutto ciò che è già stato.E adesso tiro fuori a tal proposito una frase profonda di Shakespeare che mi sono trovata davanti facendo visita ad una carissima anima.
Quando Amleto parla della “speciale provvidenza nella caduta di un passero”, secondo cui la volontà di Dio – la Divina Provvidenza – controlla anche il più piccolo evento.
Il problema esiste nella nostra dimensione e interpretazione secondo quella sola ragione(tema già affrontato),per cui non mi meraviglio più se qualcuno contesti queste mie parole dove Dio diventa minaccia di chissà cosa nell’uomo quando per me è la luce che non bisogna mai smarrire.
Grazie per avermi permesso di rileggere e approfondire scritti in questi giorni a tal proposito.Buona domenica!
Sono rimasto senza parole.
Quello che hai scritto è profondo e pieno di consapevolezza, e documenta un sano interesse per delle tematiche importanti che però vengono spesso considerate “pesanti” dalla maggior parte della gente. Scrivo di questi temi da anni, nella semplice speranza di risvegliare in qualcuno un po’ di curiosità che lo spinga ad approfondire poi gli argomenti per conto proprio. Perché soltanto con una reale voglia di capire, che costi anche tempo e fatica, si può comprendere.
Devo essere io a ringraziare te per la gioia che mi hai dato!
Buona domenica.