Psicologia

Avere Empatia

Provare empatia non è solo una dote innata

Avere Empatia

Avere empatia è molto importante nella vita di una persona. Per chi ha problemi nel rapporto con gli altri, che siano di tipo sentimentale o lavorativo, questa qualità potrebbe essere la soluzione per risolverli.

Avere empatia

La parola empatia deriva dal termine greco empátheia, composto da en-, dentro, e pathos, sentimento. Dall’etimologia di questa parola comprendiamo quindi che avere empatia significa riconoscere e capire lo stato d’animo di qualcun altro.

Per semplificare al massimo il concetto, possiamo dire che essere empatici vuol dire riuscire ad immedesimarsi pienamente nelle emozioni e nei sentimenti altrui.

Certo, non è alla portata di tutti perché non è una cosa sempre facile. Per potersi immedesimare negli altri, occorre una serie di qualità che non tutti possiedono: sensibilità, amore per il prossimo, predisposizione all’ascolto e, ovviamente, volontà.

Avere empatia significa riuscire a calarsi, anche solo per qualche istante, nei panni di qualcun altro. Solo in quel momento, infatti, è davvero possibile comprendere con chiarezza lo stato d’animo e le vere necessità di quella persona. Di certo non esiste un libretto di istruzioni per riuscire ad immedesimare negli altri. Provare empatia è una questione di intuito e di vibrazioni ma, come in tutte le cose, la pratica aiuta molto.

Esercitarsi ad Avere Empatia

Chi credi di non avere empatia perché non fa parte del proprio carattere, può sempre provare ad alimentare questa qualità. Anche se all’inizio può sembrare una cosa difficile e faticosa, con il tempo e con la costanza si possono ottenere risultati positivi.

Sapersi immedesimare in qualcun altro, per chi non l’ha mai fatto, può rappresentare una vera sorpresa. Vedrà cambiare radicalmente la qualità della relazione che ha con le altre persone e con il mondo circostante. Condividendo ciò che provano gli altri, si impara a dire le cose giuste al momento giusto, costruendo così dei rapporti forti e autentici.

Essere empatici rende più agevole il dialogo tra le persone. Questo ha la sua indubbia valenza anche in campo sentimentale perché, calandoci nei panni dell’altro, potremmo evitare molti equivoci e discussioni inutili.

Oltre a tutti questi vantaggi, quello che reputo più importante è la possibilità di aiutare chi soffre. Spesso non si sa cosa dire quando si è in presenza di una persona sofferente afflitta dai guai. Immedesimarsi, in questi casi, permette di capire più profondamente le cause della sofferenza e ci consente di essere veramente d’aiuto. Di solito solo chi ha già avuto un dolore simile capisce cosa l’altro sta passando, ma essere empatici permette di provare il dolore dell’altro e quindi comprenderlo.

Lo stesso vale anche per la gioia. Nutrire empatia per qualcuno che è felice ti permette di gioire profondamente allo stesso modo, non sarebbe magnifico? Inoltre questa è una capacità che ci permette di entrare in perfetta sintonia con tutte le creature della terra, siano esse animali o vegetali.

Sentire quello che prova la vita intorno a noi serve a capire meglio la vita dentro di noi.

Proviamo allora ad avere empatia con tutti gli esseri viventi perché è un’esperienza che arricchisce lo spirito e fa crescere.

Lettura consigliata: Empatia perché è importante e come metterla in pratica di Roman Krznaric

Empatia: Perché è importante e come metterla in pratica

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10 Commenti

  1. Quando qualcuno mi parla di sé o di una situazione che sta vivendo, io cerco sempre di pensare a ciò che proverei se mi trovassi al suo posto. A volte, per cercare di essere vicina, racconto qualche fatto che mi è capitato e che, in qualche modo, si può paragonare al contesto in questione. Diciamo che, in genere, chi si confida con me è mamma o collega e può essere più facile comprendere il suo stato d’animo. Poi bisogna tenere conto anche del carattere. Non tutti reagiscono allo stesso modo in una certa situazione. In ogni caso, in genere chi si confida ha soprattutto bisogno di sfogarsi e di essere ascoltato, cosa che è sempre più difficile di questi tempi e, se proprio non si riesce ad essere empatici, riuscire ad ascoltare e regalare un po’ del proprio tempo per farlo è già una buona cosa.

    1. È sicuramente più facile provare empatia ed essere in qualche modo d’aiuto a chi sta attraversando qualcosa che noi abbiamo provato in prima persona. Tuttavia, ricollegandomi alla seconda parte del tuo commento, basta la volontà di ascoltare a cuore aperto gli altri per riuscire a capire quello che provano e, magari, riuscire a trasmettergli la sensazione più bella del mondo, quella di essere compresi.
      Ciao Katherine, ti auguro una piacevole domenica.

  2. Purtroppo non è come imparare l’inglese – e anche là devi essere un minimo portato -. L’empatia la troviamo in gran parte nel dna, donarcela può essere un gran bel proposito, ma se siamo di natura poco espansivi, riservati, o addirittura tendenti al depressivo andante, l’empatia comunemente intesa diviene più che altro un miraggio. E la vita moderna non favorisce di certo l’esplicarsi di questa qualità. Guarda solo la diffidenza anche solo tra vicini di casa. La tendenza è addirittura opposta. Rinchiudersi sempre più nel proprio orticello e lesinare a fatica giusto un “buongiorno”.

    1. Ho conosciuto persone molto empatiche ma poco espansive, riservate e chiuse. A volte non dare confidenza è un modo per proteggere la propria sensibilità. Essere empatici a volte è molto doloroso e non è sempre piacevole.
      Quello di cui parli tu direi che è altro, è l’egoismo e/o l’egocentrismo che alimentiamo giorno dopo giorno scegliendo sempre di farci i “fatti nostri”. Eppure ognuno di noi desidererebbe qualcuno con cui aprirsi e potersi mostrare debole senza rischiare di essere feriti!
      Ma sai com’è, non ci si può aspettare dagli altri ciò che noi per primi non vogliamo o sappiamo fare.
      Buona domenica.

  3. “Sentire quello che prova la vita intorno a noi serve a capire meglio la vita dentro di noi.”

    Quanto è vera questa tua analisi, oltre che bella. Ma il paradosso è che spesso pensiamo alla “mancanza di empatia ” scaricandone una responsabilità legata più ad un luogo comune che ad una sua reale assenza… Ci si auto convince che sia un valore che dovrebbe appartenere agli altri sempre più insensibili e non che sia un valore che disponiamo tutti lasciandolo agire con naturalezza proprio attraverso noi e la vita intorno in uno scambio di vibrazioni… Scambio che porterebbe anche ad un equilibrio di cui tutti ne potranno beneficiare nel bene e nel male.

    Buona serata

    1. Sono d’accordo con te. Il male di questa epoca è che si cerca sempre di razionalizzare tutto, anche quello che non può essere razionalizzato per sua stessa natura. Lo “scambio di vibrazioni” tra esseri viventi (non soltanto tra umani) è una di quelle esperienze che, se ascoltata, raddrizzerebbe questo mondo storto…. anche se per molti questo è un discorso irrazionale!
      Ciao Lara, buona serata anche a te.

  4. Mi sembra davvero a proposito citare qui un breve scritto del grande Piero Angela.
    Cosa ce ne facciamo dei ragazzi che prendono 10, 9, 8 a scuola se non sono in grado di intervenire quando viene fatto del male ad un compagno, quando hanno delle prestazioni eccezionali ma non hanno strumenti per aiutare un loro amico e riconoscere un bisogno. Si punta troppo sulle prestazioni e troppo poco sui sentimenti, troppo egoismo e impoverimento emotivo. Un figlio prima deve diventare un uomo inteso “persona con valori”. Non puntiamo solo sulle prestazioni.
    (Piero Angela)

    1. Ti ringrazio per aver riportato questo scritto di Piero Angela, persona che stimo, che offre l’opportunità di riflettere molto sull’argomento del post.
      Purtroppo è così, oggi si punta più sulla preparazione intellettuale che su quella emotiva e relazionale… ma la prima in assenza delle altre serve soltanto a solleticare il proprio ego.
      Buona serata.

  5. Non è facile avere empatia per gli altri, ci si può esercitare ma , credo, sia un pò una dote innata. Io , comunque, cerco di entrare in empatia con l’altro, soprattutto quando l’altro è in difficoltà, ha dei problemi. Perchè ci vuole empatia, per provare , almeno, a dargli una mano , cerco di ascoltarlo e di dare consigli sensati, oppure, se possibile, di fare qualche cosa di pratico, per lui. Bisogna andare incontro agli altri, vietato chiudersi nell’indifferenza e nel proprio egoismo. Saluti.

    1. Ci sono persone naturalmente più portate verso l’empatia ma basta cercare di ascoltare davvero chi abbiamo intorno per esercitare questa dote e farla nostra. È proprio come dici tu, bisogna andare incontro agli altri… è un modo per rendere sé stessi e il mondo un posto migliore. 😉

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