Religione

La Responsabilità del Credente

Rispetto per Dio, le Sue Regole e le Sue Creature

La Responsabilità del Credente

Nella pratica della fede, spesso si dimentica la responsabilità del credente nei confronti di Dio. Tendiamo a pensare che sia Lui a doverci qualcosa e non viceversa. Andiamo in chiesa alla domenica, diciamo le nostre preghiere e pensiamo di aver fatto tutto quello che è necessario per piacere a Dio.

La Responsabilità del Credente

Ma la fede, spesso vissuta attraverso rituali e pratiche, deve superare il confine delle cerimonie per attraversare ogni aspetto della vita quotidiana.

Quando una persona sceglie di abbracciare una fede religiosa, dovrebbe assumersi anche la responsabilità del credente, impegnandosi prima di tutto in un percorso di sottomissione a Dio e di rispetto delle sue regole, sempre scritte nei testi sacri.

Nel caso del cristianesimo, abbiamo i Dieci Comandamenti che dovrebbero riversarsi nella vita quotidiana. Sono soltanto dieci, tuttavia ci troviamo spesso di fronte a credenti che, pur partecipando con fervore alle cerimonie religiose, sembrano ignorare i principi fondamentali della loro religione.

La Responsabilità del Credente nel Rispetto delle Creature di Dio

La responsabilità del credente non si esaurisce con il rispetto per Dio e le sue regole ma si estende a tutte le creature che popolano il mondo. Gli esseri umani, ovviamente, meritano un rispetto incondizionato, indipendentemente dalla loro fede, razza o status sociale. Eppure assistiamo a discriminazioni, intolleranze e violenze perpetrate anche da coloro che dicono di credere in Dio.

Gli animali, che sono anch’esse creature di Dio, meritano altrettanto rispetto e attenzione. Il maltrattamento degli animali, l’inquinamento dell’ambiente e la distruzione della natura sono manifestazioni di mancanza di rispetto verso la creazione divina. Come può un credente baciare statue sacre ma inanimate in chiesa e poi ignorare il grido di aiuto proveniente dalle creature viventi?

Connessione tra Fede e Azione

Il cuore della fede è la connessione tra ciò in cui si crede e il modo in cui si vive. La pratica della fede deve manifestarsi attraverso azioni concrete che riflettano i valori spirituali. Ciò include la promozione della giustizia sociale, il rispetto per la diversità e la cura attiva del nostro pianeta. La responsabilità del credente non è solo la preghiera o la messa ma la traduzione dell’amore di Dio nei comportamenti quotidiani.

Infatti la fede autentica si manifesta soprattutto attraverso il modo in cui ci rapportiamo al mondo circostante. Amare Dio implica il rispetto attivo verso le sue regole e tutte le sue creature.

Custodi della Creazione Divina

Consapevoli della responsabilità del credente, quelli che hanno fede sono chiamati a essere agenti di cambiamento, difensori dell’uguaglianza e custodi del nostro pianeta. Attraverso azioni che dimostrano rispetto verso gli altri, la natura e gli animali, la fede si trasforma da un atto cerimoniale a una guida illuminante per una vita di integrità e compassione. La vera essenza della fede si manifesta nel quotidiano rispetto per Dio e la sua creazione.

La connessione tra il credente, Dio e la creazione divina richiama a una coerenza profonda tra le convinzioni spirituali e le azioni quotidiane. Attraverso un impegno attivo verso gli esseri umani, gli animali e l’ambiente naturale, la fede si manifesta in modi tangibili che vanno al di là della mera adesione formale.

Solo attraverso una pratica autentica della fede questa diventa un faro che illumina le scelte quotidiane, trasformando la religione da una serie di cerimonie a una forza positiva e ispiratrice nella società e nell’ambiente in cui viviamo.

Lettura consigliata: Le scimmie vanno in paradiso. Trovare Dio in tutto il creato di John McCarthy

Le scimmie vanno in paradiso. Trovare Dio in tutto il creato

Tasto Amazon

Articoli correlati

11 Commenti

  1. Effettivamente nei dieci comandamenti c’è già tutto ciò che un buon credente dovrebbe applicare nella quotidianità responsabilmente.

    Che esistano ipocrisie però non è solo in riferimento ai credenti ,quanto sta diventando un vizio in cui ricade spesso un po tutta l’umanità.

    Anche i non credenti si sentono più assolti nel vedere le contraddizioni dei credenti.

    Forse sbaglio ma credo che questo metro di giudizio possa essere solo un ulteriore modo per perdere la sostanziale connessione con Dio e con tutto il creato.

    Certo è bene riconoscere l’anomalia ma indirizzarla verso un punto un tantino più alto ,dando la possibilità a tutti di alzarsi ,elevarsi a quel Qualcosa che in fin dei conti ci unisce e ci accomuna.

    Che procedura lunga rientrare nel suo blog:)

    Come sta mister loto?

    1. Tutti possono “elevarsi” a un livello più alto di coscienza, consapevolezza e fede… e per farlo è necessario prendere atto delle proprie carenze o mancanze.
      Io sto bene e vedendoti qui sono felice di sapere che, presumibilmente, stai bene anche tu! 🙂
      Buon Ferragosto Lara.

  2. Come dice Lara, i dieci comandamenti riassumono un agire morale e civile ampiamente bastevole a che si viva in armonia e pacatezza. Non escludo invece che tanti credenti, senza la certa prospettiva di un dopo, abbandonino la fede o non si sentano più eccessivamente coinvolti. Ecco, questo sarebbe un aspetto sul quale meditare: le aspettative distorte del credente medio.

    1. Sono d’accordo. Purtroppo nelle società moderne la spiritualità è messa abbondantemente da parte per lasciare spazio ad aspettative costanti ed egoismi vari. Non è un caso che, nonostante si disponga di molti beni materiali e perfino lussi, si è sempre più infelici…
      Saluti.

  3. È quello che penso anche io, molte persone poi dicono che sono credenti “a modo loro” ma per me alla fine così non lo sono affatto. Credere richiede anche impegno e sacrificio. Ma la superficialità umana purtroppo alcune volte prende il sopravvento e ci fa dire “cristiano a modo mio”. Serena giornata

    1. È vero, e questo accade perché siamo abituati ad occuparci sempre e solo del nostro tornaconto, giustificando i nostri cattivi comportamenti con scuse assurde. La cosa interessante è che chi si comporta così, prima o poi, ci rimette sempre! 😉
      Un caro saluto.

  4. I dieci comandamenti dovrebbero essere seguiti da tutti, credenti e non, perché rappresentano le regole del saper vivere in armonia e rispetto gli uni con gli altri. Una volta si obbligavano gli uomini a rispettarle con lo spauracchio del Purgatorio e dell’Inferno. In realtà tutti dovremmo essere coscienti del fatto che un uomo dovrebbe ritenersi tale proprio perché possiede sani principi e sa distinguere il bene dal male.

    1. I sani principi sembrano ormai naufragare in questa società fatta di egocentrismo e materialismo… ma ho la convinzione che, prima o poi, si capirà l’importanza dell’ordine morale. Se non ci si arriverà con l’intelligenza ci si sbatterà contro per riuscire ad andare avanti.
      Ti auguro una buona serata.

  5. Beh quanti farisei incontriamo nella nostra vita da cristiani! Gente che si batte il petto ed è nelle prime file in chiesa al momento dell’eucaristia e poi… non molla manco un centesimo per aiutare chi chiede l’elemosina. Ho fatto solo un esempio, ma se ne potrebbero fare tanti. Non è sempre così facile seguire le regole del buon cristiano, perché aiutare il prossimo è una scelta che spesso crea frustrazione, ma quello è il comandamento più grande e conformarci alla fede significa metterlo in pratica ogni giorno. Amare il prossimo significa molte cose e tutto ciò che hai detto vi rientra.

    1. Hai detto bene, non è sempre facile seguire le regole del buon cristiano ma è un nostro dovere cercare di farlo… e se a volte si sbaglia è umano! Ciò che conta è cercare sempre di tendere a Dio con cuore puro!
      Un abbraccio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Pulsante per tornare all'inizio