Psicologia

Social e Ignoranza

Non farti ingannare da chi vuole solo i tuoi soldi

Social e Ignoranza

Di solito, quando si pensa alla correlazione tra social e ignoranza la mente corre a tutte le stupidaggini che vengono pubblicate su internet quotidianamente. Abbiamo già visto come Facebook e simili siano diventati i principali media su cui gli italiani cercano informazioni e come, purtroppo, sia facile credere alle fake news.

Social e ignoranza

In questa epoca che permette a social e ignoranza di connettersi tra loro, le verità oggettive vengono considerate inferiori alle convinzioni personali. Ognuno può costruirsi la propria verità soggettiva, cercando solo informazioni che aderiscano al proprio punto di vista per avvalorarlo. Come se non bastasse, non si accetta più la verità oggettiva, appellandosi alla libertà di pensiero. In questo caso il problema è un’ignoranza dovuta alla mancanza di istruzione o educazione. Diciamo che mancano le basi per giudicare correttamente le informazioni che si leggono o si ascoltano.

Social e ignoranza però, non vanno di pari passo solo per queste ragioni. Ultimamente esiste infatti un’altra forma di ignoranza in questo settore, che più inconsapevolezza. È quella mancanza di competenza sul mondo dei social network che vengono usati da aziende, multinazionali e privati per fare soldi.

Se buona parte delle persone usa le piattaforme digitali e i social per divertirsi e informarsi, ce ne sono molte altre che le usano per lavoro. E qui non parliamo semplicemente di mettere in vendita on-line un prodotto o un servizio. Parliamo di analisi dei dati, di studi sulla visualizzazione delle pagine, di scelte mirate per la pubblicazione di contenuti in determinati orari o giorni. Ci sono team di esperti che studiano il modo più facile per convincerti a comprare qualcosa.

Falsa Autenticità

Ti starai chiedendo: “che c’è di male?” In fondo siamo sempre stati studiati come consumatori per questo fine, anche prima dell’avvento di internet.

Approfittando di social e ignoranza non soltanto oggi si studiano i consumatori ma si ingannano. E in questa trappola cadono facilmente anche i giovani istruiti, figuriamoci tutti gli altri.

Chi non ha un minimo di formazione sulla fruizione dei social network crede ingenuamente a quelli che, attraverso il web, si espongono nella loro “quotidianità”. Vedere delle persone che ci parlano dalla loro casa ce le fanno percepire non solo come autentiche, ma anche come affidabili. Ci assomigliano, comunicano in modo semplice, sono come noi o come noi vorremmo essere.

Così social e ignoranza si combinano non permettendoci di capire che chi si espone lo fa per i propri interessi, non per il semplice desiderio di condivisione.

Accade con gli influencer che parlano di politica o temi sociali. Noi crediamo che quello che dicono sia il loro reale pensiero mentre dietro c’è una strategia di marketing. Mi espongo così su questa tematica perché farlo mi permette di arrivare al cuore degli acquirenti tipo del mio brand. Se pensano che il mio pensiero sia in linea con il loro, avrò maggiore possibilità di vendergli i miei prodotti, anche in futuro.

Serve una Regolamentazione

Purtroppo social e ignoranza vengono usati dai più scaltri per scopi anche più discutibili. Facendo leva sull’emozione, molti raccolgono fondi senza che nessuno sappia per quale reale scopo vengono usati.

C’è chi mette perfino costantemente in mostra i figli malati per ricevere denaro. Ovviamente è giusto aiutare finanziariamente chi ha dei gravi problemi di salute ma quando si raccolgono soldi si ha il dovere di rendicontarne ogni spicciolo. È veramente squallido e scorretto mostrare le sofferenze di minori per spingere persone in buona fede a inviarti denaro e poi non far sapere a nessuno come lo spendi.

Per capirci, se hai bisogno di 20.000 euro per un trattamento medico o delle attrezzature e ne raccogli 50.000, è giusto che tu mi faccia sapere che fine fa la differenza. La maggior parte non dichiara neppure la cifra che viene raggiunta con la raccolta di denaro. E se quel denaro che io ho donato per aiutare un bambino venisse speso per la borsa firmata della mamma o per le serate al bar del papà?

Mancando una regolamentazione in tal senso, è difficile proteggere chi rischia di essere truffato soltanto perché è sinceramente altruista. Donate soldi solo alle associazioni no profit che presentano il rendiconto e mai a dei privati! Chi ha bisogno di essere aiutato può avere ciò di cui ha bisogno attraverso queste associazioni che possono essere controllate.

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14 Commenti

  1. Buon pomeriggio mister
    Un tasto dolente x chi si fa abbindolare. Tempo addietro venditori di enciclopedie, poi di pentola e adesso di energia e telefoni. Poi si parla sempre più in inglese… La salute in primis

    1. Purtroppo i truffatori fanno leva sull’ignoranza, intesa come non conoscenza, della gente. Per questo è molto importante cercare sempre di capire, di sapere, di conoscere.
      Ciao!

    1. Purtroppo molta gente, specialmente i meno giovani e chi è alle prime esperienze con i social, ci casca. Dovrebbe esserci più informazione in merito.
      Ciao, a presto.

  2. Parole sante le tue! Servirebbe una patente anche per usare consapevolmente i social e il web in generale. So che molte scuole, compresa quella in cui insegnavo io, hanno istituito corsi finalizzati ad una sorta di patentino per la navigazione consapevole dei pericoli in rete. Purtroppo questo patentino servirebbe soprattutto agli adulti, perché sono proprio loro a cadere facilmente nelle maglie di pubblicità ingannevoli, per non parlare di uomini e donne anziani che si fanno turlupinare da presunti fidanzati bisognosi di denaro.
    Mai accettare caramelle dagli sconosciuti! ci raccomandava un nostro vecchio docente di informatica. Tutto ciò che ci sembra allettante e tutti i grandi affari che ci vengono proposti in rete, soprattutto su Facebook, sono fregature!

    1. Il patentino, almeno nelle scuole, è davvero una buona idea… resta il problema per gli adulti. Secondo me uno dei rivolti più gravi sono le raccolte fondi che veicolano soldi su conti privati di cui, poi, nessuno sa niente. le truffe sono sempre una brutta cosa ma quando ad essere truffate sono persone di buon cuore che avevano l’intenzione di aiutare qualcuno è anche peggio. Anche perché ci sono persone anziane che rinunciano a parte della pensione, già misera, per aiutare bambini malati e magari finanziano, senza saperlo, vacanze e smartphone!
      Ciao Katherine, speriamo che si dia un po’ di spazio all’informazione in merito.

  3. Sono d’accordo ma non in tutto. Ti porto la storia di una mia amica. Cane di 4 anni, anche “distrutte” nel senso che aveva il posto dove l’osso della zampa si innestava piatto e quindi l’anca non stava in sede e il cane soffriva. 8000 euro di intervento. Nessuna associazione l’ha aiutata, nessuno di nessuno. Ha venduto i suoi ori anche i ricordi di sua mamma per poter operare il cane. Ora l’animale sta bene ma lei è piena di debiti. Noi amici le abbiamo dato qualcosa ma nei limiti delle possibilità. Lei aveva fatto un crowfunding ma aveva tirato su veramente poco purtroppo. Serena giornata

    1. Il limite del crowfunding è proprio questo. Ci sono così tante raccolte fondi fasulle che però spingono sull’emotività della gente (perché chi truffa sa usare molto bene le parole e il senso di pietà…) che chi è sincero, ha problemi reali e mantiene una certa dignità finisce per passare in secondo piano. 🙁
      Bisogna sempre, sempre, sempre verificare che le persone alle quali doniamo i nostri soldi non solo spieghino accuratamente a cosa servono i soldi, ma anche dove andranno a finire quelli eventualmente in più. Devono inoltre pubblicare il rendiconto (con annessa documentazione) di come vengono spesi i fondi. È importante anche per evitare di “inquinare” tutto il mondo della beneficienza perché se si finisce col perdere la fiducia, nessuno donerà più nulla, neppure a chi ha realmente bisogno.
      Ciao.

      1. Eh sì purtroppo è così. Chi è sincero passa in secondo piano. Concordo solitamente per dire una mia amica che è volontaria pubblica sempre la foto delle fatture dei veterinari e delle spese sostenute. Quindi ci si può fidare ma non sono tutti così purtroppo. Buon inizio settimana

  4. Sono d’accordo con quel che hai scritto !!! Bisogna stare molto attenti , quando si usano i social, spesso non sappiamo chi abbiamo dall’altra parte e quali sono i suoi scopi. Bisogna stare attenti sia con le richieste di amicizia, che con le richieste di soldi. Donare solo se siamo sicuri che i nostri soldi serviranno realmente a qualche cosa di buono. Troppi truffatori si nascondono nel web !!! Saluti cari

    1. Proprio così. Visto che in molti non ne sono coscienti, è molto importante parlarne, soprattutto con le persone che si conoscono ma anche con le persone che ci seguono sui social. Usiamo la condivisione anche per informare.
      Ciao!

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