Psicologia

Essere Qualcuno

Non siamo quello che possediamo

Essere Qualcuno

Per essere qualcuno non serve essere ricchi e famosi anche se nell’epoca in cui viviamo è sempre più difficile esserne consapevoli. Tendiamo infatti sempre di più a credere che il nostro valore dipenda da ciò che possediamo. Non è un caso che la gente sia portata ad identificare sé stessa con il proprio lavoro, la propria posizione sociale e i propri beni materiali. Ma tutto questo non sei tu, è solo ciò che fai o che possiedi!

Essere qualcuno

Continuando a guardare certe trasmissioni televisive, giornali spazzatura e social potremmo pensare che per essere qualcuno sia necessario apparire in un certo modo. Molti addirittura pensano che vestendosi in un certo modo o comprando un certo prodotto possano essere diversi e magari considerati migliori.

Il mondo ci spinge ad ottenere continuamente qualcosa per sentirci qualcuno. Perché sentiamo il bisogno di tanti soldi, una bella auto, la possibilità di viaggiare e di inutili gingilli costosi? Perché crediamo che questo definisca il successo di un individuo e la sua felicità. Ma noi non siamo quello che possediamo ed essere qualcuno è un’altra cosa e non si basa sui beni materiali.

Pensaci un attimo. Le cose sono solo cose e, anche se ne abbiamo moltissime, non hanno nulla a che fare con noi. È davvero tragico pensare che molte, moltissime persone si identificano in quello che hanno, soprattutto perché così credono di piacere di più agli altri. Ma si sbagliano.

Tutti apprezzano l’autenticità. Se non si dispone di altro ci si accontenta ma i falsi, negli oggetti come nelle persone, in fondo in fondo non piacciono a nessuno.

Essere chi Sei per Essere Qualcuno

Spesso cerchiamo di essere qualcuno senza sapere chi siamo. Togli il lavoro che svolgi e i titoli che hai, togli tutti gli oggetti che ti circondano o che ti porti addosso. Togli tutto quello che, alla fine della tua vita, dovrai lasciare qui sulla terra. Quello che resta è quello che sei.

Se ci rendessimo davvero conto di questo, smetteremmo di sprecare il nostro tempo dietro a ciò che sembra importante ma non lo è. La nostra vita ha un tempo limitato e noi lo stiamo impiegando in cose inutili per il nostro essere.

Basta sprecare tempo a parlare di pettegolezzi e partite di calcio. Basta buttare denaro e ore di lavoro per comprare abiti e oggetti di cui non abbiamo bisogno solo per stare al gioco. Se ti tiri fuori da questo meccanismo ti accorgerai che hai bisogno di molto poco per sentirti appagato sul serio.

Inizierai a essere qualcuno quando ogni giorno migliorerai un po’ quello che sei. E tu sei le tue conoscenze, e non soltanto quelle che puoi apprendere da un libro di testo.

Sei le tue esperienze, i tuoi amori, le tue emozioni, i tuoi ricordi, le tue speranze e i tuoi progetti.

Non sprecare dunque il tempo che hai a disposizione ad accumulare cose. Investi energie per alimentare il tuo vero essere, per renderlo ogni giorno più ricco, migliore. Viaggia, impara cose nuove, parla con la gente, sperimenta, vivi… allora sì che diventerai qualcuno!

Lettura consigliata: L’arte di coltivare l’orto e se stessi di Adriana Bonavia Giorgetti

L'arte di coltivare l'orto e se stessiTasto Amazon

Articoli correlati

16 Commenti

  1. Concordo infatti tendenzialmente non mi interessa “avere”. Mi interessa stare coi miei amici sperando siano “veri”. Mi interessa stare coi miei cani. Evito accuratamente le persone che parlano alle spalle e vivono di cattiveria. Dico quello che penso … forse per questo le mie amicizie sono quelle che sono ma quelle che ci sono hanno un perché. Serena giornata

    1. Dire quello che si pensa davvero è un ottimo modo per selezionare in modo spontaneo le persone che si hanno intorno. Meglio essere detestati per quel che si è piuttosto che amati per quel che non si è…
      Ciao, buona settimana.

      1. Tanto mi detesterebbero comunque perché la gente sa solo (spesso) criticare. Quindi meglio essere me stessa, almeno sono a posto con la mia coscienza 😉

          1. Trovo difficile fare come certe persone. Non so se sarei capace di fare la bella faccia … per poi comunque alle spalle avere il mio pensiero. Poi sono modi di vivere ma dubito ce la farei 🙂 anche solo dallo sguardo credo si vedrebbe se la penso in maniera diversa 🙂 serena giornata

        1. Io sono come te, ma ti assicuro che chi riesce a fingere è molto apprezzato sia nelle amicizie (superficiali) che sul lavoro. Ma chi se ne importa? Tanto la verità, prima o poi, viene sempre a galla. 😉

  2. Un discorso un po semplicistico secondo me espresso cosi. Tende a sottovalutare l’importanza delle cose materiali, che hanno unanloro importanza.

    Prendiamo per es un imprenditore: se lo vedi come uno che “ha un azienda”, magari tanti soldi e un macchinone, ok dici qiesto pensa solo ai soldi.

    Ma lo puoi giardare anche come “uno che ha creato qualvosa e offre lavoro ad altri”. Ha dei meriti in qiesto, altre famiglie mangiano anche grazie al suo operato.

    Cio che secondo me cambia, non è tanto l’avere poco o l’avere molto, quanto l’attaccamento che si ha per quello che si ha, ma un saggio ha detto che “piu si ha piu si tende ad esserne attaccati”.

    Posso dirti che ho conosciuto gente “che avevano lasciato tutto quello che avevano” ufficialmente ma piu attaccati delle loro piccole cose (materiali e immateriali), rispetto a milionari impavidi e pirati del business… persone fantastiche che ho conosciuto personalmente e per cui ho lavorato per anni.

    Si tende a negativizzare il materiale, non è demoniaco, va usato bene. Dice anche “fatevi amici con la iniqua ricchezza”.

    Trovo il post un po … negativo. Molta critica a chi è attaccato alle cose, ma pochisismi spunti su cosa allora secondo te conti davvero e soprattutto come fare e cosa fare per procedere bene.

    Criticare senza offrire una strada buona alternativa, è inutile.

    Perdonami se mi sono dilungato e se oppongo qualche commento … Ma slero cbe sia ben accolto. Meglio essere sinceri che scrivere sempre ” wow che bel post!” … almeno ci confrontiamo.

    questo tema ricchezza non ricchezza mi piace molto, ma credo sia molto da approfondire nei dettagli.

    1. Mi è sembrato strano che tu abbia interpretato così il mio post.
      Non ho mai detto che il materiale è demoniaco né mi pare di averlo lasciato intendere. Quello che volevo dire è che il materiale (i soldi, le case, le auto i bei vestiti, il tuo lavoro e perfino il tuo corpo!) “non sei tu, è solo ciò che fai o che possiedi.”
      Allo stesso modo, mi sembrava di aver indicato una strada per uscire dal loop della società moderna che suggerisce, secondo me erroneamente, di avere di più per essere di più: “Inizierai a essere qualcuno quando ogni giorno migliorerai un po’ quello che sei”, “Basta sprecare tempo a parlare di pettegolezzi e partite di calcio. Basta buttare denaro e ore di lavoro per comprare abiti e oggetti di cui non abbiamo bisogno solo per stare al gioco” “Investi energie per alimentare il tuo vero essere, per renderlo ogni giorno più ricco, migliore. Viaggia, impara cose nuove, parla con la gente, sperimenta, vivi”.
      L’argomento avrebbe bisogno di approfondimenti? Ma certo che sì, in una manciata di righe non si può approfondire un argomento. Quello che mi interessa davvero è fare in modo che chi legge si ponga delle domande che lo portino poi ad approfondire il tema per conto proprio o con le persone che ha vicino, anche perché la verità è in ognuno di noi.
      Mi fa sempre piacere confrontarmi con te.
      Un saluto.

      1. Si l’intento di stimolare il pensiero è lampante nel tuo blog e molto apprezzabile ed apprezzato.

        Parlare di calcio a me piace 🙂 visto che mi piaceva molto giocarci. Il tuo discorso è chiaro.

        Sai che quasi quasi mi andrebbe davvero di poter “uscire dalla societá”? Non ci sto bene dentro per niente.

        Saluti

        1. Quando ero più giovane anche io sognavo di “uscire dalla società” e solo con il tempo ho realizzato che, invece, avrei dovuto cercare di migliorarla, anche solo nel mio piccolo.
          Buon fine settimana.

  3. Dobbiamo garantirci una serenità che guardi oltre l’ “essere uguale avere/apparire”. Eppure, già quel “dobbiamo” iniziale è un errore di valutazione. Perché presta il fianco ai condizionamenti, alle convenzioni, alle circostanze che fanno di noi spesso attori poco consapevoli, alla mercé del – terribile feticcio – trend. Cresciamo soprattutto grazie agli altri, allo scambio di idee e confronti. In questo la blogosfera aiuta molto. Liberandoci dei nostri limiti e facendo apprendere da tutti un po’-

    1. Sono assolutamente d’accordo. I blog ci permettono di vedere l’altro per quello che è e non per quello che ha… e forse ci aiuta a farlo anche con quelli che incontriamo fisicamente ogni giorno. I condizionamenti e le convenzioni fanno continue pressioni su tutti noi, non sempre si riesce a resistergli ma è importante esserne consapevoli.
      Un saluto.

  4. Sono d’accordo con te . Soprattutto da quando sono in pensione, ho incominciato ad eliminare tante cose e mi sono resa conto che le cose che mi servono veramente soo davvero poche. Prima, per andare al lavoro, mi compravo molti più abiti, borse e scarpe che ora giacciono abbandonati nell’armadio. Non ho ma esagerato ma compravo quel che mi ci voleva per far una certa figura. Ora tra loockdown e pensione, sono per la maggior parte del mio tempo in casa, non ho pià neanche occasione di mettere le cose che ho e non ne voglio neanche di nuove. Solo ogni tanto, quando davvero mi serve, mi compro qualche cosa. Non ho mai seguito le mode, non ho mai comprato gli accessori del momento. Mi piacciono le borse e di quelle ne ho qualcuna in più ma, da quando ho smesso di lavorare, uso sempre le stesse. E mai come in questi due anni di pensione, mi sono resa conto che il tempo è limitato, che non va sprecato inutilmente, che non tornerà più: Saluti

    1. Penso che accada un po’ a tutti di capire che la cosa più importante che abbiamo è il tempo solo in età matura. E pensare che si trascorre la giovinezza a rincorrere chimere e, spesso, ad essere insoddisfatti e infelici!
      Ti auguro una lieta serata.

  5. Mi piacciono i vecchi post ,li consulto alcune volte per come sono connessi con quei post ,diciamo un tantino più freschi.

    Questo ad esempio si collega al tempo e al senso che gli diamo;

    “Spesso cerchiamo di essere qualcuno senza sapere chi siamo. Togli il lavoro che svolgi e i titoli che hai, togli tutti gli oggetti che ti circondano o che ti porti addosso. Togli tutto quello che, alla fine della tua vita, dovrai lasciare qui sulla terra. Quello che resta è quello che sei.

    Se ci rendessimo davvero conto di questo, smetteremmo di sprecare il nostro tempo dietro a ciò che sembra importante ma non lo è. La nostra vita ha un tempo limitato e noi lo stiamo impiegando in cose inutili per il nostro essere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Pulsante per tornare all'inizio