Sento Che Mi Manca Qualcosa
Sento che mi manca qualcosa ma non riesco a definire cosa. È una sensazione molto comune, che sicuramente hai provato o stai provando anche tu, non è vero?
Ci si sente così perché abbiamo tutti un pezzo mancante, per alcuni è un piccolo frammento, per altri è un enorme tassello.
Di solito quando sento che mi manca qualcosa è perché quel qualcosa penso di averlo smarrito. Tutti, nella vita, ci siamo lasciati alle spalle una parte di noi. C’è chi ha perso un grande amore, chi la fiducia nel prossimo, chi la capacità di sognare. Così, magari, compensa con tante relazioni superficiali, con la diffidenza o con il cinismo.
C’è anche chi invece non sa cosa gli manca ma sente comunque di essere “incompleto”, in un modo o nell’altro. È la situazione più difficile perché sento che mi manca qualcosa ma non so neppure dove iniziare a cercare. È così che si diventa tristi e demotivati.
C’è chi, per cercare di ritrovare il pezzo mancante, gira tutto il mondo, chi prova tante esperienze, chi salta da un lavoro all’altro. E quasi nessuno trova mai la pace.
In alcuni questa spiacevole sensazione scatena delle vere e proprie psicosi. In altri sfocia nella necessità di ricorrere all’alcool o alle droghe per trovare un po’ di sollievo da questa incompletezza.
Alla fine ce ne andiamo tutti in giro, correndo di qua e di la, cercando di non pensare a questa mancanza, come se tutto fosse normale, come se quel sentirsi incompleti fosse normale.
Sento che mi Manca Qualcosa, ma Cosa?
Se parli con la gente ti accorgi che a tutti manca qualcosa e che, quasi sempre, è diverso da quello che senti mancare a te.
Allora tutti tendiamo a pensare che ci sentiamo così perché non siamo soddisfatti della nostra vita. Sento che mi manca qualcosa perché non ho ancora potuto comprare la macchina nuova o non ho trovato l’anima gemella. Oppure è perché non sono riuscito ad avere un figlio o non ho ancora il lavoro dei miei sogni. Potrebbe essere perfino colpa della società in cui vivo, perché è “sbagliata” e mi costringe a vivere come non vorrei.
Purtroppo però, non ritroveremo il pezzo mancante con la macchina nuova, né con un figlio né con un lavoro. Quello che ci manca è un bisogno spirituale che non po’ essere appagato così facilmente. Serve un bel po’ di consapevolezza.
Viviamo tutti sulla difensiva, cercando di proteggerci dalle ferite che la vita può causarci. Siamo diffidenti, egoisti, menefreghisti e superbi. Pensiamo di poter fare tutto da soli.
Ma se tutti sentiamo che ci manca qualcosa è perché quel pezzo mancante è equamente distribuito nel cuore delle persone che ci circondano. È quindi soltanto con la condivisione, l’altruismo e l’affetto disinteressato per il prossimo che potremo sentirci completi. È l’unico modo per raggiungere, un po’ alla volta, la completezza interiore e quella meravigliosa sensazione di appagamento e serenità.
Quando sento che mi manca qualcosa allora, non devo far altro che cercare quel pezzo mancante negli altri. Usando l’amore come una luce per vederci bene, non sarà un compito difficile.
Lettura consigliata: Altruismo. Per gli altri e per sé stessi a cura di Roberto Baldina
Il pezzo mancante sarà sempre un pezzo mancante per tutti gli uomini della terra, e sono certa che lo possiede sempre Qualcuno , (anche l’ immigrato, attenzione!)solo che ci passa davanti , lo troviamo a mendicare, e non sappiamo riconoscerlo…se manchiamo di consapevolezza dell’amore , il tassello non è altro che un attimo fugace , un usa e getta, una vecchia auto sostituita alla nuova , una carrozzeria da demolire ad uso e consumo che nulla ha a che fare con l’eternità.
Aggiungo che per arrivare a questa consapevolezza dell’amore , bisogna imparare a lavorare continuamente su se stessi, questo ci aiuterà a non perderci , a ritrovarci e riconoscerci (:-)) nelle salite e nelle discese della quotidianità…
è un buon modo per poter essere in seguito anche noi stessi il pezzo mancante di qualcuno riconoscendoci nell’amore .
“Quando sento che mi manca qualcosa allora, non devo far altro che cercare quel pezzo mancante negli altri. Usando l’amore come una luce per vederci bene, non sarà un compito difficile”
Grazie per il post e per la tua profondità d’animo…
Secondo me è esattamente come dici tu. C’è un pezzo di noi in tutti gli altri e, senza accorgercene, passiamo la vita a cercare ciò che colma quel vuoto nelle altre persone… solo che la maggior parte di noi si accontenta di un partner o di qualche amico, senza capire che tutti, perfino le persone che ci stanno antipatiche, possono servire a completarci.
Grazie a te per la costante attenzione.
Cioè, devo farmi diventare simpatiche anche le persone antipatiche? 😱 😱
Non necessariamente. Magari devi soltanto riuscire a capire quale insegnamento puoi trarre dai loro comportamenti o dalle emozioni, anche negative, che ti suscitano. 😉
Credo che il “pezzo mancante” è qualcosa che abbiamo sempre con noi, e quando viene a mancarci, ecco che improvvisamente ci sentiamo incompleti. E che sia la salute, il sorriso, un’amicizia, la fiducia, la felicità, un parente prossimo, il lavoro o i soldi. Non fa differenza. Dobbiamo tenere da conto tutti i minimi tasselli che ci rendono vivi, appassionati, curiosi, desiderosi. Se manca quel “custodire” non sapremo mai godere abbastanza di ogni istante, di ogni millimetro di vita.
-Quello che ci manca è un bisogno spirituale che non può essere appagato così facilmente. Serve un bel po’ di consapevolezza!
Credo che dentro la propria interiorità esistano davvero le risposte ad ogni cosa,ma le risposte non servono a nulla se non ci poniamo le domande…Come posso sapere cosa mi manca se non mi chiedo cosa ho?Come posso sapere cosa cerco se non mi chiedo cosa mi manca?Come posso o non posso se non mi domando?
Un detto dice :chi cerca trova
Ma ci chiediamo davvero Cosa Cerchiamo prima di Trovare?
Tante domande servono…dovremmo avere un quaderno di domande ed uno di risposte e scriverle tutte ,ogni giorno ,facendo questo lavoro i due quaderni spesso rimarranno sbilanciati dalla parte delle risposte,notando che sono più domande di quando avremmo mai pensato di porci,ma se non si ha fretta,se si lavora su noi stessi,lentamente i due quaderni si allineeranno ,stupiti rimarremo di quante domande trovano risposta,bisogna solo SAPER ASPETTARE…
@Anonima
Molto bella l’idea dei quaderni!
@Franco
Quello a cui mi riferivo nel post, in realtà, non è una mancanza tangibile come quelle che hai citato. È qualcosa di più sottile, riguarda strettamente la nostra sfera spirituale. È quel senso di totale appagamento e serenità interiore che davvero in pochi raggiungono.
Sicuramente, però, bisogna anche saper custodire e apprezzare ciò che si ha per capire davvero ciò che ci manca.
Buon fine settimana.
Che poi anche dopo l’attesa tutto ricomincia, perchè in fondo ogni anima non fa altro che cercare eternamente un qualcosa in cui davvero si riconosce fino al ricongiungimento, spesso le definiamo anime inquiete e magari le riconosciamo attraverso questi versi :
Ci sono anime,
che io chiamo anime erranti
perché qui, in questo mondo
non troveranno mai niente che le appaghi,
ma non per superbia, ma forse, e dico forse,
perché è talmente grande il loro vuoto
che non c’è niente di così immenso
che possa colmarlo.
Esse nascono per un altrove,
fosse anche lo spazio siderale più profondo
ma non in questa realtà che altro non è
che un mero passaggio.
Charles Baudelaire
C’è anche gente convinta di avere tutto. Posso dir solo: beati loro. 😉
Secondo me anche quelle persone, in fondo in fondo, si accorgono che gli manca qualcosa… solo che non lo ammetterebbero mai! 😉
@Anonima
Ci sono molte anime in giro per il mondo come quelle descritte da Baudelaire. Quello che mi spaventa un po’ è che spesso queste si perdono, come se non fossero fatte per la vita sulla terra. E questo è triste.
Non so perché questo tipo di anime sia condannato a vivere in spoglie mortali ma so per certo che, se sono qui, è perché devono esserci e sono importanti. Se avessero questa profonda certezza, forse, non soffrirebbero come invece soffrono.
Buon fine settimana.
Adesso mister mi sovviene un collegamento con “l’anima del pastore errante”.
Ove tende questo vagar mio breve? E io che sono?), sia la ginestra che, nella lava pietrificata, fiorisce e manda un profumo che consola il deserto, proprio perché commisera i «danni altrui».
Leopardi il ” pessimista”per molti e non per tutti menomale dai ..un grande secondo me.
Quel fiore nel deserto…come la ginestra o fiore di loto…quanto sono strettamente connessi nello stesso significato!
Leopardi vedeva ben oltre la siepe dell’ermo colle…
A me alla fine non manca nulla, oddio soldi in più ma non sono quelli che danno la felicità. Però sto bene e sono felice di quello che ho. Ogni giorno è una conquista. Sereno fine settimana
Mi piace sentir dire: “sto bene e sono felice di quello che ho”… è così raro!
Brava, porti un po’ di positività e speranza nel mondo! 🙂
Ma certo bisogna un pò di positività. E comunque è vero, ho una famiglia, un tetto dove dormire, un lavoro, i miei pelosi… che posso volere di più? E se voglio di più mi prodigo per conquistarlo… serena giornata
io mi riconosco molto nelle riflessioni di Baudelaire, alle quali aggiungerei queste altre, sempre sue: “la sete insaziabile di tutto ciò che è oltre, e che la vita rivela, è la prova più viva della nostra immortalità”.
Quel vuoto che sentiamo costantemente dentro, infatti, mi ha sempre dato l’impressione di una voragine che all’origine era riempita da un tesoro molto prezioso, perduto per un evento drammatico, ma di cui serbiamo ancora il ricordo e la speranza di riconquistare.
E’ vero che le relazioni umane possono aiutarci a riempire in parte questo vuoto, ma è anche vero che per riempirlo del tutto abbiamo bisogno di una grazia che ci trascende: la felicità può essere soltanto un dono!!!
Credo proprio che tu abbia ragione… e, probabilmente, la vera, piena e costante felicità potremo trovarla soltanto quando raggiungeremo un’altra dimensione, almeno se ne saremo degni.
Buona domenica.
Io ho raggiunto un’età in cui molti traguardi della vita sono già stati raggiunti: ho finito gli studi, ho avuto un lavoro che mi ha tanto gratificata, ho un marito, un figlio, dei buoni amici, una casa e anche un cagnolino….ora sono in pensione, cosa potrei volere di più? Mi mancano una nuora e un nipotino, a dire il vero, ma sono contenta anche così. La mia paura è piuttosto quella di perdere qualcosa: la salute, innanzitutto, mia e dei miei familiari! E poi vorrei poter essere certa che mio figlio sia felice. I miei desideri ora sono per lui.
Oltre ai traguardi raggiunti tu hai scelto sicuramente un percorso di vita che appaga e riempie lo spirito. essere un’insegnate, e di musica per di più, riempie sicuramente molti dei vuoti che si possono avvertire dentro. Ti sei data agli altri seguendo la tua passione… cosa c’è di meglio per lo spirito dell’uomo?
Un caro saluto.
Credo che l’unico modo per disfarsi di quella sensazione di incompletezza sia semplicemente accontentarsi. Questo non significa restare statici e non evolversi, ma semplicemente non farne un’ossessione. La giusta prospettiva sarebbe che ogni nuovo ‘pezzo’ deve arricchirci, non colmare i buchi vuoti. Buon fine settimana
Mi piace la tua idea della “giusta prospettiva”. Il punto è che quei vuoti, però, ci sono. Certo, si può accettarne la presenza (potremmo fare diversamente?) o perfino fingere che non ci siano… ma ci sono. E dato che tutti noi quei buchi ce li abbiamo, il modo più sensato di vivere è quello di colmarci a vicenda, senza ossessioni. Allora sì che inizieremmo a sentirci arricchiti!
Ciao, buon fine settimana.