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Educazione Emozionale e Benessere Mentale

Perché è Importante Parlarne nelle Scuole

Educazione Emozionale e Benessere Mentale

Negli ultimi anni il concetto di educazione si è spinto oltre i tradizionali confini delle materie accademiche, interessandosi anche al benessere emotivo e mentale degli studenti. Prende sempre più piede l’idea che le scuole non debbano essere soltanto luoghi dove si imparano nozioni, ma spazi in cui i ragazzi si sentono accolti e supportati.

L'educazione e mozionale

In questo contesto, l’educazione emozionale e il benessere mentale stanno diventando fondamentali, specialmente in un’epoca in cui le dinamiche familiari spesso non riescono a offrire tutto il sostegno necessario.

Cos’è l’Educazione Emozionale?

L’educazione emozionale, o socio-emotiva, è l’insegnamento di abilità che permettono agli studenti di comprendere e gestire le proprie emozioni, per relazionarsi meglio con gli altri e prendere decisioni consapevoli.

Il sogno è una scuola che insegni a risolvere problemi di matematica ma anche a gestire un litigio con un amico. L’educazione emozionale mira a far capire perché ci si sente stressati prima di un esame e a trovare un modo costruttivo per esprimere la propria frustrazione senza sfociare nella violenza.

È dimostrato che quando i ragazzi si sentono bene con sé stessi e con gli altri, sono più motivati a studiare e a seguire le lezioni. E questo crea un circolo virtuoso: un ambiente scolastico positivo migliora il benessere degli studenti, che a loro volta migliorano l’ambiente scolastico.

Con l’aumento dello stress e dell’ansia tra i giovani, dovuto a una combinazione di pressioni scolastiche e alla carenza di comunicazione e supporto emotivo in famiglia, le scuole diventano luoghi cruciali per fornire quel sostegno che a casa potrebbe mancare. Non tutti i ragazzi hanno genitori o tutori con il tempo, la capacità o la sensibilità per affrontare con loro questioni emotive e psicologiche.

Spesso, la scuola è il primo e unico luogo in cui si affrontano questi temi in modo strutturato.

Benessere Mentale: Una Priorità

La salute mentale dei ragazzi è una questione urgente.

Cosa può fare una scuola per promuovere il benessere mentale? Innanzitutto, deve essere un luogo dove gli studenti si sentono sicuri di esprimere le proprie emozioni senza paura di essere giudicati. Questo implica creare una cultura scolastica che valorizzi il dialogo e l’empatia. È poi importante che il benessere mentale venga trattato come parte integrante dell’esperienza scolastica.

Incorporare l’educazione emozionale nelle lezioni quotidiane non richiede un enorme sforzo, sarebbe infatti sufficiente integrare queste competenze nelle materie esistenti. Per esempio, durante una lezione di storia si possono discutere le motivazioni emotive dietro le decisioni degli imperatori o degli ammiragli. Oppure, in una lezione di scienze si potrebbe esplorare come le emozioni influenzano il funzionamento del cervello.

Attività pratiche come giochi di ruolo, discussioni di gruppo e progetti collaborativi possono anche essere modi efficaci per sviluppare abilità socio-emotive.

Gli insegnanti sono spesso i primi a notare quando qualcosa non va con i loro studenti. Ecco perché è fondamentale che abbiano gli strumenti per affrontare queste situazioni. Avere una formazione di base sulla gestione delle emozioni può fare una grande differenza.

Anche piccoli gesti, come ascoltare uno studente o incoraggiare la cooperazione tra compagni, possono migliorare il benessere mentale di un’intera classe.

La Carenza di Comunicazione in Famiglia

Un aspetto cruciale da considerare è la mancanza di comunicazione aperta e sincera all’interno di molte famiglie. In un mondo sempre più complicato, i genitori spesso faticano a trovare il modo per parlare davvero con i propri figli, ascoltando le loro preoccupazioni e fornendo il sostegno emotivo di cui hanno bisogno. Questo può lasciare molti ragazzi a gestire da soli le proprie emozioni, senza sapere a chi rivolgersi.

Quindi è solo a scuola che i ragazzi possono imparare come comunicare in modo efficace, affinché possano migliorare anche le loro relazioni familiari. Promuovere un dialogo aperto e onesto a scuola può incoraggiare gli studenti a replicare questo approccio anche a casa, migliorando la qualità delle loro interazioni con i genitori e i fratelli.

Parlare di educazione emozionale e benessere mentale nelle scuole è essenziale per preparare i ragazzi a vivere una vita equilibrata e soddisfacente. In questo modo si formeranno persone più consapevoli, empatiche e pronte ad affrontare le sfide della vita adulta.

Lettura consigliata: L’educatore emozionale. Percorsi di alfabetizzazione emotiva per tutta la vita

di Maria Buccolo

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10 Commenti

  1. L’ormai classica tendenza (certificata dal mondo Psicologico) a valorizzare come fondamentali tra le emozioni quelle cosiddette negative (rabbia, paura, disgusto, tristezza e.. udite, udite! anche gioia), fa si che che diventi fondamentale e quasi necessaria un’assistenza psicologica per salvaguardare le nuove leve.. ci si mette anche l’industria cinematografica coi suoi film a senso unico tipo Inside Out..ed ecco il proliferare di analisti e counselor.. forse dovremmo insegnare di più alle famiglie e alla scuola, invece di far apparire tutta una serie di “mostri” ai nostri ragazzi.. non siamo cresciuti con tutti questi assilli, eravamo spensierati, le nostre emozioni base erano affetto, sorpresa, commozione, entusiasmo, simpatia.. poi certo anche il resto, ma ora si esagera.. e il fine lo sappiamo bene..

    1. Ai nostri tempi c’era una maggiore comunicazione faccia a faccia, si imparava a comprendere le emozioni anche leggendole nel volto degli altri e le famiglie parlavano apertamente anche dei problemi. Oggi i bambini non ricevono mai un “no” dai genitori, vengono persino premiati quando non se lo meriterebbero, e diventano adolescenti incapaci di gestire il rifiuto e il fallimento. Se non hai il modo di sperimentare le emozioni negative da piccolo non imparerai mai a gestirle nemmeno da adulto.
      Visto che mi leggi da un po’, dovresti sapere che non sono un sostenitore della psicoterapia a pagamento, credo molto di più in quella che si pratica (a volte inconsapevolmente) nell’amicizia e nell’amore della famiglia.
      Saluti.

      1. Infatti condanno questo continuo delegare, questo rivolgersi a chi agisce professionalmente (e principalmente per tornaconto), questo delegittimare chi principalmente. come una volta . si occupava dell’educazione, dell’esempio: scuola, famiglia e forse anche parrocchia, perché no.

  2. Non lo so, è un tipo di educazione alla quale non avevo mai pensato, forse perché io, ai miei tempi, non ne sentivo il bisogno in veste di studentessa né dopo mi è sembrata un’esigenza da genitrice. Il bisogno di certe consapevolezze nasce dal modo in cui adesso la società concepisce la scuola e dal modo in cui i ragazzi ne usufruiscono. Gli equilibri dovrebbero scaturire da soli quando si formano in contesti sani.

  3. Nella scuola di mia figlia ci sono un sacco di bulli. Lei voleva addirittura smettere di studiare perché viene accerchiata da gruppetti di ragazzini e minacciata. Se non risolve la scuola denuncio alla polizia. Non cresci bene e sereno con quelle paure. Serena giornata

    1. Sarebbe utile parlare prima con i genitori dei bulli insieme agli insegnanti. Serve a capire molte cose e aiuta ad arrivare al nocciolo del problema.
      Speriamo che si riesca a risolvere.

      1. Parlare coi genitori di certi è difficile e molto spesso rischi. Tanti lasciano in giro i figli a scorrazzare tranquilli perché loro sono a lavoro o per altre situazioni. Ma vedremo. Serena giornata

  4. Lavorando in ambito scolastico, e di recente più a contatto con i genitori, mi rendo conto di come troppo spesso madri e padri siano palesemente inadeguati e non all’altezza di gestire le proprie di emozioni, figuriamoci quelle dei figli. Molto spesso vedo dei bulli cresciuti, e li immagino in casa mentre inculcano ai figli ideali fasulli, come reagire alle provocazioni senza esclusione di colpi, oppure assecondare ogni capriccio. Il dialogo è per pochi. Gli adulti non sanno accettare un no anche per questioni spicciole. Come possono trasmettere ai più piccoli valori come la giustizia, la tolleranza, il perdono o la comprensione? Saluti

    1. Purtroppo è qualcosa che ho constatato anche io e non c’è una risposta facile alla tua lecita domanda. Per questo trovo sensata l’educazione emozionale almeno a scuola. Servirebbe ai ragazzi ad avere delle guide, agli insegnanti per ampliare le loro conoscenze ed imparare a capire e gestire gli studenti e servirebbe anche ai genitori che potrebbero perfino apprendere dai figli quello che, a loro volta, non hanno avuto la possibilità/capacità di imparare.
      Un saluto.

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