La Coscienza di Zeno – Recensione Libro

La Coscienza di Zeno – Recensione Libro
La Coscienza di Zeno
di Italo Svevo

Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1923
Editore: Feltrinelli
Trama
Siamo a Trieste, agli inizi del ‘900. Zeno Cosini si sente malato, un inetto incapace di adattarsi alla vita. Lo psicanalista Dottor S. chiede a Zeno di scrivere un’ autobiografia che lo aiuti a comprendere i suoi problemi. Zeno inizierà così a raccontare la sua vita, o almeno i capitoli che riterrà più importanti per comprendere se stesso e l’origine della propria malattia.
Incipit
«Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s’intende, sa dove piazzare l’antipatia che il paziente mi dedica. Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza.»
Recensione
Ho letto per la prima volta La coscienza di Zeno ai tempi del liceo. Ricordavo che questo romanzo mi era piaciuto molto ma, non avendo una chiara memoria della trama, ho deciso di leggero un’altra volta. È stato strano verificare come la lettura di un libro cambi in base a quello che siamo. Oggi la mia percezione di questo libro è infatti stata molto diversa.
Inizio la recensione de La coscienza di Zeno parlando della trama.
Oserei dire che questo romanzo possa essere visto come un antenato di Stoner. Entrambi i libri parlano infatti delle piccole grandi vicende che si susseguono nella nostra esistenza. Dettagli che per il mondo non contano ma che per noi fanno una grande differenza.
Trama
La trama de La coscienza di Zeno è la vita, un’esistenza raccontata in prima persona, attraverso i ricordi del protagonista. Il punto forte di questo libro non è infatti la trama in se ma il modo in cui essa viene raccontata.
È affascinante il modo in cui Svevo descrive accuratamente quello che il protagonista prova, le sue inquietudini, i suoi sensi di colpa.
La coscienza di Zeno, nonostante sia ambientato nel secolo scorso, ha una trama moderna. Parla di sentimenti e dell’incapacità di crescere assumendosi delle responsabilità.
Per questo credo sia molto facile immedesimarsi nel protagonista Zeno. Chi di noi non si è mai sentito inadatto a quello che gli altri si aspettano? Chi non avrebbe voluto fuggire davanti a certe scelte?
Chi di noi non ha mai avvertito quel sottile male di vivere che annulla qualsiasi slancio e voglia di fare?
Interessante il riferimento alla psicoanalisi. Ai tempi di Svevo era una pratica ancora poco usata ed affascinante per i più. Ho sorriso quando il protagonista de La coscienza di Zeno riesce ad analizzare da solo i propri ricordi. In fondo ho sempre pensato che per capirsi davvero basta riuscire a guardarsi dentro senza timore.
Personaggi
I personaggi sono descritti dal punto di vista del protagonista. Non abbiamo mai una descrizione oggettiva di Ada, Augusta, Guido e gli altri. Tutti i personaggi assumono le caratteristiche che il protagonista Zeno decide per loro.
Conosciamo davvero bene soltanto Zeno perché per tutta la lettura del libro siamo con lui e la sua coscienza. È un protagonista ironico, immaturo, a volte irritante, ma che non si può fare a meno di prendere in simpatia.
Stile
Lo stile dell’autore è l’unica nota dolente de La coscienza di Zeno. Nonostante la validità della storia, i quasi 100 anni passati dalla sua prima pubblicazione si sentono tutti. Lo stile di Italo Svevo non è adatto a chi non è abituato a leggere.
L’italiano usato dall’autore ha un retrogusto antico. Molti termini che ho trovato in questo libro sono ormai in disuso. In altri casi Svevo usa una prosa che era inesatta perfino al suo tempo. Questo regala al romanzo una grande musicalità ma ne rende la lettura piuttosto macchinosa e lenta.
Le Mie Impressioni
Credo che La coscienza di Zeno sia un libro più adatto ai lettori maturi. Non soltanto perché lo stile dell’autore è abbastanza impegnativo ma anche perché tratta temi che difficilmente si comprendono in età giovanile.
Eppure io ho apprezzato di più questo libro quando l’ho letto la prima volta, giovanissimo. Leggerlo oggi mi ha rattristato, probabilmente perché mi sono ritrovato in alcuni atteggiamenti di Zeno, e non mi è piaciuto.
Allo stesso tempo ho trovato interessante la modernità di Zeno. Il suo lasciarsi trascinare dalla corrente degli eventi ricorda la rassegnazione e l’indolenza con cui si convive anche oggi.
Alla fine però le persone come Zeno, sono forse paradossalmente le meno malate della società. Perché si accorgono che c’è qualcosa che non va. Sono quelle che riescono ancora a sentire la propria coscienza. Sono quelle che cercano una cura ai propri limiti per andare avanti.
Tutti coloro che invece si sentono sani, che non si fanno domande, sono quelli più gravemente malati. Magari sono più felici, ma restano fermi per tutta la loro vita.
La coscienza di Zeno: a chi lo consiglio
Concludo la mia recensione de La coscienza di Zeno consigliando questo romanzo a tutti coloro che amano i classici della letteratura italiana. Lo consiglio anche chi si sente sempre inadatto e fuori luogo. A volte è la società ad essere sbagliata.
Citazione
«La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.»
Curiosità
Dal romanzo La coscienza di Zeno, nel 1966 è stato tratto uno sceneggiato televisivo in bianco e nero e, nel 1988, una miniserie televisiva a colori, entrambi per la Rai.
Italo Svevo, l’autore di La coscienza di Zeno, si chiamava in realtà Aron Hector Schmitz.
Estremamente interessato alla psicanalisi, Italo Svevo ha tradotto in italiano La scienza dei sogni di Sigmund Freud.
Alcuni pensano che il Dottor S. del romanzo sia un richiamo a Sigmund Freud, altri che quella S rappresenti semplicemente Svevo stesso.
Per descrivere coerentemente la malattia del personaggio di Ada, Italo Calvino studiò a lungo il morbo di Basedow. I suoi approfondimenti lo porteranno a considerare la vita come questa malattia.
La Coscienza di Zeno – Recensione Libro