Comportamento

Non Prendere Posizione

La forza della voce individuale nell'era dell'indifferenza

Non Prendere Posizione

Non prendere posizione è un’azione che sembra innocua ma che può avere gravi conseguenze.

In un mondo complesso come il nostro, la neutralità può sembrare un rifugio sicuro, una scelta prudente o politicamente corretta.

Non prendere posizione

Invece è una forma di complicità, implica una responsabilità morale e può essere estremamente dannosa per la società e l’individuo.

Di solito si preferisce tacere su questioni controverse, sia a livello personale che pubblico. Le persone si astengono dall’esprimere il loro pensiero prevalentemente per evitare giudizi nei loro confronti o conflitti con gli altri.

Ma questo atteggiamento riflette spesso una mancanza di responsabilità, di interesse e di impegno.

Cerchiamo di capire perché non prendere posizione è moralmente sbagliato.

Il Privilegio di Potersi Esprimere

Innanzitutto, è importante riconoscere che non tutti hanno il privilegio di potersi schierare. Esprimere la propria vicinanza ad una questione piuttosto che ad un’altra è una manifestazione della libertà di pensiero e, come sappiamo, molte persone ancora oggi non hanno questa possibilità. Visto che abbiamo la fortuna di vivere in un Paese libero, dovremmo avere anche il coraggio di manifestare il nostro pensiero, soprattutto quando questo fa la differenza, che sia in un dialogo o in una manifestazione pubblica.

In secondo luogo, quando si sceglie di non prendere posizione su questioni importanti, si diventa essenzialmente spettatori passivi di ingiustizie e abusi. Questa passività può contribuire a perpetuare lo status quo e a consentire che l’ingiustizia prosegua. In questo caso la neutralità può essere vista come un tacito sostegno al male.

Si tende a trascurare che quando le persone non si esprimono su questioni importanti, manca il motore del progresso sociale. Il cambiamento richiede una massa critica di individui che si uniscono per lottare per una causa comune. Scegliere di astenersi può ostacolare il progresso e impedire l’opportunità di rendere il mondo un posto migliore.

Perché molti preferiscono non schierarsi? Di solito queste persone mancano di empatia e sono disconnesse dalle reali sfide e preoccupazioni che affliggono gli altri. Senza empatia, è difficile comprendere appieno le implicazioni delle proprie omissioni.

Ciascuno di noi ha una responsabilità nei confronti degli altri. La neutralità può essere vista come un rifiuto di questa responsabilità. Quando preferiamo non prendere posizione su questioni importanti, rifiutiamo di partecipare al bene comune per contribuire a una società migliore.

Non prendere Posizione Normalizza l’Apatia

Un atteggiamento indifferente davanti a questioni importanti può portare a una normalizzazione dell’apatia. Quando vediamo gli altri far finta di niente anche davanti alle ingiustizie, diventa più facile farlo anche noi. Questo può creare un ciclo pericoloso in cui sempre più persone evitano di assumersi responsabilità morali.

La storia ci offre numerosi esempi di situazioni in cui la neutralità è stata un grave errore. La Shoah, l’apartheid in Sudafrica, la segregazione razziale negli Stati Uniti sono solo alcuni esempi di situazioni in cui non prendere posizione ha comportato un sostegno implicito a gravi ingiustizie. Molte questioni che richiedono una presa di posizione riguardano infatti i diritti umani fondamentali. Quando non ci opponiamo alle violazioni di tali diritti, li mettiamo in pericolo e permettiamo che vengano calpestati. E questo è moralmente inaccettabile.

Esprimerci sulle questioni importanti ci costringe a riflettere sulle nostre convinzioni e ad affinare la nostra comprensione del mondo. Tacendo rinunciamo invece all’opportunità di confrontarci con chi la pensa diversamente e quindi di crescere.

In conclusione, non prendere posizione può sembrare una via di mezzo sicura in un mondo complesso e polarizzato ma è importante capire che può comportare delle conseguenze negative. La storia insegna, cerchiamo di imparare da essa.

Lettura consigliata: Come essere antirazzista. Perché è necessario prendere posizione contro ogni discriminazione di Ibram X. Kendi

Come essere antirazzista. Perché è necessario prendere posizione contro ogni discriminazione

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13 Commenti

  1. Non prendere posizione in momenti di dura attualità come questo, tuttavia, può essere l’unic decisione giusta. Da una parte terrorismo puro alimentato anche da atrocità e prevaricazioni, dall’altra violenza cieca che vede solo l’odio attorno.
    Ci sarebbe da tirare un rigo su tutto il territorio e stabilire a chi un pezzo e a chi l’altro. Purtroppo non si è cresciuti mai in pace da quelle parti.. pensa se una mattina ci svegliassimo e pretendessimo la restituzione della Corsica. Ecco.. là si svegliano ogni mattina con qualche pensiero simile, e da anni..

    1. Direi che la posizione da prendere in situazioni come le guerre, almeno per le persone di buonsenso, dovrebbe essere quella delle vittime innocenti di entrambe le bandiere. Queste non sono squadre di calcio per cui fare il tifo. Qui c’è in gioco la vita e la morte di migliaia e migliaia di persone che hanno ben altri problemi che quello dei confini territoriali. Ed è sempre così! Un proverbio africano dice :”Quando gli elefanti combattono, è sempre l’erba a rimanere schiacciata”.
      Dovremmo scandalizzarci del fatto che nel 2023 accadono ancora queste cose.
      Un saluto.

  2. Ho riflettuto e sto riflettendo molto, su ciò che accade e ho come l’impressione che le guerre oggi siano molto cambiate e si siano complicate. Sembra che non abbiano mai fine. Una volta almeno, conclusa una guerra chi l’aveva scatenata doveva risarcire i danni di guerra. Ciò poteva servire da deterrente, così ci avrebbero pensato due volte prima di scatenarla, ma credo che gli uomini si siano messi in testa l’idea di essere invincibili! Si credano degli dei!
    Poi si finisce con lo scoprire che altri per i propri interessi ci hanno messo lo zampino, hanno soffiato sul fuocherello o contribuito a rivoltarlo del tutto!
    Intanto chi produce armi si arricchisce alimentando la morte, anche di chi della guerra ne farebbe benissimo a meno, anzi se beneficiasse di tutti quei soldi spesi inutilmente e solo per distruggere risolverebbe molti dei suoi problemi e vivrebbe meglio.
    Oggi si sente parlare molto di crisi ambientale, ma si parla poco di cosa possa avere “sollevato” un bombardamento in una zona contaminata da radiazioni come quella ucraina, della dispersione di materiali nocivi come l’amianto usato per lunghi anni nella costruzione di edifici e nelle coperture in eternit, che una volta sbriciolato è una bomba a orologeria per la salute, e il cui smantellamento pare uscito dalle agende pubbliche. E che dire dell’uso di uranio impoverito nelle bombe in Kosovo, dei metalli pesanti usati nella produzione di armi. Chissà cosa ancora non sappiamo di cosa è accaduto e sta accadendo in tutte queste guerre. Chi risponderà di tutti quei morti, sacrificati in nome di chi e cosa? Chi risponderà dei danni alla salute e all’ambiente che inevitabilmente ricadranno su tutti? Chi pagherà?
    Ormai nelle guerre ognuno fa come gli pare, sono caduti tutti quei limiti che traducevano in crimine ogni eccesso, ci stiamo disumanizzando e autodistruggendo e sembra che vada bene così!!
    Io vivo la mia vita in modo responsabile, mi costruisco una famiglia, una casa e mi indebito pure per poterlo fare, cresco i miei figli con sacrifici, in modo sano, cerco di dar loro gli strumenti per costruirsi un futuro migliore del mio, nella legalità e senza essere un peso per la comunità possibilmente. E poi un giorno qualcuno decide di scatenare una guerra e di distruggere dalla sera alla mattina tutto quello che con fatica e rigore abbiamo costruito!? Manda in guerra sacrificando i nostri figli come niente fosse, avendo sempre preteso, e poco o nulla dato al sostegno della famiglia? Ma stiamo scherzando? Non siamo più ai tempi in cui si facevano 9 o 10 figli di cui i genitori manco si ricordavano i nomi, destinati a lavorare fin da piccolissimi, trattati come straccioni, altro che istruzione… un popolo ignorante è un popolo più gestibile e manipolabile, no? Meno pensa meglio è… sarà per questo che la nostra scuola è stata boicottata per tanti anni e lo è ancora?
    E poi tutte queste bugie, tutte queste falsità con cui si vorrebbe giustificare la guerra… e invece dietro ci sono i piani più biechi tesi a nascondere le verità, favoriti dalla nostra memoria a breve termine. Non riesco per esempio a capire come due popoli fratelli, russi e ucraini, israeliani e palestinesi, possano combattere gli uni contro gli altri senza voler tentare di trovare una soluzione a tavolino magari con l’aiuto di una terza parte, di un intermediario.
    E tutta questa distruzione! Che sia la natura a provocarla poco possiamo fare se non prevenirla quanto ci è possibile, ma quella provocata volontariamente dall’uomo… è solo stupidità!
    Mio padre spesso usava dire che era una cosa stupida pensare di risolvere una crisi economica con la guerra. Eppure vedi come tutti corrono senza vergogna ad accaparrarsi la ricostruzione con, addirittura, la guerra ancora in corso. Ma è normale tutto questo? Non so a voi, ma all’inizio a me faceva strano vedere in Ucraina con quanta cura si preservavano i monumenti storici del passato (e per carità è più che giusto!) e quanta poca se ne è avuta nel presente per la vita e la dignità delle persone. Come in ogni guerra godono i cattivi che si sentono autorizzati a compiere le violenze più inaudite. Mi ricordo ancora l’orrore che ho provato nell’immedesimarmi in quelle persone che a Sarajevo venivano colpite dai cecchini mentre andavano in cerca di cibo. Non so se ci rendiamo conto che l’inferno ce lo costruiamo proprio noi.
    Del resto andando a leggersi qualche articolo del passato in cui si analizzano i fatti, si discutono i cambiamenti, capisci che c’erano già problemi di conflitti etnici e di interessi, di corruzione e di difficoltà economiche, di scarsità di acqua e di terreni fertili, di esasperazione dei popoli al fine di impossessarsi dei territori e delle risorse che posseggono. Tutti fatti sottovalutati, che si pensava non ci riguardassero, di cui ancora non si parla o si parla poco, si preferisce parlare di orgoglio, di principi (qualcuno addirittura di religione!) quando invece è solo mera propaganda per ottenere più spettatori in Tv, più elettori alle prossime elezioni.

    1. È tutto vero quello che hai scritto e la cosa più triste di tutte è che per la maggior parte della gente tutto questo è normale. Ci stiamo abituando all’orrore, alle ingiustizie, alle speculazioni sul sangue di persone innocenti. Tutto ci sembra accettabile… fino a che non tocca a noi subire tutto questo. Purtroppo l’empatia è la grande assente di questo secolo. Si vedono le ingiustizie solo quando ci riguardano e, in quel frangente, ci si sconvolge perché nessuno fa niente!
      Se accadesse in Italia ciò che sta accadendo altrove, forse, molti nostri concittadini vedrebbero le cose diversamente. Ma è possibile che certe cose bisogna provarle sulla propria pelle prima di rendersi conto di ciò che provano gli altri? Basterebbe un po’ di sensibilità ed attenzione in più.

  3. Quello che noto è che ci stanno abituando alle notizie tragiche e ci vogliono portare a pensarla come dicono loro. Non che Putin per dire sia un santo ma men che meno Zelensky o Biden e gli altri presidenti americani. Crozza in uno spettacolo di diversi anni fa raccontava di cosa potevano fare gli Europei per fare incazzare Putin. Hanno fatto esattamente quello. Le guerre non si risolvono con le bombe e ammazzando civili. Ma qui sto divagando sul tema. Vorrebbero portarci a pensarla tutti come decidono loro. Decidere chi sono i buoni e chi i cattivi da combattere. Se non riesci a cercare più notizie o informarti meglio ci riescono pure. Per questo è importante capire e prendere posizione. Siamo tutti coinvolti ma la TV passa messaggi tragici per impietosirci verso una popolazione ma come per tranquillizzarci che tanto succede a loro. Ma specialmente in questa epoca non succede solo a loro. Serena giornata

    1. Le immagini che arrivano dalla guerra sono sconvolgenti. Solo quelle dovrebbero farci riflettere… e invece, sia nei social che nei tg, le vedo inframezzate da una moltitudine di stupidaggini inutili.
      È tutto davvero molto triste e preoccupante. Gli esseri umani stanno perdendo del tutto la loro umanità.
      A presto.

  4. Difficile prendere posizione quando si vedono ragioni e torti da entrambe e parti in gioco come nel conflitto ebreo-palestinese e penso che in questo caso si sia più o meno tutti d’accordo. Ma ci sono volte in cui prendere una posizione significa avere la certezza di vivere male uno scontro, anche un semplice scambio di vedute. Durante la pandemia ho sofferto molto il giudizio e il pregiudizio della gente, pure di persone insospettabili. Da allora non mi sono più espressa e non ho più partecipato a discussioni che mi vedessero in minoranza. Non per paura del giudizio o della critica altrui, ma solo per spirito di autoconservazione. Se non vale la pena, perché intervenire o assumere un ruolo attivo in una discussione?

    1. Perché permette anche agli altri di avere un altro punto di vista. In una discussione non è necessario arrivare ad alzare i toni. Si espone il proprio pensiero, anche quando è l’unico contrario, e poi si cerca di rispondere con civiltà alle domande e alle critiche sul proprio modo di vedere le cose. Se si viene attaccati senza alcuna possibilità di dialogo, semplicemente, non si ribatte. Ma è sempre importate far vedere che quando si prende una determinata posizione, lo si fa con coscienza e dopo un ragionamento che ha delle basi… non perché una parte ci sta più simpatica dell’altra.
      Soprattutto in questa epoca in cui perfino lo smartphone ci mostra soltanto argomenti che sono di nostro gradimento, è importante mettersi alla prova con persone che non la pensano come noi. Questa sì che è autoconservazione!
      Buona domenica.

      1. Ci ho provato, ma di fronte alle offese gratuite ho alzato le mani: si è ragionevoli con chi è ben disposto verso il dialogo, ma se una persona ti affronta solo perché vuole avere ragione a tutti i costi, allora è davvero tempo perso (e salute sacrificata, aggiungo, con un pizzico di amarezza)

        1. Ti suggerisco un piccolo trucco psicologico. Quando ti offendono, non perdere la calma, resta in silenzio e guardali negli occhi. La reazione è sempre molto interessante. 😉
          Saluti.

  5. Buongiorno Mr. Loto.
    Ottimo il tuo post. In effetti prendere posizione è importante anche per comprendere noi stessi e vedere se siamo nel giusto o nell’errore. Serve anche per poter cambiare idea, cosa altamente intelligente.
    Se nelle guerre fosse così allora la pace sarebbe assicurata. 😉
    Grazie e buona giornata.

    1. Proprio così! Pensa a come sarebbe bello se le persone diventassero tutte capaci di assicurare la pace… non solo tra gli stati ma anche nelle famiglie!
      Buona serata.

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