Avere un Figlio non è un Diritto
Avere un figlio non è un diritto, anche se quest’idea è profondamente radicata in molte società. Nonostante la sentenza n. 13217 del 2014 della Corte Costituzionale reciti che “la scelta di una coppia di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi”, la questione è molto più complessa di quanto possa sembrare a prima vista.
L’atto di procreare non dovrebbe essere considerato solo come un’espressione di desiderio individuale, perché è una responsabilità enorme che richiede dedizione e sacrificio e anche dei requisiti essenziali.
Nella nostra epoca avere un bambino sembra spesso ridursi a una sorta di status symbol, l’esperienza è privata del significato profondo di essere genitori. Un figlio non è un oggetto da desiderare e poi esibire come una nuova auto.
Avere un figlio non è un diritto perché non riguarda esclusivamente chi lo mette al mondo. Un bambino è un individuo unico, con bisogni emotivi, fisici e sociali. E soprattutto non è una proprietà dei suoi genitori.
Eppure osserviamo sempre più coppie che, una volta che il loro desiderio di procreare è stato soddisfatto, sembrano dimenticare l’importanza cruciale di essere presenti e di educare i loro figli.
In tutti gli animali è presente un forte istinto riproduttivo, essenziale per la sopravvivenza della specie. Negli esseri umani, però, questo istinto non può essere considerato l’unico fattore determinante nella decisione di avere figli. Se si ha un minimo di coscienza ci sono molti altri fattori che dovrebbero essere presi in considerazione.
La Responsabilità Verso il Nuovo Essere Umano
Avere un figlio significa assumersi la responsabilità per il benessere fisico, emotivo e sociale di un altro essere umano. Per questo sono necessari dei requisiti che, nonostante il desiderio di diventare genitori, non tutti possiedono, spesso per deliberata scelta. Anche per questo avere un figlio non è un diritto.
Per quanto sia importante anche la posizione economica, ci sono fattori ancora più importanti. Ad esempio, molte persone pensano che una gravidanza possa salvare una relazione in crisi o legare il partner a sé per sempre. C’è chi vuole dei figli per combattere la solitudine o assicurarsi degli eredi e dei badanti in vecchiaia. Altri cercano nei figli il senso della propria vita. Altri ancora vogliono dei bambini nonostante le loro scelte di vita non abbiano creato le condizioni migliori per la nascita di un nuovo essere umano. Ci sono persone che non sono risolte, che hanno problemi psicologici o dipendenze, che non sono mai cresciute o non hanno mai voluto assumersi delle responsabilità, eppure decidono di diventare dei genitori.
Così vengono al mondo bambini che partono già senza una mamma o un papà oppure in famiglie disfunzionali, bambini piegati dalle aspettative dei genitori o che non hanno buoni esempi da seguire, esseri umani che non sapranno mai cos’è l’amore disinteressato perché non l’hanno mai visto all’interno della propria famiglia.
Avere un figlio non è un diritto perché è necessario essere in grado di affrontare le difficoltà che accompagnano la crescita di un bambino, così come di offrire amore, sostegno e guida lungo il percorso della vita. Essere genitori comporta anche rinunciare alla propria felicità per non compromettere quella dei figli.
Il Divorzio e i Figli
Molti genitori si preoccupano di soddisfare i desideri materiali dei loro figli ma trascurano l’importanza dell’educazione emotiva. I bambini hanno bisogno di affetto, attenzione e tempo trascorso con loro per sviluppare una sana autostima e una comprensione delle proprie emozioni. Ma anche la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa è essenziale per insegnare ai bambini valori morali e comportamenti appropriati. Senza un buon esempio da seguire, i figli possono crescere con una visione distorta del mondo e dei rapporti umani.
Per questo mi rattristo molto quando sento dire a coppie con figli che divorziano che lo fanno anche “per il bene dei bambini” che li vedono litigare di continuo. Se vuoi il bene dei tuoi figli, resti insieme al tuo coniuge e mantieni un rapporto civile davanti a loro. Perché i figli soffrono sempre quando i genitori si separano. Sempre.
Se il papà ha una nuova fidanzata o la mamma frequenta qualcun altro, significa che la loro felicità conta di più di quella dei loro figli. Ed è questo modello egoistico che i bambini assimilano attraverso l’esempio, riproponendone lo schema nelle loro relazioni da adulti.
Avere un Figlio non è un Diritto – Conclusioni
Bisogna riflettere a fondo sul significato di essere genitori e sull’importanza di fornire ai propri figli non solo beni materiali ma anche affetto, attenzione, tempo e un buon esempio. Avere un figlio non dovrebbe essere visto come un traguardo da raggiungere ma come un impegno continuo verso un’altra vita.
In definitiva, avere un figlio non è un diritto inalienabile ma una scelta che comporta una grande responsabilità. Certo, è giusto che tutti dispongano della libertà di avere un figlio ma questa dovrebbe sempre essere accompagnata dalla consapevolezza delle proprie capacità e risorse, nonché delle necessità del potenziale bambino.
Lettura consigliata: Il libro che vorresti i tuoi genitori avessero letto di Philippa Perry
Sono d’accordo con quanto dici. Avere dei figli significa in primis assumersi una responsabilità, che è una grande responsabilità. Crescerli significa fornire loro dei modelli, perché è ovvio che saranno, un giorno, tutto quello che all’interno della famiglia riceveranno: l’acquisizione dei valori parte da lì. Generalizzare aiuta a spiegare un punto di vista ma non esaurisce il campo delle possibili situazioni: le separazioni sono sempre dolorose, ma vanno valutate caso per caso. Una coppia che divorzia non deve usare i figli come strumento di ricatto, deve mantenere con loro un rapporto coerente con l’amore che è stato loro dato, soprattutto deve porli sempre e comunque al primo posto su tutto. Proprio questo manca tante volte nelle famiglie che si sfasciano: il riconoscere le priorità.
Purtroppo anche nelle famiglie che non si sfasciano spesso si fa fatica a dare le giuste priorità… considerando l’aumento vertiginoso dei suicidi e dell’autolesionismo tra i giovanissimi c’è un enorme vuoto emotivo e spirituale da colmare e di cui, evidentemente, le famiglie non si rendono conto. La situazione è preoccupante e sarebbe importante parlarne di più.
Buona serata.
Non abbiamo figli, e non nasconde che ne avremmo voluti, anche uno solo. Ma questo ha scelto il fato e non abbiamo mai pensato di fare cose folli per contraddirlo, nemmeno adottandone. Dici bene, avere figli non è un diritto, e quando ne vengono bisogna arricchirsi anche di responsabilità e consapevolezza, oltre che di felicità, ma sembra che tanti agiscano coi propri figli in maniera a dir poco leggera. Questione di educazione ricevuta, prima ancora di quella precaria offerta. Purtroppo il mondo odierno non aiuta, e il degrado etico è sotto gli occhi di tutti, tranne di quelli che lo alimentano..
Sono d’accordo con te, il mondo circostante non aiuta… purtroppo.
Ciao, a presto.
Buongiorno, sì un figlio non è un diritto e nemmeno una proprietà. Concordo sul senso di responsabilità per i genitori quando hanno dei figli ma mi trovo titubante sul fatto di restare assieme anche se non si va d’accordo. Certo i figli soffrono sempre se vi è una separazione ma sono pensierosa sul fatto di restare comunque assieme. Io non ho problemi di questo genere anche se la vita matrimoniale non è mai solo rose e fiori ma penso … non sempre le persone riescono a non litigare. Per il mettere i figli in mezzo quello è assolutamente da non fare e anche qui conosco persone separate che lo fanno. Purtroppo gli esseri umani non sono spesso coerenti. Serena giornata
Personalmente credo che la separazione sia totalmente condivisibile esclusivamente nel caso in cui uno dei due coniugi o i figli subiscano violenza. Negli altri casi credo che, se si hanno a cuore i propri figli, si debba tentare di mantenere un ambiente sereno, nonostante tutto.
So che questa tematica suscita perplessità… ma basta rifletterci con onestà per rendersi conto che quasi sempre ci si lascia non perché sia la cosa migliore per i figli ma soltanto perché è la cosa migliore per noi.
Buona serata.
Eh non lo so. Ci sto pensando su e posso capire che da un certo punto di vista il tuo discorso sia giusto. Però non so è difficile e penso se litigassi con mio marito sempre non so mia figlia se sarebbe contenta stessimo assieme. Sicuramente soffrirebbe. È dura mettersi in panni che non vivi. Bo … serena giornata e buon fine settimana
…infatti bisognerebbe sacrificarsi e cercare di non litigare. Per litigare bisogna essere in due….
Un figlio è sicuramente una grossa responsabilità. Bisogna mettere in conto che la propria vita sarà completamente stravolta negli orari, negli impegni, nel tempo libero, nel potere economico, nella frequentazione degli amici…La coppia deve essere salda, unita, decisa a collaborare, ad insegnare gli stessi ideali, le stesse regole, gli stessi valori. Se la coppia è già fragile è inutile mettere al mondo un figlio con l’idea di rinsaldarla. Un figlio chiede sacrifici, rinunce, amore, collaborazione…quante coppie che conosco si sono divise proprio dopo aver avuto figli? Tante. Meglio pensarci bene. La società in cui viviamo è difficile e un giovane ha bisogno di una famiglia solida che lo supporti. Perlomeno, se proprio ci si deve lasciare, farlo almeno con civiltà, senza usare il figlio per mettersi in cattiva luce l’un l’altro.
Noi abbiamo un figlio solo e continuiamo a preoccuparci per lui, anche se ha più di trent’anni e convive con una compagna. Perché un figlio è per sempre e la sua felicità ci starà a cuore per tutta la vita.
Le tue parole, da madre, trasmettono il concetto che volevo esprimere molto meglio del mio post! 😉
Un caro saluto.