Canne al Vento – Recensione Libro

Canne al vento – Recensione libro
Canne al Vento
di Grazie Deledda

Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 1950
Editore: Mondadori
Trama
Efix è un contadino sardo che vive nell’ultimo poderetto posseduto dalle sorelle Pintor. Il contadino è al servizio di queste 3 sorelle nobili ma di fatto con pochi mezzi. Vivono in isolamento, lontane dalla società rozza dei mercanti e degli usurai.
Perseguitato dal senso di colpa per un antico delitto, Efix cerca di vivere una vita santa, sperando così di espiare i suoi peccati. Sarà proprio lui ad arginare il disastro finanziario delle sue padrone procurato dal ritorno di Giacinto. Giacinto è il figlio di una quarta sorella fuggita nel continente molti anni prima.
In Canne al vento Efix rappresenta l’immagine della sofferenza umana. Diviene uno dei personaggi più forti e ben riusciti di Grazia Deledda.
Incipit
“Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva lavorato a rinforzare l’argine primitivo da lui stesso costruito un po’ per volta a furia d’anni e di fatica, giù in fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera contemplava la sua opera dall’alto, seduto davanti alla capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa sulla bianca Collina dei Colombi.”
Recensione
In questa recensione è bene tener conto del fatto che Canne al vento è il libro più famoso di Grazia Deledda e che, senza dubbio, c’è una ragione. Canne al vento è una meravigliosa sintesi di verismo e decadentismo. È scritto in modo semplice e scorrevole com’è tipico della Deledda.
Ho trovato la trama molto piacevole e coinvolgente. Avendo letto diversi altri libri di Grazia Deledda posso dire che questo è uno dei suoi romanzi che preferisco.
Canne al vento è un libro riflessivo e dall’andamento pacato. Fa però venir voglia di arrivare velocemente alla fine della storia per sapere cosa ne sarà dei protagonisti.
Efix, il meraviglioso servo delineato dalla Deledda in modo incredibile, è un personaggio molto realistico, tangibile. Alla fine del libro sembra quasi di averlo conosciuto sul serio.
Canne al vento è un libro che parla della natura degli uomini, della superstizione, di fede, di dignità, rispetto e devozione. Grazia Deledda ci trascina con questo libro in un mondo lontano, che non esiste più, impastato di realtà interiori ed apparenza.
Come tutti i libri di Grazia Deledda, è un romanzo con una forte connotazione descrittiva. Tutto viene raccontato minuziosamente ed è per questo che certi paesaggi sardi sembra quasi di vederli.
Certo è che, proprio per tale ragione, Canne al vento non è un libro adatto a chi non ama le lunghe descrizioni. Per quanto mi riguarda la bellezza di questo libro sta anche nell’assoluta poetica di certe pagine. Ogni riga ha un suono, disegna contorni, appaga l’anima ed il piacere estetico.
Tutta la trama del libro si snoda in Sardegna. Sarà decisamente avvantaggiato nella lettura, e probabilmente ne coglierà meglio l’essenza, il lettore che conosce quest’isola. Non soltanto per la bellezza paesaggistica, quanto per le antiche tradizioni e per il carattere orgoglioso e fiero dei suoi abitanti.
Concludo la recensione consigliando Canne al vento a tutti quelli che hanno voglia di una storia di altri tempi scritta e descritta in modo magistrale.
Citazione
“La vita passa e noi la lasciamo passare come l’acqua del fiume, e solo quando manca ci accorgiamo che manca.”
Curiosità
Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1913, ma a puntate, su L’illustrazione Italiana, una rivista settimanale.
Il titolo è una metafora della vita umana. Gli uomini sono come canne al vento, fragili ed in balia delle intemperie della vita che li flettono o li spezzano.
Grazia Deledda, l’autrice di Canne al vento, vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1926.
Canne al vento – Recensione libro