Frankenstein – Recensione Libro
Frankenstein
di Mary Shelley
Titolo originale: “Frankenstein, or the modern Prometheus”
Genere: Gotico
Anno di pubblicazione: 1818
Editore: Mondadori
Traduzione di Chiara Zanolli e Laura Caretti
Trama
Siamo in un anno indefinito del 1700 e l’esploratore Robert Walton è in viaggio verso il polo nord. Durante la sua spedizione, l’uomo intravede tra i ghiacci una slitta con un essere deforme e gigantesco a bordo. Il giorno dopo, l’esploratore trova nella neve un uomo quasi assiderato dal freddo. Dopo averlo caricato sulla sua nave momentaneamente bloccata nel ghiaccio, Walton viene a conoscenza dell’incredibile storia dello straniero e decide di scriverla per l’amata sorella. La persona salvata dal freddo polare si chiama Victor Frankenstein ed è uno scienziato svizzero che dice di aver creato un mostro.
Incipit
«Ti rallegrerai nell’apprendere che nessun disastro ha accompagnato l’inizio di un’impresa alla quale tu guardavi con tanti cattivi presentimenti. Sono arrivato qui ieri, e la prima preoccupazione è stata di rassicurarti, cara sorella, sul fatto che sto bene e che nutro una fiducia crescente verso quanto ho intrapreso.»
Recensione di Frankenstein
Inizio la recensione di Frankenstein ricordando che il romanzo originale è molto diverso dalla storia che noi tutti pensiamo di conoscere per aver visto dei film al riguardo. Il libro, come spesso accade, racconta una storia molto più articolata dei vari prodotti cinematografici.
Lo stile dell’autrice è meraviglioso, scorrevole e discreto, raffinato ma non eccessivamente ricercato. Personalmente amo così tanto lo stile degli autori dell’ottocento che faccio fatica a trovare tanto piacere nel leggere gli scritti dei miei contemporanei.
Inoltre, il fatto che Frankenstein sia stato scritto da una donna rende l’opera molto più interessante. Infatti, Mary Shelley ha puntato più l’attenzione sulle emozioni dei personaggi che sui dettagli macabri che invece al cinema fanno da padroni. Nel libro di Frankenstein non c’è traccia del modo in cui il mostro è stato creato, né si fa diretto riferimento all’assemblaggio di parti di cadaveri. Tutto il procedimento della creazione è affidato più alla deduzione che alla descrizione, il che dà allo scritto una particolare eleganza, nonostante la trama un po’ cruda.
L’autrice ha dato una grande importanza al mondo interiore dei personaggi, sorvolando su tutte le descrizioni fisiche che non fossero strettamente necessarie al racconto. Ci ha permesso di osservare la stessa storia da diversi punti di vista, dando voce al creatore e alla sua creatura. Mary Shelley non ha dato giudizi, ha lasciato al lettore tutte le riflessioni che scaturiscono naturalmente durante la lettura.
Questo romanzo mi ha ricordato molto Dracula. Non solo questi due libri stati scritti più o meno nello stesso periodo storico e appartengono entrambi al genere gotico, ma hanno anche in comune la struttura epistolare.
Chi è il Vero Mostro?
Nella lettura del libro Frankenstein è naturale per il lettore porsi delle domande di tipo morale. Se è facile identificare il mostro nell’essere deforme creato dallo scienziato, è altrettanto naturale chiedersi fin dove è giusto che l’uomo si spinga nel forzare la natura.
In un’epoca in cui le conoscenze dell’uomo iniziavano a far immaginare uno sviluppo tecnologico, Mary Shelley ha dato voce a un concetto molto moderno. Fin dove è giusto spingersi quando si tratta di creare degli esseri viventi? È lecito farlo senza conoscerne le conseguenze? Di quali responsabilità deve farsi carico chi decide di dare la vita? Se nel 1800 era un concetto morale prettamente ipotetico, oggi è molto reale. Mi viene in mente, ad esempio, la clonazione.
Il ritmo della storia è un po’ lento, tipico degli scrittori del passato che, in questo modo, lasciavano spazio alle riflessioni e creavano suspense. Vale la pena dedicargli del tempo, perché questo è un libro veramente interessante, che non ha perso il suo fascino, nonostante gli anni.
Concludo la recensione di Frankenstein consigliandone la lettura a tutti, in particolare agli appassionati di storie gotiche.
Citazione
«Avevo ammirato le forme perfette dei miei vicini – la loro grazia, bellezza e carnagione delicata; ma che spavento quando mi vidi riflesso in una fossa trasparente! Dapprima balzai indietro, incapace di credere che fossi proprio io quello riflesso nello specchio; e quando fui ben convinto che io ero veramente quel mostro che sono, mi sentii assalire dal più amaro senso di mortificazione e di sconforto. Ahimè! Non conoscevo ancora per intero gli effetti fatali di questa maledetta deformità.»
Curiosità
- Mary Shelley ha scritto Frankenstein quando aveva appena diciotto anni. Nella seconda edizione del 1831, l’autrice stessa decise di ridurre i termini scientifici che il romanzo conteneva.
- Dal libro sono stati tratti un’infinità di film, musical, serie televisive, opere teatrali e citazioni.
- Il nome da nubile dell’autrice era Mary Wollstonecraft Godwin. Quando sposò il poeta britannico Percy Bysshe Shelley, ne acquisì il cognome.
- L’idea della storia di Frankenstein venne fuori da un incubo che l’autrice ebbe dopo un lungo e intenso dibattito sul galvanismo con John Polidori e Lord Byron.
- Mary Shelley morì a cinquantaquattro anni, probabilmente per un tumore al cervello.
- Soltanto nella seconda edizione del romanzo si scoprì che l’autore era in realtà una donna e i critici ne rimasero sbalorditi.
- Nell’immaginario comune con il termine Frankenstein si fa riferimento al mostro del romanzo. In realtà nel libro questo era il cognome del suo creatore, non il nome della creatura.
Frankenstein – Recensione Libro