Ritratto in Seppia – Recensione Libro
Ritratto in Seppia – Recensione libro
Ritratto in Seppia
di Isabel Allende
Titolo originale: “Retrato en Sepia“
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2000
Editore: Feltrinelli
Traduzione di Elena Liverani
Trama
Aurora del Valle cresce prima con i nonni materni e poi con l’anticonformista nonna paterna, Paulina del Valle. Alla soglia dei trent’anni scopre di essere tradita dal marito, del quale è innamorata. Vivendo una difficile situazione emotiva, cerca di superarla recuperando la memoria del suo passato, tra passioni, intrecci e segreti.
È così che, a partire dalla sua nascita, ripercorriamo con Aurora la sua storia, centrata sull’ingombrante personaggio della nonna paterna, che le apre per caso il mondo della fotografia.
Incipit
“Sono venuta al mondo un martedì d’autunno del 1880, nella dimora dei miei nonni materni, a San Francisco. Mentre all’interno di quella labirintica casa di legno mia madre, grondante di sudore, ansimava per aprirmi un varco, il cuore intrepido e le ossa disperate, nella strada ribolliva la vita selvaggia del quartiere cinese con il suo aroma indelebile di cucina esotica, il suo chiassoso torrente di dialetti sbraitati, la sua inestinguibile folla di api umane in un frettoloso andirivieni. ”
Recensione
Ritratto in seppia è un libro che si legge piacevolmente, lo stile dell’autrice è estremamente scorrevole. Isabel Allende ha creato con grande maestria un fitto intreccio di eventi, di vite, di segreti e personaggi che incuriosiscono il lettore quasi si trattasse della storia famigliare di persone realmente esistite.
Il libro è diviso in tre parti; la prima dal 1862 al 1880, la seconda dal 1880 al 1896 e la terza dal 1896 al 1910. È chiaro che il contesto storico in questo tipo di romanzo è assolutamente indispensabile per far si che la trama sia realistica e credibile.
Isabel Allende deve aver fatto una ricerca storica accurata affinché la storia familiare del libro fosse cronologicamente inserita in modo corretto nella storia del Cile, la sua Nazione.
In Ritratto in seppia, infatti, è fortemente presente la descrizione del momento storico in cui, di volta in volta, la nostra storia si snoda. Ho trovato molto interessante, in particolare, le pagine dedicate alla vicende che avevano da sfondo la guerra del Pacifico, nella seconda parte del libro.
Nonostante l’innegabile talento dell’autrice però, Ritratto in seppia non mi ha completamente conquistato.
Quando leggo un libro, oltre al semplice piacere della lettura, mi piacerebbe trovare delle storie che possano farmi riflettere, pormi delle domande o, ancor più banalmente, insegnarmi qualcosa.
È un romanzo ben scritto e certamente interessante per la fotografia di uno stile di vita e di un mondo che, ormai, non esistono più ma, al di là di questo, non ha suscitato in me grandi emozioni.
“Ritratto in seppia” è comunque un romanzo gradevole che permette una lettura di evasione senza troppo impegno, perfetto se si vuole passare un po’ di tempo in relax senza pensare a nulla.
Concludo la recensione consigliando Ritratto in seppia, a chi guarda al passato con malinconia e a chi ha amato “La casa degli spiriti”, il famosissimo libro precedente della Allende.
Citazione
“La memoria è invenzione. Selezioniamo il materiale più brillante e quello più buio, ignorando ciò che è fonte di vergogna, e così tessiamo il grande arazzo della nostra vita.”
Curiosità
Isabel Allende è la scrittrice latinoamericana più famosa al mondo e basa i suoi romanzi sulle sue dirette esperienze di vita.
Anche se può tranquillamente essere letto come un romanzo a se stante, Ritratto in seppia è il secondo capitolo di una ideale trilogia, che continua la saga famigliare dei personaggi presenti anche in “La figlia della fortuna” e “La casa degli spiriti”, coprendo più di un secolo di storia.
Ritratto in seppia – Recensione libro