Vite che non Sono la Mia – Recensione Libro
Vite che non Sono la Mia
di Emmanuel Carrère

Titolo originale: “D’autres vies que mienne”
Genere: Biografia
Anno di pubblicazione: 2009
Editore: Adelphi
Traduzione di Federica Di Lella
Trama
In Vite che non sono la mia l’autore racconta in prima persona la storia di diverse persone che ha incontrato. Sono tutte vite contrassegnate dal lutto, dalla malattia, dai debiti o dalla disabilità.
La storia parte da un viaggio in Sri-Lanka nel 2004, nello sfortunato momento in cui lo Tsunami che ha ucciso più di duecentomila persone si abbatté sulle coste di quella nazione. Qui Emmanuel e la sua compagna Hélène conoscono una coppia francese destinata a perdere la propria figlia di quattro anni durante quella calamità naturale. Tornati in Francia dopo quella toccate esperienza, altre brutte notizie li aspettano.
Incipit
«La notte prima dell’onda, ricordo che io ed Hélène abbiamo parlato di separarci. Non era complicato: non vivevamo sotto lo stesso tetto, non avevamo figli insieme, potevamo addirittura pensare di rimanere amici; eppure era triste. La memoria andava a un’altra notte, poco dopo il nostro incontro, interamente trascorsa a ripeterci che ci eravamo trovati, che avremmo vissuto insieme per il resto dei nostri giorni, che saremmo invecchiati insieme, e perfino che avremmo avuto una bambina»
Recensione di Vite che non sono la mia
Inizio la recensione di Vite che non sono la mia con una presa di coscienza. Gli autori francesi hanno sempre uno stile elegante e gradevole, senza il bisogno di ricorrere a particolari ricercatezze lessicali. Emmanuel Carrère non fa eccezione e di questo autore, di cui prima non avevo letto nulla, mi ha colpito proprio lo stile. Ha un modo di scrivere estremamente moderno, senza troppi fronzoli, eppure dettagliato e sorprendentemente preciso. Per il momento non conosco altri autori che sappiano cogliere e raccontare così bene le caratteristiche delle altre persone.
Carrère ha il pregio di saper cogliere cosa è davvero importante raccontare da ciò che non lo è. Si vede che l’autore è più interessato a ciò che racconta piuttosto che a mettere in mostra le proprie qualità letterarie (peraltro comunque evidenti). Sicuramente Emmanuel Carrère è nato per fare lo scrittore.

Vite che non sono la mia ha una trama triste, come solo la realtà sa essere, eppure Carrère racconta i fatti senza lasciare nel lettore strascichi di dolore. Questo l’ho apprezzato moltissimo, soprattutto perché viviamo in un’epoca in cui tutto viene reso più drammatico per far leva sul sentimentalismo. Al termine della lettura, nonostante le vicende drammatiche lette, prevale la fiducia nel futuro e nella vita, e questo è come dovrebbe essere sempre!
Per certi versi mi ha ricordato Un altro giro di giostra in cui Tiziano Terzani raccontava del tumore che l’ha poi ucciso.
Affronta la realtà
Credo che questo libro susciti emozioni diverse a seconda di chi lo legge. Per questo mi è molto difficile darne una valutazione. Sicuramente io l’ho letto nel periodo sbagliato della mia vita dato che avrei avuto bisogno di una lettura che spingesse più sull’allegria che sulla tristezza.
Vite che non sono la mia è infatti una lettura che costringe a guardare in faccia alla realtà quando le cose non vanno bene, non permette poetiche evasioni. Tuttavia, sono certo che per altri questo libro possa essere interessante, soprattutto perché racconta delle storie di vera vita vissuta. In questi casi c’è sempre da imparare.
Concludo la recensione di Vite che non sono la mia consigliando questo libro a chi ha bisogno di riflettere sugli alti e bassi della vita e a chi pensa di essere infelice anche se tutto intorno a lui sembra andare bene.
Citazione
«Bisognava resistere e lui resisteva. Reggeva tutto quanto, ci sollevava da tutto, ci trascinava tutti nella sua scia. E intanto, con la coda dell’occhio, non smetteva di guardare Delphine, e ricordo di aver pensato: questo è amare veramente, e non c’è niente di più bello di questo, un uomo che ama veramente la propria compagna.»
Curiosità
- Emmanuel Carrère è nato a Parigi nel 1957 e, oltra ad essere uno scrittore è anche sceneggiatore e regista.
- Nel 2010 l’autore è membro della giuria del concorso ufficiale del Festival di Cannes, presieduto da Tim Burton.
- I libri di Carrère sono stati inizialmente pubblicati in italiano da Einaudi ma non hanno avuto un grande successo di vendite. Nel 2012 Adelphi pubblica Limonov che diventa un best-seller, aprendo la strada alla nuova pubblicazione delle precedenti opere con questa casa editrice.
- Emmanuel Carrère soffre di una grave forma di depressione e di bipolarismo.
Vite che non Sono la Mia – Recensione Libro