Chi sono le Persone Altamente Sensibili
Le persone altamente sensibili (PAS) hanno un funzionamento neurologico differente da quello che è considerato normale. Questo comporta una sensibilità maggiore rispetto alla media del sistema nervoso centrale agli stimoli fisici, emotivi e sociali. (1)
Anche se la sensibilità è un dono, quando è troppo marcata può creare dei problemi.
La definizione PAS è stata coniata nel 1996 dalla psicologa Elaine Aron e da allora il tema ha suscitato un crescente interesse.
L’ipersensibilità dipende da una varietà di fattori come l’evoluzione, l’ambiente e la genetica. (2, 3)
Anche le esperienze della prima infanzia hanno un ruolo importante. Se hai subito un trauma da piccolo o i tuoi genitori erano molto freddi nei tuoi confronti, hai maggiori probabilità di diventare un PAS da adulto.
Sebbene le persone altamente sensibili siano giudicate negativamente nella nostra società che le etichetta come “troppo sensibili”, hanno tratti caratteriali molto interessanti.
Quanto sono comuni le persone PAS? Si ritiene che costituiscano circa il 20% della popolazione. (4)
Come sono le persone altamente sensibili?
Prima di tutto è importante ricordare che non esiste una diagnosi ufficiale di alta sensibilità. Se ti è stato detto che sei “troppo sensibile” o che “pensi troppo” potresti essere una persona altamente sensibile. Questo non significa che tu abbia una malattia mentale, è solo un tratto della personalità che comporta una maggiore reattività agli stimoli.
Come riconoscere una persona PAS?
Ci sono diversi tratti comuni tra le persone altamente sensibili. I ricercatori hanno identificato le caratteristiche più comuni di questo tipo di personalità.
- Solitamente evitano i film troppo violenti perché gli suscitano delle emozioni troppo intense e li agitano.
- Sono profondamente commossi dalla bellezza dell’arte, della natura o dello spirito umano.
- Sopportano male gli stimoli sensoriali come il rumore, la musica alta, la folla, le luci troppo brillanti e gli abiti scomodi.
- Sentono il bisogno di ritagliarsi dei momenti per stare da soli, magari in una stanza buia e silenziosa.
- Hanno una vita interiore ricca e complessa, accompagnata da riflessioni profonde e sentimenti forti.
Essere persone altamente sensibili significa sentirsi offesi anche da chi non intende nuocere e magari sta facendo del suo meglio per essere gentile. Significa avere degli incredibili momenti di buonumore e dei picchi assoluti di tristezza. Significa odiare il confronto sociale o deludere le aspettative degli altri. Purtroppo si è soggetti a forte stress ed ansia per ogni piccolo cambiamento, anche se è qualcosa di positivo come una promozione o un viaggio. Dato che i PAS sono i peggiori critici di sé stessi, sono perfezionisti, ma anche più inclini a rimuginare su tutto e all’insicurezza.
Spesso l’alta sensibilità viene confusa con l’introversione, il disturbo dell’elaborazione sensoriale, l’autismo e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, ma sono tutte cose diverse. È però importante ricordare che l’ipersensibilità può verificarsi in concomitanza ad altre condizioni di salute mentale.
Come Gestire la Propria Ipersensibilità?
Se sai come gestire le caratteristiche uniche dell’essere ipersensibile, puoi renderlo il tuo punto di forza. Uno dei principali vantaggi di essere un PAS è la capacità di entrare in empatia. L’empatia è uno strumento che può promuovere relazioni forti e una vita emotiva profondamente appagante.
La sfida delle persone altamente sensibili è riuscire a ridurre lo stress e le emozioni forti, a volte devastanti, che provano.
Ecco qualche suggerimento per riuscirci.
- Evita situazioni che ti fanno sentire sopraffatto come i luoghi affollati o i ritmi frenetici.
- Impara a dire di no. Crea dei perimetri per il tuo benessere emotivo senza sentirti in colpa per questo.
- Evita i fattori di stress come le discussioni accese o i conflitti di altro genere.
- Crea uno spazio sicuro, una stanza in cui rifugiarti quando hai bisogno di tranquillità.
- Osserva le tue reazioni di fronte a determinati stimoli e impara a riconoscerle. In questo modo sarai preparato a gestire i tuoi sentimenti in situazioni difficili per assicurarti di non esserne travolto.
Lettura consigliata: Persone altamente sensibili. Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge di Elaine Aron
Deve essere un libro interessante. Come in ogni cosa alla fine il bene e il male c’è anche in questo modo di essere. Penso che sia vero che le persone molto sensibili abbiano dei momenti di su e giù di morale molto impegnativi e che non sia sempre soltanto un pregio anche se non è nemmeno un difetto. Serena giornata
…è solo un modo di essere, una connotazione personale. Purtroppo però, molti non sanno neppure di essere dei PAS e quindi passano la vita a sentirsi diversi, “difettati”.
Ciao Ely, a presto!
Eh sì ho idea che mia figlia si senta “difettata” devo farle leggere il tuo post, magari si “illumina” e riesce a superare qualche momento difficile che altrimenti avrebbe vissuto in maniera più pesante. Serena giornata
Buona giornata anche a te.
Dai mister è vero che siamo ancora in un periodo festivo e di spumanti e vini con varie “etichette” ne stanno in giro ma questa non la conoscevo.So che gli equilibri in tutto risolvono gran parte dei problemi ma mi viene anche il timore di etichettare l’aria che respiriamo, sto vedendo sempre più persone ipocondriache,(altra etichetta per etichettare)al minimo tick consultano il web o i libri per conoscere il nome di una probabile malattia che risponde a quel malessere.Ma non corriamo il rischio di non riuscire ad essere indipendenti da dipendenze?
…poi quasi una autoanalisi la tua ,perdonami
Buon Anno di leggerezza anche qui 😉
Più che di “etichettare” io parlerei di “identificare”. È stata proprio una ragazza PAS a parlarmi di questo tipo di ipersensibilità e mi ha confidato che da quando ha scoperto che esistono tante altre persone come lei si sente meglio, più “normale”, meno incompresa. Per alcuni è importante dare un nome a ciò che si prova.
Ciao Lara, buon 2023.
Io ponevo proprio l’attenzione sul senso morboso di dare sempre un nome a quel che si prova sentendosi “anormali”… Adesso mi accorgo anche che la “normalità” è essa stessa garanzia di benessere.Sembra un gioco di parole controverso,e sorrido perché mi viene in mente Vittorino Andreoli “La normalità è noiosa. Amo i matti perché sono originali”
Mister sono certa che noti anche te che sentiamo di avere sempre un “nemico da combattere”…oggi è toccato alla troppa sensibilità e domani?..e ancora Andreoli “Siamo in una cornice di civiltà disastrosa. La superficialità porta l’identità a fondarsi sul nemico. Se uno non ha un nemico non riesce a caratterizzare se stesso.”
Forse oggi diciamo la stessa cosa ma con vedute differenti mister,grazie a te
Scusa Lara, nel mio post vedi l’ipersensibilità descritta come un “nemico da combattere”? È solo un voler prendere coscienza del fatto che essere “diversi” non significa essere anormali o avere qualcosa che non va.
Dato che le persone altamente sensibili spesso si ritrovano a sentirsi sole in una società che è meno complicata per quelli meno sensibili, mi sembra una buona cosa parlarne e proporre qualche piccolo suggerimento per essere sé stessi in modo sereno o per non creare disagio a qualcuno che conosciamo che è molto più sensibile di noi. Tutto qui.
Nessuna etichetta, nessun giudizio, nessun nemico.
Buona serata.
“Scusa Lara, nel mio post vedi l’ipersensibilità descritta come un “nemico da combattere”?
Non dalla “persona”che ho conosciuto in questo spazio per lungo tempo,non pensavo dovessi specificarlo…ma l’ho dedotto anche dalla realtà della stessa società di cui parli:
“Sebbene le persone altamente sensibili siano giudicate negativamente nella nostra società che le etichetta come “troppo sensibili”, hanno tratti caratteriali molto interessanti.
Io amo le persone ipersensibili,amo anche quelle insensibili… chissà con quale sigla verrò identificata.
Grazie per il chiarimento
Io ti identifico come una persona consapevole. 🙂
Ciao.
Mister oggi ho vissuto qualcosa che ti riguarda,mi è stata proiettata una situazione in cui mi aiutavi a capire ,domande che ponevo a te sono state poste a me…si mi ritengo consapevole soprattutto verso chi con me lo è stato.Ti abbraccio
Funziona così, è una catena.
Un ritratto accurato. Metto in lista il libro.
Fai bene, è un testo interessante scritto proprio da Elaine Aron, la psicologa che per prima si è accorta di questo tipo di sensibilità.
Un saluto.