La Vicinanza Affettiva
La vicinanza affettiva è una componente fondamentale delle relazioni umane. Con questa definizione ci si riferisce alla qualità e alla quantità delle emozioni positive che si sperimentano in un rapporto. È una sensazione di calore, conforto, intimità e sicurezza che deriva dal sentirsi vicini e connessi a livello emotivo con il proprio partner o con un amico.
Quando in una relazione c’è la vicinanza affettiva, le persone si sentono amate, rispettate e accettate per quello che sono. Si fidano uno dell’altra e si sentono vicine anche quando sono lontane fisicamente. Vivere insieme a qualcuno o vederlo ogni giorno infatti non basta per creare questo tipo di unione. Ci sono molte persone che sono sempre vicine fisicamente ma che, allo stesso tempo, sono lontane emotivamente.
Questo succede quando non si è totalmente aperti nei confronti dell’altro e non ci si sente liberi di esprimere ciò che si sente e si pensa davvero. Bugie, omissioni, invidie, rabbia, gelosie, egoismo e frustrazioni sono mattoni che costruiscono muri emotivi invalicabili.
Se manca la vicinanza affettiva si può arrivare a una serie di problemi, tra cui la dipendenza affettiva e la distorsione relazionale. La dipendenza affettiva è una forma di dipendenza che porta una persona a rinunciare ai propri bisogni e alle proprie esigenze pur di mantenere la relazione con l’altro. La distorsione relazionale si riferisce a un rapporto in cui una persona rinuncia alla propria individualità e alle proprie esigenze per soddisfare quelle del partner. Oppure, più semplicemente, succede di sentirsi soli in coppia, e non è una situazione felice.
Come Svilupparla nella tua Relazione
La vicinanza affettiva è fondamentale per una relazione sana e duratura, ma come si può mettere in pratica questa forma di intimità? Ecco alcuni suggerimenti da cui partire.
Comunicare apertamente e sinceramente: la comunicazione è la chiave di ogni relazione. Bisogna saper esprimere i propri pensieri e sentimenti, ascoltare l’altro e cercare di capire le sue esigenze.
Essere attenti: la vicinanza affettiva richiede una presenza emotiva costante. Bisogna essere disponibili per l’altro, ascoltare e rispondere alle sue richieste, nutrire interesse per le sue attività e le sue passioni.
Mostrare affetto in modo spontaneo: non bisogna aspettare occasioni speciali per dimostrare il proprio affetto. Un abbraccio, un bacio, un messaggio di supporto possono fare la differenza nel mantenere viva una relazione.
Essere empatici e comprensivi: bisogna saper mettersi nei panni dell’altro e cercare di capire le sue emozioni e i suoi problemi. È importante offrire conforto e sostegno all’altro e chiedere aiuto quando si ha bisogno.
Condividere momenti di intimità: la vicinanza affettiva si nutre anche di momenti di intimità condivisi durante i quali si parla di paure, fragilità e insicurezze, cose che non si direbbero a nessun altro. Bisogna saper trovare il coraggio di abbassare tutte le difese.
Rispettare l’individualità dell’altro: ognuno ha i propri bisogni, i propri sogni e le proprie aspettative e non dovresti cercare di cambiarli o di limitarli. Invece, cerca di creare un equilibrio tra le vostre diverse esigenze.
In conclusione, ricorda che una relazione è una strada a doppio senso e che per costruire la vicinanza affettiva entrambi dovete essere presenti per l’altro.
Lettura consigliata: Conoscersi capirsi amarsi di John Gray
È quello che provo a spiegare a mio marito. Lui mi parla ma non così tanto e spesso bisogna “cavargli” le cose con le pinze. Io invece amo parlare, è un dono prezioso e siamo fortunati a poter comunicare ma spesso non lo facciamo. E c’è sempre un modo gentile anche per comunicare qualcosa di “antipatico”. Serena giornata
Sono d’accordo con te. Le peggiori incomprensioni e i maggiori contrasti tra le persone nascono dal presupporre ciò che pensa l’altro senza chiederne conferma!
Ciao, a presto.
Infatti. Continuerò a parlargli sperando che capisca. Nella vita mai dire mai. Buona giornata
Un ideale rapportarsi il tuo cui però si contrappone il non fidarsi, l’eccessivo amor proprio, il pensare di avere sempre ragione, la difficoltà nel provare empatia e confidenza. Tutto deriva sempre dall’educazione, dalla famiglia, dalla scuola, dalla natura dei rapporti interpersonali e non ultimo, dalla propria indole. Tutti abbiamo un dna che ci indirizza, nostro malgrado, verso determinati attitudini comportamentali. Riuscire a vederci da fuori, il primo grande passo. L’obiettività è roba quasi di un altro mondo. Non sono tanti quelli che riescono a ribaltare i ruoli e vedere cosa combinano nei rapporti con gli altri. Anche chi ha chiara la questione, può toppare. Come accade anche a me. 😉
Questo è sicuro, non siamo robot e sbagliare è nella nostra natura! Se però si ha l’umiltà di capire questo limite, si cerca anche di porre attenzione ai propri pensieri e ai proprio comportamenti, soprattutto quando questi definiscono il nostro rapporto con gli altri.
Ciao, a presto.
Io nella vita ho sempre avuto molte conoscenze, ma ho contato solo su un’amicizia, l’unica non intaccata dalla lontananza. La vicinanza affettiva con lei è garantita: comprensione, solidarietà, confronto, appoggio morale, da lei ottengo tutto questo e lei da me lo stesso. Sembra un percorso relazionale di facile approccio ma non è così: la fiducia senza solide basi si fa in un attimo a perderla, l’ho imparato tardi. Devi scavare veramente molto in profondità in una persona per poterla raggiungere lì dove vuole essere raggiunta e purtroppo abbracciare le apparenze è molto più comodo.
Hai ragione, non è facile stabilire una relazione profonda e una vera vicinanza affettiva, ma è proprio questo il bello! Dato che è qualcosa che richiede impegno ed autenticità, necessita della volontà di entrambi di venirsi incontro e di volersi sinceramente bene. Un legame di questo genere, sia sotto il profilo dell’amicizia che del rapporto amoroso, è preziosissimo proprio perché arricchisce e ci fa sentire che, in questa vita, siamo un po’ meno soli.
Buona serata.
Tutto ciò che descrivi è molto vero ed importante. Io ho visto la vicinanza affettiva nella mia famiglia d’origine. I miei genitori si comportavano proprio nel modo che suggerisci tu e, allo stesso tempo, erano vicini a me. Ho cercato di fare la stessa cosa con mio marito e mio figlio e m’impegno ogni giorno per star loro vicina, ascoltarli, comprenderli e supportarli nelle difficoltà. Loro fanno lo stesso con me, anche se, in quanto maschietti, mi accorgo che non abbiano la stessa sensibilità, pazienza ed empatia di noi femminucce. Noi donne spesso intuiamo gli stati d’animo senza bisogno di parlare, mentre agli uomini, spesso, è meglio spiegare chiaramente le situazioni.
Devo dire che è vero, ma quella degli uomini non è sempre mancanza di sensibilità o empatia… è piuttosto un modo diverso di manifestarle e, certamente, c’è bisogno di un approccio più “diretto” rispetto a quello naturalmente intuitivo delle donne. Anche in questo caso la chiave è cercare di capirsi per poi venirsi incontro a metà strada! 😉
Ciao, a presto.