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Il Muto di Gallura – Recensione libro

di Enrico Costa

Il Muto di Gallura – Recensione libro

Il Muto di Gallura

di Enrico Costa

Il Muto di Gallura recensione libro
Il Muto di Gallura

 

Genere: Narrativa biografica

Anno di pubblicazione: 1885

Editore: Il Maestrale

Recensione libro: Ottimo

 

Trama

Questa è la storia del bandito sardo Sebastiano Tansu, soprannominato il muto di Gallura, nato nel 1827 ad Aggius. Sordomuto dalla nascita ma intelligente e astuto, è diventato un personaggio leggendario e misterioso nella zona della Gallura. Durante gli anni della sua breve vita, il suo paese d’origine e la sua vita furono travagliati da una terribile faida che, tra il 1849 e il 1856, portò alla morte di oltre settanta persone.

Enrico Costa raggiunse i luoghi di questa triste vicenda nel 1883 per preparare il suo libro. Ad Aggius raccolse documenti e confidenze al fine di raccontare la vera storia del muto, che già allora era ormai una leggenda.

Incipit

«A passi lenti, chiuso ne’ suoi pensieri, camminava ore ed ore, alla ventura. Di colle in colle, di balza in balza, egli si aggirava per quei dintorni, ma finiva sempre per ritornare al punto donde era partito: ad uno speco, chiuso fra tre blocchi di granito, intersecato da folte macchie di rovere e di lentischio.»

Recensione di Il Muto di Gallura

Inizio la recensione di Il muto di Gallura ammettendo un debole per la Sardegna che ho imparato ad amare con i libri come Canne al Vento. Amo molto i racconti di questo tipo e, quando riguardano una storia vera come in questo caso, li trovo ancora più interessanti.

Lo stile di Enrico Costa non è del tutto scorrevole per via dell’uso di termini poco comuni o strettamente legati alla Sardegna, la lettura risulta tuttavia piacevole. Ciò è probabilmente dovuto al modo in cui nel 1800 si tendeva a scrivere un libro. C’era una grande ricerca di bellezza, sia nelle descrizioni che nello stile. Inoltre, il modo che Enrico Costa ha di raccontare una vicenda tragica è comunque abbastanza leggero da permetterne la lettura a tutti.

Il muto di Gallura mi ha appassionato fin dalle prime pagine, con un’atmosfera che raramente ho colto nei romanzi. Probabilmente la veridicità della storia fa sì che il lettore colga in modo più profondo la sofferenza e la crudeltà di quel periodo di sangue.

Attraverso queste pagine si comprende più a fondo la mentalità dell’epoca e si intuisce quanto le faide fossero allo stesso tempo temute e rispettate. La famiglia, l’onore e l’importanza di mantenere la parola data faceva di un maschio un vero uomo. Quando una di queste cose veniva toccata era ritenuto necessario intervenire, perché la vendetta era un modo socialmente accettato per sistemare l’offesa.

Il muto di Gallura è un libro che assomiglia tanto alla terra in cui è ambientato. Intenso e duro, autentico e capace di offrirti degli scorci meravigliosi.

Muto di Gallura mostra fotografica

Qualche Riflessione

Questa storia è capace di far riflettere molto sulla vita e sulla morte, sul genere umano e su come, spesso, la cattiveria venga alimentata inconsapevolmente. Ci sono dentro i legami famigliari, le antiche tradizioni, il ruolo delle donne in un periodo in cui non si parlava certo di diritti. E poi c’è l’ignoranza che porta all’emarginazione e alla capacità degli esseri umani, nonostante tutto, di andare avanti.

Una delle parti più belle di Il muto di Gallura è, a parer mio, quello dedicato ai sentimenti tra Sebastiano e Gavina. Racconta in modo cristallino come il sentirsi amati possa curare qualsiasi ferita emotiva. L’amore, anche quando non giunge a totale compimento, è in grado di fermare l’odio, l’ingiustizia e la paura.

Concludo la recensione di Il muto di Gallura consigliando questo libro a chi è interessato alla Sardegna, agli appassionati di racconti storici e a chi crede che la vendetta serva a cancellare un torto.

Citazione

«La fanciulla appariva al muto sempre più bella, più affettuosa, più affascinante; ella, con una compiacenza tutta infantile, lo invitava a parlare… e lo comprendeva, lo comprendeva ad un semplice cenno del capo, al minimo movimento delle labbra. Ed anche a lui era ben noto il linguaggio di Gavina. Per la prima volta i suoi pensieri venivano compresi, per la prima volta egli comprendeva i pensieri degli altri.»

Curiosità

  • Il muto di Gallura scomparve nel 1859 ma il suo corpo non fu mai trovato. Secondo l’ipotesi più plausibile, fu ucciso da un altro latitante.
  • Enrico Costa è considerato lo scrittore più importante del romanzo storico sardo.
  • In un’intervista, il Premio Nobel Grazia Deledda dichiarò di “essere discepola d’Enrico Costa”.
  • Nel 2022 da Il muto di Gallura è stato tratto un film omonimo, con la regia di Matteo Fresi, con Andrea Arcangeli nel ruolo di Sebastiano Tansu.

Il Muto di Gallura – Recensione libro

 

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