Crepacuore – Recensione Libro
Crepacuore
di Selvaggia Lucarelli
Genere: Autobiografia
Anno di pubblicazione: 2021
Editore: Rizzoli
Trama
Come è scritto sulla copertina, questa è la storia di una dipendenza affettiva.
Selvaggia Lucarelli, con lucidità e cruda sincerità, racconta la sua esperienza diretta di una relazione tossica. L’autrice legge tra le righe dei fatti accaduti nel suo passato personale e analizza la sua esperienza con spietato pragmatismo. Non fa nessuno sconto neppure a sé stessa, soprattutto per aiutare altre donne a riconoscere i segnali di una relazione malsana.
Attraverso le vibranti descrizioni di attimi vissuti e soprattutto di emozioni provate, Crepacuore racconta la discesa all’inferno e la faticosa risalita verso il ritrovamento di sé.
Incipit
«Non chiederti se saremo felici. Io so che lo saremo. Tanto. Tra le tue braccia io sarò duttile come la creta. Io sarò riservata e appassionata, fiera e sottomessa, come ogni eroina shakespeariana, se tu lo vorrai. O misteriosa, evanescente, pallida e trasognata come ogni creatura femminile del Poe. Non avrai che da scegliere.»
Recensione di Crepacuore
Non sono un appassionato di televisione quindi non nutro un particolare interesse per i volti noti della tv. Devo ammettere, però, che Selvaggia Lucarelli ha attirato il mio interesse per il suo modo libero e diretto di esprimere ciò che pensa. Alcuni la considerano troppo brutale nell’esprimere le sue opinioni ma, in un mondo falso e stereotipato come quello dei social e della tv, a me pare una dote.
Inizio la recensione di Crepacuore proprio con un plauso all’autrice. La dipendenza affettiva è un argomento difficile da trattare, e non soltanto perché riguarda una sfera strettamente privata quale sono i sentimenti. Per parlare liberamente di un’esperienza del genere c’è bisogno di una forte autocritica e di tanta, tanta umiltà. Bisogna mettersi a nudo, mostrare le proprie debolezze, raccontare a tutti i propri errori e le proprie mancanze. E questo è un esercizio in cui davvero pochi sono bravi.
L’autrice, nonostante un’apparenza austera e a tratti altezzosa, ha dimostrato attraverso Crepacuore di conoscere bene i propri limiti. Ha avuto il coraggio di affrontare lo spietato giudizio di chi critica gli errori altrui senza guardarsi mai allo specchio. Ecco, questo l’ho apprezzato davvero. Significa che è una persona profonda, che ha capito che bisogna riconoscere le proprie debolezze non soltanto per cercare di superarle ma anche per aiutare gli altri ad affrontare le proprie.
Questo libro, secondo me, nasce proprio dal desiderio di aiutare altre donne a decodificare certi comportamenti e certe situazioni che possono diventare pericolose. Viviamo in un’epoca in cui si sa tutto del sesso e niente dell’amore. Tante, tantissime persone sono vittime di relazioni sentimentali che con l’amore non hanno assolutamente niente a che fare. Crepacuore aiuta a fare un po’ di chiarezza su come, a volte, le cose possono precipitare.
Photo Credit: Wikimedia Commons
Crepacuore
Lo stile della Lucarelli è molto elegante ma diretto. È riuscita a esprimere molto bene quello che ha provato e le dinamiche che si sono instaurate tra lei e l’uomo con cui ha avuto una lunga relazione tossica.
Di questo libro ho apprezzato la sincerità. L’autrice ha aperto il proprio cuore a delle confidenze toccanti, a volte perfino imbarazzanti, come di solito non si riesce a fare neppure con degli amici intimi. Inoltre trovo questo libro una lettura estremamente utile, perché apre la porta a un argomento doloroso che in molti si vergognano di affrontare. L’unica cosa che conta è avvicinarsi a questa storia con il reale desiderio di comprendere e non di giudicare.
L’atto di coraggio della Lucarelli può sicuramente convincere ad aprirsi per cercare aiuto chi, in questo momento, si trova in una situazione simile. In realtà, infatti, non c’è nulla di cui vergognarsi.
Mi è piaciuta anche la sensazione di speranza che resta al termine della lettura. Selvaggia, infatti, si è riscattata, è riuscita a salvarsi da una dipendenza che l’aveva annientata e resa schiava. Pensava che non ce l’avrebbe mai fatta, invece adesso è “cresciuta” ed è una persona migliore. Forse anche grazie a quello che ha passato. Perché la vita è così, ci mette davanti degli ostacoli per darci l’occasione di sviluppare le nostre qualità innate.
Concludo la recensione di Crepacuore consigliandone la lettura a tutti, in modo particolare ai giovani e a chi in questo momento sta vivendo una relazione che lo lacera dentro.
Citazione
«Mio figlio dipendeva da me, dalle mie decisioni, era vero, ma io dipendevo da lui, dal mio fidanzato. Come tutti i tossici, ero schiava della mia “sostanza”. Non si è adulti, quando si è dipendenti, neppure a trentacinque anni.»
Curiosità
- Selvaggia Lucarelli è del 1974 e, oltre ad essere una scrittrice, è una giornalista e conduttrice radiofonica.
- È stata anche autrice e attrice di commedie teatrali, spesso insieme al comico Max Giusti. La notorietà è arrivata con il blog e il programma radiofonico omonimo Stanza Selvaggia.
- L’autrice ha scritto per il Fatto Quotidiano e, dal 2021, scrive sul quotidiano Domani.
- Il tema delle dipendenze affettive è stato affrontato dalla Lucarelli anche nel suo podcast Proprio a me, prodotto da Choramedia.
- Il titolo del libro Crepacuore è stato scelto dal figlio della scrittrice, Leon, avuto dal matrimonio con Laerte Pappalardo.
Crepacuore – Recensione Libro