L’Appello – Recensione Libro
L’Appello
di Alessandro D’Avenia

Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2020
Editore: Mondadori
Trama
Omero Romeo ha quarantacinque anni ed è un insegnate di scienze. Ha lasciato l’insegnamento dopo essere diventato cieco ma adesso è pronto per tornare ad insegnare. L’occasione si presenta quando l’uomo viene chiamato come supplente per una classe difficile che dovrà affrontare l’esame di maturità.
I dieci ragazzi che Omero di trova di fronte sono considerati dagli altri insegnanti dei casi disperati. Sarà proprio lui, che è un non vedente, a vedere davvero questi studenti per la prima attraverso un modo nuovo di fare L’appello. Insieme rivoluzioneranno le proprie vite e la scuola.
Incipit
«La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio sulla lapide. Nell’uno e nell’altro caso non hai l’iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci.»
Recensione L’Appello
Dopo aver letto tutti i libri di Alessandro D’Avenia, eccomi arrivato alla recensione di L’Appello, l’ultimo lavoro di questo autore.
Prima di tutto sono molto felice che questo sia nuovamente un romanzo. I due libri precedenti Ogni storia è una storia d’amore e L’arte di essere fragili non lo erano. In secondo luogo mi ha fatto piacere scoprire che l’autore è riuscito, ancora una volta, a veicolare dei messaggi bellissimi attraverso la sua narrazione. Ciò che questo libro aggiunge ai precedenti è il desiderio, tangibile, di cambiare le cose nella realtà.
Attraverso la storia di un professore cieco e di dieci alunni difficili, D’Avenia ci ha mostrato come la scuola potrebbe (dovrebbe?) essere. Il suo stile, sempre molto raffinato e capace di dipingere delle immagini poetiche in contesti moderni e banali, rende la lettura un momento di bellezza. Non solo in L’Appello traspare chiaramente l’esperienza di professore di D’Avenia ma si percepisce il suo amore per quello che fa. E chi ama il proprio lavoro sa trasmettere ciò che sente agli altri.
Una cosa curiosa che ho notato in tutti i libri scritti da questo autore è che durante la loro lettura tendo sempre a criticarli oltre misura. Mi è capitato anche mentre leggevo L’Appello. Ho pensato che la storia fosse piuttosto banale e che i ragazzi della storia, se fossero stati reali, non si sarebbero mai espressi con tanta eleganza e profondità. Al termine della lettura però, come mi era già successo con i suoi libri precedenti, mi sono sentito più ricco. Un maestro non smette mai di essere un maestro e le storie di questo autore sono sempre delle vere e proprie lezioni di vita.
Trama e Personaggi
La trama può non essere particolarmente originale ma è perfetta per far comprendere ciò che serve sapere sugli adolescenti e la scuola. Il finale, questo forse sì, inatteso, aggiunge quel tocco di commozione che coinvolge. I personaggi, come c’è scritto chiaramente nei ringraziamenti finali, sono il distillato dei tanti ragazzi che l’autore ha conosciuto negli anni di insegnamento. Forse per questo i personaggi degli alunni, nonostante il linguaggio a mio parere poco aderente alla realtà, sono così credibili.
Il punto forte di L’Appello è però il professore Omero. Ci ho visto l’alter ego di Alessandro D’Avenia, privo della vista data dagli occhi ma capace di vedere meglio degli altri. Omero è un protagonista realistico, con difetti e limiti, con paure e insicurezze. Attraverso di lui l’autore chiede una scuola diversa e immagina che il sogno di uno si trasformi nel desiderio di tanti per diventare reale.
Che dire? Tutti avremmo voluto dei professori rivoluzionari e capaci di ascoltare come Omero e Alessandro!
Concludo la recensione di L’Appello consigliando questo romanzo a studenti e professori ma anche a chi ha figli adolescenti. C’è davvero bisogno di iniziare a dare valore alle cose che contano e a tutti quei fiori che, troppo spesso, appassiscono prima di riuscire a sbocciare.
Citazione
«L’amore è più semplice di tutti i pensieri che abbiamo imparato a farci sopra, parla una lingua molto banale: un gesto, una parola, uno sguardo, una telefonata… ma poi queste sono proprio le cose che non facciamo, perché c’è sempre tempo e perché c’è sempre qualcosa di più urgente.»
Curiosità
- Alessandro D’Avenia è un dottore di ricerca in Lettere classiche e insegnante di Greco e Latino in un liceo classico
- L’autore ha una rubrica settimanale intitolata Ultimo banco, sul quotidiano Corriere della Sera.
- Alessandro D’Avenia cura personalmente un blog dal titolo profduepuntozero.
- Dal romanzo L’appello è stato tratto uno spettacolo teatrale. A causa delle restrizioni dovute al Covid, lo spettacolo è stato presentato sotto forma di film on-line.
L’Appello – Recensione Libro