Kitchen di Banana Yoshimoto – Recensione libro

Kitchen – Recensione libro

Kitchen

di Banana Yoshimoto

Kitchen - Recensione libro
Kitchen

 

Titolo originale: “Kitchin

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 1988

Editore: Feltrinelli

Traduzione di Giorgio Amitrano

Recensione libro: Ottimo

 

Trama

Mikage è rimasta orfana da bambina. Della casa ama la cucina. Forse proprio perché la è la stanza che più di ogni altra le trasmette il senso della condivisione e dell’unione familiare che tanto le mancano. Mikage è cresciuta con la nonna.

Quando la nonna muore si ritrova totalmente sola al mondo, senza una direzione da seguire. Fortunatamente nella sua vita compare il giovane Yuichi, un conoscente di sua nonna. Lui la aiuterà a rimettersi in piedi ed a far parte di una nuova famiglia, molto poco tradizionale.

In alcune edizioni di Kitchen è presente anche il racconto breve “Moonlight Shadow”, scritto da Banana Yoshimoto per la tesi di laurea, che racconta la storia di Satsuki, privata del suo grande amore da un tragico incidente stradale.

Incipit

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.

Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.”

Recensione

Kitchen mi è piaciuto ed in questa recensione cercherò di spiegarvi il perché.

È il primo libro che ho letto di questa autrice giapponese ed è stata una bella scoperta.

È un libro che parla di argomenti tristi quali la morte, la solitudine e quella sensazione di non riuscire ad andare avanti tipica di chi resta dopo un grave lutto. Eppure, nonostante affronti temi così difficili, Kitchen non trasmette tristezza, né emozioni negative. Il libro evoca il nostro lato malinconico, quello che di solito cerchiamo di nascondere al mondo esterno.

Banana Yoshimoto è riuscita a descrivere minuziosamente, con uno stile moderno e vivace, degli stati d’animo che si pensa di essere gli unici a provare, quando si provano. L’autrice di Kitchen è riuscita non soltanto a farmi comprendere bene cosa provano i protagonisti del suo libro ma a farmi sentire come Mikage e Satsuki.

Mi ha fatto assaporare gli stati d’animo che ha descritto. Certo, essendo un romanzo che ha come filo conduttore la morte, questi stati d’animo sono spesso di tristezza e rassegnazione. Il romanzo però lascia sempre intravedere nell’animo dei protagonisti una speranza. Pervade lo spirito di sopravvivenza, la convinzione che, giorno dopo giorno, le cose andranno meglio.

Alcuni sostengono che Kitchen, così come gli altri romanzi di Banana Yoshimoto, sia scritto con lo stile dei manga. Questo per toccare in modo particolare l’interesse delle adolescenti.

Non so se questa è una precisa scelta di mercato oppure è semplicemente la natura letteraria di Banana Yoshimoto, ma trovo che funzioni. Il libro infatti, parla di sentimenti, parla di giovani e del loro rapporto con la vita.

Parla della perdita improvvisa di certezze, ma lo fa in un modo nuovo, scorrevole, mai scontato. Sono sempre presenti delle piacevoli note di brio, nonostante la trama piuttosto scarna.

Moonlight Shadow

Nella mia edizione di Kitchen era presente anche il racconto “Moonlight Shadow” quindi lo inserisco in questa recensione. Lo stile è lo stesso del libroBanana Yoshimoto usa le parole con maestria, delicatezza ed accurata scelta dei termini per dipingere le emozioni più difficili che si possano vivere in giovane età.

Dopo l’iniziale stupore per una storia che è completamente distaccata da quella iniziale, ho apprezzato anche questa breve narrazione. Completa il raggio di emozioni che riguardano la morte con una nota fantasiosa che ho apprezzato molto.

Concludendo, Kitchen è un libro che consiglio a chi cerca una lettura leggera ma non insignificante ed a tutte le persone che, almeno una volta nella vita, si sono sentite perse.

Citazione

“I grandi personaggi nel loro semplice esistere emettono luce e rischiarano lo spirito di chi sta loro accanto. Così, quando si spengono, inevitabilmente scende un’ombra pesante.”

Curiosità

Banana Yoshimoto è la figlia di un noto filosofo, Takaaki Yoshimoto. La sorella dell’autrice del libro invece, è Haruno Yoiko, un’ apprezzata disegnatrice di anime giapponesi.

Kitchen è stato tradotto per la prima volta in italiano. Anche per questo Banana Yoshimoto ha un legame particolare con l’Italia.

Con questo romanzo Banana Yoshimoto ha vinto il Newcomer Writers Prize, l’Umitsubame First Novel Prize e l’ Izumi Kyoka Literary Prize.

Dal romanzo Kitchen sono stati tratti due film, uno per la televisione giapponese ed uno per la Cina.

Kitchen – Recensione libro

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