Una Società Senza Anima? Ritrovare la Spiritualità nell’Era Moderna
Viviamo in tempi oscuri. Un’epoca in cui il rumore del mondo ha soffocato la voce dello spirito, in cui il profitto ha preso il posto del sacro e la fede sembra una reliquia del passato. Siamo davvero diventati una società senza anima?
La Bibbia, con una lucidità profetica, ci aveva già messi in guardia: “Poiché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti… e perché l’iniquità aumenterà, l’amore di molti si raffredderà” (Matteo 24:12). Lo scenario degli “ultimi tempi” che le Scritture annunciano è una società che ha smarrito la via, una fede che si spegne nel cuore degli uomini, una spiritualità ridotta a formalità o abbandonata del tutto.
La fede, invece di essere la roccia su cui fondare la propria vita, è diventata una scelta personale, facoltativa, un dettaglio secondario. La religione è trattata come folclore e chi professa una fede solida viene guardato con sospetto, come se appartenesse a un’altra epoca. Ma una civiltà che rifiuta Dio non si libera, si condanna.
Il Dio del Denaro ha Preso il Sopravvento
L’adorazione del vero Dio è stata sostituita da un nuovo culto, quello del denaro. In un mondo che misura il valore di una persona in base a ciò che possiede, il profitto è diventato l’idolo dominante. L’etica, la morale, il senso del bene e del male si piegano alle logiche dell’interesse personale. Eppure, questo progresso materiale non ha colmato il vuoto interiore. Anzi, lo ha ampliato.
Non c’è da stupirsi se sempre più persone parlano di ansia, depressione, solitudine, disperazione. Perché quando si spegne la luce dell’anima, anche ciò che brilla fuori diventa grigio. Il cuore umano non è fatto per essere sazio solo di cose materiali.
L’Adulterio Normalizzato: una Ferita Spirituale
Tra le piaghe morali della nostra epoca, ce n’è una che viene ormai vista come una “normalità”: l’adulterio. Un tempo, tradire il proprio coniuge era ritenuto un peccato grave, qualcosa che lacerava l’onore, la fiducia, l’anima. Oggi, al contrario, l’adulterio è stato banalizzato, sdrammatizzato, perfino promosso come una forma di libertà. Chi è fedele viene quasi deriso, considerato ingenuo, uno che “non ha capito come funziona il mondo”.
Ma l’adulterio resta, davanti a Dio, un peccato mortale. È una ferita invisibile che squarcia l’anima. Chiunque abbia tradito o sia stato tradito sa che l’adulterio lascia cicatrici profonde, spesso irreparabili. Eppure, continuiamo a celebrarlo come fosse un atto di emancipazione. Non è forse questa la prova che siamo una società senza anima?
Non è solo questione di morale, è questione di ordine spirituale. Infrangere l’alleanza coniugale significa disprezzare l’ordine creato da Dio. Ogni tradimento lascia una crepa non solo nella relazione umana, ma anche nella struttura dell’anima.
Questo è solo un esempio di quanto la società attuale abbia smarrito il senso del peccato. Non si riconosce più il male, e quindi non si cerca più il bene. Ma chi rifiuta il timore di Dio rifiuta anche la possibilità della salvezza. Il timore del Signore è l’inizio della sapienza (Proverbi 9:10), e senza di esso l’uomo vaga in un buio interiore che lo logora, anche se fuori tutto sembra “funzionare”.
Il vero problema non è il male nel mondo, ma il silenzio dei cuori. Il problema non sono le guerre, ma l’indifferenza di chi dovrebbe invocare la pace. Il problema non è l’adulterio, ma la coscienza che ha smesso di riconoscere il peccato. Se non ritorniamo a Dio, non ci sarà futuro, non perché Dio non perdoni, ma perché non glielo chiediamo più.
Oggi tutto ci distrae da ciò che conta: notizie, svaghi, social, stimoli continui. Ma l’anima non vive di stimoli, vive di verità. Vive del contatto con il Creatore. E se questo contatto viene a mancare, l’uomo perde se stesso. Diventa un involucro che parla, produce, consuma… ma dentro è vuoto. La vera tragedia del nostro tempo è una società senza anima che crede di essere libera, mentre è prigioniera della propria superbia.
Una Società Senza Anima: Il Ritorno al Timore di Dio
C’è una sola via per uscire da questa deriva spirituale, tornare al timore di Dio. Non un timore fatto di paura ma di rispetto, riverenza, consapevolezza della Sua presenza. Senza Dio, l’uomo è perduto. La morale crolla, la verità si fa relativa, l’ego prende il sopravvento. Ma con Dio, ogni cosa ritrova senso: la sofferenza, la giustizia, il perdono, l’amore autentico.
Non possiamo aspettarci che la società cambi se prima non cambiamo noi. Se non ritorniamo alla fede, alla preghiera, alla Parola, al pentimento. Forse il tempo è già quasi scaduto. Forse stiamo davvero vivendo gli ultimi giorni, e come dice l’apostolo Paolo: “il giorno del Signore verrà come un ladro nella notte” (1 Tessalonicesi 5:2).
Lettura consigliata: La famiglia luce di Dio in una società senza Dio
Tracci un quadro desolante ma reale. Ormai non trovo persone equilibrate neanche tra le insospettabili. ovunque irascibilità, intolleranza, maleducazione tra gli elementi più comuni. Stiamo peggiorando, un evento epocale come il covid, che in tanti pensavamo avrebbe restituito più umanità e comprensione, ha insegnato invece poco o nulla.
Ci stiamo disumanizzando e fin troppo spesso noto che anche i nostri esempi in prima persona passano inosservati, a volte addirittura eccentrici. come la gentilezza, la generosità, l’ascolto e la disponibilità.
Hai ragione, Franco, il quadro è proprio desolante. La crisi spirituale e morale ha effetti concreti sulla nostra quotidianità.
La disumanizzazione è una ferita profonda e spesso chi prova a vivere con gentilezza e rispetto viene visto come un’eccezione. Proprio per questo non dobbiamo mollare. La trasformazione vera parte sempre da noi anche se sembra che nessuno lo noti.
È un percorso lento, forse difficile, ma l’alternativa è lasciare che il vuoto prenda il sopravvento. Se anche una persona alla volta ritrova il rispetto e la compassione, quella scintilla può diventare fiamma. Non possiamo aspettarci che il mondo cambi da un giorno all’altro, ma non smettere di tentare è l’unica strada concreta!
Un saluto.
Buongiorno anche sta volta non c’è il mio commento. Strano. Basta guardare il gelato da 70 euro e la gente che va a fare la fila … questo dimostra quanto l’apparenza, i soldi, contino per le persone. Non lo prenderei per principio un gelato così. Basta vedere tutta la violenza insegnata dai genitori poi alla fine a questi ragazzi. Devono avere “giustizia” per qualsiasi cosa, un voto basso a scuola, l’ingiustizia subita dal prof … e si creano tanti ragazzi pronti a far valere i loro diritti. Non ad essere accomodanti e sudarsi le proprie conquiste. Ed è tutto così, guarda anche i nostri politici, con la faccia come il sedere, ci prendono in giro aumentandosi i già sostanziosi stipendi mentre a noi tagli a tutto. Sanità, stipendi, pensioni, aumenti di tasse. E tutti zitti. Serena giornata e buon fine settimana
Ciao Ely, hai toccato proprio il cuore del problema, abbiamo perso il senso del limite, del sacrificio e della verità. Tutto è apparenza, tutto è diritto, tutto è “subito”. E dietro questa corsa al nulla, c’è un vuoto spirituale spaventoso. Se il modello che trasmettiamo è quello dell’arroganza, del “mi spetta”, della prepotenza travestita da giustizia… allora non stupisce che i giovani crescano confusi, arrabbiati, incapaci di accettare frustrazioni o correzioni.
Anche la politica riflette tutto questo perché si è perso il senso del bene comune e chi ha responsabilità pensa solo al proprio tornaconto. Ma il punto è che tutto questo parte da lontano, da dentro, da una società che ha smesso di credere in qualcosa di più alto, che non ha più timore di Dio e non riconosce più alcuna autorità morale.
Finché continueremo a inseguire solo il piacere, il denaro e l’apparenza, resteremo prigionieri di un inganno. Servono coscienze sveglie, persone che non si piegano al cinismo, che scelgono di restare lucide e spiritualmente vive anche in mezzo al buio.
Serena giornata anche a te.
E’ vero è proprio così parte proprio da lontano da questa società che non crede più in nulla se non nell’apparire e nel dio soldo. Moralità non cen’è più basti vedere i social che razza di schifezze e le ragazzine convinte che sia giusto mostrarsi in quel modo “al mondo” perchè internet è aperto a tutto il mondo. Speriamo di vedere un pò di luce in questo buio!!! A me di far parte di quel gioco non va!!! Buongiorno
Viviamo in una società che ha perso la bussola, dove l’apparenza conta più della verità e i social amplificano il peggio. Ma chi rifiuta di adeguarsi fa già una scelta importante. Non rimane che restare lucidi e custodire ciò che conta davvero. Anche nel buio, chi ha luce dentro non si piega.
Buona giornata anche a te!
Già come diceva Gandhi “sìì il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” … ci si prova. Serena giornata
Quando iniziai a conoscere il mondo virtuale utilizzando il blog, nel lontano 2004, conobbi alcune signore con le quali feci amicizia. Quando dissi che avevo sposato il mio primo amore, conosciuto a 19 anni, e che ero felicemente sposata da più di 20 anni, non riuscivano a crederci. Iniziarono a prendermi in giro, a chiamarmi “maestrina dalla penna rossa” e una, di Torino, quindi relativamente vicina, volle addirittura venire nella mia città per conoscermi, per vedere se fossi “vera”. Per loro, una che non avesse avuto almeno un po’ di amanti non era credibile. Alla fine realizzarono che, comunque, anche per la mia gentilezza e pacatezza, non ero normale. In effetti, chi è gentile, disponibile ed empatico, viene considerato un debole, uno “sfigato”. Di fatto, effettivamente io non ho mai fatto carriera. Ma sono contenta così.
In chiesa, alla messa, la media dell’età è intorno ai 60 anni. Giovani non se ne vedono, se non i bambini prima della Comunione o della Cresima. Ma conosco comunque persone che non frequentano la Chiesa, ma si comportano come se fossero ottime cristiane, perché evidentemente sono state ben allevate in sane famiglie. L’importante è mantenere buoni principi e saldi valori, rendendosi conto che contano di più i buoni sentimenti, il rispetto, la correttezza, l’umanità, l’amicizia, l’amore, piuttosto che il mero dio denaro.
La tua testimonianza racconta quello che dicevamo, oggi chi è fedele, gentile, coerente con i propri valori viene visto come un’anomalia. Ma, ovviamente, non c’è qualcosa di sbagliato in te ma è la società ad essersi capovolta. La fedeltà viene derisa, la gentilezza scambiata per debolezza, l’onestà per ingenuità. E invece sono proprio queste virtù che tengono ancora in piedi quel poco di bellezza che ci resta.
Hai fatto scelte controcorrente e hai pagato un prezzo (niente carriera, prese in giro) ma hai conservato l’anima e questo conta infinitamente di più. Non siamo qui per accumulare riconoscimenti ma per rimanere integri davanti a Dio e alla nostra coscienza.
Hai ragione anche su un altro punto- La fede non si misura solo con la presenza fisica in chiesa ma con il cuore e la coerenza della vita. Però la Chiesa resta la casa di Dio, e senza un ritorno a Lui, anche i migliori principi rischiano di affievolirsi col tempo.
In un mondo che esalta l’apparenza, tu sei una prova vivente che si può vivere con verità e amore, anche se “non fa notizia”.
Grazie per averlo condiviso.