Spiritualità

L’Accidia

Come superare il vizio capitale dell’indifferenza

L’Accidia

L’accidia è uno dei sette vizi capitali della tradizione cristiana. Un po’ come succede per l’ignavia, oggi in molti non conoscono il significato del termine, né il concetto che vuole esprimere. Eppure, purtroppo, questo è uno dei vizi capitali più diffusi nelle società moderne.

Accidia

Photo Credit: Wikimedia Commons

La parola deriva dal greco ἀ (alfa privativo = senza) e κῆδος (cura), ed è sinonimo di pigrizia e apatia. La sua origine classica la fa derivare dalla lingua latina volgare “acedia”.

L’accidia viene quindi definita come uno stato di pigrizia, torpore o noia, in cui una persona non si preoccupa o non si interessa della propria posizione o condizione nel mondo.

Questa emozione negativa può causare una sensazione di apatia e indifferenza nei confronti delle attività quotidiane e delle relazioni sociali.

Differenza tra l’Ignavia e l’Accidia

Spesso è un po’ complicato capire la differenza tra l’ignavia e l’accidia perché, effettivamente, è molto sottile. Spesso queste due parole vengono usate come sinonimi, ma non lo sono.

Gli ignavi sono le persone indolenti, che non prendono mai una posizione, che non fanno mai nulla per evitare di assumersi delle responsabilità. È gente pigra e vigliacca.

Gli accidiosi sono invece quelli privi di sensibilità ed empatia, che restano impassibili davanti al male. L’accidia è l’incapacità interiore di agire per il bene. Sono persone egoiste e ciniche.

Purtroppo queste due caratteristiche viaggiano spesso a braccetto, rendendo le persone dei mostri di indifferenza, senza ideali e senza meta.

Effetti Negativi sulla Vita Quotidiana

L’accidia può avere un impatto negativo sulla vita quotidiana di una persona, impedendole di raggiungere i propri obiettivi e di vivere appieno la propria esistenza. Una persona che ne soffre potrebbe sentirsi demotivata e priva di energia. Questo la rende incapace di affrontare le sfide quotidiane e di dedicarsi alle attività che una volta le davano piacere.

Inoltre, l’accidia può anche influire negativamente sulle relazioni interpersonali. Una persona priva di interesse per il mondo che la circonda e poco interessata ai bisogni degli altri non è il massimo da frequentare. Questo può portare ad un ancor maggiore distanza emotiva e mancanza di connessione con le altre persone.

Come Superare l’Accidia

Per superare l’accidia, è importante identificare le cause sottostanti e lavorarci sopra.

Spesso, questo vizio è il risultato di una mancanza di significato o di una sensazione di insoddisfazione nella propria vita. È importante quindi trovare attività che apportino un senso di scopo e realizzazione, e dedicarsi a queste con impegno.

Un altro rimedio è l’incontro con gli altri. La vita comune, la solidarietà e la comunione possono aiutare a curare questa forma di pigrizia spirituale che colpisce soprattutto i solitari.

A volte è la forte timidezza o l’incapacità di accettare sé stessi che genera l’accidia. Trovare la pace con quello che si è e rimuovere il senso di vergogna nei confronti degli altri, aiuta a non essere accidiosi.

San Benedetto aveva trovato nella lettura dei Salmi il modo per sconfiggere questo vizio. I Salmi offrono una fonte di forza e conforto e ci aiutano a comprendere la debolezza umana e a ritrovare noi stessi e il mondo.

In conclusione, superare l’accidia richiede una combinazione di autoconsapevolezza, relazione con gli altri e accettazione di sé. Con questi strumenti a disposizione, è possibile trovare la motivazione e la gioia di vivere.

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9 Commenti

  1. Speriamo che le persone che sono in quei modi, entrambi due, si rendano conto e provino a cambiare. Molto spesso le persone non si rendono conto di come sono e il cambiamento è difficile. Serena giornata

    1. È vero, la cosa più difficile di tutte è riconoscere i propri difetti… poi certi comportamenti sono talmente radicati che è difficile cambiare. C’è bisogno di tanta volontà!
      A presto.

      1. Eh sì certi comportamenti sono proprio radicati e c’è bisogno di volontà. Speriamo la trovino 🙂 buona giornata

  2. Mi sono riconosciuta, a tratti, nella tua descrizione di questo ‘disturbo’. L’inattività, l’apatia, la ricerca della solitudine sono tratti che mi caratterizzano. Solo che la cosa non mi da affatto piacere. Si tratta di un ripiego, un adattamento alle varie situazioni che la vita mi ha proposto, togliendomi la voglia di lottare, a volte di capire, lasciando perdere quelle che definisco ‘cause perse’. Non credo però di essere priva di empatia, anzi. Spesso mi sento addosso il dolore del mondo e la consapevolezza dell’impotenza mi crea ancora più disagio. Chissà se mi sono spiegata. Buon fine settimana

    1. Ti sei spiegata benissimo e, se questo può aiutare a sentirti meno sola, non sei l’unica a sentirsi così. Il senso di impotenza davanti al male, che sembra infinito, è una cosa che blocca il bene della maggior parte delle persone che cattive non sono. Eppure lasciarsi sconfiggere moralmente non è la strada giusta perché, senza volerlo, si alimenta il male, l’incomprensione e il dolore. È vero che una carezza non può guarire una ferita grave ma, di sicuro, la rende più sopportabile.
      Un caro saluto.

  3. Ciao Mr.Loto
    spesso tendo a soffrire per il male che affligge il mondo, troppe guerre troppa gente che soffre e io impotente a guardare e che fare? Cerco di essere a braccia aperte verso prossimo e se c’è bisogno aiuto, basta? Non so. Forse dovrei fare di più. Certamente è difficile aiutare si viene fraintesi; quando non posso far nulla, un abbraccio per me è uno scambio, ma non tutti lo accettano.
    Buona giornata
    Chiara

    Chiara

    1. Cara Chiara, so bene che non sempre si può fare qualcosa ma quello che conta è il cercare di fare sempre ciò che si può, restando con le braccia aperte e la mano tesa. Se il cuore non è indifferente porterà sempre aiuto a chi ne ha bisogno.
      Un abbraccio.

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