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Memorie di una Maitresse Americana – Recensione

di Nell Kimball

Memorie di una Maitresse Americana – Recensione Libro

Memorie di una Maitresse Americana

di Nell Kimball

Memorie di una maitresse americana recensione libro
Memorie di una maitresse americana

 

Titolo originale: Nell Kimball, Her Life as an American Madam, by Herself”

Genere: Biografia

Anno di pubblicazione: 1970

Editore: Adelphi

Traduzione di Bruno Fonzi

Recensione libro: buono

 

Trama

Nell Kimball nasce nel 1854 nell’Illinois in una fattoria in cui per sopravvivere si lavora duro e si ottiene molto poco. A soli quindici anni decide di fuggire con un ragazzo che però scappa per colpa di debiti di gioco, lasciandola sola a cavarsela in una città che non conosce. Nell decide quindi di recarsi nel bordello di lusso in cui lavorava sua zia e qui inizia a prostituirsi con il nome di Goldie Brown.

Questo è il racconto della sua vita fino al suo ritiro dal mestiere più vecchio del mondo nel 1917, anno in cui chiuderà l’ultimo bordello di cui era diventata tenutaria.

Incipit

«Se guardo indietro alla mia vita (ed è l’unico modo in cui posso guardarla, oramai), non ci trovo niente di tanto diverso da come la maggior parte della gente vorrebbe la sua. Cominciai a quindici anni, in una buona casa di Saint Luis, senza nessun’idea.»

Recensione di Memorie di una Maitresse Americana

La prima cosa che è importante sottolineare in merito a questo libro è che, come suggerisce il titolo, è adatto ad un pubblico adulto. Dato che la trama racconta la vita di una prostituta, sono presenti dettagli e termini che per i ragazzini sarebbe consigliato evitare.

Detto questo, comincio la recensione di Memorie di una maitresse americana proprio dalla trama. Il racconto si snoda in ordine cronologico nell’arco di cinquantaquattro anni. La voce narrante è quella di Nell che racconta senza peli sulla lingua la sua vita prima da prostituta e poi da tenutaria di un bordello. La storia mi ha ricordato quella di Undici minuti, anche se qui c’è molto meno spazio per la sfera emotiva della protagonista.

Lo stile è colloquiale e scorrevole, molto moderno, e non sono presenti dialoghi. Come è ovvio, nel testo sono presenti delle parolacce. Non sono un fan di questo tipo di linguaggio ma ammetto che, in questo contesto, usare termini diversi avrebbe sicuramente tolto autenticità a questo racconto.

La cosa che più mi ha colpito di Memorie di una maitresse americana è proprio il modo in cui la protagonista racconta le sue vicissitudini. Non si nasconde mai dietro a falsi moralismi e non cerca giustificazioni. Racconta in modo schietto il suo modo estremamente materialista di ragionare criticando l’ipocrisia della società in cui vive. Nell Kimball è diretta, è cruda, è cinica ma in qualche modo è anche fragile e alla ricerca di qualcosa di meglio in cui credere.

Un Punto di Vista Diverso

Sicuramente Memorie di una maitresse americana offre un punto di vista sulla realtà degli ultimi anni del 1800 molto diverso dai grandi romanzi dello stesso periodo. Mi avrebbe fatto però piacere trovare maggiori riferimenti ai fatti storici e ai dettagli quotidiani del periodo in cui si snoda il racconto. Avrei potuto imparare qualcosa in più sulla storia americana.

Memorie di una maitresse americana.

La prostituta Goldie Brown non risulta particolarmente simpatica e non suscita nel lettore empatia perché racconta poco di quello che prova. Tutto si limita a una sequenza di fatti e incontri. Nonostante questo, però, si finisce con il provare tenerezza per questa donna che, in fondo, aveva solo bisogno di essere amata.

Concludo la recensione di Memorie di una maitresse americana consigliando questo libro a chi non ama le storie melensi e a chi è curioso di sapere com’era la vita in un bordello tra il 1800 e il 1900.

Citazione

«Tra una scossa e l’altra procurateci dalle crisi della nostra esistenza, la vita di ogni giorno è veramente molto noiosa perfino in un casino. Sia in una casa sia fuori, come mi accorsi ben presto, per evitare che la piattezza dell’esistere ci precipiti nel tedio o nella disperazione, ciascuno parla delle piccole cose della vita come se fossero grandi e importanti soluzioni. Andiamo avanti costruendoci piccole gioie e piccoli affanni e facendoli diventare grandi.»

Curiosità

Molti sostengono che Memorie di una maitresse americana sia una falsa biografia e che Nell Kimball non sia mai esistita nella realtà. Goldie sarebbe soltanto un personaggio inventato dallo scrittore Stephen Longstreet.

Quanto segue sono infatti informazioni che provengono esclusivamente da Longstreet.

  • Nell Kimball iniziò a scrivere le sue memorie nel 1918 ma le affidò allo scrittore Stephen Longstreet solo quattordici anni dopo, due anni prima di morire. L’autrice si trovava in una situazione economica precaria e sperava di guadagnarci qualcosa.
  • Dopo la chiusura dell’ultimo bordello, l’autrice si dedicò alla compravendita di immobili e al contrabbando di alcol.
  • Nell Kimball si è ritirata dal campo della prostituzione a sessantatré anni ed è morta all’età di ottant’anni, nel 1934, in Florida.
  • Tutti gli editori a cui fu proposto Memorie di una maitresse americana si rifiutarono di pubblicarlo per via del linguaggio ritenuto troppo crudo. La prima pubblicazione del libro avvenne soltanto trentotto anni dopo.

Memorie di una Maitresse Americana – Recensione Libro

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