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L’Aborto è un Diritto?

L’interruzione di gravidanza tra legge ed etica

L’Aborto è un Diritto?

Ovunque, nei giorni passati, ho letto che l’aborto è un diritto delle donne. Dopo la decisione della Corte Suprema degli U.S.A. di annullare la sentenza “Roe vs. Wade” si è riaperto un dibattitto che dura da sempre. La sentenza in questione, assicurava per legge la possibilità di abortire nei vari Stati, ora invece ogni Stato deciderà per conto proprio.

L'aborto è un diritto

In molti oggi affermano che l’aborto è un diritto e non solo perché in molti casi tutela la salute delle donne. Quello che si difende è la libertà per ogni donna di fare con il proprio corpo ciò che desidera. Poter abortire permette alle donne di dimenticare l’incubo di gravidanze indesiderate che spesso in passato le hanno costrette a una vita che non volevano.

Quelli che invece non pensano che la decisione di abortire possa essere considerata un diritto, generalmente vedono l’interruzione di gravidanza solo come un infanticidio. Chi crede in Dio appartiene a questa corrente di pensiero, perché l’aborto è un peccato mortale, un’azione cioè che condanna lo spirito alla dannazione eterna.

I due punti di vista si scontrano di continuo da quando l’interruzione di gravidanza fu dichiarata legale dall’Unione Sovietica nel 1920. Per la prima volta nella storia l’aborto viene considerato un diritto garantito dalla legge.

L’idea originaria era quella di aiutare le donne che avrebbero abortito comunque ma in modo illegale, mettendo così a rischio la loro stessa vita. Con il tempo, l’aborto è diventata una pratica estremamente diffusa, ogni anno nel mondo ne vengono eseguiti più di 40 milioni.

L’aborto è un Diritto Civile o Umano?

Prima di tutto, se l’aborto è un diritto sarebbe importante stabilire se sia un diritto civile o umano.

Come diritto civile dovrebbe costituire una tutela basilare della persona ed essere garantito dalla Costituzione oltre che disciplinato dalla legge. Il problema che si pone qui è che le persone in questione sono due, la madre e il figlio. Allo stato attuale, benché l’interruzione di gravidanza non sia presente nella Costituzione, si ritiene che la tutela della madre sia più importante di quella del figlio poiché questo non è ancora nato.

Come diritto umano dovrebbe appartenere a tutti gli esseri umani come il diritto alla vita, alla libertà, all’eguaglianza ecc. Anche qui c’è il contrasto tra il diritto alla libertà della madre e il diritto alla vita del bambino.

Il punto cardine della questione è: quando sei nel ventre materno hai dei diritti oppure no? La risposta non sembra essere la stessa per tutti. È quindi impossibile stabilire in modo assoluto se l’interruzione di gravidanza possa essere considerata un diritto in modo incontrovertibile.

Il Mio Pensiero

Sono ben consapevole che, in alcuni casi, l’aborto può essere necessario e avere la possibilità di praticarlo in modo sicuro è importantissimo. Tuttavia, nel vedere le immagini di questa pratica, mi è difficile pensare che sia sempre giusto. Se l’aborto è un diritto è sicuramente un diritto che oggi viene usato molto male.

Ci sono donne emotivamente devastate da questa scelta e altre costrette a farlo da un ambiente ostile. Ci sono bambini abortiti che non muoiono subito o che, addirittura, sopravvivono riportando disabilità permanenti come Gianna Jessen. Come posso pensare che loro e tutti gli altri che non sono in grado di difendersi da soli non esistano per la morale e per la legge?

Poi ci sono gli uomini che si sentono giusti e moderni nel dire che l’aborto è un diritto e che riguarda solo le donne. In realtà è la scelta di comodo perché comporta l’annullamento di ogni questione etica personale e declina tutta la responsabilità. È da vigliacchi. La donna viene lasciata sola, anche se non era sola al momento del concepimento!

I tempi sono cambiati e, anche se sui sentimenti nessuno è preparato, sul sesso sono tutti molto informati. E tutti ormai sanno come evitare una gravidanza. Inoltre bisogna diventare consapevoli del fatto che se si è abbastanza maturi per andare a letto con qualcuno, si dovrebbe essere in grado di assumersene le possibili conseguenze. Ovviamente escludendo i casi di violenza o di fragilità psicologica.

Una cosa è certa. Quando si pretende la libertà senza responsabilità e senza amore, arriva la morte in tutte le forme: fisica, psicologica e spirituale.

Lettura consigliata: La cultura della morte di Stelio Fergola

La cultura della morte. Aborto, eutanasia e nuovo vangelo progressista

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38 Commenti

  1. Il diritto di decidere se abortire è della donna perché è lei che è incinta e lei che dovrà, se lo vorrà, portare fisicamente avanti la gravidanza. È vero oggi ci sono molti modi per non restare incinta ma allora si dovrebbe educare i genitori (i papà soprattutto ma anche le mamme) a parlare con le loro figlie magari parlando di pillola e di uso da parte del ragazzo del preservativo. Invece per molti genitori, e non solo quelli bigotti, le femmine sono le loro bambine e guai a immaginare che possano solo pensare al sesso, e per i maschi. molti padri se ne fregano e ragionano più o meno così “…poi il preservativo costa ed è scomodo ed io alla mia età non lo mettevo mica e venivo fuori e poi senti molto di più…” Inoltre ci sono quelle famiglie che “se solo ti becco a guardare un ragazzo..”e poi l’educazione sessuale che manca totalmente nelle scuole. Ed infine cmq una donna non potrai mai costringerla a tenere un figlio/a che non vuole non è mai una scelta facile questa per qualunque donna. Inoltre dovremmo porre l’accento sul fenomeno esteso dell’obiezione di coscienza dei medici, salvo poi suggerire di abortire a 1300 euro privatamente perchè in ospedale sono obiettori in clinica invece… Chiudo come ho iniziato dicendo che la scelta è solo della donna ma aggiungo che questa frase non va intesa come un atto di viltà e di abbandono; è ovvio che se la donna rimasta incinta non è sola (ossia lo stronzo non se l’è data a gambe) la decisione la prenderanno insieme ma è altrettanto chiaro che in caso di disaccordo lui non potrà mai costringere lei a tenerlo; ecco in che senso la decisione se abortire o no è solo e soltanto della donna. Aggiungo infine che si è vili anche nel far fare il figlio alla donna per poi lasciare lei da sola ad accudirlo mentre lui lavora magari si scopa la segretaria, va a calcetto con gli amici…

    1. Purtroppo è vero, il problema nasce a monte, dove non c’è alcuna educazione. E non mi riferisco soltanto all’educazione sessuale ma anche l’educazione al rispetto e all’amore.
      I genitori spesso non sanno fare i genitori e anche gli uomini spesso non sanno fare gli uomini.
      Per quanto riguarda il fatto che non potrai mai costringere una donna a tenere un figlio che non vuole, direi che è proprio su questo che bisognerebbe lavorare. I motivi per cui non lo vuole.
      Non ha qualcuno su cui contare e non se la sente? Non ha un lavoro stabile o non ha nessuno che possa occuparsi di un bambino perché deve lavorare 8 ore al giorno? Ha paura di non avere abbastanza disponibilità finanziarie? Non vuole legarsi alla persona con cui ha concepito? È stata vittima di violenza? Ha paura del parto? Pensa che non sia il momento giusto o che avere un figlio le rovinerà la vita? Ci sono anche donne a cui non piacciono i bambini e/o che non hanno l’istinto materno ma queste, di solito, fanno grande attenzione a non rimanere incinte.
      Se la nostra fosse davvero una società civile, su almeno alcuni di questi problemi si potrebbe intervenire, non lasciando le donne sole in balìa delle loro paure. È qui che dovrebbero essere stabiliti dei diritti che invece non vengono neppure immaginati. Secondo me ogni caso andrebbe seguito e trattato in modo diverso, nel tentativo di salvare la dignità e l’armonia psicologica della madre e, dove possibile, la vita del figlio. Invece è molto più sbrigativo e permettimi di dire criminale, spingere le ragazze a pensare “abortisci e il problema si risolve”. Perché l’aborto è per una donna, molto più spesso di quanto ci venga detto, una ferita emotiva che non guarisce mai e fa male allo spirito e alla psiche in molti modi che non vengono neppure capiti.
      Un saluto.

      1. Concordo con te ma la soluzione non è nel vietare l’aborto bensì nel tentare di ridurre per la donna le ragioni per le quali non se la sente di tenerlo. Quindi i punti che hai evidenziato nella tua risposta sono molto importanti ed attuare politiche che aiutino le donne nel fare una scelta diversa è la strada da percorrere, ma ripeto senza vietare cmq mai l’aborto. lasciando così una donna veramente libera di scegliere di tenerlo perchè molte delle difficoltà da te elencate sono state superate o di non tenerlo perchè per ragioni cmq personali che vanno rispettate non se la sente ugualmente.

  2. È un argomento delicato. Io sono per la vita perché la vita è sacra. Ma è un mio pensiero. Penso però che al di là di chi abortisce “per sport” (c’era una ragazza in ospedale in medicina tantissimi anni fa che lo usava al posto degli anticoncezionali, era al suo 7 aborto) una donna deve avere la libertà di scegliere. Una gravidanza non è una passeggiata. Cambiamenti di fisico e di ormoni, non contando poi appunto chi vittima di violenza magari rimane incinta e deve portarsi in grembo il frutto di chi l’ha stuprata … con che “emozioni” può farlo? Magari buone ma non siamo tutte uguali … io penso non ce la farei. Sono contraria in linea di massima e io non abortire ma secondo me non è la legge che deve decidere ma la donna. Per Gianna da quel che ne so era già avanti nella gravidanza per questo forse sopravvisse … se un aborto viene fatto entro i 2 mesi penso non sia così. Ripeto sono contraria ma un bambino ha bisogno di amore e di una madre capace ed in grado di screscerlo con amore. Non sempre è così comunque ma allora fermiamo la guerra comunque. Ma allora basta armi … che in America girano così liberamente … Perché su questo ci si accanisce in questo modo? Serena giornata

    1. Non credo che ci si “accanisca”, penso piuttosto che sia uno dei pochi argomenti che ancora scuote qualche coscienza e quindi suscita un acceso dibattito. Purtroppo ci sono tante, tantissime cose brutte in questo mondo, e l’idea di stroncare una vita sul nascere sembra la negazione di una cosa bella.
      Anche io sono venuto a conoscenza di motivazioni assurde per l’aborto, perfino peggiori del farlo al posto degli anticoncezionali.
      È giusto vietare l’aborto per legge? Non risolve il problema, moltissime donne continueranno ad abortire comunque e in modi tremendi. Per questo sostengo fortemente che c’è bisogno di sviluppare una coscienza, alzando l’asticella su questo tema così delicato e drammatico allo stesso tempo.
      Secondo me non bisognerebbe difendere l’aborto come un diritto ma creare diritti che permettano di non arrivare ad un epilogo così triste se non in casi strettamente necessari. Perché, diciamocelo chiaramente, oggi non è così. E quanto è triste vedere così tante donne combattere per la libertà di disfarsi di un figlio! Se ci impegnassimo allo stesso modo per far sì che i casi in cui un figlio non si può o non si vuole tenere si riducessero, forse le cose sarebbero diverse.
      Non ho la verità in tasca ma è importante potersi confrontare e riflettere su queste cose.
      A presto.

      1. Sì molte donne continueranno a farlo e magari mettendosi in pericolo di vita con sistemi piu o meno “casalinghi” o chissà in che altri modi. Certo che è la negazione di una cosa bella ma non è sempre così facile accettare un cambiamento così se non lo pensi, ponderi e decidi coscientemente. Come si combatte perché i casi un cui un figlio non si vuole si riducano? Gli anticoncezionali esistono da che mondo è mondo e penso anche la coscienza delle persone ormai dovrebbe essere in linea … ma forse mi sbaglio. Certo è che in caso di violenza non si può prevederlo. Sicuramente bisogna riflettere su queste cose. Mi disturba un pò che le decisioni sul corpo di una donna non possa prenderle la diretta interessata pur io essendo contraria all’aborto. E pur non accettando che una lo utilizzi come metodo anticoncezionale. Serena giornata

        1. La coscienza delle persone, purtroppo, non è “in linea” per niente ed è facile accorgersene ascoltando certi slogan. A me sembra che il tutto venga preso dall’opinione pubblica troppo alla leggera, perché l’aborto è comunque l’interruzione di una vita ma per molti sembra equiparabile al diritto di farsi un intervento di chirurgia plastica o un tatuaggio. O almeno questo è ciò che trasmettono con le loro affermazioni.
          Bisogna parlare di più di questi argomenti, possibilmente in modo sereno e civile, senza limitarsi al “sono favorevole” o “sono contrario”. È l’unico modo per sviluppare la coscienza.
          Ciao.

          1. Proprio oggi ho letto la notizia di una ragazzina di 11 anni, stuprata e rimasta incinta. Voleva interrompere la gravidanza e sembrava gli negassero il diritto di farlo. Mi spiace ma non lo trovo corretto. Poi certamente per quelle persone di cui parli tu non c’è niente da dire, non è un gioco ma in casi come questi non penso proprio ci possano essere dubbi. Serena giornata

          2. Abbiamo già detto che ci sono casi limite in cui l’aborto è ragionevolmente necessario, tra questi il caso in cui una gravidanza comporterebbe dei danni fisici o psicologici per la madre.
            Ciao, buona serata.

          3. Certamente solo che ritengo che la donna visto che subisce tutte le trasformazioni fisiche e ormonali possa poter decidere di portare avanti o meno la gravidanza. Serena giornata

  3. Sono d’accordo con Daniele, considerare senza alcuna sfumatura la faccenda non aiuta una scelta serena. E’ ovvio essere contro l’aborto per chi si comporta in maniera scellerata e poi pensa di risolvere uccidendo un essere umano. Ma ricondurre ogni esempio di aborto all’esempio appena fatto è profondamente errato. E anche partire da qui per considerare comunque l’aborto una pratica errata porta a conclusioni errate.
    Certo ricordo da giovane una discussione con una amica studentessa che affermava che l’aborto entro un determinato periodo di tempo non uccideva nulla e nessuno, perché nessun essere vivente si era ancora formato. E io che rispondevo: “Se non sta nascendo nulla, che bisogno c’è di abortire allora?” Ovviamente non avevo risposta.
    Da allora ne è passato di tempo, bisogna comunque insistere sull’educazione alla vita sessuale e all’amore e al rispetto per la vita, ma l’aborto rimane diritto inviolabile della donna. E comunque scelta che ti segna per la vita.

    1. Penso che tutti noi siamo consapevoli che in certi casi l’aborto può essere necessario e che non tutte le donne che interrompono una gravidanza lo fanno a cuor leggero. Il pericolo è che quando una pratica non sempre eticamente accettabile viene “normalizzata” nel pensiero della gente, verrà usata più spesso e in tutta leggerezza proprio in tutti quei casi che potrebbero essere risolti diversamente. Invece, secondo me, bisognerebbe dare più spazio nella mente della gente ad altre opzioni che esistono e che potrebbero essere rese più numerose e più facili per le donne che possono trovarsi in una situazione così difficile. Io credo che bisognerebbe lavorare in tal senso e non in quello di rendere l’aborto più accettato e “normale”.
      Quelli poi che sostengono che nei primi mesi di gravidanza non c’è alcun bambino sono per me incommentabili. Purtroppo è un comportamento molto comune mistificare la realtà per piegarla ai propri desideri.
      Ciao Franco, buona giornata.

  4. Io non mi sento di giudicare nessuno. Penso che ognuno è responsabile delle sue azioni. Se una donna vuole abortire che lo faccia, se non lo vuol fare non lo faccia.
    La cosa che trovo più assurda è che ci sia qualcuno che decida cosa posso o non posso fare io.
    Se rimango incinta e non voglio avere un bambino, dentro termini strettissimi, devo essere libera di farlo. Per contro, se sono contro l’aborto e rimango incinta, seppur con milioni di difficoltà, lo tengo… non vedo quale sia il problema.
    Lo slogan usato “my body my choice” è perfetto; il corpo è mio mi sembra ovvio che la decisione sia mia… e mia sarà la responsabilità.

    1. Nessuno vuole ergersi a giudice, stiamo soltanto cercando di confrontarci su un argomento importante.
      L’affermazione “Se una donna vuole abortire che lo faccia, se non lo vuol fare non lo faccia” che oggi sembra tanto giusta e applicata a molte altre questioni, secondo me non spinge affatto al rispetto ma piuttosto al menefreghismo. È il classico spot che spinge a occuparsi del proprio orticello che ha l’acqua anche se tutto intorno a noi la gente muore di sete.
      Che me ne frega se quello si fa di eroina? Io non uso droghe! Che me ne frega se quello si rovina con il gioco d’azzardo? Mica sono soldi miei! Si potrebbe continuare all’infinito. Ma è davvero questo il mondo che vogliamo? Un mondo in cui ognuno si fa talmente tanto gli affari propri da lasciare che le persone intorno a sé si rovinino sull’idea che “è un loro diritto”?
      E poi quello slogan “perfetto”: my body my choice. Peccato che ad essere fatto a pezzi sia il corpo di un bambino che è un essere a sè stante. Ripeto ciò che ho già detto, in alcuni casi c’è una reale necessità di abortire, ma questo non deve diventare l’alibi per non sentire alcun obbligo nei confronti delle proprie azioni. La vera libertà comporta responsabilità. Tutti vogliono diritti ma nessuno vuole assolvere ai doveri che quei diritti comportano. O almeno questo è quello che a me sembra.
      Ciao, buona serata.

      1. Ieri, mentre stavo scrivendo ciò che pensavo, una vocina dentro di me mi diceva -lascia perdere è sicuro che verrai fraintesa-
        Avrei dovuto ascoltarla 😉

        1. Mi dispiace averti frainteso, quindi se vuoi spiegarti meglio io ti ascolto… ho scritto il post proprio per avere punti di vista sull’argomento e discuterne serenamente.
          Un saluto.

          1. L’argomento è molto complesso, con migliaia di sfumature, per quello che è difficile discuterne.
            Il mio punto di vista è più spirituale che pratico ecco perché è così difficile spiegarlo.
            Ti ringrazio dell’attenzione, ma la mia opinione non è poi così importante se non discussa a fondo, e non facendolo rischia di finire in una disputa infinita…
            Grazie ancora e a presto.

          2. Avrei preferito riuscire a capire la tua opinione ma non voglio forzarti, soprattutto dato che pensi che non possa essere trattata a fondo. Questo è il limite di un blog. 🙁
            Buona serata.

  5. Fin quando non capiremo che tutto ciò che è materiale,corpo compreso,possa diventare pericolosamente un idea di possesso seduttiva,saremmo sempre tutti colpevoli di qualcosa in un mondo che non vuole migliorarsi …e l’attuazione reale di tale seduzione anche di una sola persona ,ricadrebbe inevitabilmente sul resto dell ‘umanità!Per chi non segue questo blog vi è un post che descrive questo concetto ,umilmente vi chiedo di leggerlo: “Effetto farfalla”…- Ogni volta che perdiamo la pazienza, diciamo brutte cose a qualcuno o perpetriamo una qualunque forma di violenza, di fatto, stiamo innescando delle conseguenze.

    Se avvertiamo una percezione della nostra vita indipendente da tutte le altre forme di vita,non facente parte di un unico corpo,il viaggio esistenziale ci porterà spesso a perdere la strada,e anche questo dovrebbe essere inclusivo di sostegno e comprensione verso il prossimo.

    Cosa ha a che fare tutto questo con l’aborto?Mi sembra evidente che si sia persa la strada e soprattutto il senso morale ed etico della questione.Se scopriamo di avere una malattia e il “dottore “ci dice che possiamo guarire con le dovute cure,chi di noi sceglierebbe la morte alla vita?Ma c’è di più ,perché il dottore ci fa anche un elenco di come prevenire tale malattia,ci lascia tutto scritto !

    Quindi oltre al fatto che nulla materialmente è nostro perché non sarà eterno ma avrà una durata limitata nel tempo,come possiamo decidere su un altra vita !

    Il dottore dice che questa malattia è curabile se ci prendiamo cura di noi attraverso il rispetto ,l’ amore e il bene …da questo dovrebbero essere partorite vite!Noi non solo non vogliamo curarci …ma addirittura vogliamo una legge che tuteli il “diritto”di uccidere!E cosa mi dite del diritto di vivere del bambino,la vera vittima !

    Prego,rispondetemi …perché questo bambino deve pagare una vita con la morte moltiplicato all’ennesima potenza?Vittima non di una legge che non tutela la donna,ma di essere concepito in una società egoistica,in una società con un effetto farfalla capovolto al male.

    No!Per me la vita concepita nel grembo di una donna è una responsabilità di tutti ,uomini e donne,una responsabilità dell intera società di cui tutti facciamo parte,un DIRITTO alla vita e all’amore di un bambino ,di tanti …troppi bambini!Quindi ebbene che nel suo piccolo ognuno di noi si prenda cura del posto che gli è stato assegnato o meglio un tacito silenzio ,almeno si evitano i soliti slogan estremisti e le guerre tra fazioni che tanto amiamo …”amiamo” un termine questo ultimo che nulla ha a che fare con il contesto scritto.Questa è una lezione anche per me ,di come l’amore possa avere accezione negativa.

      1. L’ Amore manca anche senza esserne consapevoli ,ma è evidente che crea un vuoto in cui si cerca di riempirlo con ogni forma inimmaginabile di surrogati…Essendo donna mi sento abbastanza delusa da qualcosa che vuole appoggiare una mia decisione sulla vita o la morte di un bambino di cui io sarei posseditrice del corpo che lo ospita…cosa è un modo solidale per tenermi la mano su qualcosa di cui io non ho potere alcuno??Il punto è questo ,ci sentiamo in potere di fare qualunque cosa ,difendere la donna da altri uomini che non sanno amare ,mentre noi che sappiamo amare le diciamo : spetta te se vuoi odiare o odiarti!Terribile credetemi…

        Facciamo in modo che quel bambino sin dai primissimi istanti venga davvero desiderato,amato e accudito …poi vedremo se non si ridurranno le violenze ,gli aborti, disintegrando il male con l’amore!Dovremmo lavorare tutti nella stessa direzione e non a pretendere diritti disconoscendone i doveri.

        Buona serata a tutti

        1. Sarebbe bellissimo. Se tutti fossimo amati probabilmente molte situazioni nemmeno si presenterebbero… ma, almeno per il momento, l’essere umano non è sempre capace di amare in modo incondizionato. Magari in futuro certi tipi di consapevolezza diventeranno una questione di sopravvivenza e magari le cose cambieranno.
          Ciao!

  6. alla tua domanda “l’aborto è un diritto”? da giurista rispondo che la legge italiana lo consente soltanto in presenza di “circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4)”.
    La legge lo ammette, dunque, soltanto in presenza di “un serio pericolo”, ma come viene applicata nella pratica questa norma? Semplice: disapplicandola!!! Oggi in Italia può abortire chiunque decida per qualsiasi ragione di non portare avanti la gravidanza, purché lo faccia entro la 12 settimana.
    Basterebbe, dunque, applicare seriamente l’art. 4 della legge 40 per mettere fine a tutte le strampalate opinioni personali.
    In ogni caso, il problema principale è quello di stabilire quando inizia la vita umana nel corpo della donna: la ragione e la scienza ci dicono che la vita umana inizia nell’attimo del concepimento, perchè è in quel momento che comincia a formarsi il feto e, pertanto, l’essere umano diventa soggetto di diritto, dunque acquista il diritto più fondamenetale di tutti: quello alla vita; e in questa materia la religione non c’entra proprio nulla, centra solo la ragione, la scienza e il diritto. Una volta stabilito questo bisogna chiedersi quale diritto deve prevalere: quello del bambino innnocente e indifeso a vivere o quello della madre che semplicemente non se la sente di portare avanti la gravidanza?
    In America si era arrivati all’abominio di ammettere l’aborto anche entro il sesto mese, perchè ogni stato poteva deliberare come voleva la materia: bene ha fatto la Suprema Corte ad intervenire nella giungla degli ordinamenti statali, perchè ogn’uno di questi faceva quello che voleva.

  7. Ed è proprio questo il punto:si è capaci di amare in modo incondizionato?E attenzione questo non vuol dire giustificare chi fa del male,ma accorgersi in maniera distaccata
    di questa possibilità di scelta che si presenta un po a tutti ,senza riuscire a guardarlo in faccia e resistergli alla
    pericolosissima seduzione.

    So bene che esistono straordinarie eccezioni di persone che proprio perché non sono state amate sono riuscite ugualmente ad amare e a colmare una voragine con una consapevolezza maturata sulla propria pelle.Esistono figli che sotto una sfera di propensione al bene sono molto più maturi dei genitori che li hanno messi al mondo.Ma dietro a tutte queste sfumature credo che vi sia una capacità recettiva e sensibile talmente bella da trasformarsi in un campo energetico nella persona in cui circola ,anche se gli scambi circolatori non sono avvenuti da dna ereditari .Non so se sono riuscita a far capire il concetto.Ammetto di accorgermi dell’incredulità di tanti per quanto sia utopistico un mondo di amore e di come non sentiremmo impulsi a migliorarci cullandoci sugli albori,ma mi rendo anche conto di come sia dolorosamente realistico l’inarrestabile inclinazione al male della nostra società,o peggio ancora confondere il male con il bene ,la libertà con il libertinaggio…

    Stiamo parlando di concepimento ,di vita e a fare riflessioni su un diritto della donna su come eliminare *l’ostacolo!Ci rendiamo conto della società che abbiamo creato con le stesse nostre mani,non riuscendo a fermare la violenza ci sentiamo in potere di esercitarne altra,cioè dico umanamente come ci sentiamo interiormente se mettessimo da parte un attimino la parola diritto?

    Leggo spesso altrove di persone che hanno commentato anche su questa pagina,che sono contrari alle armi ,che la guerra non si combatte con altra guerra…ma sull’aborto ,su ciò che sta dietro ,non è anche una guerra alla vita di cui siamo colpevoli uomini e donne? Statisticamente le guerre silenziose non sono da meno di quelle che ultimamente fanno così rumore !Forse sto commettendo un errore facendo un rapporto tra guerre ,non si dovrebbe o magari rischio di andare fuori tema e quindi scusatemi…

    1. Direi che il parallelismo ci sta, anche se è estremamente difficile al giorno d’oggi non perdersi tra A e B. Anche i discorsi strettamente connessi, come ad esempio il mangiare carne con l’uccisione degli animali, nella mente di molta gente sono emotivamente scollegati. È una vita che cerco di capire questo meccanismo e mi fa impazzire non riuscire ad ovviare a questa disconnessione.
      Buona giornata.

      1. Penso che prevenire sia meglio che curare ma dal momento in cui ci troviamo difronte a certe “malattie”,allora bisogna usare la scienza ,testare virus e con dei vaccini ci si riesce a bloccare una malattia,però ci va di mezzo sempre il denaro e la salute stessa delle persone ,perché seppur in minima parte anche un vaccino ha potere di uccidere.Ora mi chiedo perché è così difficile curare la parte più spirituale delle persone ,non ci sono nè costi in denaro nè effetti collaterali,solo amore e Non violenza…Ho riletto un vecchio post sulla Non violenza e ne posto un pezzetto ,perché forse risponde anche minimamente a quella sconnessione con l’uccisione degli animali a cui accennavi.

        – Come Funziona la Non Violenza
        Questo atteggiamento, attraverso varie pratiche quali il digiuno e la disobbedienza civile, fa leva sulla coscienza del nostro antagonista invece che sui suoi istinti.
        Rifiutando lo scontro fisico, attraverso la propria sofferenza e non quella di altri, si induce l’avversario a rivedere le proprie intenzioni. In poche parole lo si costringe letteralmente a spostare l’attenzione dai propri interessi al bene di chi ha di fronte.

        Non è una pratica facile. Presuppone una totale fiducia nel prossimo e nel bene che esiste nel cuore di ognuno di noi.
        Per attuarla in modo efficace, bisogna necessariamente riuscire a vedere gli altri come una parte di noi. Perfino quelli che ci fanno del male.

        Riuscire a difendere la verità esclusivamente con la propria sofferenza richiede insomma una forza ben maggiore di quella fisica. Ma per quanto possa sembrare difficile, tutti possiamo trovare quella forza dentro di noi”

        Oltre che meditativo sulla prevenzione di alcune tipologie di ricorso agli aborti mi fa anche pensare l’impotenza di un animale ucciso ,che ritenuto inferiore evita inevitabilmente lo scontro fisico con l’uomo, che si ritiene superiore, e lo induce a rivedere le sue intenzioni.Ma lui non lo fa!Beh le urla di un animale al macello sono un bambino abortito che non può difendersi.Terribile cosa provoca il male ,la violenza ed è vero che discorsi strettamente connessi,sono emotivamente scollegati…Da un po ci penso ..

        1. Ho letto da poco l’intervista di una influencer che dichiarava di aver abortito a 21 anni, sentendosi in colpa perché non si sentiva in colpa per aver abortito.
          Ed è un pensiero interessante, che ci parla di come la morale stia cambiando.

          1. ..e poi invece c’è chi abortisce spontaneamente,in modo non dipendente dalla sua volontà, e si sente in colpa per qualcosa che non ha commesso!

            Eppure l’altro lato della medaglia esiste,solo che bisogna crederci un po di più .Dici che la morale stia cambiando ,forse non sbagli…è un po come l’olocausto e i suoi superstiti che testimoniano l’accaduto per chi non ci ha creduto …poi saranno gli altri a tramandarne la morale della storia ,sapranno farlo…non ci metto un interrogativo ,ma voglio essere positiva.In fondo l’ottimismo e la positività è anche il faro del tuo blog ,dico bene?

            Grazie per aver dato voce ad un tema così profondo,grazie a tutti coloro che hanno espresso la loro,e grazie di cuore a Luigi per la sua sensibilità…

  8. La mia opinione più in generale, è che al mondo esiste una esigua parte di persone che hanno una gran nostalgia del passato, vorrebbero tornare a una società più ordinata e meno complicata, ma PIÙ FINTA e INGIUSTA, che nasconde i problemi e non intende risolverli, propendendo di più a TOGLIERE piuttosto che a EDUCARE, e questo in molti ambiti.
    La legge 194 del 1978 non intende certo promuovere l’aborto, ma tutelare la donna e salvaguardarla dalle gravi conseguenze dell’aborto clandestino a cui ricorreva o era costretta a ricorrere, rischiando anche la galera e persino la morte. Siamo sinceri. Esisteva un ricco mercato clandestino che alimentava la pratica illegale, e purtroppo esiste ancora visto che, guarda caso, non si trova chi lo pratica in legalità… poi la legge prevedeva altri interventi volti a prevenire l’aborto, come ad esempio i consultori che avrebbero dovuto avere un ruolo importante, ma hanno funzionato a metà o proprio non esistevano.
    Riguardo gli Stati Uniti rimango sempre perplessa di fronte ai loro tanti paradossi,tra cui quello di praticare la pena di morte e autorizzare a girare armati, ma poi vietano l’aborto: per rispetto alla vita?

    In quanto donna sento periodicamente pesare sulle nostre teste questa continua minaccia. È come se tra le righe ci venisse detto: “state buone buonine o vi sistemeremo noi…” una minaccia autoritaria.
    Il bello è che noi donne siamo più numerose tra la popolazione, siamo in grado di dare la vita, abbiamo parecchie marce in più, e non abbiamo necessità della violenza per imporci. Ma anziché cercare un punto d’incontro, questa parte maschile di irriducibili sembra più determinata a tenere in un angolo la donna, a volerla dominare, a volerla uccidere addirittura se manifesta una sua autonomia… se non corrisponde alla “donna dei desideri”…

    Tornando al tema principale, mia madre ultranovantenne usa dire che l’aborto come il parto provoca dolore, solo che uno viene presto dimenticato con la gioia di una nuova vita, mentre l’altro rimane. Una ferita, un lutto da elaborare. Una donna non dovrebbe mai trovarsi nella condizione di DOVER abortire, come invece capita spesso.

    “Alla nascita d’un bimbo il mondo non è mai pronto”. La nostra non è una società che ama la vita, ma piuttosto la ricchezza materiale, se vuoi lavorare ti viene esplicitamente richiesto di non fare figli, un bambino che piange o fa i capricci dà fastidio, l’interesse verso l’infanzia è puramente economico, da sfruttare. La donna spesso è sola nell’allevare i propri figli, deve fare coincidere tempi e impegni famigliari e molto spesso in modo assurdo.
    I ragazzi e le ragazze oggi non sono così sprovveduti come si vuol far credere, nel programma scolastico della scuola secondaria viene trattato il sistema riproduttivo e sanno cos’è un anticoncezionale. Più che dal punto di vista sessuale manca un’educazione al rispetto dei sentimenti. E poi se capita una gravidanza in giovane età non occorre farne un dramma! Le cose sono molto cambiate non è più considerato uno scandalo, qualcosa da nascondere o da risolvere con un matrimonio riparatore. Anzi, si pensa più ad accogliere la nuova vita, aiutare i figli, sostenerli. Infondo i nuovi nati sono così pochi che sono diventati un bene prezioso. Questo, sia chiaro, in ambito famigliare.
    Dal punto di vista politico-sociale invece siamo in alto mare, in eterno ritardo, il sostegno alla famiglia è pressoché nullo in Italia, in cambio però le pretese sono tante.
    Scusate per la lunghezza ma il tema è complesso. Un saluto

    1. Un punto di vista interessante e articolato che apre a tante riflessioni.
      L’educazione ai sentimenti e al rispetto non c’è e siamo ancora molto lontani dal raggiungerla. I genitori che vedo in giro non educano neppure ai “no” e alle sconfitte e questo, quando si tratta di ragazzi, li porta a convincersi che qualsiasi cosa vogliano gli sia dovuta, anche una donna, e davanti a un rifiuto o un abbandono sfociano nella depressione o nella violenza.
      È senz’altro vero che alcuni sentono la nostalgia dei tempi passati. Nessuno ci ha insegnato a gestire le complicazioni e il disordine della società attuale, sarebbe quindi utile e bello se tutti cercassimo di venirci incontro, superando gli egoismi personali. Gli uomini sono confusi, le donne sono caricate di responsabilità e problemi. Bisogna aiutarsi, non combattersi.
      Hai ragione sul fatto che manca un sostegno vero e proprio alle famiglie e anche sul fatto che la nostra società non ama la vita. Fino a che non andremo a sbattere sulle conseguenze delle nostre mancanze nessuno farà niente. “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”…
      Grazie, ti auguro una buona serata.

  9. La penso come te. In generale non sono per l’aborto, conobbi anche io anni fa la storia di Gianna Jessen e mi fece riflettere. Secondo me, dovrebbe restare la libertà di scelta per proteggere quei casi in cui la mamma rischia la vita… penso oppure al caso in cui il feto non si forma e la mamma ha in pancia solo un cervello, ecco, come fai in questo caso a vietare l’aborto? Spingi la mamma ad abortire in maniera illegale raddoppiando il rischio di perdere la vita. Le leggi sono quadrate e non prendono in considerazione il singolo individuo che finisce per scomparire fra la massa. Ma non è forse vero che il mondo attuale agisce così? Globalizzare, standardizzare, appiattire tutti e tutto… e ora mi viene in mente l’immagine di un mattatoio dove l’essere (im questo caso animale) non ha più senso di esistere né di essere… serve soltanto a terzi, fin quando è buono e sano, poi va abbattuto. Non è triste che ciò avvenga anche con un feto se quest’ultimo si scopre avere una malattia rara? È giusto togliergli la vita solo perché nasce “difettoso”? Trovo sia un gesto vigliacco e crudele.

    1. Qui entriamo in un campo difficilissimo. Dare la vita è una grande responsabilità e, secondo me, bisognerebbe anche mettere in conto la possibilità di dare alla luce una creatura che non viene considerata perfetta. Il mio punto di vista è che questi bambini malati, quando riescono a venire al mondo, hanno sempre tantissimo da dare e da insegnare, in primo luogo ai loro genitori. Purtroppo però ci sono persone che interpretano in modo diverso il fatto di diventare genitori…. e magari affrontano la nascita di un figlio con molta più leggerezza di quanto dovrebbero. trovandosi davanti a qualcosa di imprevisto, si lasciano impaurire e preferiscono non far venire al mondo il proprio figlio piuttosto che rischiare di non essere all’altezza della situazione.
      Purtroppo la nostra è davvero la società dello scarto. Si buttano via oggetti, animali e persone alla velocità della luce. Speriamo che una nuova consapevolezza, prima o poi, si faccia strada.
      Grazie, buona serata.

  10. Esatto! Spesso questi esserini avrebbero molto da insegnarci, se solo si desse loro la possibilità di farlo, di avere fiducia nel loro potenziale.
    La speranza è l’ultima a morire riguardo ai rapporti umani sempre più disumanizzati, e la tecnologia in questo non ci aiuta, e pensare che si parla tanto di un futuro tutto, troppi tecnologico.
    Buona serata anche a te Mr. Loto 🙂

  11. E’ una scelta, purtroppo oggi si è anche costretta ad abortire ……. è la vita che ti porta ad abortire, dove le vere prospettive sia per la donna e per il nascituro sono solo sulla carta, nei fatti la donna è lasciata sola non solo dal “marito” o Compagno, il problema è solo della donna. Donna che in quel momento che scopre di essere incinta il mondo gli cambia e molte volte si gira dall’altro lato. Una donna che rimane incinta spunta il senso di maternità, che il più delle volte deve togliersi dalla testa …………………La donna ha un milione di problematiche che dovrebbe risolvere in poco tempo. Ma se è lasciata sola, la scelta è l’arborto.
    Propio qui in italia la nascite sono a quasi zero
    Non ditemi che la coppia non fa l’amore o il sesso stando insieme ……….il quasi zera dovrebbe dirci in che modo si vive.

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