Raccontare una Storia
L’idea di raccontare una storia ci riporta alla nostra infanzia. Magari ripensiamo a quando i nostri genitori ci leggevano le favole, oppure alle storie che inventavamo da bambini per giocare. In generale, comunque, è sempre un concetto legato esclusivamente ai bambini per la semplicità dei contenuti e la fantasia che necessita.
Eppure ascoltare delle storie piace a tutti, anche agli adulti. Facciamo un esempio pratico. Certo, ci sono i romanzi e chi li legge è perfettamente consapevole del fatto che sta ascoltando una storia. Ma anche canzoni, opere teatrali, film e videogiochi in fin dei conti non fanno altro che raccontare una storia. Davanti ad alcune di queste opere ci emozioniamo, ridiamo o finiamo con il versare perfino qualche lacrima.
Ti sei mai chiesto perché ci si sente così coinvolti da provare vere emozioni per qualcosa che, in fondo, non viviamo in prima persona?
Voglio farti notare un’altra cosa. I più grandi pensatori e le guide spirituali del passato usavano sempre raccontare una storia semplice per spiegare grandi concetti. Pensa alle parabole di Gesù o alle sagge storie di Buddha o Confucio. Perché lo facevano? A distanza di secoli ascoltiamo ancora i loro racconti e, curiosamente, quando li sentiamo una volta tendiamo a non dimenticarli più.
Qualche anno fa l’Università di Princeton ha effettuato degli esperimenti mirati che hanno dato risultati stupefacenti. Hanno scoperto che quando qualcuno ci trasmette dei dati si attiva una specifica zona del nostro cervello, quella che decodifica il significato delle parole. Quando invece sentiamo raccontare una storia si attiva ogni area del nostro cervello che si attiverebbe vivendo in prima persona quella storia.
Perché ci Sentiamo così Coinvolti
Quando guardiamo un film come Rocky, ad esempio, che è un racconto di pugilato e quindi di movimento, nel nostro cervello si attiva l’area motoria. Non è un caso che dopo aver guardato un film simile abbiamo tutti voglia di dedicarci allo sport! Allo stesso modo quando qualcuno ci descrive con cura i cibi meravigliosi che ha assaggiato in vacanza attiva la zona sensoriale del nostro cervello. Ecco perché ci viene l’acquolina in bocca.
In poche parole, quando sentiamo raccontare una storia per certi versi è come se la vivessimo sul serio. La nostra mente ci fa totalmente immedesimare in quello che stiamo ascoltando e, di conseguenza, ci permette di comprenderla di più e memorizzarla.
Il motivo per cui siamo così sensibili a questo tipo di apprendimento è che siamo programmati per questo. Se ci pensi per moltissimo tempo gli esseri umani hanno preservato le loro conoscenze tramandandosi storie di generazione in generazione.
Il nostro cervello crea continuamente brevi storie, anche quando siamo al lavoro o a fare la spesa. Pare che il 65% delle nostre conversazioni si basino sul raccontare storie personali o di altri…pensate a quanto è diffuso il pettegolezzo!
In realtà la nostra mente sta soltanto cercando la relazione causa-effetto di quello che abbiamo vissuto in passato. Una buona storia, se è raccontata in una forma semplice, crea questa connessione tra causa ed effetto che il nostro cervello cerca. Ecco spiegato perché quando ascoltiamo una storia tendiamo sempre a metterla in relazione con le nostre esperienze o con le nostre emozioni.
Raccontare una storia può aiutare le persone che ascoltano a capire sé stesse.
Lettura consigliata: Immersi nelle storie di Rose Frank
Eh lo dici proprio a me, che ho un blog dal nome: “Vi racconto”! Mio padre, quand’ero piccola, mi raccontava tantissime storie che inventava sul momento e che mi piacevano tantissimo. Col passare del tempo iniziò a raccontarmi episodi della sua vita. Le marachelle da ragazzo, la vita da militare durante la guerra, le storie degli amici, sopravvissuti o caduti in guerra…Mi piacevano così tanto! Diventata adulta iniziai a raccontare le mie storie sul blog. Sempre episodi di vita vera. Quando leggo un libro mi succede proprio come hai detto tu. M’immedesimo nel/nella protagonista e vivo quelle storie, gioendo, soffrendo, ridendo, amando come quei personaggi. Per questo, da anni non leggo più storie ambientate in tempo di guerra o dove i protagonisti fanno soffrire le loro vittime. Non ce la faccio a sopportarli. Sto troppo male!
Il tuo commento mi ha fatto sorridere, perché sotto questo profilo sono piuttosto simili. Anche a me è sempre piaciuto ascoltare le storie di vita di chi mi circonda e anche io evito i libri che raccontano storie troppo tristi per evitare di danneggiarmi l’umore… la lettura è un modo per vivere altre esperienze che, al contrario di quelle che la vita ci mette davanti ogni giorno, possono essere scelte, quindi è meglio sperimentare solo quelle positive! 🙂
Ciao, ti auguro una lieta giornata.
Mi piacciono le storie. Da piccola me ne raccontavano sempre i miei genitori. Ma anche i miei nonni. Era come una coccola. Stavo tanto con la famiglia. Era bello. Sì vero le vivi in prima persona. Ora mi piacerebbe raccontare a mia figlia ma… non mi ascolta tanto. Serena giornata
I ragazzi oggi sono abituati a forme di comunicazione diverse, fatte prevalentemente di immagini… ma raccontare una storia crea sempre un’atmosfera magica, bisogna solo cercare di creare i giusti presupposti per l’ascolto.
Ciao, buona giornata.
Sì bisogna crearli … forse non sono brava abbastanza per farlo. Pazienza. Però è bello raccontare … di solito io ascolto tanto. Serena giornata
Ciao Ely, buona giornata anche a te.
Buon fine settimana … dicono bollente…
-L’idea di raccontare una storia ci riporta alla nostra infanzia…
Vero, ma forse oggi non è tanto la storia ad essere raccontata quanto qualcuno che sappia “ascoltarla”… abbiamo smesso di curare la parte più autentica di noi stessi e abbandonato il bambino che è in ognuno.
Menzionando Gesù e Buddha e le “storie” che raccontavano mi ha fatto pensare ad una predisposizione all’ascolto molto più genuina, oggi in nome dell’uno o dell’altro assistiamo verbalmente e fisicamente a vere e proprie guerre che non hanno nulla a che vedere con un insegnamento o una crescita spirituale, quanto piuttosto un vero e proprio modo per far parlare di sé, per manifestare una visibilità fuori controllo.
-In realtà la nostra mente sta soltanto cercando la relazione causa-effetto di quello che abbiamo vissuto in passato. Una buona storia, se è raccontata in una forma semplice, crea questa connessione tra causa ed effetto che il nostro cervello cerca.
Idubbiamente la nostra mente ha un potere straordinario e qui in questo passaggio già la mia vede una correlazione con la quantistica, precisamente con la legge di attrazione, dove si entra in empatia con i pensieri e le emozioni… l’importante è non allontanarsi troppo da se stessi tra studi scientifici mentali evitando di ingabbiare la nostra parte spirituale.
Riporto una citazione del libro The Secret, che spiega esattamente questo concetto.
“L’importanza delle emozioni non viene mai valutata abbastanza. Le emozioni che provi sono gli strumenti che ti aiutano a creare la tua vita, mentre i tuoi pensieri sono la causa prima di tutte le cose. Tutto ciò che vedi e sperimenti in questo mondo, è l’effetto, comprese le tue emozioni. I pensieri, invece, sono sempre la causa”.
Buon estate a te caro mister…
Le tue sono sempre osservazioni interessanti, sulle quali riflettere, che fa piacere leggere.
Sono d’accordo sul fatto che in passato c’era una predisposizione diversa all’ascolto. Oggi siamo bombardati da miliardi di “storie” di cui però conosciamo pochissimo e non ricordiamo niente e abbiamo una soglia di attenzione davvero bassa. Eppure, quando si spengono gli smartphone e qualcuno racconta una storia con passione, la magia torna ad avvolgerci. Il tempo Lara! È il tempo che oggi ci manca perché ce lo lasciamo scorrere tra le dita per cose inutili.
Ho letto The Secret, forse te lo avevo detto, ci ho trovato molti spunti interessanti anche se, probabilmente, c’è un’eccessiva semplificazione del concetto di “attrazione” che sicuramente, in qualche forma, esiste.
Un caro saluto e l’augurio anche a te di una magnifica estate.
Che bello il titolo di questo post caro Mr. Si affacciano ricordi di un tempo , nemmeno poi così lontano , quando c’erano ancora i miei genitori , ed entrambi hanno vissuto la guerra del 45 , mio padre l’ha anche fatta … e mia madre nel paesino dove viveva sulle montagne del Veneto , ci raccontavano entrambi le storie della loro vita , delle loro paure , dei loro sacrifici e del destino che dal Piemonte mio padre al Veneto mia madre si sono un giorno incontrati e sposati !!!!!!!
Bella storia la loro , sono ricordi che rimarranno per l’eternità nel mio Cuore .
Un caro saluto per una buona serata.
Rosy
Ciao Mister !
Ciao Rosy!